IL CACAO DEI LETTORI

Facebook Instagram TikTok YouTube Twitter Jacopo fo english version blog

 

RESTIAMO IN CONTATTO!

PER CONOSCERE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VISITA LA MIA PAGINA FACEBOOK

 

Vuoi segnalare notizie, storie e iniziative
agli altri utenti del blog?

Vuoi segnalare il tuo blog?

Inserisci un commento a questo messaggio, dopo esserti iscritto o loggato al Blog di Jacopofo.com.
I messaggi inseriti sono pubblici e visibili da tutti. Siate brevi e precisi.

Per inserire grassetti, link, colori, usate come browser internet Mozilla Firefox (è anche open source!), comparirà un editor con i pulsanti per colori, font, corsivi, etc.

Per inserire un video da Youtube o Google Video, inserite il codice html relativo.
Ad esempio <object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/h4LBfnU0cug&hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/h4LBfnU0cug&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>

Grazie

La Redazione di Cacao

Commenti

Italia: inaugurata a Firenze la sede di Banca Etica
giovedì, 11 maggio, 2006

Ad aprile e; stata inaugurta anche la filiale di Torino (il 19 maggio ci sara' la festa d'inaugurazione).

E' bello poter entrare in banca senza doversi trattenere i coniati di vomito. PROVATECI ANCHE VOI!!!!!
Ciao
Fabiuli

viola

http://www.bancaetica.com/
Lo sapevate che anche in varie città ci sono i "banchieri ambulanti "a cui si può fare riferimento per informazioni ,apertura di conti e investimenti ?
http://www.bancaetica.com/contatti/default.php?carica=true&CDtipologie=FBA
Ci sono stata ieri e mi sento meglio ,avere la possibilità di un buon servizio un buon contratto e sopratutto la garanzia di non finanziare multinazionali senza scrupoli o industrie di armi e morte

Altra opportunità per rendere agevole il servizio

AL VIA UN IMPORTANTE ACCORDO TRA BANCA POPOLARE ETICA E POSTE ITALIANE
Versamento e prelevamento presso tutti gli sportelli BancoPosta per i clienti di Banca Etica. L'accordo è operativo in otto regioni italiane: Veneto, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia.

Al via un'importante collaborazione tra Poste Italiane e Banca Popolare Etica. E’ operativa la convenzione che permette a tutti i clienti di Banca Etica residenti in Veneto, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia di rivolgersi agli oltre 7500 uffici postali presenti nelle otto regioni per effettuare alcune importanti operazioni bancarie che rendono a tutti gli effetti completa la gamma di servizi e prodotti offerti dalla banca ai propri oltre 14.000 correntisti.
L'accordo con Poste Italiane, che parte sperimentalmente in 8 regioni ma punta ad ampliarsi anche alle altre, risponde ad una necessità reale dei clienti di Banca Etica: poter comodamente versare o prelevare denaro contante e depositare assegni sul proprio conto corrente; e soprattutto poterlo fare ovunque. Per questo l'estensione della rete degli sportelli postali e la comodità degli orari di apertura sono i punti di forza della convenzione. Per effettuare le operazioni, gli uffici postali riconosceranno il correntista di Banca Etica direttamente attraverso la tessera Bancomat emessa dalla banca stessa. Come sottolinea il Direttore Generale Mario Crosta, "puntiamo a diventare l'unica banca di riferimento per i nostri clienti, siano essi privati o persone giuridiche; a chi ci sceglie per la nostra dimensione etica e sociale possiamo ormai garantire anche una completa operatività bancaria su tutti i fronti."
Banca Etica rappresenta un'esperienza singolare nel panorama bancario italiano ed internazionale. Operativa dal 1999 su tutto il territorio nazionale attraverso 9 filiali e una rete di "banchieri ambulanti", Banca Etica offre ormai ai propri clienti un'ampia gamma di prodotti e servizi che permettono una completa operatività bancaria (libretti di risparmio, conti correnti, bancomat, carte di credito, obbligazioni, mutui prima casa, prestiti personali, fondi d'investimento...), garantendo allo stesso tempo una totale trasparenza nei processi di credito e una destinazione dei finanziamenti mirata esclusivamente ad ambiti di interesse collettivo: dalla cooperazione sociale (in particolare quella legata ai servizi socio assistenziali) alla cooperazione internazionale, dalla tutela dell'ambiente alla promozione della cultura, dalle energie rinnovabili all'agricoltura biologica.
Attualmente Banca Etica conta circa 14.200 correntisti, oltre 363 milioni di euro di raccolta di risparmio, 252 milioni di impieghi deliberati e 25.716 soci per un capitale sociale che supera i 18 milioni di euro.

Per maggiori informazioni sulla possibilità di attivare i servizi di prelevamento e versamento tramite gli sportelli postali, è possibile rivolgersi direttamente alle filiali e ai promotori finanziari di Banca Etica, oppure telefonare allo 049 8771111.

COMMERCIO EQUO: Raddoppia il giro d'affari dei prodotti equosolidali in Europa

Secondo i dati di una ricerca appena pubblicata, la Svizzera è il paese con la spesa pro capite più alta di prodotti fair trade. L'Italia si distingue per la frammentazione distributiva e la spesa pro capite più bassa, mentre il mercato europeo più ricettivo è quello inglese.

fonte: Valori (rivista Banca Etica)

Consultando il sito di statistica di Google (www.google.com/trends) si può rilevare che nel 2006 gli internauti di Dakar, Rabat, Casablanca, Tunisi e Algeri fanno ricerche sulle parole "amour" molto più spesso di quelli francesi (Parigi..capitale dell'amore nemmeno citata tra le prime 10 città). Il sito www.amour.fr raccoglie una percentuale altissima di iscritti magrebini ( il 25% dei 20.000 iscritti sono tunisini!)...In italiano le ricerche su "amore" vengono soprattutto dalle città di Nola e Napoli. Roma e Milano stanno rispettivamente al 5° e 8° posto.
Se tutto ciò faccia notizia non lo so, ma è sicuramente curioso...

Cari Amici, vorrei che conosceste quello che stiamo facendo a Roma e in tante altre regioni italiane. Di seguito vi mando una breve presentazione mia e del nostro progetto che vuole essere inclusivo e quindi partecipativo. Perdonatemi la lunghezza del messaggio. Saluti.

Massimiliano Falcucci

Prima di leggere il contenuto del messaggio mi presento. Mi chiamo Massimiliano Falcucci, vivo e lavoro a Roma, lavoro alla Trambus S.p.A. come autista di autobus e sono iscritto ai DS (sezione atac-trambus). Da circa un mese sto partecipando alla costruzione dell'associazione per il Partito Democratico di Roma e del Lazio e vorrei coinvolgere quanta più gente possibile in questo progetto, vogliamo dar voce al popolo che ha votato alle primarie e che si sente nella condizione di voler superare l'attuale assetto del centrosinistra. Non vogliamo lavorare contro i partiti, ci mancherebbe altro, vogliamo solo rendere fattiva e quindi operativa l'esperienza che ha visto oltre quattro milioni di persone recarsi al voto per le Primarie (fatto unico in Europa). Le associazioni che stanno nascendo in tutte le regioni d'Italia hanno questo scopo, un fine inclusivo e partecipato da parte di tutti i cittadini (iscritti ai partiti, semplici cittadini, il mondo del terzo settore, tutte le associazioni interessate, soprattutto quelle uliviste che tanto hanno dato al progetto unitario sin dall'inizio) per renderci utili in una fase cruciale per il nostro paese e per il suo assetto istituzionale. Se qualcuno di voi è interessato anche solo per vedere di cosa si tratta mi può rispondere a questa mail o contattare telefonicamente, mi scuso pertanto sin da ora con coloro ai quali avrò arrecato disturbo. I contatti mail li ho ricevuti tramite indirizzi comuni nel mondo del web. Distinti saluti.

Massimiliano Falcucci

cell. 3489188173
[email protected]

http://www.perilpartitodemocratico.it (il sito dell'associazione di Milano, a Roma l'avremo nei prossimi giorni)

Per chi fosse interessato ad aderire mando il modulo di adesione e di seguito lo statuto della nostra associazione. Saluti.

IO SOTTOSCRITTO...................CHIEDO DI ADERIRE ALL'ASSOCIAZIONE PER IL PARTITO DEMOCRATICO DI ROMA E DEL LAZIO.

DI SEGUITO I MIEI DATI PERSONALI:

NOME

COGNOME

DATA E LUOGO DI NASCITA

INDIRIZZO

PROFESSIONE

CODICE FISCALE*

CELL

FAX

PUOI AGGIUNGERE QUALSIASI ALTRA INFORMAZIONE TUA PROPRIA CHE REPUTI UTILE AI FINI DI UN TUO CONTRIBUTO FATTIVO AL NOSTRO PROGETTO.

*Al posto del codice fiscale può andare bene anche un qualsiasi altro documento d'identità (patente, carta d'identità, passaporto).
Ricordo anche che è necessaria la fotocopia di entrambi i lati di un documento di riconoscimento (se sulla richiesta di adesione mettete il codice fiscale la fotocopia da spedire dovrà essere quella della patente o della carta o del passaporto e non quella del codice, se invece inserite i dati di un documento sulla richiesta potete utilizzare lo stesso per la fotocopia da spedire) che deve essere spedita via mail o via fax agli indirizzi che vi lascio in fondo oppure portata a mano in uno dei nostri incontri che abitualmente facciamo. Comunque sia, anche se non subito la fotocopia dovrà essere firmata di vostro pugno dal vivo nel momento in cui i nuovi iscritti verranno a conoscerci di persona e a partecipare alle nostre assemblee. Quindi per ricapitolare, potete anche solo spedire via mail il tutto, prima o poi però vi aspetteremo dal vivo per formalizzare l'adesione con la firma dal vivo.

Potete mandare le adesioni a :

[email protected]

[email protected]

Comunico inoltre che (grazie a Claudio Lodici) per chi lo desidera posso fornire i nomi degli amici che si occupano del nostro progetto in Piemonte, Lombardia, Calabria, Emilia-Romagna, Campania e Toscana. Per le atre regioni aspettiamo e cerchiamo volontari disponibili.

Spedisco anche lo statuto per dar modo a tutti di visionarlo e di rispedirlo ai propri contatti che si suppongano interessati al progetto, mandatelo con il copia e incolla e non come allegato dato che su molti pc gli allegati vengono bloccati e comunque spesso non si aprono. Saluti e perdonatemi per la lunghezza del messaggio.

Massimiliano Falcucci

cell. 3489188173

fax: 1782269003 (senza prefisso)

[email protected]

“ASSOCIAZIONE PER IL PARTITO DEMOCRATICO”

per il LAZIO e la città di ROMA

STATUTO

Art. 1 - Costituzione, denominazione, sede, durata

E' costituita una libera organizzazione politica denominata

"Associazione per il Partito Democratico” per il Lazio e la città di Roma

in forma di associazione non riconosciuta, ai sensi degli articoli 36 e seguenti del codice civile (d'ora in poi "Associazione").

L' Associazione ha durata indeterminata, salvo quanto precisato all'art. 3 del presente statuto.

Art. 2 - Disciplina giuridica

L'Associazione è disciplinata dal presente Statuto, dal codice civile e dalla ulteriore normativa applicabile.

L'Associazione non avendo fini di lucro, è sottoposta alle particolari normative fiscali previste.

Art. 3 - Finalità, oggetto ed emblema

L'Associazione persegue finalità di organizzazione politica dei cittadini nell'ambito delle istituzioni della Repubblica.

L'Associazione ha lo scopo di promuovere il dibattito culturale, la partecipazione civile e il consenso politico necessari per costituire un partito ispirato ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e caratterizzato da un ordinamento e un metodo di azione democratici.

La realizzazione di questo progetto, da coltivare insieme a tutte le forze e ai partiti politici che hanno condiviso l'esperienza politica dell'Ulivo - promossa da Romano Prodi fin dal 1996 per favorire la nascita in Italia di un movimento riformista e post-ideologico - ha il valore giuridico di condizione risolutiva della presente associazione.

L'Associazione si propone di svolgere le seguenti attività:

a) organizzare, promuovere e coordinare l'agire politico dei suoi Aderenti, in conformità ai principi ispiratori del costruendo soggetto politico che oggi va sotto il nome di Partito Democratico;

b) perseguire tale obiettivo in ogni sede politica ed istituzionale, sia a livello nazionale che presso le amministrazioni locali e altri enti od organismi pubblici e privati, anche favorendo la formazione ed il sostegno di liste elettorali e di coalizioni, nonché la creazione e l'organizzazione di gruppi parlamentari o nell'ambito di rappresentanze territoriali o locali politicamente ispirati ai principi informatori del Partito Democratico;

c) ampliare la conoscenza e la diffusione della cultura politica e delle istituzioni, nonché svolgere iniziative per la diffusione delle finalità politiche dell'Associazione, dei suoi Aderenti e dei candidati da essa sostenuti;

d) proporsi come luogo di incontro e di aggregazione esercitando una funzione di maturazione e crescita politica, sociale, civile e umana;

e) sviluppare il confronto e la collaborazione con i partiti e i soggetti politici che concorreranno alla nascita del Partito Democratico;

f) promuovere collaborazioni e intese con altre organizzazioni, associazioni o comitati che, in ambito regionale o nazionale, operano in sintonia con gli scopi e le finalità dell'associazione

g) sostenere, anche finanziariamente, iniziative promosse nel campo politico, sociale e culturale da organismi con finalità analoghe e favorire la costruzione di una struttura a rete su scala nazionale ed internazionale.

L'Associazione intende altresì promuovere tutte le attività necessarie o utili per conseguire le proprie finalità in particolare attraverso la:

realizzazione di convegni, conferenze, dibattiti, seminari;
pubblicazione, edizione e diffusione in proprio di libri, opere e documenti di interesse sociale e culturale, nonché studi e ricerche;
organizzazione di eventi sociali e culturali di ogni natura e genere.

Art. 4- Condizioni di ammissione

L'adesione all'Associazione è individuale. Possono essere ammessi quali Aderenti dell'Associazione tutte le persone fisiche o giuridiche che condividono le finalità della stessa e si impegnano a realizzarle versando l'eventuale quota associativa che fosse stabilita dal Consiglio Direttivo. In particolare, le persone fisiche devono essere incensurate. Chi intende aderire all'Associazione deve rivolgere espressa domanda al Consiglio Direttivo recante la dichiarazione di condividere le finalità che l'ente si propone e l'impegno ad approvarne e osservarne lo Statuto e gli eventuali Regolamenti.

Il Consiglio Direttivo delibera in ordine alle domande di ammissione, entro sessanta giorni dal loro ricevimento; in assenza di un provvedimento di accoglimento della domanda entro il termine prescelto, si intende che essa è stata accolta.

Art. 5 - Diritti ed obblighi degli Aderenti

L'adesione all'Associazione è a tempo indeterminato, fermo restando in ogni caso il diritto di recesso ad nutum.

Tra gli Aderenti vige una disciplina uniforme delle modalità associative e del rapporto associativo e pertanto è espressamente esclusa ogni sorta di limitazione di partecipazione alla vita associativa.

Tutti gli Aderenti maggiori di età godono del diritto di elettorato attivo e passivo.

L'Associazione, può assumere dipendenti e avvalersi di collaboratori occasionali o a progetto esterni, stipulando con loro contratti e assicurazioni a norma di legge.

In caso di destituzione da una carica o di privazione della capacità di ricoprire cariche nell’Associazione, la decisione deve essere motivata.

Art. 6 - Perdita della qualità di Aderente

La qualità di Aderente viene meno per decesso, recesso, esclusione o decadenza secondo le norme del presente Statuto.

Art. 7- Recesso

L’ Aderente all'Associazione può in qualsiasi momento comunicare, a mezzo raccomandata a.r. da inviare al Consiglio Direttivo, la sua volontà di recedere dalla stessa; il recesso ha efficacia immediata dal momento in cui perviene a conoscenza del Consiglio stesso.

Art. 8 - Esclusione e decadenza

In caso di inadempimento degli obblighi associativi o per gravi motivi chiunque partecipi all'Associazione può esserne escluso, previa deliberazione del Consiglio Direttivo.

L'esclusione ha effetto dal trentesimo giorno successivo alla comunicazione all’aderente, a mezzo notifica o racc. a.r, del provvedimento di esclusione, salvo il caso di impugnazione della deliberazione al Collegio dei Probiviri.

Gli aderenti potranno inoltre essere dichiarati decaduti, con delibera del Consiglio Direttivo a maggioranza semplice, dalla loro qualità di associati, in caso di mancato integrale versamento della quota associativa annuale entro i due anni successivi.

Possono essere dichiarati decaduti dal Consiglio Direttivo a maggioranza assoluta gli aderenti che abbiano arrecato, con dolo o colpa grave, danno e grave pregiudizio all’Associazione.

Tutti gli aderenti dichiarati decaduti od esclusi possono impugnare al Collegio dei Probiviri la relativa deliberazione che ritengono invalida, illegittima e/o ingiusta, con apposito ricorso scritto, che dovrà essere inviato al Collegio a mezzo racc. a.r., a pena di decadenza, entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione della deliberazione di esclusione e/o di decadenza.

La proposizione del ricorso entro il suddetto termine sospende temporaneamente l’efficacia del provvedimento di decadenza e/o di esclusione.

