CuoreBasilicata
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Paterno: un fumetto racconta i suoi 50 anni di storia
A Paterno, in occasione del Cinquantennale dell’autonomia Comunale, è stato intrapreso un percorso per realizzare un progetto ambizioso, impegnativo, ma sicuramente appagante e con un messaggio importante: un laboratorio fumettistico con i ragazzi, che mira al potenziamento dell’educazione alla memoria storica, al patrimonio artistico-culturale e alla valorizzazione del territorio e delle tradizioni, il tutto sviluppato attraverso una forma espressiva creativa.
Questo elaborato così originale, finanziato dal Comune di Paterno grazie ai fondi “RIPOV Cultura” provenienti dal PO Val d’Agri, è il frutto di un’attività laboratoriale nata da un’idea dell’Associazione AR3S che opera sul territorio già dal 2011 svolgendo attività culturali e di sport integrato, tra cui spicca l’attività innovativa del football a 5 per inserire le persone con disabilità a giocare insieme alle persone normodotate senza alcuna distinzione; essendo anche centro di educazione ambientale, svolge inoltre diverse attività che puntano alla promozione del territorio con il coinvolgimento delle persone che lo vivono in prima persona.
Quest’anno, in occasione di questa ricorrenza particolare, è stata sviluppata una progettualità incentrata sulla comunicazione, l’informazione e la divulgazione ma approcciata in una maniera diversa da quella convenzionale, ed è qui che entra in gioco lo strumento divulgativo del fumetto in un laboratorio svolto con la preziosa collaborazione di due professionisti del settore, Giuseppe Palumbo fumettista di origine materana attualmente a Bologna (che ha potuto partecipare in videoconferenza) e Gianfranco Giardina presente invece fisicamente ogni sabato.
Laura Aulicino responsabile dell’Associazione Ar3s Centro di Educazione Ambientale di Paterno, ci ha raccontato come è avvenuta la realizzazione pratica di questo progetto, che è stata un’importante occasione per ricreare spazi di socialità, condivisione comunitaria e aggregazione. 11 i ragazzi e le ragazze delle scuole medie che hanno partecipato con trasporto ed entusiasmo al laboratorio. Per arrivare all’obiettivo finale sono state create anche delle vere e proprie aule all’aperto sul Parco Fluviale dell’Agri per fare in modo che i tratti naturalistici osservati fossero inseriti all’interno del fumetto con maggiore cura attraverso l’osservazione dal vivo. La stessa cosa è stata fatta con i principali simboli di Paterno, come il Sito Archeologico della Civita, la Chiesa Madre di San Giovanni Evangelista e le altre chiese, il tutto tenendo come perno le figure chiave dei nonni, quindi facendo emergere il radicamento territoriale all’interno della storia, trasportando i lettori in un viaggio emozionante ed emozionale.
«Abbiamo svolto delle ulteriori attività pomeridiane, che abbiamo chiamato “il laboratorio digitale” perché il fumetto è stato costruito in base alla visione del paese da parte dei ragazzi, il loro particolare punto di vista, che hanno maturato girando per il paese, scattando delle fotografie di diversi luoghi di Paterno, integrandole poi con le interviste che ognuno di loro ha svolto con l’aiuto di zii e nonni» ci racconta Laura Aulicino, sottolineando come i ragazzi siano stati dei portavoce, perché raccogliendo le informazioni dalle famiglie e dagli amici, sono riusciti a mettere in atto un notevole coinvolgimento sociale di tutto il territorio. Da ciò è emerso che molte famiglie di Paterno hanno parenti che vivono all’estero, in America o in Svizzera prevalentemente, cosa che ha colpito molto i ragazzi, che hanno così deciso di raccontare questa realtà, incentrando la loro storia sull’arrivo a Paterno di alcuni “cugini americani”.
«Per la realizzazione dei disegni veri e propri ci siamo basati sulla fotografia, perché così facendo abbiamo notato che si bloccava nella mente dei ragazzi l’immagine vivida dei luoghi; su quell’immagine veniva poi elaborata una descrizione» questo è il metodo utilizzato per rendere un’ambientazione quanto più possibile vicina alla realtà. Si è passati poi alla creazione dei personaggi; ad ogni personaggio è stato dato un profilo, che ne presentasse i tratti distintivi, il modo di essere, di vestire e qualche informazione particolare, così da permetterci di imparare a conoscere Christian, Mattia, Andrea, nonna Mary, Azzurra e Gemma prima di immergerci nella loro storia!
Uno degli ulteriori obiettivi di questo progetto è quello di sensibilizzare sulla tutela ambientale, portando l’attenzione proprio su quei luoghi del territorio che i ragazzi hanno potuto osservare dal vivo, e promuovere l’importanza della sostenibilità, coinvolgendo l’intera comunità e diffondendo messaggi di sensibilizzazione ambientale attraverso le avventure dei personaggi presenti nel fumetto, esempio concreto di come l’arte e la cultura, anche in piccolo, possano essere utilizzate per dare impulso ad un futuro sostenibile.
Il fumetto che ne è risultato è un volumetto denso di contenuti, una ricostruzione realistica dei paesaggi e dei passaggi del tempo, che riesce a rendere in maniera realistica le dinamiche storiche, identitarie e antropologiche di Paterno. È la nostra storia e quella dei nostri nonni, è un progetto non solo dei ragazzi che hanno partecipato, dei familiari e del paese, ma di tutti, al di là dei confini.
Fonte Immagini: Laura Aulicino (Ar3s Centro di Educazione Ambientale)
Montemurro, la bottega a cielo aperto del graffito
C’è una particolare tecnica artistica che utilizza le terre di un luogo, Montemurro, trasformandole in malte di diversi colori che vengono poi stratificate e graffiate ottenendo così un disegno. Si tratta del graffito polistrato, tecnica unica che viene insegnata, tramandata, tutelata e diffusa dalla Scuola del Graffito di Montemurro, iniziativa avviata nel 2003 da un’idea di Giuseppe Antonello Leone.
La Scuola del Graffito rende possibile la crescita e la valorizzazione del potenziale socio-culturale del paese attraverso l’arte e gli artisti e il conseguente incontro con la comunità e la storia di Montemurro, anche con l’organizzazione di diversi eventi pubblici, condensati soprattutto nella stagione estiva; a proposito di questo, i collaboratori della scuola ci dicono: «Il bilancio di questa edizione estiva può dirsi positivo assolutamente. Ogni anno riusciamo a portare a termine gli eventi, dove il “riusciamo” assume cruciale importanza, considerando le non poche difficoltà da affrontare, a partire dal fatto che la maggior parte di noi vive e lavora fuori tutto l’anno!» Tuttavia, non manca mai l’entusiasmo, il vero motore della scuola!
