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ALLA SCOPERTA DELLA “BASILICATA SLOW”: SPINOSO – MONTEMURRO – VIGGIANO – CALVELLO
La Val d’Agri custodisce un’anima antica, fatta di silenzi, sguardi autentici e paesaggi che parlano al cuore. Qui, lontano dai ritmi frenetici delle città, il turismo assume un significato diverso, non più corsa verso la prossima meta ma ascolto, scoperta, connessione. Il turismo lento in Val d’Agri è un invito a vivere con intensità, ogni incontro, ogni passo, ogni respiro. Significa camminare tra borghi sospesi nel tempo, assaporare la cucina delle nonne, lasciarsi sorprendere dai racconti di chi ha deciso di restare. Qui il viaggiatore non è un semplice visitatore ma è un ospite che ha il tempo di immergersi nei ritmi autentici della vita quotidiana.
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta di altri borghi dall’anima slow. Dopo aver conosciuto Moliterno, Sarconi e Grumento è la volta di Spinoso, Montemurro, Viggiano e Calvello.
Spinoso è un piccolo paese adagiato sulle pendici del Monte Raparo dove lo stress sembra dissolversi nell’aria pulita e il rumore del mondo lascia spazio al silenzio. Le case in pietra locale, i vicoli stretti, i balconi fioriti raccontano la vita semplice ma intensa di chi abita questi luoghi con amore e rispetto. Ogni angolo custodisce una storia, ogni anziano seduto all’ombra di una piazzetta è una pagina viva della memoria collettiva. Qui il tempo è custode della bellezza autentica senza bisogno di ricorrere a filtri o effetti speciali, le case abbracciate le une alle altre raccontano di famiglie, di attese, di ritorni, poi c’è il Castello che da secoli osserva dall’alto forte e fragile insieme, e gli antichi portali che rappresentano una delle caratteristiche più affascinanti e distintive del piccolo borgo della Val d’Agri. Questi portali, realizzati tra il XVIII e il XIX secolo, sono opere di maestri artigiani locali e sono scolpiti principalmente in pietra di Padula, una pietra calcarea pregiata estratta nel vicino Vallo di Diano. Spesso decorati con motivi barocchi e neoclassici, i portali adornano i numerosi palazzi gentilizi che punteggiano il centro storico del paese. Spinoso è per questo definito il “Paese dei portali” che non rappresentano solo elementi architettonici ma sono veri e propri testimoni di un’epoca e di una tradizione che ha valorizzato la lavorazione della pietra come forma d’arte. Il turismo lento a Spinoso non è solo passeggiare tra i vicoli del piccolo borgo è anche natura, tra i sentieri che si aprono tra i boschi e portano a panorami mozzafiato, è spiritualità nel silenzio delle chiese rupestri e nella quiete dei conventi, è sapore della cucina contadina fatta di ingredienti semplici e sapienza antica. Spinoso inoltre, è l’unico paese dell’Alta Val d’Agri ad avere sbocco diretto sul Lago di pietra del Pertusillo, un invaso artificiale circondato da una pittoresca pineta punto di riferimento per gli appassionati di birdwatching e pesca sportiva. Sul lago il tramonto non è solo un momento del giorno ma è un’esperienza. Il cielo che si tinge di rosa, il lago che fa da specchio e ci si ritrova in silenzio a vivere un’emozione che resta per sempre.