Art. 9 - Organi dell'Associazione

Sono organi dell'Associazione:

a) l'Assemblea degli Aderenti

b) il Consiglio Direttivo

c) il Presidente del Consiglio direttivo

d) Comitato Esecutivo

e) Revisore dei conti

f) Collegio dei Probiviri

Art. 10 - Composizione dell'assemblea

L'Assemblea è composta da tutti gli aderenti all'Associazione ed è l'organo sovrano dell'Associazione stessa.

L'assemblea è presieduta dal Presidente del Consiglio Direttivo, ovvero, in sua assenza, dal Vice Presidente.

Art. 11 - Convocazione dell'assemblea

Il Presidente del Consiglio Direttivo convoca l'assemblea, presso la sede sociale o anche in luogo diverso da quella, purché in Italia, mediante comunicazione scritta, posta elettronica oppure a mezzo fax - contenente indicazione del luogo, del giorno e dell'ora della riunione, sia di prima, sia di seconda convocazione, e l'elenco delle materie da trattare - che deve pervenire a tutti gli Aderenti all'indirizzo risultante dal Libro degli Aderenti all'Associazione, almeno otto giorni prima dell'adunanza stessa. Al momento dell’adesione il socio indica il sistema che preferisce per ricevere le comunicazioni.

Qualora il numero degli Aderenti sia superiore a cinquanta, il Consiglio Direttivo stabilisce le modalità di convocazione, anche non dirette a ciascun Aderente, tali da rendere conoscibile la convocazione a tutti gli Aderenti.

L'assemblea deve essere convocata su domanda motivata e firmata da almeno un decimo degli Aderenti e ogni volta in cui il Consiglio Direttivo ne ravvisi la necessità.

L'Assemblea si riunisce in via ordinaria, su convocazione del Presidente del Consiglio Direttivo, almeno una volta all'anno (entro il 30 Aprile) per l'approvazione del bilancio consuntivo e preventivo.

Art. 12 - Quorum costitutivo e deliberativo dell'Assemblea

Hanno diritto di intervenire all'assemblea e di votare tutti gli Aderenti regolarmente iscritti e non decaduti od esclusi, in proprio o a mezzo delega da conferirsi esclusivamente ad altri aderenti. Ogni aderente non può avere più di due deleghe.

Non è ammesso il voto per corrispondenza.

L'Assemblea è regolarmente costituita in prima convocazione con la presenza della maggioranza degli Aderenti; in seconda convocazione, l'assemblea è validamente costituita qualunque sia il numero degli Aderenti presenti.

Ogni Aderente ha diritto ad un voto. L’esercizio del diritto di voto può essere condizionato all’adempimento dell’obbligo di versare la quota associativa. L'Assemblea delibera a maggioranza dei voti dei presenti al momento della votazione.

Per le deliberazioni aventi ad oggetto le modifiche del presente Statuto, l'Assemblea è regolarmente costituita in prima convocazione e in seconda convocazione con la presenza di tre quarti degli Aderenti e delibera, sia in prima sia in seconda convocazione, a maggioranza dei voti degli Aderenti presenti.

Per le deliberazioni aventi ad oggetto lo scioglimento dell'Associazione e la devoluzione del patrimonio l'Assemblea delibera, sia in prima sia in seconda convocazione, con il voto favorevole dei tre quarti degli Aderenti.

Art. 13 - Oggetto delle delibere assembleari

L'assemblea:

a) nomina il Consiglio Direttivo;

b) delinea gli indirizzi generali dell'attività dell'Associazione ed approva il programma annuale dell’attività proposta dal Consiglio Direttivo;

c) delibera sulle modifiche del presente Statuto;

d) approva il Regolamento che disciplina lo svolgimento delle attività della Associazione;

e) delibera sull'eventuale destinazione degli utili di gestione comunque denominati, nonché di fondi, riserve, o capitale, durante la vita dell'Associazione stessa, nei limiti di quanto consentito dalla legge e dal presente Statuto;

f) delibera lo scioglimento e la liquidazione dell'Associazione e la devoluzione del suo patrimonio.

g) delibera sui provvedimenti di esclusione e di decadenza dalla qualità di associato adottati dal Consiglio Direttivo in caso di disaccordo tra questo ed il parere del Collegio dei Probiviri emesso a seguito del ricorso dell’interessato.

Art. 14 - Il Consiglio Direttivo

L'Associazione è amministrata da un Consiglio Direttivo composto da dieci a venti membri eletti dall'Assemblea degli associati per la durata di due anni.

In caso di recesso o decesso di un consigliere, il Consiglio provvede alla sua sostituzione alla prima riunione, chiedendone la convalida alla prima assemblea annuale.

II Consiglio nomina nel proprio seno un Presidente, un Vice Presidente e un Segretario, che svolge altresì le funzioni di tesoriere.

II Vice Presidente sostituisce il Presidente in ogni sua attribuzione ogni qualvolta questi sia impedito all'esercizio delle proprie funzioni. Il solo intervento del Vice Presidente costituisce per i terzi prova dell'impedimento del Presidente.

Il Segretario svolge la funzione di verbalizzazione delle adunanze dell'Assemblea e del Consiglio direttivo, e coadiuva il Presidente e il Consiglio direttivo nell'esplicazione delle attività esecutive necessarie od opportune per il funzionamento dell'amministrazione dell'Associazione.

Il Segretario cura la tenuta del Libro degli Aderenti, del Libro Verbali dell'assemblea e del Libro Verbali del Consiglio Direttivo.

Il Consiglio si riunisce su convocazione del Presidente e quando ne sia fatta richiesta da almeno uno dei suoi membri e comunque almeno due volte all'anno in ordine al compimento degli atti fondamentali della vita associativa.

Per la validità delle deliberazioni occorre la presenza effettiva della maggioranza dei membri del Consiglio e il voto favorevole della maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto di chi presiede.

Il Consiglio è presieduto dal Presidente, in sua assenza dal Vice Presidente; in assenza di entrambi, dal più anziano di età dei presenti.

Delle riunioni del Consiglio sarà redatto, a cura del Segretario, su apposito libro, il relativo verbale, sottoscritto dal Presidente e dal Segretario stesso.

Il Consiglio è investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell'Associazione, senza limitazioni.

Esso procede pure alla compilazione dei bilanci ed alla loro presentazione all'Assemblea; predispone eventuali Regolamenti per il funzionamento organizzativo dell'Associazione, la cui osservanza è obbligatoria per tutti gli associati dopo l'approvazione dell'Assemblea; adotta i provvedimenti di decadenza e/o di esclusione degli Aderenti nei casi previsti dallo statuto ed ha l’obbligo di rimettere all’Assemblea, all’uopo convocata, la decisione di confermare o meno le deliberazioni di esclusione e/o di decadenza sulle quali è in disaccordo con il parere emesso dal Collegio dei Probiviri in esito al ricorso proposto dall’interessato; da attuazione alle delibere degli aderenti e fissa il contributo associativo annuale.

Art. 15 - Presidente del Consiglio Direttivo

Il Presidente del Consiglio Direttivo viene eletto dal Consiglio tra i propri consiglieri nella prima seduta convocata dal componente più anziano di età, a maggioranza assoluta dei voti.

Il Presidente del Consiglio Direttivo è anche Presidente dell'Associazione.

Il Presidente dura in carica due anni e può essere rieletto una sola volta.

La sua carica può essere revocata dall'Assemblea, con il voto favorevole della metà più uno degli Aderenti Il Presidente del Consiglio Direttivo è il rappresentante legale dell'Associazione nei confronti dei terzi e in giudizio; cura l'esecuzione delle deliberazioni dell'Assemblea degli aderenti.

Al Presidente compete l'ordinaria amministrazione dell'Associazione, nel rispetto delle direttive emanate dall'Assemblea e dal Consiglio direttivo, al quale comunque il Presidente riferisce circa l'attività compiuta.

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, il Presidente può anche compiere atti di straordinaria amministrazione, ma in tal caso deve contestualmente convocare il Consiglio direttivo per la ratifica del suo operato.

Il Presidente convoca e presiede l'Assemblea e il Consiglio direttivo e ne cura l'esecuzione delle relative delibere, sorveglia il buon andamento amministrativo del sodalizio, verifica l'osservanza dello statuto e dei regolamenti, ne promuove la riforma ove se ne presenti la necessità.

Il Presidente cura la predisposizione del bilancio preventivo e del bilancio consuntivo da sottoporre per l'approvazione al Consiglio Direttivo e poi all'Assemblea, corredandoli di idonee relazioni.

Il Presidente dell'Associazione, sentito il Consiglio, potrà procedere alla nomina di commissioni, gruppi di lavoro ovvero di strutture di supporto alla propria attività

Art. 16 - Comitato Esecutivo

L'attuazione degli scopi associativi è affidata ad un Comitato Esecutivo, costituito di 6 componenti e presieduto dal Presidente dell'Associazione.

Il Comitato esecutivo è nominato dal Consiglio Direttivo.

Art. 17 - Patrimonio

Il patrimonio è costituito:

a) dai beni mobili e immobili che diverranno proprietà dell'Associazione;

b) da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio;

c) da eventuali erogazioni, donazioni e lasciti.

Le entrate dell'Associazione sono costituite:

a) dalle quote associative se deliberate;

b) da ogni altra entrata che concorra ad incrementare l'attivo sociale, quali ad esempio:

- fondi derivati da raccolte pubbliche;

- contributi corrisposti per lo svolgimento delle attività dell'Associazione;

- ogni altro tipo di entrata.

Art. 18 - Contributi - Erogazioni, donazioni e lasciti

I contributi degli Aderenti sono costituiti dalla quota di iscrizione annuale, qualora prevista, il cui importo è stabilito annualmente dal Consiglio Direttivo, anche in misure diverse.

Il contributo associativo è intrasmissibile e non è rivalutabile.

Le erogazioni liberali in denaro e le donazioni sono accettate dal Consiglio Direttivo, che delibera sulla loro utilizzazione, in armonia con le finalità statutarie dell'Associazione.

I lasciti testamentari, le eredità e i legati sono accettati con beneficio d'inventario dal Consiglio Direttivo, che delibera sulla loro utilizzazione in armonia con le finalità statutarie dell'Associazione stessa.

Il Presidente attua le delibere di accettazione e compie i relativi atti giuridici.

Le convenzioni sono accettate con delibera consiliare, che autorizza il Presidente a compiere tutti gli atti necessari per la stipula.

Art 19 - Revisore dei conti

La gestione dell'associazione è controllata dal revisore dei conti eletto annualmente dall'assemblea dei soci.

Il revisore dovrà accertare la regolare tenuta della contabilità sociale redigendo una relazione ai bilanci annuali; potrà accertare la consistenza di cassa e l'esistenza dei valori e dei titoli di proprietà sociale e potrà procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di controllo.

Non può essere nominato revisore chi sia o sia stato negli ultimi due anni prima della nomina, membro del Consiglio Direttivo o del Comitato Esecutivo, ovvero si sia trovato in rapporto di servizio con l’Associazione ovvero con le Associazioni collegate, oppure abbia ricevuto regolarmente retribuzioni dalle medesime.

Art. 20 - Delle cariche in generale

Tutte le cariche sono onorifiche, salvo che, per specifici compiti assegnati nell'ambito dell'organizzazione, ivi compresa la carica di Revisore, il Consiglio Direttivo deliberi la spettanza, a favore dei singoli consiglieri e/o soci, di compensi adeguati all'attività svolta in favore dell'Associazione.

Art. 21 - Bilancio

Gli esercizi dell'associazione si chiudono il 31 dicembre di ogni anno.

Per ogni esercizio è predisposto un bilancio preventivo ed un bilancio consuntivo.

Entro i primi due mesi di ciascun anno il Consiglio Direttivo è convocato per la predisposizione del bilancio consuntivo dell'esercizio precedente e preventivo dell'anno in corso, da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea.

I bilanci devono restare depositati presso la sede dell'Associazione nei quindici giorni che precedono l'Assemblea convocata per la loro approvazione, a disposizione di tutti coloro che abbiano motivato interesse alla loro consultazione.

La richiesta di copie è soddisfatta dall'Associazione a spese dei richiedenti.

Art.22 – Collegio dei Probiviri

Spetta al Collegio il compito di valutare qualunque comportamento degli iscritti che possa aver violato le regole stabilite dal presente statuto. Il Collegio ha inoltre il compito di giudicare sul ricorso promosso dagli aderenti avverso i provvedimenti di esclusione e/o di decadenza che li riguardano, con l’obbligo di pronunciarsi entro trenta giorni dal ricevimento del ricorso.

Il Collegio dei Probiviri è formato di tre componenti effettivi e tre supplenti, eletti dall'Assemblea federale a scrutinio segreto con voto limitato a due preferenze. I primi tre votati ricopriranno il ruolo di effettivi e i secondi tre quello di supplenti.

I membri del Collegio dei Probiviri sono eletti per due anni. Essi non possono far parte del Consiglio Direttivo né del Comitato Esecutivo, non possono trovarsi in rapporto di servizio con l’Associazione ovvero con le Associazioni collegate, né ricevere regolarmente retribuzioni dalle medesime. Essi sono indipendenti e non vincolati ad istruzioni.

Tutte le decisioni del Collegio sono adottate con parere motivato.

Dalla Repubblica:
Sergio De Gregorio e Fabio Giambrone, annunciano: "Abbiamo deciso che domani, da parte nostra, ci potrebbero essere anche delle reazioni scomposte qualora non venga accettata la nostra richiesta di ripristinare il ministero per gli Italiani nel Mondo, così com'era prima delle elezioni".

Non è, spiegano, "una questione di spartizione di poltrone, ma una questione di principio per la quale vogliamo una risposta. Ma non il 26 maggio, quando ci sarà il prossimo Consiglio dei ministri, bensì domani, prima del voto di fiducia". "Noi senatori dell'Idv - prosegue Giambrone - siamo cinque, e tutti e cinque diremo di no a Prodi se non avremo garanzie su quel dicastero". In giornata, De Gregorio e Giambrone ne hanno parlato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Levi, ma l'incertezza resta. E non si sa se basterà la nomina di Franco Danieli, della Margherita, a viceministro per gli Italiani nel mondo.
-----------------------------------------
Franca sa chi è questo De Gregorio? Se non lo sapesse, ti prego di farle leggere questa inchiesta...OGGI SI VOTA LA FIDUCIA, NON FACCIAMO MINCHIATE, VI PREGO...

Ps. Ho già postato sul blog di Franca a proposito, speriamo bene ma al Senato, con la risicata maggioranza che abbiamo, bisogna stare attenti.

SOTTOSCRIVO.

Notizia appresa stamane. Rabbrividisco. Poi penso: "Figurati, Franca mica si farà strumentalizzare, per questioni di potere, a ricattare il primo giorno il nuovo governo... "

Con fiducia... vi riempio di baci.
:D

M.

In molti hanno letto il romanzo, in tanti l'hanno preso per oro colato e ne difendono le tesi con piglio fondamentalista. Dan Brown è stato abilissimo nell'alimentare la chiave fabulatoria del suo scritto, mettendo una pagina di "fatti storici" all'interno del libro. Quella pagina era ovviamente un escamotage narrativo per convincere il lettore che ciò che aveva davanti erano incredibili segreti che lui rivelava o quantomeno un tentativo di farci entrare nell'atmosfera del romanzo in maniera più convincente. Posto qui una bella FAQ di Massimo Introvigne (CESNUR - centro studi nuove religioni) che risponde alle tante domande scatenate dal Codice.

Il Codice Da Vinci è solo un romanzo: perché criticarlo come se fosse un’opera storica?
Chi pone questa domanda di solito non ha letto la pagina de Il Codice Da Vinci intitolata Informazioni storiche, dove l’autore Dan Brown afferma che «tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà» e si fondano in particolare sul fatto che «nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers Secrets» con la storia del Priorato di Sion.
Forse in risposta alle molte controversie, a partire dalla sesta ristampa la pagina Informazioni storiche - pagina 9 dell’edizione italiana Mondadori - era sparita, sostituita da una pagina 9 interamente bianca: ma naturalmente rimaneva nell’edizione inglese, e nelle prime sei tirature italiane in possesso di un numero relativamente ristretto di «fortunati». Forse dopo che chi scrive ha fatto reiteratamente notare la curiosa sparizione di pagina 9 in Italia nel corso di trasmissioni radiofoniche e televisive, questa è «miracolosamente» ricomparsa.

Ma queste pergamene, note come Les Dossiers Secrets, esistono davvero?
Presso la Bibliothèque Nationale di Parigi sono stati non «scoperti» ma depositati nel 1967, non nel 1975, Les Dossiers secrets de Henri Lobineau. Non si tratta di pergamene ma di testi che parlano del modo di interpretare certe pergamene, le quali non erano allora né sono adesso alla Biblioteca Nazionale di Parigi, ma erano state consegnate da Pierre Plantard (1920-2000), insieme a un suo manoscritto, a un autore di libri popolari sui «misteri della Francia», Gérard de Sède (1921-2004), che avrebbe poi rielaborato e pubblicato il manoscritto come L’Or de Rennes ou la Vie insolite de Bérenger Saunière, curé de Rennes-le-Château (Julliard, Parigi 1967). Oggi le pergamene (ammesso che si tratti proprio di quelle) sono in possesso di Jean-Luc Chaumeil, un controverso autore francese di libri sull'esoterismo che afferma di averle ricevute da Plantard negli anni 1970, mentre Les Dossiers secrets si trovano ancora alla Biblioteca Nazionale di Parigi.