A partire dal 2010 il lavoro della scuola inizia a prendere forma concreta nell’Edizione Artistica, dove affermati artisti nazionali e internazionali diversi ogni anno, arrivano a Montemurro per realizzare il proprio graffito. Un dono offerto a tutta la comunità, che viene di volta in volta affisso lungo i muri del centro abitato, che ad oggi conta già oltre 60 opere installate. Gli scorci di questo vero e proprio museo urbano sono davvero suggestivi, riempiendo il borgo di un’aura mistica, fatta di cultura, arte, unione, incontri e scambi di conoscenze. Gli artisti ospiti dell’edizione artistica 2023 sono stati Jean Pierre Marie, Lea Lequien e Filippo Ianniello, ma non si è trattato semplicemente di una residenza artistica, bensì di un processo di rigenerazione urbana che ha trasformato Montemurro in una bottega a cielo aperto, in cui i confini tra paese e scuola vanno a scomparire.
“Incontri/Stratificazioni” è il tema scelto per l’edizione 2023, per simboleggiare e raccontare in questo modo la storia di Montemurro attraverso gli incontri che negli anni ci sono stati in questo luogo, che ha accolto artisti diversi tra pittori e poeti, e personaggi illustri. «Ogni anno si ripete l’incontro con vecchi amici e con nuovi artisti, e man mano la “famiglia” cresce… La settimana è intensa, si lavora dalla mattina al tardo pomeriggio, si pranza insieme, si cena insieme, nascono collaborazioni e legami che durano nel tempo. È veramente tutto molto bello!», così il team della Scuola di Graffito vive queste giornate. In particolare, in questa edizione si è voluto rendere omaggio a Rocco Scotellaro ricordando i 100 anni dalla sua nascita ed ha voluto essere anche un momento di riflessione sui diversi personaggi che nel corso del tempo si sono “stratificati” nel tessuto lucano con le loro opere.
Quest’anno ha avuto inoltre luogo una collaborazione molto particolare con FRAPPP, un Festival di cinema itinerante che unisce nei suoi eventi i territori della Basilicata, della Calabria e della Puglia. Questo particolare evento è sicuramente molto originale, fuori dall’ordinario, con un obiettivo molto importante come il contrasto della polarizzazione sia territoriale che socio-economica, tra centri e periferie e tra nord e sud. Il collettivo che realizza il festival (Frange Mobili) nasce infatti nella periferia di Milano, ma si sposta tra i paesi in via di spopolamento dell’Italia più interna, trattandone le problematiche e mettendo al centro i territori e le persone che li abitano. «Questa collaborazione con FRAPPP ci ha permesso di sperimentare nuove dinamiche unendo più linguaggi artistici e “aprendoci anche di più al paese”; è stato importante colorare il paese con la parata organizzata proprio da FRAPPP e portare il cinema e nuovi linguaggi di comunicazione in piazza a Montemurro».
Tante le idee, tanta la volontà e l’entusiasmo che spinge il gruppo ad andare avanti e organizzare eventi nuovi e diversificati, alzando sempre il livello, e un lungo futuro ancora davanti; viene da chiedersi dunque, quali saranno i progetti in serbo per il futuro? Non resta che aspettare e continuare a seguire da vicino gli sviluppi!
La notte dei buoni auspici tra i Portali Parlanti di Calvello
I Comuni di Cuore Basilicata sono sempre all’opera per tramandare le tradizioni identitarie, mantenere viva la memoria e regalare emozioni! A Calvello ha preso vita un percorso nato dal Progetto Pic-Ter “La notte dei Buoni Auspici – I Portali di Calvello si raccontano” proprio al fine di promuovere le maestrie e l’identità del borgo, anche in chiave turistica, trascinandoci così in un percorso dove un insieme di storie vanno ad intrecciarsi tra loro, tessendo un racconto che sa di accoglienza in un’atmosfera magica, che lascia al visitatore un messaggio ben augurante da conservare e portare con sé. La sindaca Anna Cantisani, ci ha raccontato con entusiasmo l’esperienza e i retroscena di questo nuovo ed emozionante progetto che ha arricchito e integrato gli eventi dell’estate Calvellese!
Da dove nasce l’idea di sviluppare questo progetto?
«Il progetto nasce per valorizzare la civiltà delle mani dei comuni di Calvello, Anzi e Laurenzana nell’ambito dei PIC, i Piani Integrati della Cultura. Calvello, capofila del progetto, e già Città della ceramica. Con questa iniziativa ha voluto raccontare l’arte della lavorazione della pietra e dell’intaglio del legno che impreziosiscono portali e portoni del paese».
Chi sono i soggetti coinvolti nella realizzazione?
«I portali parlanti sono stati realizzati dal Comune di Calvello in partenariato con Officina Rambaldi e con l’ITS Academy di Basilicata, grazie ad un’idea di Claudio Paternò e alla direzione tecnica e artistica di Peppe Paternò. Ma l’iniziativa non sarebbe stata possibile senza l’adesione delle famiglie calvellesi: i proprietari delle abitazioni decorate da stemmi, fiori, foglie, spighe di grano, angeli, demoni e mascheroni e i dirimpettai, i “frontisti” come li abbiamo chiamati, che hanno permesso le installazioni necessarie per i racconti. Un racconto emozionale che ha avuto le voci di due artisti d’eccezione: Tonino Centola e Isabella Urbano. Alla promozione hanno collaborato le varie associazioni locali: la Pro Loco, il gruppo folk Li Fainzar e l’associazione Visit Calvello. Gli uffici del Comune, coordinati da Maria Galgano, hanno consentito la realizzazione del progetto, che la mia Amministrazione ha fortemente voluto».
Quali sono i luoghi scelti per le diverse tappe del percorso e come sono dislocati all’interno del borgo?
«I portali parlanti sono 12 e attraversano i vicoli del centro storico di Calvello. Un’ora di passeggiata alla scoperta dei segni e simboli della civiltà rurale calvellese che da via Sotto gli Orti sale verso il Castello Carafa Ruffo, scende da San Nicola fino a Piazza Sedile e, passando per via Concezione, arriva in via Garibaldi e si conclude vicino la Chiesa Madre».
Può spiegarci concretamente il funzionamento dell’esperienza e un accenno a qualche tappa particolarmente significativa?