Ci sono luoghi dove il silenzio ha il suono della bellezza e ogni sguardo si perde tra colline morbide, vicoli antichi e cieli infiniti. Montemurro, incastonato tra i monti della Val d’Agri, è uno di questi luoghi rari, sospesi tra storia a natura, tra memoria e meraviglia. È la destinazione perfetta per chi cerca un viaggio “lento” che non consuma ma contempla. Il borgo ha conservato intatto il suo fascino di paese lucano, dominato da palazzi nobiliari e chiese secolari, come la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta con il suo campanile che svetta tra i tetti rossi e i profili montani. Montemurro è anche il paese natale di Leonardo Sinisgalli, il poeta – ingegnere, l’uomo che sapeva fondere arte e scienza, razionalità e sogno. Visitare Casa delle Muse, sede della fondazione a lui dedicata, è un’esperienza che arricchisce l’anima: libri, fotografie, oggetti e installazioni descrivono il mondo interiore di un uomo che ha saputo raccontare la Lucania con parole leggere e profonde. Per chi ama camminare e lasciarsi accarezzare dal paesaggio, Montemurro è circondato da boschi, sentieri e panorami che parlano al cuore. Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, regala scorci naturali mozzafiato, ideali per escursioni a passo lento, alla ricerca del semplice piacere di un tramonto che colora le montagne. Il turismo lento è anche sapore, profumo, attesa, qui ogni piatto è un gesto d’amore, una celebrazione della terra. Montemurro è anche terra d’olio, di un extravergine che rappresenta la forza della sua gente e la ricchezza di questa terra. Prodotto dagli ulivi coltivati da generazioni sulle terrazze che guardano la valle, l’olio di Montemurro è il risultato di un’agricoltura paziente, sostenibile e rispettosa dei ritmi naturali. Fruttato, leggero, profumato e con un retrogusto leggermente amaro e piccante, che sorprende il palato, è ideale su pane caldo, legumi e piatti della tradizione lucana. Visitare un frantoio locale, specialmente nel periodo della raccolta, è un’esperienza che coinvolge i sensi e il cuore. Montemurro non chiede nulla ma offre tempo, spazio, emozione. È un luogo dove il turismo diventa esperienza, dove ritrovare sé stessi e magari portare con sé una bottiglia d’olio che sa di casa. E qui, più che mai, risuonano attuali le parole del poeta montemurrese Sinisgalli «Il viaggio non è soltanto andare, ma fermarsi, respirare, vivere».
In alto, nel cuore della montagna, c’è Viggiano come una luce che filtra tra le nuvole, terra di musica e preghiera. Qui l’anima si innalza al suono dell’arpa lucana, che per secoli ha raccontato il dolore e la speranza di un popolo, la Madonna Nera, regina e madre della terra di Basilicata, veglia sul popolo e sulla Valle dall’alto del Suo santuario dove i pellegrini la raggiungono ancora a piedi, in silenzio, come un tempo. Qui il tempo sembra scorrere con un ritmo diverso, quello della natura che abbraccia ogni cosa, delle storie che si intrecciano tra le pietre antiche e dei volti sinceri di chi continua a custodire tradizioni senza tempo. Nel piccolo paese di Viggiano ogni angolo racconta un pezzo di storia, dalle note struggenti della celebre arpa, che qui è molto più che uno strumento musicale, è anima e voce della comunità, alla maestosità della Basilica Pontificia che domina il borgo. Il turismo lento a Viggiano è un invito a rallentare, a respirare a fondo l’aria fresca di montagna, è sedersi sulle panchine di pietra a guardare l’infinito panorama della valle. Viggiano è noto in tutta Italia, e anche all’estero, per la sua tradizione musicale legata all’arpa, strumento simbolo di questo paese. Fin dal ‘600 si sono tramandate generazioni di arpisti che hanno portato la loro musica per il mondo. Nel piccolo Museo dell’Arpa e della Tradizione Musicale, custodito nella casa natale di un celebre arpista, si respira l’essenza di questa passione. Un altro elemento che rende Viggiano un luogo di forte spiritualità è il culto della Madonna Nera, venerata con profonda devozione. La statua lignea della Madonna nera, venerata come Regina e Patrona della Lucania, è al centro di un’antica tradizione che attrae pellegrini da tutta la Basilicata e oltre. Ogni anno la prima domenica di maggio la Madonna Nera viene portata in processione, a piedi, tra canti, preghiere e silenzio, attraverso sentieri e antichi tratturi, fin sul Sacro Monte, a 1700 metri di altitudine, dove si trova il santuario, per poi far ritorno in paese la prima domenica di settembre. Un cammino lento, faticoso, riflessivo, che simboleggia la connessione tra cielo e terra, tra l’umano e il divino. Questo rito antico, intriso di mistero ed emozione, è un invito a fermarsi, a riflettere, a lasciarsi avvolgere da un senso di pace interiore che solo la fede condivisa e la natura incontaminata sanno donare. Il Santuario della Madonna del Sacro Monte, raggiungibile nei mesi estivi con escursioni guidate a piedi lungo antichi tratturi, offre un panorama indimenticabile sulla Valle.