Le pergamene e i Dossier secrets sono autentici documenti sulla storia dell’antico Priorato di Sion?
È assolutamente certo che sia Les Dossiers secrets sia le pergamene sono documenti falsi compilati nello stesso anno 1967, e tutte le persone coinvolte nella falsificazione lo hanno ammesso, sia pure dopo qualche anno. Gérard de Sède, che li ha fatti conoscere per primo nel suo libro L’Or de Rennes in un’opera pubblicata vent’anni dopo li definiva «apocrifi» ispirati da un «sensazionalismo mercantile» (G. de Sède, Rennes-le-Château. Le dossier, les impostures, les phantasmes, les hypothèses, Robert Laffont, Parigi 1988, p. 107), e sosteneva perfino di avere disseminato ne L’Or de Rennes sufficienti indizi perché un lettore attento potesse leggere tra le righe che si trattava di falsi (ibid., p. 108). Secondo Gérard de Sède le pergamene erano state fabbricate da Philippe de Chérisey (1925-1985), un marchese attore di sceneggiati televisivi e appassionato di enigmistica. In effetti, de Chérisey non solo ha ripetutamente ammesso di avere confezionato queste pergamene, sia in lettere sia in testi pubblicati a stampa (Circuit, presso l’Autore, Liegi 1968; L’Or de Rennes pour un Napoléon, presso l’Autore, Parigi 1975; L’Énigme de Rennes, Parigi 1978), ma a partire già dall’8 ottobre 1967 (come attesta una lettera del suo avvocato B. Boccon-Gibod, cortesemente trasmessa a chi scrive dal ricercatore inglese Paul Smith) si è mosso - sostanzialmente senza ottenere soddisfazione fino alla morte - perché gli venisse riconosciuto il compenso pattuito e mai pagato da Pierre Plantard e dallo stesso de Sède. Infine, anche il terzo dei tre moschettieri coinvolti nella mistificazione, Pierre Plantard, ha ammesso che i documenti sono falsi. Nell’aprile 1989 sul numero 1 della seconda serie della sua rivista Vaincre Plantard si fa intervistare e dichiara che Les Dossier secrets (che sono firmati da un certo «Philippe Toscan du Plantier») sono documenti falsi fabbricati da Philippe de Chérisey e da Philippe Toscan du Plantier, che sarebbe stato un suo giovane discepolo che agiva però sotto l’influsso dell’LSD (Noël Pinot, «L’Interview de M. Pierre Plantard de Saint-Clair», Vaincre [2a serie], n. 1, aprile 1989, pp. 5-6). È possibile che in realtà non esistesse nessun «Philippe Toscan du Plantier» e che co-autore dei falsi con de Chérisey sia Plantard stesso. Ma l’essenziale è che tutti e tre gli autori dei Dossier secrets e degli altri «documenti» depositati negli stessi anni alla Biblioteca Nazionale di Parigi abbiano ammesso la loro natura di falsi, pubblicamente e per iscritto.

Ma che cosa contenevano di tanto interessante Les Dossiers secrets e perché secondo Dan Brown confermano l’essenziale de Il Codice Da Vinci?
Secondo Les Les Dossiers secrets de Henri Lobineau (tra parentesi, anche «Henri Lobineau» è un nome inventato dai tre moschettieri di cui sopra) i legittimi pretendenti al trono di Francia sono tuttora i Merovingi, detronizzati nel 751 dai Carolingi. E, contrariamente a quanto si crede, i Merovingi non sono estinti ma hanno discendenti ancora viventi, l’ultimo dei quali era nel 1967 Pierre Plantard, che dunque era l’unico vero pretendente al ruolo di re di Francia (s’intende, in caso di un’improbabile restaurazione monarchica). Per proteggere dai Carolingi e poi da altri nemici i discendenti dei Merovingi sarebbe nata una società segreta, il Priorato di Sion, che - sempre secondo i documenti falsi depositati alla Biblioteca Nazionale di Parigi negli anni 1960 - avrebbe avuto come Gran Maestri alchimisti ed esoteristi come Nicolas Flamel (ben noto anche ai lettori dei romanzi della serie Harry Potter, ma personaggio storico nato nel 1330 e morto nel 1418), Robert Fludd (1574-1637) e il principale originatore della leggenda dei rosacroce, Johann Valentin Andreae (1586-1654), nonché scienziati come Leonardo da Vinci (1452-1519) e Isaac Newton (1642-1727). Gli ultimi Gran Maestri sarebbero stati gli scrittori Charles Nodier (1780-1844) e Victor Hugo (1802-1885), il musicista Claude Debussy (1862-1918), il poeta e drammaturgo Jean Cocteau (1889-1963) e monsignor François Ducaud-Bourget (1897-1984), un sacerdote legato allo scisma di monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991), che avrebbe trasmesso la carica a Plantard. Per puro caso la verità sul Priorato di Sion e le famose pergamene, nascoste nella chiesa parrocchiale di un un paesino francese di meno di cento abitanti nel dipartimento dell’Aude, ai piedi dei Pirenei orientali, Rennes-le-Château, sarebbero state scoperte nel 1897 dal parroco del paese, Berenger Saunière (1852-1917), che grazie alla conoscenza del segreto sarebbe entrato in relazione con gli ambienti esoterici e politici dell’epoca e sarebbe diventato favolosamente ricco.

Un momento: nel Codice Da Vinci il punto essenziale è che i Merovingi, protetti dal Priorato di Sion, non sono solo i legittimi pretendenti al trono di Francia ma sono i discendenti dei figli nati dal matrimonio fra Gesù Cristo e Maria Maddalena. Di questo Les Dossiers secrets e gli altri documenti non parlano?
No, non ne parlano affatto. La parte della storia relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce tra il 1969 e il 1970, quando della vicenda del Priorato di Sion comincia a interessarsi un attore inglese che aveva recitato nello sceneggiato televisivo The Avengers (in Italia Agente speciale) negli anni 1960 con il nome di Henry Soskin, ed era poi diventato regista di documentari su soggetti misteriosi con il nome di Henry Lincoln. Questo attore e documentarista inglese entra in contatto con il trio de Chérisey - Plantard - de Sède e decide di riscrivere la storia de L’Or de Rennes in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l’aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh The Holy Blood and the Holy Grail (tradotto in italiano nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano). Lincoln si rende conto che a chi spetti il titolo di pretendente al trono di Francia è di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), una figura notissima di questo ambiente. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicato Jésus ou Le mortel secret des templiers (Robert Laffont, Parigi), dove sosteneva che Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salomé. Lincoln mette insieme la storia del matrimonio di Gesù, che ricava da Ambelain, con quella dei Merovingi di Plantard e «rivela» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di là della rivendicazione del trono di Francia, perché discendono da Gesù Cristo e dalla Maddalena.

Ma Lincoln sapeva che i documenti erano falsi?
Sì: non solo perché nell’ambiente delle organizzazioni esoteriche dove si era introdotto in Francia lo sapevano più o meno tutti, ma perché glielo aveva detto Philippe de Chérisey, come risulta da lettere di quest’ultimo (alcune riprodotte in Pierre Jarnac, Les Archives de Rennes-le-Château. Tome 2, Belisane, Nizza 1988). In effetti il punto debole de Il Santo Graal è proprio che troppe persone conoscono l’origine spuria dei documenti su cui si fonda. Così, dopo avere trattato direttamente con de Chérisey dietro le spalle di Plantard, poi avere rinnegato anche il marchese-attore, nel 1986 Lincoln e soci procedono brutalmente alla «bonifica» o «de-plantardizzazione» del Priorato di Sion con The Messianic Legacy (in italiano L’eredità messianica, Tropea, Milano 1996). Presentano come grande scoperta quello che in un certo ambiente francese tutti sanno: Plantard è un mistificatore (anche se forse non soltanto un mistificatore) e molti dei documenti sono falsi. Ma altri, insistono gli inglesi, sono veri: forse non è Plantard l’ultimo discendente di Gesù Cristo e il vero Priorato di Sion non è il suo, ma comunque esistono discendenti del matrimonio fra Gesù Cristo e la Maddalena, lo sono stati i Merovingi, e c’è un «vero» Priorato di Sion che sta dietro a molte vicende contemporanee: la P2, lo scandalo del Banco Ambrosiano, lo scisma di monsignor Lefebvre, le vicende della mafia italiana e tante altre, in un tour de force che fa girare la testa al lettore e le cui componenti hanno in comune solo un’avversione quasi patologica al «Vaticano» e alla Chiesa cattolica.

E Il Codice Da Vinci deriva da Il Santo Graal?
Ne deriva tanto direttamente che due degli autori de Il Santo Graal, Baigent e Leigh - offesi anche perché Brown, a loro dire, avrebbe aggiunto le beffe al danno chiamando il cattivo della storia Leigh di nome e Teabing (un’anagramma di Baigent) di cognome - hanno avviato nell’ottobre 2004 un’azione legale contro Dan Brown accusandolo di avere nella sostanza copiato il loro libro (dove ci sono già il collegamento con la cappella di Rosslyn, la chiesa di Saint-Sulpice, l’idea che il Santo Graaal sia il Sang réal, cioè una persona che ha in sé il sangue di Gesù Cristo). Lincoln «ha deciso di non partecipare all’azione per la violazione del diritto d’autore a causa delle sue cattive condizioni di salute, ma dichiara di sostenerla» (Elizabeth Day, «Da Vinci Code Bestseller Is Plagiarism, Authors Claim», The Sunday Telegraph, 3 ottobre 2004). Il 6 aprile 2006 Brown ha vinto il caso per una ragione tecnica: in base alla legge inglese è lecito utilizzare per un romanzo materiale tratto da un’opera “storica”, non importa se di pessima qualità, e Baigent, Leigh e Lincoln hanno sempre sostenuto che il loro era un saggio “storico” e non un’opera di fiction. Peraltro la sentenza (di cui si veda il testo integrale) ha confermato sia che Il Codice da Vinci si è ampiamente ispirato a Il Santo Graal, sia che quest’ultimo si basa sulla “complessa mistificazione” di Plantard. Si legga anche la significativa “autobiografia” depositata da Dan Brown come memoria nel processo.

Non potrebbe avere ragione L’eredità messianica, nel senso che documenti falsi sono stati fabbricati per corroborare una storia vera? Cominciando dall’inizio, il Priorato di Sion esiste?
Esiste certamente. È stato fondato il 7 maggio 1956 ad Annemasse da Pierre Plantard con statuti regolarmente depositati presso la Sotto-Prefettura di Saint-Julien-en-Genevois con il nome completo di Priorato di Sion - C.I.R.C.U.I.T. (Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione Indipendente Tradizionalista). Gli statuti all’articolo 3 danno anche conto delle origini del nome, il quale deriva non da Gerusalemme ma dal Monte Sion, una montagnola presso Annemasse, dove si intende realizzare «un PRIORATO che servirà da centro di studio, meditazione, riposo e preghiere» per uno dei tanti ordini esoterici che proliferavano in Francia all’epoca. Del resto, il Priorato di Sion riprendeva lo schema di altre organizzazioni che Plantard aveva fondato fin da quando aveva 17 anni nel 1937 con il nome rispettivamente di Union Française, Rénovation Nationale Française e Alpha Galates. Con queste organizzazioni il Priorato di Sion aveva in comune interessi politici (monarchici: Plantard era partito da un interesse per l’Action Française, ancorché ad Annemasse si occupasse soprattutto di sostenere un progetto di realizzazione di case popolari) e il fatto di non avere mai superato la dozzina di membri. Comunque, il Priorato di Sion fondato nel 1956 ad Annemasse esiste ancora oggi, come minuscola organizzazione nel variegato panorama degli ordini iniziatici francesi.

Ma il Priorato di Sion non è stato fondato da Goffredo di Buglione (1060-1100)?
Negli anni 1960, quando preparava la falsificazione dei Dossiers secrets, Plantard - che, come sappiamo, aveva tratto il nome «Priorato di Sion» da una montagnola sopra Annemasse dove pensava nel 1956 di installare una casa per ritiri spirituali - ha ritrovato nella storia delle Crociate (cui si è più volte ispirato per le sue fantasie) una «Abbazia di Nostra Signora del Monte Sion» fondata nel 1099 a Gerusalemme appunto da Goffredo, divenuto re di Gerusalemme in seguito alla Prima Crociata. La comunità di monaci dell’abbazia (e non «priorato», dal momento che il superiore è chiamato abate e non priore) in Palestina continua a esistere fino al 1291, quando è travolta dall’avanzata musulmana. I pochi monaci sopravvissuti si rifugiano in Sicilia, dove la loro comunità si estingue nel XIV secolo. Si tratta di una normale comunità monastica senza alcun collegamento con i Templari, la Maddalena o segreti esoterici il cui «recupero» da parte di Plantard si risolve nel semplice riferimento a un nome.

E i vari personaggi famosi - Leonardo da Vinci, Newton, Victor Hugo - non hanno avuto relazioni con il Priorato di Sion?
Certamente no: né con quello di Plantard, fondato nel 1956, e neppure con l’abbazia di monaci fondata in Palestina, estinta nel XIV secolo. In realtà Plantard ha ricavato il suo elenco di Gran Maestri del Priorato di Sion dall'elenco di presunti Imperator, cioè capi supremi, e "membri eminenti" dell'AMORC, l'Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis, fondato nel 1915 negli Stati Uniti da Harvey Spencer Lewis (1883-1939) e con esponenti della cui branca francese Plantard era in contatto fin dagli anni 1940. Tranne Cocteau e monsignor Ducaud-Bourget tutti i nomi di Gran Maestri del Priorato di Sion si ritrovano, vedi caso, in genealogie mitiche costruite da esponenti dell'AMORC (alcuni dei quali hanno peraltro in seguito lasciato lo stesso AMORC). In verità tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai Templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone e passano per personaggi famosi della storia, della letteratura e dell’arte. In genere i loro membri meno sprovveduti sono consapevoli del carattere meramente simbolico e mitico di queste genealogie.

Ma Leonardo non ha lasciato tracce della sua conoscenza del segreto del Priorato di Sion ne L’ultima cena, dove il personaggio raffigurato alla destra di Gesù Cristo sembra proprio una donna?
L’idea è stata definita «assurda» da una delle maggiori specialiste contemporanee di Leonardo, la professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (cfr. Gary Stern, «Expert Dismiss Theories in Popular Book», The Journal News, 2 novembre 2003). Poiché tuttavia nei quadri ognuno vede quello che vuole vedere, più o meno suggestionato dalle letture che ha fatto, è importante segnalare che se il personaggio raffigurato da Leonardo alla destra di Gesù Cristo sia una donna o un uomo non è poi così importante per tutta la questione che ci occupa. Né è necessario tornare sulla vexata quaestio se Leonardo fosse eterosessuale, omosessuale o bisessuale, su cui ormai esiste una vasta letteratura, e se il suo gusto per forme maschili talora effeminate non costituisca a suo modo un elemento di cui tenere conto in questa discussione. Chi si affanna a discutere di questo problema si lascia sfuggire l’essenziale. Ammettendo - per assurdo - che Leonardo pensasse che la persona seduta alla destra di Gesù Cristo nell’Ultima Cena fosse una donna, ci si deve ancora chiedere in che modo questo dimostri che: (a) egli credeva che quella donna fosse la Maddalena; (b) il fatto che Leonardo lo credesse prova che sia vero; (c) la Maddalena ha partecipato all’Ultima Cena perché era la moglie di Gesù Cristo; (d) i due hanno avuto figli; (e) i quali avrebbero dovuto governare la Chiesa; (e) e per preservare questa verità è nato un ordine occulto, il Priorato di Sion; (f) del quale faceva parte Leonardo. Come si vede, la strada da percorrere è molto, molto lunga. Di tutti questi passaggi non solo non ci sono prove ma si sa con certezza chi, quando, dove e come ha inventato la leggenda del Priorato di Sion.

E le pergamene trovate dal parroco Saunière a Rennes-le-Château e portate ad esaminare a Parigi, in un viaggio in seguito al quale il parroco è diventato miliardario?

Non sono mai esistite pergamene (benché il parroco, nel corso di lavori nella chiesa parrocchiale, abbia trovato diversi reperti archeologici, esposti nel Museo di Rennes-le-Château e che non hanno niente a che fare con la Maddalena né con il Priorato di Sion) e Saunière, che ha tenuto taccuini minutissimi di che cosa faceva e quali somme spendeva giorno per giorno (anch’essi consultabili al Museo di Rennes-le-Château), non è mai stato a Parigi in vita sua. Non è neanche diventato miliardario, pur avendo potuto acquistare alcune proprietà e costruirvi una villetta e una torre-biblioteca. Questa non favolosa ma reale agiatezza è stata spiegata nel corso di processi canonici intentati a Saunière dal vescovo di Carcassonne, monsignor Paul Félix Beuvain de Beauséjour (1839-1930), i cui atti sono pure consultabili. Dal 1896, Saunière prende la strada - illegale dal punto di vista del diritto canonico e di quello civile, ma non inventata da lui e per nulla misteriosa - del «traffico di Messe». Tra il 1896 e il 1915 dai suoi taccuini si ricavano elementi per concludere che egli ha ricevuto onorari per almeno centomila Messe: cinquemila o seimila Messe all’anno negli anni d’oro. La documentazione esiste: parte da lettere e annunci dove un «sacerdote povero» domanda onorari per la celebrazione di Messe spediti a conventi e privati o pubblicati su riviste pie in tutta la Francia, nonché in Germania, Svizzera, Spagna, Italia, passa per liste di centinaia di donatori più volte sollecitati e arriva ai bollettini postali e ai conti tenuti mese per mese. L’obiezione, secondo la quale in un’epoca in cui non era tollerato (a differenza di oggi) cumulare diverse intenzioni per una sola Messa era impossibile che Saunière potesse celebrare cinquemila o seimila messe all’anno non mette in dubbio il traffico, ma semplicemente l’onestà del sacerdote: ed è un’obiezione che si risponde da sola. Molto semplicemente, il parroco di Rennes-le-Château intascava regolarmente onorari per Messe che non avrebbe mai celebrato.