«Mi piace raccontare l’esperienza così. Ogni sera, all’imbrunire, i segni e simboli impressi su portali e portoni dei vicoli di Calvello prendono vita per proteggere e augurare ogni bene a visitatori e abitanti di Calvello. Di fronte ad ognuno dei “portali parlanti” c’è un marker. Bisogna sfiorarlo per animare il portale. Appena sfiorato il marker, il portale si illumina e inizia a raccontare. E ci fa tornare indietro nel tempo restituendoci la memoria dei nostri nonni, un mondo fatto di tradizioni, memoria, identità, fede e superstizione, che abbiamo voluto fissare per sempre. Quello dei portali è un racconto del passato e, insieme, un racconto di buona sorte, perché i segni e simboli impressi venivano scolpiti o intagliati per allontanare malocchio, malelingue e augurare prosperità e abbondanza. Così ciascun portale racconta le nostre memorie e, al contempo, augura ogni bene al visitatore. Il percorso è denso di emozioni e suggestioni e ci restituisce l’orgoglio di quello che siamo. Non saprei scegliere».
«In via Sotto gli Orti n. 29 una felce esalta la natura di Calvello. In via S. Anna n. 4 un mascherone scaccia il malocchio e racconta la storia del Castello, lì vicino. In via San Francesco il portale dei Nardone rievoca la cultura rurale di Calvello, mentre la conchiglia svela la condizione femminile nel mondo contadino calvellese. Il portale di Piazza Sedile n. 11 racconta i giochi dei nonni, mentre in via Concezione un mascherone narra l’omicidio di Francesco Cancelli e una spiga di grano esalta l’operosità agricola e gli antichi mestieri. Tra vicoletti e scorci paesaggistici, si arriva a via Garibaldi n. 40, qui è un portone a parlare per bocca di due mascheroni barbuti che, in un divertente dialogo, esaltano l’arte dell’intaglio del legno. Vicoletto Ancarola n.1 affida invece ad una conchiglia, simbolo della donna che genera vita, le paure e le speranze di una contadina calvellese che sta per partorire, che si preoccupa di trovare una “mamma di latte” sicura di poter contare sul vicinato. Si risale così in via Garibaldi n. 36, dove un angelo, due colombe e due figure fantastiche parlano dell’amore nel mondo contadino calvellese. In via Garibaldi n. 35 è invece un diavolo a parlare; racconta la rivalità tra i rioni del Piano e di Sant’Antuono, fino alla costruzione del Ponte di Sant’Antuono realizzato per unirli ad opera dei Benedettini. L’ultima tappa è in via Garibaldi n. 4, dove ad un’aquila e alle conchiglie è affidata la storia dei moti del 1822 dei Carbonari di Carlo Mazziotta a Calvello».
Quali sono i valori e le conoscenze che si vogliono trasmettere?
«Il percorso trasmette le nostre memorie, leggende, episodi salienti della storia locale, la civiltà rurale, l’emigrazione, la condizione femminile del mondo contadino, la condivisione e la solidarietà del vicinato, tutti quei valori e ricordi che, tramandati dai nostri nonni, ci appartengono da sempre. E augurano ogni bene, com’era intento degli scalpellini e dei mastri del legno che scrivevano sulla pietra o nel legno il desiderio di prosperità e buona sorte per la famiglia che commissionava il lavoro. Quell’augurio si estende, grazie ai portali parlanti, a tutta la comunità calvellese e ad ogni visitatore».
Quali sono i risultati attesi sotto il punto di vista turistico?
«L’ambizione è incentivare il numero di turisti e la loro permanenza nell’area integrando la “notte dei buoni auspici” che si rinnova ogni sera, con un programma di visita che induca il visitatore a restare a Calvello almeno per due giorni quindi a mangiare e dormire nelle nostre strutture ricettive, generando “economia della cultura”».
Anche il TGR Basilicata ha parlato di questa iniziativa e del percorso tra le vie del borgo, ecco il servizio.
Fonte immagine di copertina: Giovanni Larocca
Fonte immagini nel testo: Emanuela Larocca
E-commerce: una opportunità da non perdere per la Val d’Agri!
“Nel 2023 gli acquisti online in Italia cresceranno del 13% e raggiungeranno il valore di 54 miliardi di euro”. È quanto segnala la Fondazione per la sostenibilità digitale nel suo rapporto 2023 sull’e-commerce.
L’e-commerce rappresenta una importante opportunità non solo per le grandi ma anche per le piccole imprese che sappiano coglierla e una minaccia per quelle che invece trascureranno il commercio online, rischiando di essere tagliate fuori dai principali canali di commercio.
Di questo sembra consapevole anche la regione Basilicata che ha annunciato la realizzazione di un sito dedicato, Basilicatatipica, attualmente in fase di sviluppo.
I territori di Cuore Basilicata sono ricchi non solo di storia, cultura e panorami mozzafiato, ma anche di una gastronomia che presenta prodotti d’eccellenza che possono essere valorizzati, portandoli oltre i confini dei singoli paesi, verso i clienti nazionali e internazionali.
Realizzare un e-commerce efficace significa avere una vetrina aperta al mercato mondiale attiva ininterrottamente, per mezzo della quale poter raggiungere i clienti interessati che non possono recarsi presso il punto vendita per acquistare. Inevitabilmente, la maggiore reperibilità dei prodotti di qualità giova anche nel contrasto al fenomeno sempre più diffuso della contraffazione degli stessi, che prolifera soprattutto quando il prodotto originale non è acquistabile in un luogo diverso da quello della sua produzione.
Nonostante i vantaggi innegabili dell’e-commerce molte realtà e prodotti che fanno onore al territorio valorizzando la qualità lucana sono lontani dall’essere conosciuti, apprezzati e acquistati oltre i confini del territorio stesso con l’e-commerce. Secondo una nostra indagine, tra 22 imprese che producono prodotti enogastronomici e artigianali che hanno ottenuto il riconoscimento di Qualità Lucana solo una è attiva nell’e-commerce diretto al momento.
Nunziante Scote con la sua famiglia gestisce l’impresa agricola “Per Boschi e Contrade”, con sede a Sarconi. L’impresa è tra le premiate con il riconoscimento “Qualità Lucana”. È una delle imprese lucane che hanno avviato l’attività di e-commerce. Abbiamo chiesto la sua testimonianza.
Qual è la storia dell’azienda e in che modo è legata al territorio?