Se durante l’estate il piccolo borgo offre vari momenti di festa e di intrattenimento, anche durante l’inverno, quando la neve copre dolcemente i tetti delle case e le montagne si fanno silenziose, Viggiano si trasforma in una piccola “località alpina” intima e accogliente. Il Comprensorio Sciistico del Monte di Viggiano, poco distante dal centro, è una perla nascosta per gli amanti del turismo lento anche nella stagione fredda. Una piccola stazione con piste da sci alpino, fondo e snowpark, adatta a famiglie e principianti, immersa in un paesaggio incantevole. Il vero incanto è però ciaspolare nei boschi, vivendo il silenzio che regala il candido manto nevoso.
Non distante da Viggiano, tra i monti che abbracciano la Val d’Agri e la Val Basento, sorge Calvello, con le sue stradine acciottolate, i panorami mozzafiato e le tradizioni secolari, meta ideale per chi cerca un turismo autentico, lontano dalle rotte più battute. Incastonato tra boschi, sorgenti e pietra viva, è uno di quei borghi che non si attraversa in fretta, si vive passo dopo passo, respiro dopo respiro. Il centro storico di Calvello è un intreccio poetico di vicoli stretti, scale di pietra e case adagiate le une sulle altre. Dominando il borgo, il Castello Carafa – Ruffo, regala una veduta panoramica sulla vallata sottostante. Al suo interno il Museo Multimediale della ceramica celebra l’antica tradizione dei “faenzari”, artigiani locali che nel ‘500 esportavano la loro arte in tutto il Mediterraneo con un’esposizione di piatti, vasi e altri oggetti realizzati in ceramica. Inoltre la Bottega della Faenza permette l’acquisto di ceramiche artigianali locali.
Per gli amanti della natura, una camminata fino al Monte Saraceno, conduce al Santuario della Madonna del Monte Saraceno, un luogo di spiritualità immerso in un paesaggio lussureggiante.
Ogni anno tra ottobre e novembre, i boschi di castagni di Calvello si trasformano in luogo di festa. Con una superficie di circa 60 ettari, il castagneto comunale offre l’opportunità di raccogliere castagne grazie ai servizi di accoglienza organizzati dal Comune e dalla Proloco. La gastronomia calvellese è un viaggio nei sapori genuini, fatta di prodotti semplici legati alla terra e tradizione contadina.
In questi luoghi il turismo lento non è una moda, non è solo un viaggio ma è un ritorno, a sé stessi, alla natura, alle radici. E mentre il sole tramonta dietro i crinali delle dolci colline il cuore si riempie di gratitudine perché non si è solo visitato un luogo ma si è entrati in una storia, si è entrati a far parte di un ritmo che non si dimentica più.
Qui non servono filtri, la luce è già perfetta, i paesaggi parlano da soli e il tempo, finalmente, smette di correre.
Lascia il caos, prendi uno zaino leggero e vieni a vedere cosa succede … quando si riparte lo si fa con un pezzo di cuore rimasto lì, tra i vicoli e le nuvole, dove il tempo ha scelto di fermarsi per lasciare spazio alla bellezza.
Agnese Rubino
Foto Comune di Spinoso – Comune di Montemurro
Comune di Viggiano – Comune di Calvello
A giugno, gemellaggio tra licei di Gela e della Normandia, i luoghi degli Sbarchi
Il 6 giugno è la data dell’inizio dello Sbarco in Normandia delle truppe alleate durante la Seconda Guerra Mondiale. E proprio il 6 giugno a Caen in Normandia, Francia, avverrà la cerimonia di gemellaggio tra il liceo Vittorini di Gela e il liceo François de Malherbe di Caen. Una iniziative nell’ambito del progetto Gela le Radici del Futuro, realizzato con il sostegno di Eni e il patrocinio del Comune di Gela. Per Gela parteciperanno sei studentesse e studenti del Liceo Vittorini, diretto dalla Professoressa Serafina Ciotta.
Il gemellaggio sarà nel segno del comune impegno dei due licei “Per la pace e la libertà”, due parole cardine fondamentali soprattutto in una fase così tormentata a livello internazionale.