Ma a Rennes-le-Château non ci sono strani simboli lasciati da Saunière, di tipo diabolico o massonico, che confermano le sue frequentazioni esoteriche?
Si tratta di pure fantasie. I lavori per il rifacimento della chiesa parrocchiale sono stati commissionati da Saunière nel 1896 a una ditta famosa, la H. Giscard Père et Fils di Tolosa, che è la sola responsabile del progetto. La H. Giscard, fondata nel 1885 e in cui lavorano diversi membri della famiglia Giscard, è una ditta che ha servito numerose parrocchie nonché il Carmelo di Lisieux. La sua sede è oggi trasformata in museo, ma il pronipote del fondatore, Joseph Giscard, continua a lavorare come scultore. Lo stile convenzionale dei Giscard è famoso in Francia e solo l’ignoranza di alcuni dei diffusori della leggenda di Rennes-le-Château ha potuto scambiare per sinistri o diabolici simboli che si trovano in molte altre chiese: così il diavolo che sorregge l’acquasantiera (un diavolo, evidentemente, sconfitto dall’acqua santa) o la scritta sopra il portale della parrocchiale Terribilis est locus iste (Genesi 28, 17) che deriva dalla visione della scala di Giacobbe. Il tradizionalista vescovo di Carcassonne monsignor Félix-Arsène Billard (1829-1901), che viene a vedere la nuova chiesa in occasione di una missione popolare, nel giorno di Pentecoste 1897, certamente non ci trova nulla da ridire: e chi vede nella Via Crucis della parrocchiale simboli «massonici» dovrebbe riflettere sul fatto che molti simboli utilizzati dalla massoneria sono stati corporativi e cattolici ben prima di diventare massonici. I Giscard nell’Ottocento sono piuttosto noti, e apprezzati nel mondo cattolico, per il loro stile (fin troppo) convenzionale, del tutto privo di singolarità e di sorprese.

Si dice anche che il pittore Nicolas Poussin (1594-1655) abbia raffigurato nel suo famoso quadro I pastori d’Arcadia una tomba che si trova a Rennes-le-Château, dando così un segnale della sua appartenenza al Priorato di Sion e della conoscenza dei suoi segreti...
In un certo senso, fra le tante mistificazioni di Rennes-le-Château questa è la più divertente. La cosiddetta «tomba di Arques» di cui si parla è stata fatta costruire nel 1932 (sostituendo una tomba precedente costruita nel 1903 e che non assomigliava neppure vagamente a quella de I pastori d’Arcadia) da Louis Bertram Lawrence (1884-1954), un imprenditore americano di origine francese. Vi sono state sepolte Emily Rivarès Lawrence (1863-1932) e Marie Rivarès (1843-1922), rispettivamente madre e nonna dell’imprenditore, nonché due gatti imbalsamati della stessa Marie Rivarès. Tutti i documenti amministrativi relativi a queste costruzioni e ricostruzioni sono tuttora esistenti. La tomba si può anche ritenere vagamente ispirata al quadro seicentesco di Poussin, del resto molto noto. Nel 1988 è stata demolita dall’attuale proprietario con l’autorizzazione del competente consiglio comunale, quello di Peyrolles, stufo di vederla profanata da vandali alla ricerca di segreti del Priorato di Sion. Comunque sia, Poussin non poteva certo riprodurre nel XVII secolo una tomba costruita nel 1932.

Ammettendo che quella del Priorato di Sion sia una mistificazione, non ci sono prove nei Vangeli «apocrifi» o «gnostici» che Gesù Cristo avesse sposato la Maddalena, e che la prima comunità cristiana non pensasse affatto che fosse Dio? E non ha la Chiesa cattolica per questo arbitrariamente scelto solo quattro Vangeli «innocui» come canonici al Concilio di Nicea del 325, appoggiata dalla forza delle armi dell’imperatore Costantino (280-337)?
Niente affatto: ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All’epoca del Canone Muratoriano - che risale circa al 190 d.C. - il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant’anni prima che Costantino nascesse. Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Dan Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (Vangelo di Tomaso, 114). Certo, vi è qui una nozione gnostica di androginia che non va presa necessariamente alla lettera: ma siamo comunque ben lontani dal femminismo. Né si parla di figli di Gesù Cristo e della Maddalena.
Brown insiste pure su un brano del cosiddetto «Vangelo di Filippo», dove si leggerebbe che «la Maddalena era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più degli altri discepoli e la baciava sulla bocca». Gli specialisti fanno osservare che non esiste a rigore nessun «Vangelo di Filippo» (questo titolo è stato attribuito da studiosi moderni a un testo che di titolo è privo), che la parola copta (questa la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche se Dan Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico) tradotta con «compagna» ha una pluralità di significati, e che in corrispondenza della parola «bocca» nel testo c’è una lacuna, per cui la frase suona «la baciava su…», e «sulla bocca» è una congettura desunta dal fatto che altri personaggi nello stesso testo e in testi della stessa epoca ricevono «baci sulla bocca», a indicare una stretta comunanza spirituale. Ma queste obiezioni da specialisti non sono neppure necessarie a fronte del fatto che il cosiddetto «Vangelo di Filippo» è piuttosto un catechismo gnostico di scuola valentiniana del tardo II o del III secolo. Come tale, non aspira a trasmettere informazioni reali sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere un buon gnostico valentiniano che, a questo punto della storia, fa già parte di una religione diversa e separata dal cristianesimo della «Grande Chiesa». Una lettura completa del cosiddetto «Vangelo di Filippo» mostra la contrapposizione radicale che questa scuola gnostica, agli antipodi di Dan Brown e de Il Codice Da Vinci, stabiliva fra il nostro mondo com’è, creato da un Dio minore e malvagio, e l’ideale mondo degli gnostici. Le caratteristiche più evidenti del carattere decaduto e malvagio di questo mondo sono la sessualità e la procreazione. Il rapporto che Gesù ha nel testo con i discepoli e con la Maddalena è un rapporto del tutto privo di caratteri sessuali, e il «bacio» che ne è il simbolo sta precisamente a indicare questo mondo alternativo.

Il Codice Da Vinci lascia anche intendere che l’Opus Dei è una «setta» che è entrata in conflitto con la Chiesa in quanto a conoscenza della verità sul Priorato di Sion. C’è qualcosa di vero?
Anzitutto, nessuno può ricattare altri sulla base della «verità sul Priorato di Sion», che è ben nota e documentata: si tratta di una mistificazione che passa da Plantard a de Sède, da de Sède a Lincoln, e da Lincoln a Dan Brown. Quanto all’Opus Dei (dove tra l’altro non ci sono «monaci», a differenza di quanto pensa Dan Brown), si tratta di un’istituzione non solo canonicamente approvata e lodata dalla Chiesa cattolica, ma il suo fondatore, Josemaría Escrivá (1902-1975), è stato canonizzato come santo dal Papa nel 2002. Le «informazioni» di Dan Brown provengono da un’associazione di ex-membri e altre persone ostili all’Opus Dei, l’Opus Dei Awareness Network, esplicitamente menzionata nel romanzo, che è collegata al più vasto «movimento anti-sette» (le cui discutibili tesi sono ampiamente criticate altrove su questo sito) e le cui faziose opinioni non sono in alcun modo condivise dalla gerarchia cattolica.

Ma come può un cumulo di sciocchezze avere quaranta milioni di lettori?
La questione è complessa sul piano sociologico. Rimandando a un mio libro di prossima pubblicazione una trattazione più ampia, mi limito a suggerire che incontra e mette insieme due tipi di mode molto diffuse: quella dei complotti e delle società segrete che dominerebbero il mondo, e quella di un anti-cattolicesimo sempre più manifesto e virulento.
Fonte: http://www.cesnur.org/2005/mi_02_03.htm
---------------------------------------
Un reportage da vedere, in particolare sulla bufala del priorato, è stato trasmesso da 60 minutes, anche su wiki italia c'è un articolo, sempre sul fantomatico Priorato. E' utile anche leggersi un articolo del Corriere di Levy: Ebreo e agnostico, ma contro il Codice sto con la Chiesa.

Per quanto mi riguarda, posso solo consigliare di coltivare sempre il dubbio e non farsi prendere per i fondelli. Il romanzo è bello, il film è un buon thriller ma da qui ad "ingannarsi", illudendosi di esser stato messo a parte di incredibili segreti grazie ad un autore letterario, mi sembra esagerato...certi argomenti meritano prove inoppugnabili (e non falsificate) e metodo scientifico per essere "accettate", altrimenti si gioca a spararla grossa.

Buona lettura del Codice e buona visione del film :-)

Ps. Da agnostico, posso solo aggiungere che mi irrita sia l'atteggiamento della Chiesa che pretende di impormi cosa posso o non posso leggere/vedere (un esempio "storico"? Ultimo tango a Parigi mandato al rogo) sia l'atteggiamento di chi, con la scusa di un romanzo di fantasia, difende tesi palesemente false, comportandosi in maniera perfettamente speculare a chi combatte: da fondamentalista e non da storico.

Ciao Nexus, ciao a tutti,

ma se Brown non avesse scritto Il Codice da Vinci mi domando cosa avrebbero scritto tutti coloro che si sono adoperati a dire la loro sul Codice da Vinci? Non ho un'idea precisa sull'argomento, pero' non mi sconvolgerebbe piu' di tanto se Gesu' che si e' fatto uomo avesse voluto "fare sua" tutta la natura umana ed avesse sperimentato oltre alle tribolazioni anche i piaceri. Non cambia il suo messaggio! Voglio dire che avesse avuto rapporti sessuali o no, in quello che afferma, il suo messaggio perche' dovrebbe essere piu' o meno corrispondente. Forse e' piu' o meno corrispondente ad una mente umana, ma una mente divina (nell'idea del padre, di Dio) puo' pensare di tutto e noi comunque non comprenderla in virtu' dei nostri limiti, a meno di non estendere i nostri limiti a quella mente divina ed interpretarla e scriverne come a noi piace pensare fosse il di LUI pensiero.
Comunque va benissimo scambiarsi proprie idee ed approfondirlei, anche perche' la verita' assoluta in noi umani, imperfetti, non credo sia possibile. Gia' noi sulle persone che ci stanno antipatiche o con cui abbiamo avuto dei dissapori non faremmo "sorgere il sole" mentre qualcuno dice "il sole sorge sui giusti come sugli ingiusti".
Ciao a tutti

P.S. Caro Nexus ho avuto modo in uno dei miei primi post in questo sito di avere un tuo commento su di una problematica che esprimevo e che riguardava a volte la difficolta' che incontravo nell'esprimermi sinteticamente. Non ho idea se lo ricordi ma credo ne troverai traccia, forse in archivio, per meglio comprendere quello che volevo dire allora visto il tuo post di oggi.
Ebbene prendo atto che a volte ci sono delle eccezioni alle regole che si domandano, eccezioni che ci contemplano solitamente quando siamo noi a farle, ma questo gia' lo sapevo, e questo p.s. non vuole essere affatto una polemica e non vi e' nulla di personale. Ho letto cio' che hai scritto e piu' di ogni cosa mi e' piaciuto il fatto che tua abbia potuto scriverlo.
Simonetta

Ti riferisci a questo tuo post?

No, perché basta leggerlo per capire che io parlavo di moderazione e tu, stupidamente, di censura (sui limiti ai post imposti da Grillo e Luttazzi). Comunque visto che la lunghezza del mio intervento ti da fastidio (che ti ricordo è per la maggior parte un copia e incolla), tolgo il disturbo.

Ti ricordo anche che ho postato nel cosiddetto "spazio libero" (Il CACAO DEI LETTORI) mentre avrei potuto farlo in coda ad uno dei tanti post sull'argomento; ho preferito postare qui, a costo della visibilità dell'intervento e cercando di non urtare nessuno.

Ps. Non c'è dubbio che mi aspettavi al varco...senza polemica, ti (vi) lascio ai post della Tussi, di De Gregorio e compagnia bella, sentiti libera di scrivere anche tu post chilometrici (tanto non sono io il proprietario del blog).

Pps. Ecco dunque un affare ben concluso.
Mio sovrano e signora,
a disquisir sulla sovranità,
sui suoi doveri, perché il giorno è giorno,
la notte è notte, perché il tempo è tempo,
non sarebbe che perdere la notte
ed il giorno ed il tempo.
Perciò se è vero che la brevità
è l'anima del senno,
e il parlar troppo un fronzolo esteriore,
il mio discorso sarà molto breve.
Il vostro nobile figliolo è pazzo:
e dico "pazzo", perché definire
in che consista ogni vera pazzia
ch'altro sarebbe, se non esser pazzi?
Ma via, lasciamo andare...

Caro Nexus, mi spiace ma non era quello il post a cui mi riferivo. La lunghezza del tuo intervento non mi disturba, perche' fai di queste affermazioni, perche' devi togliere il disturbo? Anzi ho detto che mi e' piaciuto molto leggerlo e non c'era ironia in quel mio dire.
Dopo quel post, ne avevo scritto uno o due dove individuavo come a volte la censura ed un piccolo spazio, seppur i temini siano diversi, alla fine il fine divengono uguali in cio' che esprimono nel loro impiego. Apprezzavo che nel Blog di Jacopo non vi fossero limiti, se non quelli che uno si dava. C'e' un tuo post (non so come si fa a ritrovarlo) in cui tu mi rispondi "... vedi di essere", non ricordo il termine che hai usato, pero' si capiva che apprezzavi la brevita' e la sintesi, soprattutto in questi spazi che sono comuni. Mi avevi parlato delle dirette di radio radicale, etc. ed io non volendo occupare uno spazio pubblico per dei chiarimenti che non ritenevo illuminanti per nessuno, ti avevo mandato anche la mia mail per un confronto volto al chiarimento. Ho letto la tua risposta e l'ho trovata poco educata. Tu che puoi, se vuoi, puoi andarteli a rileggere.
Non ti aspettavo al varco, quando ti ho letto ho solo sorriso.
Mi sentivo libera anche prima di scrivere post kilometrici, non pretestuosamente ovvio, pero' mi sentivo anche di rispettare un qualcosa che mi si domandava in uno spazio comune, da una persona che con me lo condivideva, ovvero tu.
Mi domando ora che affermi, di non essere tu il proprietario del blog, perche' ti senti di autorizzarimi ;-))) ? Non sei il proprietario quindi: a che titolo mi autorizzi ora ma con quale titolo mi hai risposto allora ;-))) ?
Nulla di personale ne tanto meno di polemico anche da parte mia.
Buonaserata
simonetta

...basta scorrere un po' la pagina in giù.
"cerca di essere concisa." è offensivo?

Dici - nulla di personale, niente polemica - ...ma intanto la alimenti: hai ignorato le mie spiegazioni e rilanci con l'attribuzione a me di un atteggiamento che non ho (le faccine mi sa che sono un po' ipocrite): non do né chiedo autorizzazioni, volevo solo ribadire che qui posso solo dare un'indicazione di massima sulla netiquette a chi scrive per la prima volta(cercavo di farlo nella risposta che ti diedi tempo fa, ma non l'hai capito), le regole di moderazione non le scelgo io.

Sempre dallo stesso thread:
"vedrai che sarà costretto anche lui a moderare in qualche modo (arriveranno gli spammer e le blatte, prima o poi)."

Ero stato profetico! :-(
Tu forse non hai assistito allo scempio fatto dai signori dello spam sul blog di Jacopo, che poi sono gli stessi che infestarono i blog di Grillo e Luttazzi.

Questioni di lana caprina...ma se si lascia mano libera a pseudogiornalisti frustrati, spammer, gente che arriva, incolla un articolo intero e scappa via senza cercare il confronto, lo spazio concessoci che diventa? Una discarica di pensieri isolati, in cui le persone non cercano il dialogo e lo scambio di idee ma solo visibilità.

Io passo la mano, mi sono un po' rotto le palle dei blog e di chi pontifica (mi ci metto anch'io, sia chiaro) a destra e a manca, non si era capito?

Non smettere di scrivere.
Ti prego.
Le ricerche che fai sono bellissime, gli articoli interessanti.
Io mi informo e maturo nel leggere ciò che scrivi.

Secondo me è sufficiente se smetti di farti prendere in mezzo da discussioni poco utili. Il blog ora ha un ritmo slow, è abbastanza semplice seguirlo ed è interessante leggere OPINIONI.

Ciao
M.

PS vedi anche qui sotto.

Ehi, mi sa che hai ragione...meglio un approccio slow, cercherò di scrivere meno e cercare di essere più attento nel non farmi tirare in mezzo.