«L’azienda nasce nel ‘97, sono più di 25 anni di attività ormai. La nostra attività principale al momento è la trasformazione di prodotti ortofrutticoli dell’area della Val d’Agri ma non solo, perché ci spostiamo fino alla Piana del Metapontino, lavorando però soltanto frutta e ortaggi lucani partendo sempre dal prodotto fresco e mai industriale; a tal proposito posso dire di sapere nome e cognome di ogni produttore, per un concetto di tracciabilità che oggi il mercato richiede, al di là dei controlli classici. Riteniamo sia importante avere una filiera produttiva di aziende che sposino la nostra filosofia di trasformazione. Cerchiamo quindi di garantire sempre un prodotto made in Italy il più possibile, provando a coniugare tra loro le produzioni tipiche legate alle vecchie cultivar che ben si sposano con gli ecosistemi, il paesaggio e l’ambiente di appartenenza. Lavoriamo per esempio il fico rosa di Pisticci, la fragola candonga di Policoro, l’arancia di Tursi e il fagiolo di Sarconi. Nel 97/98, dopo aver ricevuto il marchio IGP, abbiamo iniziato qualche sperimentazione e abbiamo creato “Fasoldò” la nostra crema al Fagiolo di Sarconi che coltivavamo già da tempo con iscrizione al consorzio. Questo prodotto, nato in occasione di una sagra, è diventato così il nostro prodotto identificativo perché riesce bene a coniugare la tradizionalità di un prodotto tipico con l’innovazione del prodotto trasformato. Oltre a questo, c’è anche tutta una parte di studio sulle diverse possibilità di utilizzare varietà nuove di diversi prodotti, su cui i produttori investono per arrivare a varietà sempre più buone e diversificate a seconda della tipologia di lavorazione e di utilizzo che se ne vorrà fare».
Quando nasce l’esigenza di creare un e-commerce diretto?
«Inizialmente non ero molto convinto dell’e-commerce diretto in tutta onestà, perché quasi tutti i nostri rivenditori hanno il loro e-commerce, per questo motivo ho pensato che potesse essere una sorta di concorrenza a loro. Durante il periodo della pandemia, circa un anno e mezzo fa, abbiamo avuto più tempo per documentarci e siamo arrivati alla conclusione che l’e-commerce aziendale fosse un canale integrativo che ormai tutte le aziende all’avanguardia hanno, così abbiamo creato il nostro, che va ad affiancarsi al sito, che precedentemente era puramente informativo e serviva soltanto come vetrina dei nostri prodotti».
A distanza di un anno e mezzo circa, come valutate i risultati ottenuti dalle vendite online?
«Nonostante lo scetticismo iniziale, il bilancio dei risultati ottenuti è positivo! Partiamo dal presupposto che si tratta di un e-commerce legato a chi già ha avuto l’occasione di conoscere l’azienda e i suoi prodotti, per chi li ha già acquistati sul territorio oppure da un rivenditore; prima della creazione dell’e-commerce diretto, mi contattavano i clienti per avere informazioni su come reperire il prodotto prescelto nei punti vendita della loro zona. In questo modo si andava a creare un iter di domande, scambi di e-mail, risposte, invio dei listini, ecc.. Tutto ciò ovviamente comportava tempi lunghi che andavano a pesare sia sull’azienda che sul cliente, cosa che l’e-commerce ha eliminato, rendendo il processo immediato e veloce e il cliente autonomo nelle scelte e nell’acquisto. Per esempio, abbiamo clienti da Cortina d’Ampezzo, Milano, Bari, Firenze, luoghi distanti dall’azienda e molto distanti tra loro che sarebbe stato complicato raggiungere immediatamente in maniera diversa:I nostri clienti hanno invece concluso il loro acquisto con due click!».
Ci sono altri progetti futuri su come implementare e sfruttare ancora di più l’ecommerce?
«Al momento abbiamo dedicato questo canale esclusivamente ai prodotti, ma ci piacerebbe più in là, creare una sezione dedicata, una sorta di vetrina tematica dedicata agli eventi (di cui già in parte ci occupiamo, mettendo a disposizione la location), per offrire proposte nell’ambito wedding, con le cosiddette bomboniere gastronomiche, con la personalizzazione del prodotto e dell’etichetta, in base alle esigenze del cliente e dell’evento in questione, perché ci sembra un bel settore su cui poter andare a investire per offrire un prodotto diversificato e personalizzabile. Un’altra sezione potrebbe essere dedicata alla regalistica, anche se ora ci si concentra prettamente sul periodo natalizio, per offrire soluzioni dedicate alle festività nei diversi periodi dell’anno, sempre attraverso l’e-commerce».
Ricordiamo che Cuore Basilicata mette a disposizione sul proprio sito un corso gratuito “Capisci l’Internet?” che offre a chi è a digiuno di conoscenze web i primi rudimenti per poter iniziare a organizzare una propria presenza online, il primo passo verso l’e-commerce.
Foto in copertina: Mark Kõnig
“Arcipelago Botanico” un’oasi di condivisione e sostenibilità a Villa d’Agri
Siamo sempre orgogliosi e pronti a farvi conoscere le belle iniziative che prendono piede nei nostri paesi, iniziative che sanno di cambiamento e innovazione, senza dimenticare però il rispetto e la tutela dei territori come condizione imprescindibile. È con queste premesse che prende forma il progetto “Arcipelago Botanico un esempio di Patto di Comunità”, così abbiamo chiesto ad una delle responsabili di raccontarci qualcosa in più; Antonella Marinelli, docente di lettere dell’Istituto Tecnico Tecnologico di Villa d’Agri, da sempre impegnata nel mondo dell’associazionismo, ricercatrice e socio collaboratore dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, responsabile del progetto IIJM per la scuola e presidente del progetto Accademia del Mediterraneo.
Come nasce l’idea del progetto?
«Abbiamo deciso di dare vita alla realizzazione del nostro secondo giardino sociale che prevede al suo interno anche un percorso sensoriale, una zona relax, un orto sinergico, come un ponte tra un frutteto autoctono e un giardino di comunità. Questo perché rappresentava a nostro avviso una metafora bellissima con i ragazzi protagonisti, a voler dimostrare che l’amicizia civile è l’unico strumento possibile per un futuro di pace. Presentare questo progetto a scuola assume un significato ancor più marcato ed enfatizza l’idea di creare attività utili per “nuovi mondi possibili” in un progetto di cittadinanza attiva, amicizia civile e sostenibilità ambientale ».
Chi sono le diverse persone e gli enti coinvolti?