Mi lusinga che ci sia qualcuno che apprezza ciò che scrivo, in un certo senso mi spaventa anche...non merito questa attenzione ;-)

Purtroppo a volte mi sembra di essere fuori posto, un criticone che ha da ridire su tutto (la petizione, gli "ammastellati" di Grillo, la Maddalena, ecc.) quindi d'ora in avanti mi limiterò a leggere e posterò di meno, cercando di dare una mano se richiesto ed evitando polemiche.
Boh...sono peggio di Amleto, pieno di dubbi :-\ vedremo...comunque grazie :-)

..sei il migliore :*
...continua così :D

Vorrei leggermelo tutto, come debbo fare?
Io ricordo la risposta nel suo insieme, e non la trovavo educata. Se mi sbaglio ti faro' le mie scuse.
Caro Nexus, qui mi pare che ci siamo rotti le palle tutti, perche' ormai la tolleranza e la sopportazione, meno che mai la comprensione, trovano ascolto nella nostra quotidianita' perche' presi da tanti problemi, insicurezze che non vorremmo per eta' per esperienze maturate, o in qualita' di giovani per intravedere un futuro meno buio di quello che si palesa.
Non reputo di essere una pseudogiornalista frustrata, non ho mai incollato un articolo e sono scappata via, se posso mi confronto e rispondo a te ed a tutti dei miei comportamenti, ho un'identificazione cassatemi buttatemi fuori, pensate a regole diverse, pero' non fatemi pagare comportamenti che personalmente non ho mai avuto. Se ognuno di noi deve rispondere del cazzone di turno a scapito di tutti non e' un comportamento democratico in quanto UNO decide di molti. Sullo spam certo che eri stato profetico pero' da quello che ho letto, correggimi se sbaglio, a me era sembrato anche uno scherzo. Mi scuso se ho capito male. Meglio ti dico ho domandato in chat, non ricordo a chi, e mi e' stato detto, niente nulla di che. Certo se poi questo Blog che vantera' anni dalla sua costituzione ha amalgamato una serie di persone e siete un gruppo e vi disturba se qualcuno bussa, ne prendo atto, ho 50 anni non mi offendo affatto, non batto i piedi per terra. Piu' o meno vedo sempre gli stessi nomi, in chat le stesse persone, mi sembrate una gran bella comunita', debbo dire una bella comunita' ma anche un po' chiusa. Ho avuto questa impressione ed infatti per diverso tempo non hai letto nessuna mia replica anche se qualche volta curiosavo. Le faccine non erano ipocrite, e' come il bambino a cui si domanda: mangiato cioccolata? e lui risponde no, con i baffi di cioccolata sul viso. Era un sorriso come per dire MI AUTORIZZI ma se tu non sei il proprietario. sottolianeavo un ossimoro. Credimi, di quello che scrivo prendi solo quello che scrivo, non uso scrivere tra le righe se una cosa non va' la dico, con educazione ma la dico. Riappropriamoci di un po' di buona fede nei confronti dell'altro e non pensiamo sempre al furbo, alla cattiva fede, al secondo fine.
Se non ci guadagneremo molto, di sicuro i notri organi interni si ammaleranno di meno.
Un saluto e ti auguro una buona serata
simonetta

"Non reputo di essere una pseudogiornalista frustrata"
Non era riferito a te ma a Paolo De Gregorio e Laura Tussi (che si è anche presa il "ban" sul blog di Dario Fo), tanto per fare i nomi e non nascondersi.

Argomento chiuso, per leggerti tutto il thread basta scorrere in giù la pagina, comunque per comodità ti metto i link:

Moderazione

Spazio Libero

I lettori piu' attenti si ricorderanno di Luca Faccio, un lettore che ha lanciato una campagna per l'istituzione anche in Italia di un contrassegno europeo di parcheggio per disabili. Ora Luca ha lanciato un nuova iniziativa, l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso (http://lucafaccio.blogspot.com/2006/03/aiprosab-associazione-italiana.html)
La Progeria, o sindrome da invecchiamento precoce, e' una malattia genetica rarissima e molto grave che colpisce un bambino ogni otto milioni.

Perche' non si sente mai parlare di questa patologia?

 

Perché, pareva chiedermi il gatto, non posso entrare?
Pussa via! FUORI!. Avere un gatto in case piccole può diventare problematico, averne due un po’ di più e con un cane si completa il quadro. Quando entrarono per la prima volta in casa continuavano a guardarsi intorno, timorose, sostenute da sensazioni di familiarità. Se ci fossimo persi preciso che stiamo sempre parlando delle gatte. “Dove vuoi andare, con tutti i peli che lasci in giro?”. "Se imparassi a raderti a pettinarti non creeresti tutti questi problemi!”. Era tutto chiaro, la gatta non poteva entrare nel bagno perché non era in grado di non spelazzarlo. Alcuni gatti forse sono poco perspicaci, probabilmente la maggior parte lo sono. Non si capisce come possa essere possibile che dopo centinaia di anni trascorsi insieme al genere umano non abbiano capito che ritrovare peli per tutta casa non è piacevole. Tutto questo può far capire che qualora si incontrasse un gatto capace di rasarsi il manto non gli si dovrebbe negare l’accesso al bagno. Questa la definiremo come la Prima Enunciazione. Capito questo tutto risulterà molto più facile da assimilare. Ci sono animali che non hanno proprio voglia di progredire, probabilmente non ne hanno nessuna capacità. Creature ai margini dell’evoluzione!

La comicoterapia dimostrata scientificamente...

"Una risata al giorno…. toglie il medico di torno

Ridere fa bene al cuore, mentre la depressione aumenta il rischio di mortalità.

Questo il risultato di due studi condotti da distinti gruppi di ricercatori e presentati alla conferenza annuale dell'American College of Cardiology di Orlando, in Florida. Dal primo studio, condotto da Micheal Miller dell'Università del Maryland, è emerso che ridere ha effetti stimolanti per il sistema cardiovascolare al pari dell'esercizio fisico. Al contrario la depressione, secondo l'altro studio guidato da Wein Jiang della Duke University in Carolina del Nord, è spesso accompagnata da uno stile di vita “pericoloso” in quanto maggiormente sedentario e con un maggiore consumo di tabacco, alcol e medicine.

«La risata può giocare un ruolo importante nel ridurre i rischi cardiovascolari - ha spiegato il dottor Miller - agendo direttamente sull'endotelio, tessuto che circonda la parete interna dei vasi e che è il primo a sviluppare l'arteriosclerosi e a indurire le arterie. Con la risata, inoltre, si produce endorfina, sostanza chimica che aiuta la circolazione sanguigna, mentre lo stress mentale neutralizza la secrezione di questa sostanza provocando una contrazione vascolare». “Ridere - ha aggiunto - non può essere raccomandato alla gente come un esercizio da svolgere con regolarità, ma possiamo consigliare di darsi da fare perché i benefici sono molteplici ed estremamente significativi»

Per dimostrare la validità delle sue affermazioni, il dottor
Miller ha svolto un esperimento singolare: ha fatto vedere a un gruppo di volontari composto da uomini e donne giovani e in buona salute due film, uno comico e uno drammatico, e ha osservato gli effetti sulla loro attività cardiovascolare. In 19 delle 20 persone che avevano visto la pellicola comica il flusso sanguigno era aumentato del 22 per cento, mentre 14 persone dopo aver visto la pellicola drammatica avevano registrato un calo del 35 per cento."

Jacopo Fo ha ragione? la risata può conquistare il mondo?
Si può fermare l'onda di depressione che ci avvolge?

Salve!

Vi volevo invitare a visitare i miei Blog sul sito www.dailygrail.com, dedicati a miti, leggende, tradizioni e arte.
Il Blog attuale è "Festa cinese delle barche dragone" questo è il link: http://dailygrail.com/node/3106
Se invece volete leggere tutti i miei Blog:
http://dailygrail.com/blog/5720

Hugs
KATYA

Sto cercando di scrivere un libro che mi consenta grazie anche al vostro fondamentale aiuto di aiutare quegli animali meno fortunati dei nostri. Continuo da tempo ma con spesso vani risultati, se non mi credete scrivetemi e potro anche darVi il mio n° di cellulare o incontrarci. Mi appello a Voi affinchè possiate inviarmi dei racconti I cui protagonisti siano nel bene e nel male gli animali. Il ricavato andra' tutto in beneficienza. [email protected]

Dal sito nousab.org:

"Gran parte delle informazioni che oggi leggiamo su Internet proviene da blog e siti che offrono, tra i loro servizi, un feed RSS a cui abbonarsi per avere sempre le notizie “fresche”.

L’iniziativa consiste in questo: chiunque utilizzi un qualsiasi lettore RSS per leggere i propri feed ha la possibilità di esportare tutte le sottoscrizioni in un file di testo in formato OPML.
Vi rimando a Wikipedia per saperne di più sul formato OPML (pagina in inglese). Per il momento ci basti sapere che ogni feed reader (da Sage, l’estensione di Firefox, a GreatNews, a Net News Wire, etc.) consente di esportare il proprio elenco di feed in questo formato e – parallelamente – di importarlo.

Vi invito perciò tutti quanti: inviatemi via mail il vostro file OPML con i feed che quotidianamente consultate. Lo pubblicherò su questa pagina, in modo da creare una libreria condivisa di questi file e favorire la diffusione e la scoperta di feed interessanti per tutti."

Al di là che vogliate aderire all'invito del webmaster, questa di condividere le nostre fonti rss, mi sembra un'ottima idea, che potremo riproporre anche qui.. qualcuno ha qualche idea di come si potrebbe procedere operativamente?

Un saluto e un abbraccio a tutte e tutti,

fede

Ciao!!! sono un ragazzo della Sinistra Giovanile di Caserta. Abbiamo realizzato un cortometraggio sul prossimo referendum in modo da spiegare con ironia e parole semplici l'importanza dell'andare a votare. Il link è:

http://www.youtube.com/watch?v=lRRKzFSdbuQ

Fatemi sapere che ne pensate e, se vi piace, giratelo ai vostri contatti!!!

la notizia è qui e pare interessante! :D
http://money.msn.it/mylife/auto_uno/

Decidere di ridere, grande libertà. Libertà reale

RAI, EMERGENZA PRIVATIZZAZIONE!
a cura di Paolo De Gregorio – 2 luglio 2006

Se vogliamo fare finire tutte le diatribe su chi è fazioso, chi è schierato, chi ambiguo, e tutte le idiozie che da 40 anni sentiamo sulla “libertà di stampa”, tanto simili alle inutili discussioni del “processo del lunedì”, che spaccano il capello dell’inesistente, bisogna cominciare a parlare di Riforma RAI. La “libertà di stampa” non esiste, esistono solo “linee editoriali” stabilite dai padroni dei giornali e delle Tv e i giornalisti si autocensurano per rispettare queste impostazioni. Se esci dai binari sei oscurato discretamente o sei licenziato.
Ecco perché mi viene l’orticaria quando sento parlare di privatizzare la Rai, approfittando di un malcostume (che c’è sempre stato), e se lo dice la “stampa di sinistra”, in piena sintonia con padroni e piduisti, il prurito diventa insopportabile.
Nel n. 25 dell’Espresso 2006 Edmondo Berselli trova “urgente” privatizzare la Rai, seguito a ruota di un altro articolo di Giampaolo Pansa che “comincia a pensare che la Rai non possa essere salvata”.
Praticamente il sogno di Licio Gelli di eliminare il servizio pubblico trova dei battistrada autorevoli.
Naturalmente la Rai attuale fa schifo anche a me, ma tra la scelta di venderla ai capitalisti, che già possiedono il 90% di tutta l’editoria, e fare una riforma drastica che la renda effettivamente pubblico servizio pagato dal canone dei cittadini, io scelgo la seconda strada, ne propongo le regole, e ritengo che lottare per questa impostazione sia una vera emergenza democratica per impedire il monopolio assoluto dei privati.
La situazione che ci troviamo davanti è infatti il risultato di 25 anni di “concorrenza” con la Tv privata, che ha raggiunto il suo obiettivo di “omologare” verso il basso la Tv pubblica, con l’inevitabile seguito di corruzione, nani, ballerine, ricattatori sessuali, e via elencando.
Ma questa omologazione è stata possibile grazie al fatto che le forze politiche, al di là delle sparate propagandistiche, non sono più antagoniste sul terreno dell’economia, della politica estera, degli orientamenti culturali, e desiderano solo spartirsi i posti dirigenziali con quegli appannaggi da nababbi che conosciamo, in aperto “inciucio” e con i risultati elettorali alla mano.
Se poi dovessi pensare, come polo di sinistra, a mettere in cantiere un palinsesto di vero servizio pubblico, per prima cosa metterei intorno ad un tavolo veri esperti di comunicazione come Grillo, Dario Fo, Fabio Fazio, la Guzzanti, la Gabanelli, Biagi, Dose e Presta, Serra, per cercare di togliere a tutta l’informazione giornalistica l’ingessatura di un linguaggio e di una scenografia fuori dalla realtà, per arrivare a informazioni dirette, date nel linguaggio di tutti i giorni, senza foglietti da leggere con sussiego, cercando di fare parlare le immagini ed i protagonisti dei fatti, con telefoni e telecamere aperti alle richieste e segnalazioni dei cittadini, e buttando via le attuali formule di tutti i telegiornali in cui si spacciano per notizie le sfilate di moda, le udienze papali, le faccende private dei reali inglesi e monegaschi.
Darei anche enorme spazio a inchieste sull’ambiente, sulla salute, sul pianeta droga, sulla immigrazione, sull’evasione fiscale (mi piacerebbe vedere le facce dei gioiellieri che dichiarano 6.000 euro di reddito annuo) e quanto altro può interessare veramente i cittadini, con l’aiuto di microtelecamere nascoste, tipo quelle che usa “Striscia la notizia”, per far vedere le cose come stanno veramente.
Destinerei del denaro alla contropubblicità, nel senso che se si hanno informazioni su pubblicità pericolose per la salute dei cittadini si possono chiedere perizie all’Istituto Superiore di Sanità, pagando le spese, per poi pubblicarne il risultato.
Attualmente sembra che la molto pubblicizzata bevanda “RED BULL” molto consumata dai giovani, invece del pubblicizzato effetto energizzante, provoca solo una minore sensazione di stanchezza, che però arriva tutta insieme con colpi di sonno, con effetti letali se si è in macchina.
Da questo e da tanti imbrogli di cure estetiche e di creme miracolose ci piacerebbe essere difesi da un pubblico servizio efficace come quello televisivo. Mi piacerebbe veder chiudere quella scuola di violenza che sono i film americani, e poter estendere lo sguardo alla produzione cinematografica di tutto il mondo di cui non conosciamo quasi nulla, grazie ad una resa alla monocultura Usa da cui compriamo anche i fondi di magazzino.
Insomma dobbiamo tutti insieme spingere contro la privatizzazione, per una Tv di servizio, aperta a tutti quei movimenti senza voce che hanno iniziative sul territorio, con una superiore qualità di inchiesta sugli spazi a noi vicini, Europa e Mediterraneo in testa, con spazi quotidiani sorridenti affidati ai nostri comici, con la difesa della nostra salute e del nostro ambiente, chiusa ai politicanti di professione ed ai loro inutili dibattiti e finte risse.
Sono sicuro che una tale impostazione e indirizzo, con l’obiettivo della salvezza del servizio pubblico, raccoglierebbe la disponibilità dei migliori cervelli italiani e porterebbe aria nuova in quel corrotto e consociativo basso impero che è la Rai oggi.
- La RAI è proprietà realizzata con i soldi delle tasse degli italiani e gestita con il ricavato del canone versato dai cittadini, che sono a tutti gli effetti azionisti di questa azienda
- La Rai è un servizio pubblico, come le ASL, e non può essere privatizzata senza un passaggio elettorale con nomi e cognomi di chi chiede ciò
- Per sottrarla al controllo dei partiti e alle loro spartizioni, noi azionisti, (canone pagato alla mano) dobbiamo poter votare ogni 5 anni, in concomitanza con il voto politico, il candidato che preferiamo tra coloro che liberamente si presentano (con il loro programma, escludendo coloro che possiedono anche solo in parte mezzi di informazione) per ricoprire la carica di direttore generale
- A elezione avvenuta il direttore generale si insedia con il potere di nominare i membri del consiglio di amministrazione
- Resta in carica 5 anni e può essere rieletto solo un’altra volta
- Del suo operato deve rispondere solo agli azionisti (che potranno non rivoltarlo) e gli unici limiti sono quelli del pareggio di bilancio, il divieto di raccolta pubblicitaria ed essere al servizio dei cittadini.
Se si presentasse, io voterei Grillo e credo proprio che l’informazione in Italia andrebbe meglio.
Propongo la stesura di una proposta di legge e una gigantesca raccolta di firme per sostenerla.
Se qualcuno ritenesse arduo questo cammino e seminasse scetticismo, ricordo che Grillo quasi da solo ottenne il risultato di costringere il monopolista Enel a pagare al cittadino l’elettricità prodotta dal singolo utente con pannelli solari.
E’ dimostrato che la “democrazia” non viene dall’alto. Dobbiamo conquistarci questo spazio dal basso e fare valere i nostri diritti di proprietà.
Senza una quotidiana, forte voce a favore dei cittadini la “par condicio” non esiste.
Quando i proprietari sono i capitalisti o i partiti abbiamo visto come finisce, e passare da sudditi a protagonisti.
Paolo De Gregorio

Tratto da http://attivissimo.blogspot.com/

3.7.06 Permalink
Antibufala: cellulari cuociuova
Antibufala: i cellulari sono così pericolosi che cuociono le uova!

Questo articolo vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "trucchis".

Grazie alla risonanza di siti come Disinformazione.it e la corazzata Beppegrillo.it, sta circolando di nuovo vivacemente una bufala secondo la quale due cellulari accesi sono in grado di cuocere un uovo. Figuriamoci, quindi, cosa sarebbero in grado di fare al vostro cervello!