« Abbiamo tre donne questa volta a tirare le fila del progetto, un’agronoma specializzata in medicina delle piante, un’appassionata perito agrario e una docente di lettere. Incoronata Quagliarella che sta aiutando i ragazzi a realizzare uno studio su tutte le proprietà delle piante che vivranno nel nostro giardino, Francesca Somma un tecnico agrario con una forte passione, che spazia dal bricolage all’ implementazione di fiori e piante, ed io. Un patto di comunità che vede importantissimi coinvolgimenti: la scuola capofila, l’Accademia del Mediterraneo (progetto Istituto Internazionale Jacques Maritain), il Comune di Marsicovetere, Il Sicomoro di San Chirico Raparo 11 aziende della Val d’Agri oltre che di Villa d’Agri, diverse associazioni, 30 alunni dell’ITT e 12 ragazzi provenienti dall‘Egitto, dalla Tunisia, dalla Guinea, dal Gambia e dalla Costa d’Avorio. Inoltre, una menzione speciale va ai nostri collaboratori Giuseppe Abbatemarco e Giuseppe Langone, senza i quali non avremmo potuto realizzare le panchine e il palchetto per l’area relax, ai tanti colleghi sempre disponibili a creare e a Chiara Capece, una nostra alunna appassionata di fotografia, che ci ha così permesso di realizzare una mostra fotografica con i suoi scatti. Nell’Aula Magna del nostro Istituto, si è poi svolta la cerimonia di consegna degli attestati e delle targhe a tutti gli attori coinvolti in questa bellissima attività».
Come si è svolta concretamente la realizzazione del progetto e qual è stato il luogo prescelto?
« Il progetto ha preso forma nel giardino presso l’azienda agraria dell’Istituto Tecnico Tecnologico di Villa d’Agri, azienda che si trova in zona Bosco Galdo di Marsicovetere. Nel concreto si è deciso di piantare alberi, piante perenni, creare macchie di colori con le officinali o le orticole, tutto realizzato nei luoghi giusti e senza essere impattanti rispetto al territorio in cui si vive. È estremamente importante, soprattutto in un tempo come il nostro, in cui a causa dei cambiamenti climatici anche un acquazzone può mettere a rischio luoghi e persone, sottolineare e comprendere quanto sia indispensabile che i ragazzi guardino al paesaggio con la cura e il rispetto che riservano ai loro migliori amici, per poterlo preservare. Pensiamo che il nostro orto sinergico crescerà imperioso e saprà così dimostrare come piante diverse possono crescere insieme e, nello specifico, piante perenni proteggono nella crescita le piccole orticole ».
Qual è il significato alla base del progetto e che messaggio si vuole trasmettere?
« Arcipelago Botanico o Patto di Comunità, un modello educativo che vuole creare un forte legame tra la scuola al suo territorio, ed è la dimostrazione di come la scuola sia “del” e non semplicemente “nel” territorio in cui opera. Di base vi è senz’altro la volontà di creare sinergie, in cui passione e desiderio di crescita sono stati gli ingredienti fondamentali di un’azione per dare luce ai nostri studenti. Ciò che si è voluto dimostrare è che un gesto di generosità può essere rivoluzionario e che educare al paesaggismo è molto più utile di quanto non si possa pensare. La sensibilità non germoglia se non viene irrorata da buone azioni ».
Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, tantissime potenzialità ancora da esprimere
Gli undici comuni di CuoreBasilicata, seppur diversi tra loro, hanno certamente una caratteristica comune: rientrano tutti nell’area del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, da considerarsi tra i parchi più recenti, anche se non più così giovane con i suoi 16 anni. Un territorio molto vasto che comprende al suo interno una moltitudine di qualità e tratti distintivi differenti sotto ogni punto di vista. Cercheremo oggi di conoscerlo un po’ meglio e capire soprattutto come il Parco può diventare una risorsa per i nostri territori anche in ambito turistico, grazie ad Antonio Rubino, da poco eletto Presidente della Comunità del Parco.
Sono 29 i comuni che rientrano nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese: Abriola, Anzi, Armento, Brienza, Calvello, Carbone, Castelsaraceno, Gallicchio, Grumento Nova, Lagonegro, Laurenzana, Lauria, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Nemoli, Paterno, Pignola, Rivello, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Spinoso, Tito, Tramutola e Viggiano. La Comunità del Parco è formata dai 29 sindaci che eleggono un loro rappresentante che si va ad affiancare al Presidente della Giunta Regionale Vito Bardi e al Presidente della Giunta Provinciale di Potenza Christian Giordano.
Ci aiuta a comprendere quali sono le funzioni della sua nuova carica?
«il ruolo di Presidente della Comunità del Parco è quello di essere portavoce dei 29 Comuni citati poco fa e rappresentare l‘interfaccia del Parco verso il territorio e anche del territorio verso il Parco. Quindi il Presidente della Comunità, oltre a essere concretamente colui che deve provare a fare da intermediario tra le due parti, è anche colui che deve manifestare quelle che sono le esigenze dei cittadini così da sollecitare nella giusta direzione le funzioni del Parco».
Quali sono i punti di forza del territorio su cui investire a livello turistico?
«Le prospettive turistiche per la valorizzazione del territorio hanno tantissimi punti di forza, in primo luogo il turismo lento esperienziale legato soprattutto alle bellezze naturali ed ambientali, si pensi per esempio alla Montagna Grande di Viggiano e al Monte Sirino per quanto riguarda il turismo invernale, al lago del Pertusillo, alla bellezza dei nostri paesaggi, i cammini e i sentieri, tutta una serie di grandissime risorse che questo territorio ha. Inoltre, il nostro Parco si estende su di un territorio così vasto da arrivare ai confini con Maratea, aprendo in questo modo la possibilità di approcciarsi anche ad un percorso verso le bellezze della Costa tirrenica».
«Su questo si inserisce inoltre la ricchezza dei prodotti tipici locali, che sono diversi e tutti considerati davvero prodotti d’eccezione, come il Canestrato di Moliterno IGP, il fagiolo di Sarconi IGP o il prosciutto di Marsicovetere, che rappresentano un unicum sul territorio perché si tratta di produzioni di eccellenza, su cui al giorno d’oggi c’è molta attenzione e che sono molto richieste. Questi straordinari prodotti possono rappresentare in chiave turistica davvero un grande attrattore al pari delle bellezze artistiche e architettoniche, tra cui menzioniamo la rete museale MAM di Moliterno e il Parco Archeologico di Grumentum, così come tutte le bellezze dei nostri centri storici».
Come ci si sta muovendo concretamente affinché possa avvenire la valorizzazione e la promozione di quanto detto fin ora?
«Di recente c’è un’iniziativa che si chiama “Il Parco c’è” che si propone di promuovere le attività svolte da alcuni dei 29 comuni; si tratta di un’iniziativa potenzialmente valida ma che deve sicuramente spingere adesso sull’acceleratore per concretizzare i primi risultati e ci auguriamo che questo possa avvenire».