La storia è raccontata qui da Disinformazione.it (un nome, un programma) e qui da Beppegrillo.it (grazie a alearr per la segnalazione):

" Alcuni ricercatori hanno messo un uovo in un portauovo di porcellana tra due cellulari. Quindi li hanno messi in comunicazione tenendoli accesi. Nei primi 15 minuti non è cambiato nulla. Dopo 25 minuti il guscio dell'uovo ha cominciato a scaldarsi. Dopo 40 minuti la parte bianca dell'uovo era solida. Dopo 65 minuti l'uovo era ben cotto."

Il fatto che sia Beppegrillo.it, sia Disinformazione.it parlino vagamente di "alcuni ricercatori", senza indicare una fonte precisa, dovrebbe mettere la pulce nell'orecchio (o nell'auricolare, per i telefoninomani). Infatti salta fuori che si tratta di una bufala messa in giro di recente dal sito russo Komsomolskaya Pravda in questo articolo (in russo) del 2006, che però a sua volta si ispira a una pagina-burla datata 2000 e scritta dall'inglese Charlie Ivermee.

Caso mai non fosse chiaro che si tratta di humour britannico (una satira dell'incapacità culinaria delle nuove generazioni, viziati come sono dal preconfezionato dei supermercati, e della loro ossessione per i telefonini), c'è chi ha fatto due conti e dimostrato che neppure tutta l'energia delle batterie di due cellulari è sufficiente a cuocere un uovo, persino nel caso (assolutamente ipotetico) in cui tutta l'energia venisse convertita in onde radio (in realtà parte dell'energia si disperde sotto forma di calore) e tutte le onde radio si concentrassero sull'uovo invece di disperdersi in tutte le direzioni.

Come capita spesso, quando si è innamorati di un proprio preconcetto, si perde il senso dell'umorismo e si diventa facile preda di qualsiasi baggianata che sembra confermare quel preconcetto.

Complimenti vivissimi per il rigore giornalistico, dunque, a Beppegrillo.it e Disinformazione.it e a tutti gli altri siti che hanno fatto circolare questa bufala senza prendersi la briga di controllarla.

E poi c'è chi se la prende con me perché la meno sempre con la richiesta delle fonti delle notizie: questi sono i mirabili risultati che si ottengono quando si pensa che le fonti siano superflue. Grillo dixit, dunque dev'essere vero, non c'è bisogno di controllare le fonti, giusto?

Sia ben chiaro che questo non vuol dire che i telefonini sono assolutamente innocui: vuol dire semplicemente che non è possibile usarli per cuocere un uovo e che quindi diffondere questa storia falsa come "dimostrazione" della pericolosità dei cellulari rischia di gettare nel ridicolo anche le preoccupazioni legittime basate su dati meno spettacolari.

POF POF POF !!!
Decidere di ridere, grande libertà. Libertà reale[b]

PERSONE A META’
a cura di Paolo De Gregorio 25 giugno 2006

Fonte dei dati “L’Espresso” n. 24/2006
- Oggi negli Usa lavorano circa 400mila scienziati nati in Europa
- Ogni anno l’America accoglie nel suo sistema universitario circa 600mila studenti stranieri (soprattutto indiani e cinesi)
- I laureati europei che varcano l’Atlantico sono decine di migliaia l’anno e il 70% non torna più indietro
- Gli Usa, che hanno il 6% della popolazione mondiale, sfornano il 41% dei migliori ricercatori
- Gli Usa dedicano all’Università oltre il 2% del PIL (prodotto interno lordo)
- Nella classifica delle 20 migliori università del mondo 17 sono negli Usa, 2 in Gran Bretagna e una in Giappone. L’Europa continentale è assente in questa classifica
- Il 70% dei premi Nobel vive e lavora negli Stati Uniti
Questi sono alcuni dati contenuti in un lunghissimo articolo dell’Espresso che monitorizza la situazione universitaria italiana ed europea e riporta varie ricette proposte da industriali e professori che lamentano uno scarso interesse dei giovani verso le materie scientifiche.
La suddetta rivista trasuda una grande ammirazione verso questa realtà americana, e c’è un forte disappunto verso le “elites” intellettuali europee viste come perdenti in questa competizione internazionale.
Però non si spende una parola sul perché questo fenomeno di attrazione verso gli Usa avviene e tanto meno come ribaltare questa tendenza che, se continua, ci condannerà ad una subalternità eterna.
Secondo me, tale processo si può interrompere solo se si svilupperà un forte movimento culturale, politico, e di strategia economica, che porti l’Europa ad avere un suo progetto di sviluppo, basato non sulla globalizzazione mondiale, ma sulla integrazione delle economie e della ricerca scientifica dei paesi europei, Russia compresa.
La prospettiva deve essere quella di fondare gli “Stati Uniti d’Europa”, fuori dalla tutela della Nato e da qualunque alleanza militare, senza l’Inghilterra che non ha accettato l’Euro, e ha sempre operato come “longa manus” Usa, contro l’unità europea, con l’obiettivo di uno sviluppo pacifico, pulito, compatibile, alla cui realizzazione chiamare le migliori intelligenze del nostro continente con centri di ricerca di eccellenza finanziati da tutti i paesi aderenti.
Uscire dalla dipendenza dal petrolio, una agricoltura di qualità basata sulla lotta integrata e il rifiuto del transgenico, il risparmio energetico, il trattamento dei rifiuti, gli studi sull’idrogeno e le energie alternative, la protezione dei preziosi e unici capolavori artistici ed architettonici, la medicina preventiva, la ricerca farmaceutica, sono i settori che devono essere finanziati per fare dell’ambiente europeo il miglior posto del mondo, e solo questo tipo di sviluppo può far restare i cervelli in Europa e anzi dare loro una marcia in più.
Si devono creare le basi che formino l’identità del cittadino europeo e l’orgoglio di appartenere ad una sola nazione, quella europea, che progetta e realizza un modello di sviluppo basato sulla pace, la sostenibilità, la difesa dell’ambiente, della salute e dei nostri beni culturali.
Basta con questa emigrazione verso gli Usa a vendere il proprio cervello ad una nazione capofila di uno sviluppo distruttivo e consumistico e con la mania di dominare il mondo a suon di guerre e di bombe.
A coloro che lasciano l’Italia e l’Europa verso gli Usa in nome della ricerca e della autonomia della scienza, io voglio dire che siete mezzi uomini, fate finta di non capire come sarà utilizzato ciò che studiate e scoprirete, e comunque siete solo obbedienti soldatini (anche se di altissimo livello tecnico), di forze economiche ciniche e oscure, che si chiamano multinazionali.
Paolo De Gregorio

NO TAV – RACCOLTA ADESIONI

È stato appurato da qualche mese che i manganelli e le occupazioni militari del territorio non sono il mezzo più efficace per imporre le grandi opere. Ci riferiamo, in particolare, al caso della Torino-Lione.

La parola d’ordine sembra essere diventata “il dialogo”. Parola molto suggestiva, parola-camomilla, capace di riportare la tranquillità soprattutto negli animi di chi conosce i fatti solo attraverso la televisione e i giornali.

Oggi, attraverso il dialogo, i Presidenti di tutte le Regioni del nord Italia incalzano il governo affinché l’opera venga finanziata, quali che siano le condizioni finanziarie dello Stato.

Attraverso il dialogo, e un uso tutt’altro che parsimonioso dei media, uomini del vecchio governo e del nuovo insistono sulla “priorità assoluta” dell’opera.

Attraverso il dialogo, si divulgano a mezzo stampa i rassicuranti risultati dei sondaggi effettuati, salvo poi scoprire che tali sondaggi sono stati svolti con qualche leggerezza di troppo, e su siti in cui si sapeva già prima (i documenti del 2004 parlano chiaro) che non si sarebbero trovate quantità significative di amianto o uranio.

Attraverso il dialogo, il nuovo governo non manca di mettere in mostra la sua disponibilità, rispristinando la valutazione d’impatto ambientale per il tunnel di Venaus e facendo slittare l’inizio dei lavori al 2010. Ufficialmente, “per ascoltare le popolazioni locali”; realisticamente, anche perché al momento non c’è una lira.

Tuttavia, questo dialogo viene completamente a mancare ogni volta che ai promotori della linea vengano poste delle domande dirette. Quando le domande o le osservazioni vengono poste in privato, attraverso lettere aperte, la risposta è in genere il silenzio; quando vengono poste in pubblico, attraverso giornali o televisioni, emerge l’arte del glissare, del girare intorno senza dire nulla. Eppure, la fiducia ci fa auspicare che questi personaggi, che ricoprono ruoli politici e si pongono indiscriminatamente a favore dell’opera, qualche minima argomentazione che quantomeno giustifichi la loro posizione possano formularla. Altrimenti potrebbe emergere qualche dubbio a proposito della loro serietà e della loro buona fede…

Qui di seguito è riportata, appunto, una serie di osservazioni e di domande che sono già state inviate, con oltre 1200 sottoscrizioni, a: Sergio Chiamparino, Mercedes Bresso, Roberto Formigoni, Claudio Burlando, Luciano Caveri, Giancarlo Galan, Lorenzo Dellai, Riccardo Illy, Vasco Errani; Daniele Borioli; Piero Fassino; Alberto Tazzetti; e, per conoscenza, a: Tommaso Padoa Schioppa, Antonio di Pietro, Alessandro Bianchi, Alfonso Pecoraro Scanio, Romano Prodi, Fausto Bertinotti, Giorgio Napolitano e a tutti i nostri parlamentari ed europarlamentari (non solo italiani), assessori e membri del Consiglio Regionale e Provinciale del Piemonte e della nuova giunta del comune di Torino; giornali nazionali e locali.

Chiunque condivida il contenuto di queste osservazioni, può sottoscriverle inviando un’e-mail a: [email protected], in cui vengano specificati:

1) nome e cognome;

2) indirizzo completo;

3) professione.

Inutile dire che è importante raccogliere il maggior numero possibile di adesioni (difficilmente i destinatari risponderanno, ma è bene che si ricordino che “ci siamo”, e non siamo pochi), perciò invitiamo gli interessati a diffondere il contenuto di questa e-mail e a raccogliere e inviare anche i nominativi di chi sia sprovvisto di una propria casella di posta elettronica.

Non è solo una questione di essere pro o contro il TAV (questione peraltro strettamente connessa con un discorso di modelli di sviluppo). È questione, semplicemente, di pretendere trasparenza: cosa che è nell’interesse di tutti.

A inizio novembre provvederemo a spedire ai destinatari e ai giornali l’aggiornamento con le nuove adesioni.

Grazie.

Alessandro Grangetto – Strada San Giorio 10 – Bussoleno (TO) - insegnante

Giorgio Perino – via Piave 34 – Bussoleno (TO) - insegnante

Gianni Rapelli – via Gramsci 23 – Condove (TO) - pensionato

Roberto Ronsil – fraz. Sant’Antonio 75 - Giaglione (TO) - ingegnere

Gisella Viero – via De Amicis 23 – Condove (TO) - insegnante

N.B.: i dati raccolti saranno trattati esclusivamente per la finalità della presente iniziativa e verranno diffusi esclusivamente ai destinatari precedentemente elencati, salvo ulteriore richiesta di autorizzazione ai firmatari.

Questa lettera è pubblicata – in alcuni casi in una versione precedente - sui seguenti siti:

www.legambientevalsusa.it; www.laltralombardia.it; www.saradura.com; www.oterx.org; www.notav.it; www.saradura.com; www.valchisone.it; www.europadeipopoli.org; www.pariopportunita.antoniodipietro.it; www5.autistici.org; fotootticavision.splinder.com; associazioni.comune.firenze.it/idra/appelli.htm

Sono qui a scrivere (mi prendono tutti un po’ in giro per queste mie illusioni)per un tentativo, una speranza e forse anche per credere che  qualcuno possa finanziare e sostenere il nostro sogno, credendo di poter costruire insieme a noi un mondo diverso,anche nel silenzio di una donazione importante.
Trema il cuore ogni volta che pensiamo  a questo progetto, siamo più di 30 giovani e pensionati che fanno del loro tempo libero un momento per costruire un mondo diverso, solidale e intenso.
Faccio parte del gruppo Mani Tese di Finale Emilia in provincia di Modena e stiamo vivendo un momento delicatissimo, perchè senza l'aiuto di nessuno (comune, politici, o altro ) siamo riusciti con grande fatica ad arrivare al progetto di costruire una casa della pace, della sostenibilità, dei giovani., della musica.....
Dobbiamo trasferire il nostro capannone, per uno sfratto imminente e dopo tanto lavoro in una strada di condivisione e sogni (I SOLDI CHE ABBIAMO SONO SOLO QUELLI CHE POI MANDIAMO IN CAMBOGIA AI NOSTRI PROGETTI)  l'unica possibilità che abbiamo ,grazie ad una donazione di un terreno da un privato,è quella di costruire una nuova sede.
 Il progetto però rientra ahimé nei costi del mercato e prevede una spesa di almeno 300.000 euro che cercheremo di sostenere con un mutuo a Banca Etica,pagandolo con gli incassi in parte del mercatino solidale dell’usato, sottraendoli però ai nostri amici cambogiani che aspettano ogni mese i nostri contributi.
Ma i sogni vivono e le mani e le menti lavorano e tutto ciò sta muovendo i primi passi.
Passiamo giorni sul terreno, un amico architetto ci aiuta per la parte burocratica amministrativa che è un calvario, ma andiamo camminiamo perché davanti a noi è per ora ci sostiene un tetto di stelle ,sicuri che i muri presto si alzeranno per abbracciare nuovi progetti di recupero solidale,sobrietà nei consumi ed economie alternative.
La nostra sede è già ora un punto di riferimento, un laboratorio dove si vive la solidarietà e si sperimenta un modello sostenibile, dove si propone una cultura della tolleranza attraverso un lavoro faticoso (mercatino dell'usato, raccolte, riciclaggio, interventi nelle scuole, progetti nel sud del mondo, mostre,conferenze, equo-solidale, sviluppo sostenibile..) e vorremmo che non finisse così dopo 8 anni di attività.
Chiedo allora con molta trasparenza a voi  se potete sostenerci economicamente(con possiblità effettive di donazioni sicure e detraibili per legge)o con il vostro potere mediatico per non cadere nella bieca pubblicità di speculatori e rimanere liberi nel diritto di sognare, non una vita lussuosa, una nuova macchina ,un gioiello, ma una sede, una casa meravigliosa dove crescere e coltivare insieme a tanti giovani, nuovi progetti di solidarietà.
Credetemi,scrivo con il cuore e il volto delle persone, degli amici con cui lavoro ogni settimana,degli amici cambogiani che appoggiamo..
......forse anche per raccontare una storia e sentire un parere.
grazie comunque dell'attenzione e scusate del tempo rubato.

Gaia Barbieri Mani Tese Finale Emilia 328/6384736

Conto corrente 890370    5387 ABI   66750 CAB Banca Popolare Emilia Romagna filiale di Mirandola (MO)

 

e' apparso oggi sul new york times un articolo su un "vernissage" speciale: l'artista infatti e' donny johnson (non parente di "miami vice" boy) che da 20 anni sta scontando l'ergastolo e da 17 e' in cella d'isolamento. non si tratta della tipica arte prodotta da carcerati, con figure stereotipate e consuete. johnson ha una vera vena artistica, producendo per lo piu' quadri astratti, dai colori molto vividi che, a dire di un esperto, richiamano a munch e de kooning. oltre a cio', l'artista si e' dimostrato un vero artigiano. infatti, essendogli proibiti i materiali soliti per realizzare dipinti, ha trovato il modo di sfruttare la coloratura delle m&m per i colori e cartoline postali vuote come tele. ogni mese si fa arrivare 10 pacchetti dei noti cioccolatini, li separa per colore, li lascia sciogliere in acqua nei piccoli contenitori delle marmellatine; quindi estrae il cuore di cioccolata e lascia riposare il liquido in base all'intensita' di colore che vuole ottenere. come pennello usa mucchietti di cellophane e stagnola e ciocche dei suoi capelli. "ho provato anche con le bevande di frutta, ma diventava troppo appiccicoso e non si asciugava mai." ha spiegato.
la mostra sta andando molto bene e incontra un certo successo di critica. soprattutto vende: ogni pezzo ha fruttato 500 dollari, che pero' per regolamento non possono andare direttamente all'artista e, per sua richiesta, verranno devoluti al pelican bay prison project, un'associazione che si occupa dei figli dei carcerati.
link all'articolo del new york times:
http://www.nytimes.com/2006/07/21/us/21artist.html?th&emc=th
(non so se funzia, bisogna fare login; se serve posso inviare testo completo...)

Faccio una squallidissima marchetta segnalandovi il mio raffinatissimo ma per ora virtualmente sconosciuto blog "Elogio dell'entropia", raggiungibile attraverso la digitazione di
http://uncadunca.leonardo.it/blog.
A ragionare da soli si diventa psicotici prima o poi, n'est pas?

viola
Sul sito dei girotondi (www.igirotondi.it) , abbiamo pubblicato l'appello
"PRONTI! In piazza contro l'indulto a Previti". Invitiamo tutti a firmarlo ed a
diffonderlo:

"Pur condividendo lo spirito generale della legge sull’indulto, che in questi
giorni il Parlamento dovrà votare, crediamo che un atto di clemenza nei
confronti dei cosiddetti “reati minori” debba escludere decisamente, oltre a
quelli di natura mafiosa, riguardanti la pedofilia e i reati di terrorismo
interno e internazionale anche i reati di corruzione e di concussione. Il motivo
è semplice. Comprendendo questi ultimi tipi di reato, il centrosinistra
riuscirebbe a fare ciò che il centrodestra non è riuscito: una legge “ad
personam” per Cesare Previti. Abbiamo pazientato finora, in attesa che i nostri
partiti di riferimento ci rappresentassero pienamente. Per questo abbiamo
digerito l’aumento di viceministri e sottosegretari, abbiamo deciso di cercare
di capire meglio le posizioni sull’Afganistan, abbiamo tollerato che il
Presidente della Commissione difesa fosse eletto con i voti del centrodestra,
abbiamo deciso di fidarci ancora di un Ministro delle Comunicazioni che “aspetta
direttive dall’Unione Europea” per risolvere il problema del monopolio
televisivo in Italia, abbiamo tollerato che a capo dell’Anas andasse
l’amministratore delegato della società Stretto di Messina SpA.. Come cittadini,
abbiamo avuto molta pazienza. Ma questa sta finendo. Per questo diciamo a viva
voce che siamo PRONTI a scendere nuovamente in piazza, per indicare ai leader
dei nostri partiti tutta la nostra insoddisfazione, nel caso che passasse la
legge per l’indulto così com’è. Capiamo benissimo che il problema non è nella
decina di persone che uscirebbero dal carcere per reati commessi contro la
pubblica amministrazione (e tra questi Previti) ma nelle migliaia di detenuti
che si trovano in situazioni carcerarie veramente disagiate da “sepolti vivi”.
Capiamo anche che, senza i voti del centrodestra, la legge non potrà passare e
chi pagherà saranno proprio i “sepolti vivi”. Per questo, prima di decidere di
scendere in piazza, aspettiamo un cambiamento nella proposta di legge
sull’indulto, magari comprendendo, per i reati contro la pubblica
amministrazione, una norma che condanni alla restituzione del maltolto."

--
Gianfranco Mascia
[email protected]
www.gianfrancomascia.it

LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE
a cura di Paolo De Gregorio – 25 luglio 2006

Continuano gli attacchi velenosi ed indispettiti del collega di Farina, Signor Claudio Rinaldi, che sull’Espresso ci fa capire che non digerisce la sola novità di questi tempi, ossia la posizione di Gino Strada che ha fatto un appello a superare il pacifismo, per dare vita ad un vero movimento globale contro tutte le guerre.
Con esortazioni che nulla hanno a che vedere con il ruolo del giornalista, ma che assomigliano ai discorsi triti e ritriti dei politicanti di professione ci dice quanto segue:
- la discontinuità col governo Berlusconi si trasforma in un rituale da bigotti
- la collocazione internazionale dell’Italia va accettata qual è da 60 anni
- non ha senso dare l’impressione che si vogliano allentare i legami con l’Occidente e con la Nato, l’alleanza che incarna la solidarietà transatlantica
- soltanto Strada e i suoi pasdaran possono credere che ritirarsi dall’Afghanistan propizi la pace.
Queste affermazioni, oltre a essere identiche a quelle della estrema destra americana, ci rivelano le vere paure e i punti deboli della arcaica, anacronistica ed immutata politica atlantica.
Se vogliamo andare sicuramente verso un cambiamento di rotta, basta fare il contrario di ciò che ci raccomanda Rinaldi:
- è necessario segnare una discontinuità col precedente governo, includendo il ritiro dall’Afghanistan, perché le “democrazie” fantoccio, messe al potere da interventi militari, sono senza futuro, fanno crescere il risentimento islamico, rendono la pacificazione impossibile come dimostra l’eterna guerra tra Israele e i palestinesi
- la collocazione internazionale dell’Italia e dell’Europa va radicalmente cambiata proprio perché in 60 anni è cambiato tutto, non c’è più il Patto di Varsavia, non c’è più il muro di Berlino,, gli interessi economici e politici dell’Europa sono cambiati, la situazione geo-politica che farebbe i nostri interessi riguarda anzitutto la PACE e l’integrazione economica con la Russia, il Mediterraneo, il Medio Oriente.
L’Euro è la moneta del futuro in questa area, e il forte ridimensionamento del dollaro che ne deriverebbe, è all’origine di tutto questo interventismo. Le basi americane, la Nato, la politica USA di associarci alle sue avventure, sono una chiarissima strategia contro l’Europa che diventerebbe facilmente un polo di prima grandezza se solo potesse operare in pace, libera da condizionamenti e tutele.
Il vero “anacronismo” è continuare con queste politiche basate sulla forza militare e sul desiderio di egemonia globale.
Siamo così sicuri che il mondo islamico ci minaccerebbe ancora se l’Occidente si ritirasse da ogni intervento militare o politico o di fornitura di armi (vedi Israele), se fosse dato uno Stato adeguato ai palestinesi, se la Francia chiedesse perdono agli algerini per averli aggrediti, torturati, uccisi, se considerassimo il petrolio proprietà privata dei paesi produttori che devono essere liberi di venderlo a “chicchessia” e al prezzo che gli conviene e nella moneta che preferiscono?
E siamo così sicuri che, se l’Occidente distruggesse tutte le sue armi nucleari, l’Iran non interromperebbe il suo programma atomico? Non si può pretendere dagli altri ciò che soggettivamente non si è disposti a fare.
Solo se ci allontaneremo dai “precetti” di Rinaldi e di quelli della sua risma, potremo sperare in una Europa con la schiena dritta, liberata dalle basi e dai diktat Usa, finalmente indipendente dopo 60 ani, non più allineata con i prepotenti, ma libera di progettare il suo futuro.
La PACE, di cui troppi parlano a sproposito, si realizzerà solo se l’Europa avrà una sua politica indipendente, che considera conveniente andare d’accordo e fare affari con i propri vicini, senza guerre di religione, e senza voler imporre i propri modelli.
Se non sapremo allontanare dall’Europa l’egemonismo Usa, il futuro nella nostra area sarà di guerre infinite, odi profondi, terrorismo, insicurezza, blocco dello sviluppo, praticamente tutto ciò che ha creato la politica USA negli ultimi 50 anni, intervenendo in ogni angolo della terra.
L’ultima impresa è quella di “finanziare” i signori della guerra somali e l’Etiopia per aggredire le Corti Islamiche vittoriose sul campo in Somalia.
Paolo De Gregorio

*

dal blog di Marco Boschini http://www.marcoboschini.it/?p=245#comments

*

DETERSIVI BIOLOGICI : DAL DIRE AL FARE

( a cura del gruppo Mondo Nuovo )

Molte persone non sanno ancora che esistono detersivi bio_logici.
Molte altre sanno che esistono, vorrebbero usarli, ma non lo fanno perchè costano troppo.
Ma troppo quanto?
Da questo interrogativo, con un gruppo di web amici, abbiamo iniziato una ricerca.
L’obbiettivo era capire se effettivamente e praticamente è possibile affrontare questo cambiamento, in termini di resa, ma soprattutto di spesa.
Abbiamo quindi aperto un web laboratorio dal titolo ” DETERSIVI BIOLOGICI : DAL DIRE AL FARE ”

Quello che ci interessava, una volta per tutte, era capire come realizzare il ponte tra ” dire & fare“. Abbiamo esplorato l’ universo dei detersivi, chimici innanzi tutto. Avevamo bisogno di capire per cambiare.

Il percorso che abbiamo fatto si è snodato nella selva dei nostri modelli di pensiero, passando per la rivoluzione chimica_industriale e la rivoluzione della donna, analizzando il sistema di manipolazione pubblicitaria che in campo di detersione e creme è pari a una macchina da guerra. I morti siamo noi. E la Terra. Il Mondo Siamo Noi.

Abbiamo ricordato le prime pubblicità sedimentate nell’ inconscio, andando poi a vedere come a distanza di anni siamo diventati ciò che la pubblicità ci imponeva quando guardavamo il carosello.
Liberatici quindi dalle seduzioni pubblicitarie chimiche, a suon di consapevolezze sulla velenosità dei prodotti chimici e dei loro effetti nefasti, ci siamo finalmente rivolti al vasto universo delle offerte bio_detergenti.

A quel punto riuscivamo a capire ancora meno di quello che capivamo del chimico. Non potevamo crederci, eravamo disperati! Con calma e pazienza, tra un biopozionecasalinga e una eco_truffa, un miliardo di fogli di chimica e nozioni, offerte e profferte, notti insonni e mattinate di pentimenti, ci siamo districati dal marasma, arrivando ad elaborare una Scelta Possibile.

Abbiamo capito che non vogliamo e non possiamo essere degli integralisti della bio_detersione. Abbiamo capito che chiunque può agire per livelli, da un minimo di impegno ad un massimo, scegliendo di volta in volta quello che ritiene adeguato a se stesso e al momento. Abbiamo capito, soprattutto, che possiamo e dobbiamo usare la testa.

Ad oggi abbiamo elaborato un documento ove è possibile visionare questo lavoro, che offre:
1) un viaggio immaginifico alla scoperta dei modelli di pensiero che comandano il nostro modo di consumare detersivi: siamo figli di “coccolino” e non ce ne siamo ancora accorti.
2) informazioni relativamente veloci e spicce sull’ universo chimico e bio, detersivi e creme, accenni su come e dove scegliere
3) elaborazioni di modi e sistemi per mettere in pratica la biodetersione, a livelli diversi:

imparare ad usare in maniera adeguata e intelligente gli abituali detersivi chimici: se ne genera un puro ed immediato risparmio di soldi , ambiente e salute
imparare a sostituire alcuni detersivi chimici con facilissimi detergenti fai da te
imparare a scegliere tra i biodetersivi
imparare a riconoscere le eco truffe. Almeno sapere che esistono.

4) tabella conclusiva finale di quello che noi, a distanza di 7 mesi dall’ inizio dei lavori, facciamo effettivamente in casa: facili cambiamenti, facili sacrifici, facili ricette per un impatto ambientale incredibilmente bio_ vantaggioso.

Abbiamo cercato, per noi stessi, una scelta possibile. Cambiare si può. Ora presentiamo il lavoro al pubblico. Consci dei suoi limiti e delle lacune, delle sue possibilità future e sviluppi. Ma anche e più, consci della bellezza e utilità del lavoro che abbiamo elaborato insieme.
E’ solo un primo passo, ma di quelli che spostano le montagne. Noi abbiamo voluto farlo e con lo stesso entusiasmo lo proponiamo ad altri.

Come dei veri esploratori abbiamo usato passione e inventiva, fantasia. Abbiamo osato e ricercato, e quello che non abbiamo trovato lo abbiamo inventato di sana pianta. Abbiamo anche avuto il coraggio di ridere e divertirci come dei matti, così proveremo a fare ridere anche voi. Vi invitiamo a tuffarvi in questo thriller della detersione. Credete… dopo questo viaggio, non potrete più essere quelli di prima…

http://www.enciclopediauniversale.it/areariservata/forum/viewtopic.php?t...

*

Dice bene la Elle, è un viaggio, oltre che una rigorosa fonte di preziose informazioni.
L'ho appena finito questo viaggio, e come sempre appena trovo qualcosa che mi coinvolge e mi piace, non riesco a vincere la tentazione di CONSIGLIARLA a tutti.
Non avete capito da dove si comincia? Io direi di cliccare sul titolo :
DETERSIVI BIOLOGICI : DAL DIRE AL FARE

commento di patrizia al laboratorio di città segreta:

" ... ho letto tutti i tuoi scritti del laboratorio sul detersivi biologici nel Furom della città segreta e devo ringraziarti per avermi fatto focalizzare alcuni punti veramente sconvolgenti :

1° le teconologie di pertinenza femminile non sono state prese in carico da chi le usa : prevalentemente LE DONNE

2° la sindrome di CENERENTOLA: difficile accettarla, ma è proprio lei
Se le donne parlano di detersivo,
è per dimostrare quanto sono accorte e dedite alla pulizia della casa.
Si sfoggiano nuovi prodotti, nuove tecniche,
si elencano ore interminabili di lavori domestici cumulate in orari extra_lavoro. Sacrificarsi in questo modo fà molto IN ...

3° Infine BARBABLU' - COMMERCIO CHIMICO BLU'

C'è materiale da analizzare-digerire per giorni e giorni. Impossibile cambiare da un giorno all'altro, ma un pò alla volta dobbiamo farlo. In certi momenti è come se sentissi la terra urlare per tutto l'orrore e per tutti i veleni che deve ingoiare. Non solo per i detersivisi, ma per i concimi, per i rifiuti...

Basta così....
Ti abbraccio.
Patrizia versione delirio da inquinamento "

jacopo ha scritto a elle :

" Subject: Re: LABORATORIO RICERCA SUI BIO_DETERSIVI

Complimenti per questa iniziativa,
Simone prenderà contatto con voi per pubblicare questo manuale, se vi va bene, su Cacao e il blog.
Baci
Jacopo
"

*

Elle:

Jacopo m'è rimasto un tarlo che mi girella da ieri sera, visto che comunicare con tè è un' impresa più difficoltosa di qualsiasi laboratorio ricerca, te lo espongo quà:

* l'hai visto ? si che l'hai visto che oltre la manuale conclusivo di 4 pagine, c'era segnalato il link di tutto il laboratorio????
* quindi l'hai capito si? che il laboraotorio dei biodetersivi è in città segreta?
* e natuaralmente ti è chiaro che noi siamo sempre noi? si? i fedelissimi contestatori della tua segreta città?

scusa se sono pedante, ogni tanto ho i dubbi..
ciao ciaoooooooo e grazie ancora, ele

in uno degli ennesimi momenti storici dove gli italiani si fermano a vomitare ( indulto )da qualche parte c'è sempre qualcuno che continua a lavorare

stiamo portando avanti il nostro progetto, è tutto pronto e finito e questo è il momento di fare conoscere a più gente possibile quanto possiamo fare, ognuno per se stesso e per gli altri, per cominciare a cambiare le cose, dal basso, a livello capillare.

Il laboratorio dei biodeteresivi abbraccia il modello pensiero di uso e abuso degli ultimi 50 anni e lo svela, per riformarlo e cambiarlo, su un modello che più si confà e adatta ai prossimi 50 di anni, che desideriamo essere di RINASCITA

siete tutti invitati a collaborare
non ci sono leader, si cerca gente che ha voglia di lavorare e collaborare alla diffusione del progetto via mail e internet, o semplicemente ma non meno importante, trovare stimoli a risanare l'ambiente a partire dai propri gesti quotidiani.

se vi và tuffatevi nel seguente link, vi aspettiamo

http://www.enciclopediauniversale.it/areariservata/forum/viewtopic.php?t...

*

Pulita la casa, puliti i vestiti, pulito.... l'ambiente!

Da "Per un altra TV":

"Grazie allo sforzo di tutti, e nonostante il silenzio mediatico, abbiamo raccolto 53.203 firme! L’estrema complessità della procedura ci ha impedito di consegnarle alla Camera dei Deputati. Infatti, 10.482 firme non erano corredate della necessaria certificazione elettorale ed è stato impossibile richiedere ed ottenere i certificati dei non residenti in tempo utile.
L’ 11 luglio, si è svolto il previsto incontro tra il Ministro delle Comunicazioni Onorevole Paolo Gentiloni ed una rappresentanza del nostro comitato. Il ministro, nel confermare la sua volontà di riformare il settore radiotelevisivo, ha dichiarato che l’unica proposta organica e di profilo europeo attualmente esistente è quella da noi promossa. Per questo motivo, continuerà a confrontarsi con la nostra organizzazione che ha aperto e stimolato il dibattito sull’argomento, trovando un vasto consenso popolare ed il convinto sostegno di importanti personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della scienza.
La proposta è stata comunque presentata alla Camera da Tana de Zulueta e al Senato da Franca Rame e il nostro comitato intende mantenere i contatti con le personalità e con i comitati locali che ci hanno sostenuto. Il sito web, che ha avuto sino ad ora oltre 450.000 pagine lette, resterà attivo. Contiamo quindi sul sostegno di tutti coloro che ci hanno aiutato per continuare a promuovere la nostra proposta in tutte le sedi e in tutte le occasioni."

E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Libertà.

L’ATOMICA ISLAMICA
a cura di Paolo De Gregorio – 9 agosto 2006

Dopo quasi un mese di guerra possiamo trarre alcune conclusioni, quasi tutte amare, e tutte in linea con la millenaria legge del più forte.
- La prima riguarda il ruolo dell’ONU, impotente e inutile organizzazione che attende cinicamente come vanno le cose sul campo e, a cose fatte, come successo per l’Iraq, arriva il suo “placet”
- La diplomazia non ha ottenuto nulla, nemmeno il “corridoio umanitario”, e ha subito il diktat Usa che appoggia senza riserve la “guerra giusta ai terroristi” e approfitta per l’invio di ulteriori avanzate forniture di armi a Israele
- L’unica novità vera è la grande capacità di “resistenza” di poche migliaia di Hezbollah di fronte ad un esercito fra i più potenti del mondo e, ciò ci fa capire con enorme chiarezza che una forte crescita di questo movimento, soprattutto se armato con moderne armi anticarro, e antielicottero, e con missili a più lunga gittata, renderebbe molto più difficili le guerre di Israele e forse quasi impensabili, perché i prezzi che pagherebbe sarebbero molto simili a quelli che sta pagando Beirut
- Ricordo ai più giovani che la guerra in Vietnam finì solo quando i B52, che da anni bombardavano il paese impuniti, cominciarono ad essere regolarmente abbattuti dai missili SAM forniti dall’Unione Sovietica
- Da qui l’amara constatazione che la storia purtroppo si fa sui campi di battaglia, e Onu, diplomazia, politica, pacifismo fanciullesco, non contano nulla.
Ma ciò che mi lascia incredulo e smarrito è il comportamento dei paesi arabi, soprattutto di quelli dell’Opec, tutti ferventi musulmani, che possiedono la “bomba atomica” della chiusura dei rubinetti del petrolio, unica arma per poter pretendere la fine immediata dei bombardamenti sul Libano e la costituzione dello Stato Palestinese.
Sarebbe molto difficile per gli Usa reagire di fronte ad un pronunciamento del genere, e basterebbero pochi giorni di fermo totale del pompaggio per fermare l’economia occidentale e provocare forti reazioni contro la guerra.
So bene che Arabia Saudita ed Emirati Arabi sono protetti e al tempo stesso minacciati dagli Usa, ma la gravità dell’offesa verso il Libano e la Palestina e le minacce contro Siria e Iran dovrebbero essere intollerabili e le forniture di petrolio almeno sabotate.
Se il mondo islamico è incapace di una elementare coesione come sarebbe ovvio e logico, e si tratta di rispondere a prepotenze, sopraffazioni, massacri, devastazioni, umiliazioni, non vedo un grande futuro per la sua emancipazione.
La loro “bomba atomica” ce l’hanno, è il petrolio, e devono usarla!
Paolo De Gregorio

viola

CI SENTIAMO IMPOTENTI ??GUERRE CHE POSSO Fà??? FORSE DA SOLO POCO ,MA COMINCIARE OL CAMBIARE BANCA POTREBBE GIà ESSERE GRANCOSA

www.bancaetica.it
*
Da Sbilanciamoci!: Il Confronto riparte dal Mezzogiorno, dal 31 agosto al 3 settembre 2006 a Bari. IV edizione del Forum annuale della campagna Sbilanciamoci!: "L'impresa di un'economia diversa".