«Al di là di questo, in questo momento il Parco ha delle difficoltà nella struttura burocratica, con diversi finanziamenti bloccati che purtroppo, per i problemi di gestione interna, rimangono fermi. Le prospettive concrete per fare promozione turistica quindi si fermano perché sono bloccate dalla gestione burocratica dell’Ente, aspetto che deve essere sicuramente oggetto di un miglioramento. Di recente ho scritto al Ministero dell’Ambiente a nome dei sindaci della Comunità del Parco perché dovrebbe nominare il Direttore del Parco che al momento non è in pianta stabile all’interno dell’Ente».
Quali sono i progetti su cui si potrebbe investire in futuro?
«Quello che il Parco può fare dal punto di vista della promozione e della valorizzazione del territorio è innanzitutto creare un’etichetta con i prodotti tipici del Parco e creare la possibilità di poter vendere, soprattutto su scala internazionale, pacchetti turistici che prevedano l’accoglienza all’interno del Parco. Bisogna senz’altro ricordare che molti Parchi Nazionali hanno avuto una fase di avvio e di rodaggio abbastanza lunga e anche il nostro probabilmente l’ha vissuta, ma adesso dovrebbe smuoversi e far sì che ci siano delle novità. Quello che io proverò a fare nei prossimi mesi è smuovere la struttura burocratica affinché il Parco torni a funzionare».
Fonte immagine di copertina: Carol Fera
Fonte immagine nel testo: Archivio Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese
I 10 eventi di agosto da non perdere
L’estate è finalmente arrivata e con sé ha portato la voglia di uscire, divertirsi e stare in compagnia; quale miglior momento per scoprire i meravigliosi comuni della Val d’Agri con le loro tradizioni, culture, prodotti tipici e splendidi territori? Proprio per questo vi proponiamo qualche evento da non perdere assolutamente nel ricchissimo mese di agosto, ma dal momento che alcuni Comuni di CuoreBasilicata stanno ancora perfezionando i loro programmi, si tratta solo una piccola anticipazione, ce ne saranno tanti altri! Restate aggiornati sui nostri canali social INSTAGRAM e FACEBOOK per non perderne nemmeno uno!
- 5 AGOSTO: Se anche voi non riuscite a resistere al suono della musica disco e guardate al passato con nostalgia, non potete assolutamente perdervi la Notte Bianca a Villa d’Agri (Marsicovetere) dove, oltre all’apertura straordinaria delle attività aderenti all’iniziativa, si svolgerà lo show “Voglio tornare negli anni ‘90”, format che ha spopolato in tutta Italia, con spettacoli, musica, performer ed effetti speciali, che creeranno una notte magica!
- 9-10 AGOSTO: “Le Notti del Canestrato”, 42ª edizione della Sagra del Canestrato di Moliterno IGP con l’inaugurazione di Peppone Calabrese alle ore 19.00 dal titolo “Il grande viaggio tra memoria e presente del Canestrato di Moliterno” a cui seguirà Franco Arminio alle 21.30 con il tema “Per un nuovo umanesimo della montagna”. Con queste due serate, la Pro Loco Campus Moliterno andrà a mostrare come è possibile esaltare questo magnifico prodotto, unico nel suo genere, in un ricco percorso gastronomico inserito nella suggestiva cornice del borgo di Moliterno.
- 11 AGOSTO: IX Sagra dell’olio evo di Montemurro, una manifestazione all’insegna dei sapori della tradizione olearia in un percorso che condurrà a diversi punti d’interesse, tra cui spiccano gli antichi frantoi aperti per l’occasione! Nella serata a cura della Pro Loco Montemurro Giovani non mancherà di certo l’intrattenimento, che verrà affidato allo spassoso duo comico degli Arteteca, per poi passare la palla ai Tarantolati di Tricarico con la loro musica!
- 12-13 AGOSTO: La XXVI Rassegna Internazionale del Folklore Moles Aeterna a Moliterno, ci porterà al di là dei confini della Valle per due serate all’insegna delle tradizioni folkloristiche dei gruppi ospitati, tra costumi, canti e danze da tutto il Mondo! Un evento che appassiona da anni grandi e piccini.
- 14-15 AGOSTO: “La Montagna Grande incontra i suoni del Sud Italia“ un emozionante evento arrivato ormai alla sesta edizione, che si svolgerà presso la Montagna Grande di Viggiano e che ospiterà grandi artisti del Sud Italia, con l’obiettivo di dare nuova linfa vitale alle diverse sfaccettature della musica popolare tradizionale in quelle che si prospettano due giornate davvero entusiasmanti! Il 14 agosto si esibiranno I Briganti Montesi con una coinvolgente e dinamica esibizione itinerante nel pomeriggio, per poi passare alla serata con gli Amarimai, principali promotori della manifestazione, Mimmo Cavallaro e le Radici Popolari. Il 15 agosto si proseguirà all’insegna della musica e delle tradizioni con i Renanera e i Tarantolati di Tricarico.
- 18-19AGOSTO: 42ª edizione della Sagra del Fagiolo IGP di Sarconi una particolare manifestazione enogastronomica a cura della Pro Loco di Sarconi, tutta rigorosamente a base del più nobile dei legumi, per poterlo gustare a tutto tondo nelle sue diverse declinazioni. Madrina dell’evento Anna Falchi, mentre a conclusione delle serate si terranno due concerti: per la prima serata troveremo gli Alla Bua, che ci faranno ballare al ritmo della travolgente musica salentina e, per il concerto conclusivo della seconda serata, ospite d’eccezione Clementino, che darà una sferzata di energia per una chiusura certamente memorabile!
- 20-21 AGOSTO: Se dopo aver assaggiato le meraviglie della gastronomia locale nelle sagre segnalate vi fosse venuta sete, niente paura, a Viggiano si terrà la XIV edizione di “Vino sotto le stelle“, dove i pregiati vini DOP “Terre dell’Alta Val d’Agri” potranno essere gustati negli stand posti lungo un percorso che si dispiegherà per le vie del centro storico in due serate di degustazioni e intrattenimento di qualità.
- 22 AGOSTO: Passeggiata nella storia “Marsico Medievale” una delle manifestazioni più antiche a Marsico Nuovo, rievocazione storica svolta per ben 30 anni, che vuole ricordare la visita di Tommaso d’Aquino nel 1273, che comprende “il Palio delle Contrade” e un corteo con dame, cavalieri, sbandieratori, e giocolieri. Un evento a cura della Pro Loco Marsico ’93 che unisce storia, tradizione, antichi mestieri e gastronomia trasportandoci indietro nel tempo a scoprire lo splendore dell’antico borgo medievale.
- 26 AGOSTO: Il cuore degli eventi dell’agosto marsicano è senza dubbio la festa patronale di San Gianuario. Si percorrerà la tradizionale processione lungo le strade del borgo, per poi concludere i festeggiamenti con una serata all’insegna della musica, che quest’anno vedrà come protagonisti i The Kolors in concerto. La serata non può però dirsi terminata senza gli immancabili fuochi d’artificio, famosi in tutta la Valle per la loro spettacolarità!