*
Il Circolo Arci Esperanto di Milano invita ad una serie di incontri sull’Esperanto.
*
Il Comune di Colorno (PR) sta organizzando il Festival della Decrescita. L'idea è di quella di organizzare una tre giorni dedicata ai temi ambientali in ottobre 2006.
*
Il Comune di Verona si impegna nel campo della Responsabilità Sociale.
*
L’Associazione Pediatri di Famiglia per i Bambini del Mondo (Worldwide Childcare) presenta un progetto di solidarietà a Capo Verde.
*
Padre Mosè Mora (comboniano) e Gianni Vaccaro ci propongono l’adesione ad una campagna intitolata “Dal Guatemala per il Cile” il cui obiettivo è quello di contrastare un progetto che prevede la rottura dei ghiacciai nella Valle de San Feliz in Cile per l’estrazione di minerali preziosi.
*
I soci di Sondrio ci propongono il libro di Massimo Dall’Argine “Un gioco lungo una vita” sul lavoro minorile in Bangladesh.
*
Il banchiere ambulante delle Marche, Paolo Ranzuglia, ci segnala che l’Università degli Studi di Macerata, Facoltà di Scienze Politiche, propone un corso di laurea triennale in scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace, e una Laurea specialistica in scienze per la cooperazione internazionale e lo sviluppo.
*
L’Associazione Valore Sociale il 25 settembre 2006 propone, in collaborazione con RespEt (centro per impresa etica e responsabile del Comune di Roma), il convegno "Misurare la responsabilità sociale delle imprese, è possibile? VALORE SOCIALE, un approccio propositivo da parte della Società Civile".
*
Emmaus Italia propone di firmare una petizione popolare "Per la difesa dei diritti dei lavoratori migranti".
*
Il Comune di Calalzo (BL) il prossimo 20 agosto 2006 propone una giornata in Cadore con i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale).
*

Un’ associazione, socia di Banca Etica, che si occupa della promozione dell’uso della bicicletta ci propone di firmare la petizione a favore della legge per il recupero delle linee ferroviarie dismesse.

viola
Boycott http://blog.libero.it/Boycott/1473345.html

Come salvare portafoglio e ambiente

Mi sono tolto una grande soddisfazione! Era da tempo che ci pensavo e mi sono tolto la curiosità. Sentivo dire da Beppe Grillo che un semplice vasetto di yogurt prima di arrivare a casa nostra percorre in media 1000 km. Quindi, il celebre comico suggerisce di andare in farmacia, acquistare i fermenti lattici e farsi lo yogurt in casa. In questo modo tu, consumatore, risparmi denaro, hai tolto pubblicità che rompe le balle durante i film e che aumenta i prezzi, hai tolto un camion dalle strade, non hai inquinato, alla faccia dell'aumento del petrolio. Ebbene, i fermenti lattici costano 0.90 Euro per un litro di yogurt, un litro di latte costa 1.10 Euro. Basta mescolare i fermenti nel latte (3 minuti) e versare il contenuto nei vasetti e metterli nella yogurtiera per 12 ore. Con 2 Euro mi sono fatto 1 litro di yogurt! Un vasetto di yogurt da 150 grammi costa 60 centesimi! Poi ciascuno può aggiungerci la frutta che vuole o lo zucchero o il miele, a seconda di come gli piace.
Il 12 ago 2005 varie confederazioni degli agricoltori hanno lanciato lo slogan "Frutta e verdura a chilometri zero". Trovo che questa sia una via percorribile per combattere il caro petrolio e contemporaneamente una via che riduce il tasso di globalizzazione.
La grande distribuzione ha un suo sistema per offrire merci a basso costo ma fino a che punto può reggere il confronto con un produttore che vende direttamente al consumatore i suoi prodotti? A che prezzo del petrolio le famiglie comincieranno a rinunciare alle comodità del supermercato e alla sua scelta per avere prezzi più economici?
Dal 22 dic 2005 si stanno diffondendo delle macchinette distributrici di latte crudo, il latte viene venduto direttamente dall'allevatore di mucche (molto più buono e dura due giorni). Il contadino tramite la globalizzazione guadagnerebbe dai 30 ai 35 eurocentesimi per litro di latte, mediante i distributori automatici guadagna 1 euro. Il consumatore mediante la globalizzazione spenderebbe 1.30 euro, mediante il contatto diretto spende 1 euro.

29 ago 2005: Il giornale ilSole24ore riporta una piccola notizia: «la borsa di Tokyo ha chiuso in rosso la seduta di oggi: i prezzi del greggio hanno indebolito i titoli delle società esportatrici. In calo anche i titoli delle compagnie aeree e società di trasporti sui timori del rialzo del prezzo del carburante».

Lo stesso concetto dello yogurt fatto in casa, lo si può applicare ad un sacco di altri prodotti. Prendete ad esempio tutte le bevande in bottiglia che contengono almeno il 90% di acqua, come il tè, gli integratori di sali, le varie aranciate, limonate, cedrate, ecc. Addirittura ora ci si può fare la Coca-Cola (anche se il termine generico è Cola). La ricetta per l'aroma è qui. Poi basta aggiungerci acqua frizzante.

Insomma, comprare locale conviene al produttore, al consumatore e all'ambiente.

La tua notizia mi ha stimolato e così eccovi la ricetta della cola, tratta da wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/OpenCola

OpenCola
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai a: Navigazione, cerca

OpenCola è una specie di cola unica in quanto le istruzioni per prepararla sono liberamente consultabili ed eventualmente modificabili. Chiunque può crearsi la bevanda, e tutti possono modificare o regolare la giusta quantità degli ingredienti, e possono inoltre regolare i loro cambiamenti basandosi sulla GNU General Public License.

Nata inizialmente come mezzo per trasmettere il significato e l'importanza del software open source, la bevanda iniziò ad avere un discreto successo - tanto da far vendere più di 150.000 lattine. L'azienda della OpenCola, situata a Toronto, è diventata famosa più per la sua bevanda, che per il software prodotto. Laird Brown, il responsabile marketing, ha affermato che il successo è scaturito da una graduale sfiducia nelle multinazionali e dalla possibilità di sapere cosa si stia veramente bevendo. Purtroppo però l'industria della OpenCola ha successivamente attuato un nuovo piano strategico preferendo non pubblicare più sul proprio sito informazioni riguardo la prima bibita open source.

L'azienda è poi fallita e ad oggi nessuno produce una bevanda con tale ricetta.
[modifica]

Ricetta

Per ottenere l'aroma alla base della bevanda occorrono:

* 3,5 ml di olio d'arancia
* 1 ml di olio di limone
* 1 ml di olio di noce moscata
* 1,25 ml di olio di cassia
* 0,25 ml di olio di coriandolo
* 0,25 ml di olio di neroli
* 2,75 ml di olio di lime
* 0,25 ml di olio di lavanda
* 10 g di gomma arabica
* 3 ml acqua.

All'aroma vanno poi aggiunti: acido fosforico (o citrico), acqua, zucchero, colorante caramello e (opzionalmente) caffeina.
[modifica]

In Italia

In Italia è stato avviato un progetto omonimo, ma (almeno per ora) non con lo scopo di produrre commercialmente una bevanda.

Dato che sul sito non era stata pubblicata la ricetta completa per la fabbricazione della OpenCola mi sono permesso di aggiungerla (spero non vogliate censurarmi per questo).

Ingredienti per l'essenza:

* 3,50 ml olio d'arancia
* 1,00 ml olio di limone
* 1,00 ml olio di noce moscata
* 1,25 ml olio di cassia
* 0,25 ml olio di coriandolo
* 0,25 ml olio di neroli
* 2,75 ml olio di lime
* 0,25 ml olio di lavanda
* 10 g di gomma arabica
* 3 ml di acqua

Ingredienti per lo sciroppo

* 2 cucchiai di essenza (sopra indicata)
* 3 e 1/2 cucchiai di acido citrico
* 2,28 l di acqua
* 2,36 Kg di zucchero bianco granulare
* 1/2 cucchiaino di caffeina, circa 20 ml (opzionale)
* 30 ml di caramello

Preparazione dell'essenza Miscelate gli oli in un recipiente ad esempio una tazza. Aggiungete la gomma arabica e mescolateli con un cucchiaio. Aggiungete l'acqua e amalgamate il composto con molta cura.

In alternativa potete utilizzare anche un mixer e frullare il tutto per 5 minuti. La miscela può essere tenuta in frigo in un contenitore sigillato oppure a temperatura ambiente.

Preparazione dello sciroppo Aggiungete a 5 millilitri di essenza i 3 cucchiai e mezzo di acido citrico, poi l'acqua e infine lo zucchero. Se preferite potete aggiungere la caffeina facendo attenzione a scioglierla molto bene. Aggiungete poi i 30 ml di caramello. Per finire la vostra Cola Cola dovete calcolare per ogni parte di sciroppo 5 parti di acqua gassata. La coca-cola è pronta!

POF POF POF !!!
Decidere di ridere, grande libertà. Libertà reale

viola

Boicotta la guerra http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article...

BOICOTTA ISRAELE! (Coca Cola, Danone, Disney, ...)

L’IMPERO COLPISCE ANCORA
a cura di Paolo De Gregorio – 15 agosto 2006

Leggo oggi 15 agosto, a pag, 9 del Corriere della Sera, che il giornalista americano del “New Yorker” Seymour Hersh, il più famoso giornalista d’inchiesta d’America (che anticipò lo scandalo delle torture nel carcere di Abu Ghraib), che l’amministrazione Bush è stata attivamente coinvolta nella pianificazione degli attacchi israeliani in Libano, e che ciò avveniva molto prima del rapimento dei due soldati israeliani del 12 luglio.
L’allegra brigata che prese questa decisione era composta da Cheney, Bush, e Condi Rice, quest’ultima individuata dall’astuto D’Alema come soggetto che portava aria nuova nella politica estera Usa.
Tale piano prevedeva attacchi a infrastrutture civili, all’aeroporto di Beirut, con centinaia di vittime previste, allo scopo di “persuadere” cristiani e sunniti libanesi a rivoltarsi contro gli Hezbollah.
Il risultato lo conosciamo: i morti civili ci sono stati, ma i guerriglieri sono salutati da tutti come gli unici difensori dello Stato libanese. A volte anche la grande cultura occidentale e democratica può sbagliare.
Le guerre in genere vengono facilmente intraprese da coloro che sanno di possedere una superiorità militare e contano di pagare poco prezzo.
Finora era andata così e Israele, tracotante e sempre pronta ad usare lo strapotere del suo esercito, faceva autentiche passeggiate.
Qualcosa è cambiato, si è capito che la disperazione dei kamikaze non porta lontano, ma occorre una forza militare addestrata, disciplinata, bene armata, motivata, con alleanze internazionali, capace in futuro di fare a Tel Aviv quello che gli israeliani hanno fatto a Beirut.
Credo proprio che Israele ci penserebbe bene prima di scatenare una nuova guerra se gli Hezbollah ai suoi confini fossero trecentomila invece di tremila, e i loro missili fossero a lunga gittata e precisi.
Riequilibrare i rapporti di forza a favore del mondo arabo e musulmano, dare immediatamente uno stato equo ai palestinesi, smantellare le 76 basi americane che circondano il Medio Oriente, sarebbe la strategia più lungimirante per salvare proprio lo stato ebraico.
Dopo 50 anni di scontri, pur avendo Israele una schiacciante superiorità militare, si ritrova con Hamas al posto del moderato Arafat, con Hezbollah ai confini, con un odio internazionale di tutti i fondamentalisti musulmani che considerano giustamente Usa-Israele la stessa cosa.
Basta che saltino alcuni equilibri, tipo la fine della corrotta dinastia saudita, o il generale Musharraf in Pakistan, o il repressore del movimento dei Fratelli musulmani Mubarak in Egitto, o una possibile vittoria degli sciiti in Iraq e la probabile alleanza con l’Iran, avvenimenti tutti molto probabili, e Israele e Usa si troverebbero in una situazione veramente difficile.
50 anni di prepotenze e di continue guerre hanno portato solo un aumento dell’odio e del fondamentalismo, e non bisogna essere degli scienziati per capire che il terrorismo è legato a questa situazione e che se si continua così le cose possono solo peggiorare e che la tentazione di dare un colpo definitivo di tipo militare è solo una illusione.
La forza internazionale che si va a posizionare ai confini del Libano con Israele forse sarà utile per la ritirata dell’esercito israeliano, ma deve avere solo questo compito e poi lasciare all’esercito libanese il legittimo compito di vigilare i confini, deve andarsene entro poche settimane e lasciare alla politica bilaterale tra i due stati il compito di scambiare i prigionieri e di concordare quanto possibile.
Il compito che l’Onu vorrebbe ambiguamente affibbiare a questa missione, cioè di disarmare Hezbollah, è assurdo ed impossibile, è ispirato dagli israeliani e dagli americani, dimostra solo che non si vuole nessuna pace e mette a grave rischio i soldati di questa forza.
Paolo De Gregorio

Veramente impossibile continuare a leggere certe "opinioni" (grazie al cielo non fatti)riguardo la guerra in Libano: tutto un coro di assensi verso gli hezbollah,eroi della rivoluzione e verso i suoi alleati,o meglio, datori di lavoro siriani e iraniani.
Quel pazzo sanguinario di Assad che più volte ha represso nel sangue le manifestazioni dei suoi oppositori è ormai un eroe anticapitalista
alla stregua del Che.. e poi il petrolio, la vera arma di questi poveri governi ma veramente così democratici che non riescono a sottrarsi alla repressione del capitalismogiudaicoplutomassonico..
che tenerezza.. Ma basta con l'ironia.. studiamo un pò di storia:la Siria strozza da trent'anni lo stato libanese e gli hezbollah sono da essa prezzolati e armati, Hariri è morto massacrato da un'autobomba siriana. Decine di migliaia di libanesi cristiani dovettero abbandonare le loro case per fare posto ai profughi palestinesi, il leader cristiano Samir Geagea ha passato undici anni in isolamento nelle segrete del Ministero della Difesa (l'anno scorso è stato amnistiato ed è dovuto andare in esilio).La lotta hezbollah non è patriottica,ma filosiriana. Io non nutro simpatia verso Israele,ma lo preferisco senza dubbio a Siria e Iran. Le tanto amate donne in Israele vanno in giro libere,votano e fanno il servizio militare;nelle lande abitate dal partito di Dio dove sono le donne? Ma per favore... cerchiamo di affrontare argomenti seri in modo serio. P.s. avete visto le immagini del "collaborazionista" fucilato per strada e poi preso a calci e a bastonate dopo morto?
Che gente per bene... dovremmo aiutarli.. propongo di aprire una sottoscrizione per regalare loro un paio di Katiuscia.
Saluti

Le donne israeliane sono di leva,obbligatoria.
La loro non è una scelta libera ma bensì un "obbligo".
Non so cosa sia peggio sinceramente se indossare un velo o essere costrette ad uccidere degli innocenti,vecchi,donne e bambini.
Non hanno scelta.
Hai scritto:
[..]Io non nutro simpatia verso Israele,ma lo preferisco senza dubbio a Siria e Iran.[..]

Mi chiedo:perchè molti come te sentono sempre il bisogno di schierarsi o da una parte o dall'altra?
Perchè non si è capaci di guardare le cose "da fuori"? Magari in maniera un pochettino più obiettiva.

Non è una partita di calcio.

Anche tu dovresti studiartela un po meglio la storia.

E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Libertà.

Cara,cara Ornella.. ma se avessi letto con più interesse il mio post... Ho scritto:le donne fanno il servizio militare,che ha implicito ma ben chiaro il significato di coscrizione obbligatoria.
Tant'è vero che negli Stati Uniti,dove non vi è la leva, i ragazzi non fanno il servizio militare bensì si arruolano.
Cmq io,per chiarezza,mi ritengo un pacifista e aborro la guerra,in ogni caso in politica bisognerà pur parteggiare per qualcuno,almeno idealmente, sennò le vicende del mondo uno cosa le segue a fare?
Saluti