- 27- 28 AGOSTO: I festeggiamenti in onore della Madonna del Monserrato a Grumento Nova organizzati dalla Parrocchia S. Antonino Martire sono l’evento conclusivo del mese di agosto; il sabato sera si svolgerà la processione religiosa al Monserrato (il monte dove vi è la chiesetta in cui viene posta la Madonna, da cui il nome “Madonna del Monserrato”) per poi ripartire il giorno successivo (27 agosto) verso la Chiesa Madre del paese. Lì si celebrerà la S. Messa, a cui seguirà una serata musicale con gli Après La Classe, affermata band salentina. La seconda serata vedrà invece salire sul palco Paolo Belli e la sua Big Band in un concerto che si concluderà, come di consueto, con uno spettacolo di fuochi pirotecnici che terrà grandi e piccini con gli occhi puntati verso il cielo!
… e tanto altro ancora!! Continuate a seguirci!!
Patto Locale per la Lettura della Val d’Agri: la firma a Moliterno
Sono diverse le iniziative che prendono piede per la valorizzazione del territorio offrendo servizi e migliorando la qualità della vita; a questi va ad aggiungersi il Patto Locale per la Lettura della Val d’Agri, che è finalmente realtà. La firma avverrà oggi, 12 luglio alle 17.30 presso la Bibliomediateca G. Racioppi a Moliterno, Comune capofila del Patto e luogo simbolo vista l’eccellenza che rappresenta come biblioteca storica, che offre un servizio avanzato e un catalogo estremamente ricco, che da sempre è servizio attivo e centrale sul territorio, in cui è presente, a differenza della maggior parte dei piccoli comuni, la figura professionale del bibliotecario con una formazione specifica.
Numerosi sono già i firmatari e promotori del Patto, a partire dai Comuni coinvolti, che sono Moliterno, Armento, Gallicchio, Grumento Nova, Montemurro, Sarconi e Spinoso, per poi passare alle diverse associazioni, società e fondazioni presenti sul territorio, come l’Associazione E.T. Studium – Cronoscout (Moliterno), l’Associazione Ferdinando Petruccelli della Gattina (Moliterno), l’Associazione culturale Ca.tali.te (Sarconi), la Società Cooperativa META arl (Moliterno), la Società Cooperativa Sociale Il Girasole – Impresa Sociale (Moliterno), la Fondazione Leonardo Sinisgalli (Montemurro), PerCorsi Lucani APS (Marsico Vetere), Gruppo Tè letterario di Moliterno, la Cartoleria Carta e Penna di Maria Cantisani (Moliterno), nonché Nati per Leggere Area Val d’Agri e la Società Cooperativa C.S. Cooperazione e Solidarietà Consorzio Cooperative Sociali di Potenza, ente responsabile del progetto Uno e Sette, che ha previsto al suo interno proprio la nascita di un Patto intercomunale.
Un folto gruppo di enti pubblici, soggetti privati già impegnati in attività culturali, e gruppi di cittadini che attraverso un processo partecipato ricco di incontri ed un continuo confronto, ha dato vita al Patto, che resterà aperto alle adesioni anche dopo il 12 luglio, per poter garantire la più ampia partecipazione da parte di chiunque voglia impegnarsi a promuovere la lettura, a rendere il libro una presenza costante nella vita delle persone, a collaborare per diffondere il Patto e le sue finalità e a favorire l’adesione di altri Comuni, enti pubblici e privati, cittadini.
Se è vero che la lettura va di pari passo con la cultura, è altresì vero che la cultura è il motore per lo sviluppo di un territorio, e la Val d’Agri in questo modo, si pone su un percorso di crescita che deve passare in primis dalle nuove generazioni, per questo motivo risulta di cruciale importanza la partecipazione delle scuole, come l’Istituto Comprensivo Giacomo Racioppi e l’IISS F. Petruccelli – G. Parisi di Moliterno. Attraverso la sottoscrizione del patto, infatti, ci si impegna tra le altre cose, ad avere un’attenzione speciale per i più piccoli, ricordando che il Patto Locale per la Lettura della Val d’Agri è nato nell’ambito del progetto Uno e Sette, già menzionato in precedenza, selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Lo scopo principale dei Patti per la Lettura, promossi dal Centro per il libro e la lettura (CEPELL) nell’ambito del progetto “Città che legge”, è quello di andare a creare una rete territoriale affinché si possa rendere la lettura accessibile a tutti e soprattutto avvicinare i non lettori a vivere quest’esperienza fino ad ora lontana dalla quotidianità, riconoscendo così a tutta la popolazione il diritto di leggere. Sul sito del CEPELL è presente e consultabile una banca dati nazionale di tutti i Patti per la Lettura stipulati fino ad ora, che nelle prossime settimane conterrà anche quello della Val d’Agri.
L’arte che unisce: dalla Colombia alla Val d’Agri
L’arte è da sempre sinonimo di bellezza, cultura e comunicazione, in questo caso si trova a fare da tramite addirittura tra due continenti! Si tratta del progetto “3 opere in 3 Comuni della Lucania Interiore”, spin off di AppARTEngo, Festival internazionale di Arte Pubblica, e di un’iniziativa denominata “Residenza d’artista” che prevede proprio il soggiorno dell’artista presso il paese in cui realizzerà le sue opere, a stretto contatto con la comunità, per diventarne parte integrante e coglierne l’essenza, iniziativa promossa dal Gal Lucania Interiore e dall’associazione “Appartengo ETS” di Stigliano, in collaborazione con le amministrazioni locali.
Per questo progetto in Val d’Agri è stata selezionata la giovane Ela Rincón, visual artist e muralista, Colombiana di Bogotà, già molto nota a livello internazionale per diverse sponsorizzazioni di importanti brand, per la prima volta in Europa e in Italia, che ha molto a cuore il tema dell’eredità culturale, che esprime integrando nella sua arte le figure femminili della sua famiglia e i suoi ricordi, cercando di inserirli nel contesto attuale in cui si trova, creando così una narrazione che va dal passato al presente. Nasce come illustratrice, ma nel momento in cui si trova a dipingere il suo primo murale, in uno spazio pubblico in cui i passanti possono osservare il procedere delle sue composizioni giorno dopo giorno, capisce che nulla è paragonabile all’emozione che sta provando, così realizza che quello è ciò che vuole continuare a fare nella vita!
Il progetto ha come scopo principale la valorizzazione dei borghi che aderiscono al Gal, che va ad interessare nello specifico la riqualificazione centri storici e di edifici non utilizzati, che vanno così a riprendere vita con colori sgargianti, diventando punti focali e luoghi identitari dei centri abitati, rappresentandone peculiarità, personaggi storici e caratteristiche culturali.
I due murales hanno il marchio di fabbrica di Ela Rincón, colori accesi con molta presenza dei toni del blu e dell’arancione, dimensioni importanti, figure femminili dai lineamenti eleganti e gli immancabili fiori.
A Grumento Nova è stata racchiusa in un’immagine la storia del Comune, sulla parete dell’ex scuola elementare situata in Via Roma, con un’opera raffigurante la principessa Aurora Sanseverino in una veste diversa dal solito, originale e moderna; personaggio simbolo della storia del borgo, stringe una penna in una mano a simboleggiare le sue doti da poetessa, mentre nell’altra tiene delicatamente un fiore di Saponaria Officinalis, da cui l’antico borgo prese il suo nome. Non mancano poi diversi richiami all’antica Grumentum, presente grazie ad alcuni temi di mosaici che sono stati sapientemente inseriti all’interno dell’opera in maniera discreta, quasi impercettibile per chi osserva distrattamente, ma inconfondibile ad un occhio attento.
Di stile molto simile, seppure concettualmente diversa, è invece l’opera che ha preso vita a Sarconi, realizzata su un edificio di proprietà del comune in largo Canonica, nel centro storico del paese. Visivamente raffigura una maternità, in cui le figure umane si uniscono a tratti con elementi della natura, per andare a trattare l’accoglienza e l’identità e le radici come temi portanti. Nella presentazione dell’opera alla comunità di Sarconi, è stato reso un chiaro messaggio di ciò che Ela ha voluto rappresentare, ovvero che non esistono barriere che ci dividono, poiché siamo tutti figli di madre natura.
A Grumentum con la realtà virtuale
La promozione delle ricchezze dei nostri territori è da sempre tema centrale, che richiede la giusta attenzione affinché sia adeguata ed efficace. Per questo motivo la sua natura si evolve adattandosi ai tempi, per poter essere sempre attuale e raggiungere un pubblico sempre più ampio, anche grazie all’utilizzo della tecnologia, portando la conoscenza dei luoghi ad un livello globale.
Si inserisce in questa prospettiva una recente iniziativa: la realizzazione di un tour virtuale del Museo Archeologico di Grumentum, fruibile da tutti in qualsiasi momento ed a cui è possibile accedere da questo link:
Si tratta di un progetto realizzato da Feem Servizi srl. Un progetto che si inquadra coerentemente con la sua mission perché, come si legge sul sito di Feem, “Feem è presente in Basilicata dal 2007 e si propone di supportare i processi decisionali e di pianificazione regionale attraverso studi, analisi e pubblicazioni sulla rigenerazione urbana e territoriale e di promuovere buone pratiche, basate su innovazione tecnologica e principi di economia circolare, con particolare attenzione ai settori dell’agricoltura , del turismo e della valorizzazione del patrimonio naturale e culturale” .
Su questa iniziativa e sui suoi risvolti anche futuri abbiamo intervistato Francesco Tarlano, Direttore del Parco Archeologico di Grumentum.
In che modo i musei e i parchi archeologici in particolare possono innovarsi, per attrarre l’attenzione di persone che non sono abituate a frequentarli?
«I musei e i parchi devono innovarsi in maniera corretta e controllata, attraverso l’utilizzo dei moderni strumenti di comunicazione, mantenendo però inalterato il vero valore del patrimonio culturale, che è universale e non ha tempo. Del resto, il fascino delle rovine dura da secoli: si pensi ai Grand Tour del XVIII secolo e al fascino immutato che i siti archeologici hanno mantenuto nel tempo.»
Qual è in linea generale la fruizione di questi luoghi allo stato attuale?
«La fruizione dei musei e dei parchi archeologici è in linea generale molto buona, soprattutto per i grandi attrattori. Nel mio caso, nonostante la collocazione decentrata rispetto ai principali luoghi turistici della Basilicata, la particolarità del sito attrae soprattutto visitatori esperti ma si è ultimamente aperta molto alla fruizione delle comunità del territorio, che sono i primi protagonisti nella tutela e valorizzazione partecipata.»
Ci sono nuovi modi per coinvolgere in particolare i giovani?
«Il principale coinvolgimento che il Museo sta attuando verso i giovani è legato alle attività congiunte che si stanno facendo con le scuole del territorio. Negli ultimi periodi la stipula di protocolli con istituti scolastici che hanno svolto tirocini e PCTO presso il Museo ha dotato lo stesso di strumenti fondamentali. Ad esempio, l’azione congiunta di enti istituzionali (i comuni), del Museo (che è ente ministeriale), e delle scuole ha quest’anno dotato il museo di contenuti multilingue, realizzati da studenti del territorio che hanno operato presso il Museo e hanno a loro volta ampliato le conoscenze sulla storia della Val d’Agri. Anche i più piccoli hanno svolto attività laboratoriali con risultati eccellenti, quali ad esempio la riproduzione di reperti mobili e di mosaici delle domus di Grumentum.»
Che ruolo possono avere in questo le nuove tecnologie?
«Le nuove tecnologie sono attraenti ma pericolose: nella lettura e interpretazione del patrimonio culturale devono necessariamente rappresentare solo un mezzo per migliorarne la fruizione, ma vanno utilizzate nella giusta misura, per evitare il rischio che il fruitore (quello non specialista in particolare) rincorra l’uso eccessivo delle stesse “distraendosi” dal valore culturale di un bene che ha attraversato secoli di storia.»
Come è stata l’esperienza di realizzazione del virtual tour e quali sono stati i soggetti coinvolti?
«Il Virtual tour ha rappresentato uno degli esempi a mio parere virtuosi di fruizione e valorizzazione dei beni archeologici museali, realizzato anche in questo caso in collaborazione con un istituto scolastico (il Liceo di Viggiano) e la FEEM che ha curato gli aspetti tecnologici, mentre la selezione dei reperti e l’aspetto contenutistico è stato curato dalla Direzione del Museo.»
Qual è il risultato atteso?
«Il Virtual tour è uno strumento aggiuntivo, che non può sostituire la visita fisica al Museo, ma che permette di incrementare la divulgazione dei beni archeologici del Museo anche grazie all’uso della rete.»
Se vi abbiamo incuriositi, potete vivere quest’esperienza virtuale al link
E siete anche attesi qui per poter godere della bellezza e ricchezza di questi luoghi di persona, per un’esperienza ineguagliabile!