Studentesse e studenti del Liceo Vittorini arriveranno in Normandia dopo aver studiato nei mesi scorsi gli eventi storici che portarono agli Sbarchi a Gela e in Francia e aver raccolto materiali testuali e iconografici. Visiteranno i luoghi delle Sbarco e incontreranno il corpo docente e i loro colleghi del liceo francese, istituzioni e testimoni, accompagnati dalla crew video del Progetto Gela le Radici del Futuro.
Il viaggio di studentesse e studenti gelesi è stato preceduto da contatti preliminari con gli interlocutori francesi e da un viaggio in Normandia da parte della crew video per preparare il terreno alla missione, individuare le persone da intervistare, le location…
Da questa esperienza nascerà infatti anche un nuovo docufilm da presentare in Italia, in Francia e nei festival internazionali, che si intitolerà “IL VIAGGIO – sulla via degli Sbarchi” e avrà la regia di Iacopo Patierno, autore del docufilm Lo Sbarco, premiato anche a Parigi nel 2023, realizzato nell’ambito del progetto “GelaleRadicidelFuturo“, coordinato da Jacopo Fo e da Bruno Patierno.
Nel corso dell’iniziativa sarà possibile esaminare come nei luoghi dello sbarco in Normandia sono stati realizzati Musei (nell’immagine una foto aerea del Museo di Caen), percorsi, sistemi di accoglienza e ospitalità capaci di accogliere milioni di visitatori nell’arco di tutto l’anno con un picco nel periodo dell’anniversario così come un giorno potrebbe avvenire anche a Gela, teatro dell’altro Sbarco decisivo in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’iniziativa di gemellaggio e il docufilm che seguirà si propongono anche di continuare a sviluppare l’immagine positiva di Gela a livello nazionale e internazionale e fornire nuovi strumenti di relazione di Gela con altre realtà in una logica di apertura e scambio di esperienze.
L'articolo A giugno, gemellaggio tra licei di Gela e della Normandia, i luoghi degli Sbarchi proviene da Gela Le radici del Futuro.
ALLA SCOPERTA DELLA “BASILICATA SLOW”: ITINERARIO MOLITERNO, SARCONI, GRUMENTO
Nel cuore dell’entroterra lucano, lontano dalle rotte turistiche più affollate, dove il tempo sembra scorrere più lentamente scandito dal ritmo della natura e delle tradizioni, immersi nella verde Valle dell’Agri, parte del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, incastonati tra montagne e boschi, spiccano tre gioielli dalla forte identità culturale: Moliterno, Sarconi e Grumento Nova. La Val d’Agri è una destinazione perfetta per “rallentare”, respirare e riscoprire la bellezza dell’Italia nascosta.
Cominciamo il nostro viaggio alla scoperta di questi borghi partendo da Moliterno con il suo rinomato Canestrato e i vicoli che raccontano secoli di vita lucana, per arrivare poi a Grumento Nova dove archeologia e paesaggio si fondono in un museo a cielo aperto passando per Sarconi, piccolo Eden agricolo, dove assaporare i famosi fagioli.
A Moliterno il tempo si conserva tra le tele dei pittori a cui ha dato i natali, nel sapore del Canestrato, formaggio nobile, stagionato nei fondaci e raccontato con orgoglio da chi ancora lo produce, nei vicoli attorno all’imponente Castello si assapora il silenzio, quello pieno che parla di cose vere, nel verde delle faggete che lo circondano si sente la carezza del vento che narra di spiritelli dispettosi e leggende antiche intrise di verità e magia. Tra le curve morbide si snoda poi la strada che porta a Grumento Nova, qui la storia affiora dalla terra: i resti dell’antica Grumentum riposano nel verde, circondati da colline che sembrano vegliarli con rispetto. Camminare tra i resti dell’anfiteatro e delle terme romane è come attraversare un mondo sospeso nel tempo, ogni passo è come un ritorno ad una civiltà che ancora vibra nell’aria. Viaggiare qui significa abbandonare la frenesia, riconnettersi alla terra, assaporare gusti autentici e lasciarsi sorprendere dalla storia millenaria custodita tra vicoli antichi e paesaggi mozzafiato.
Moliterno è tra i borghi più caratteristici dell’area, arroccato su una collina è dominato dal Castello Medievale, che ne è divenuto il simbolo, con la sua torre merlata di fattura Longobarda dall’alto della quale si può ammirare tutta la #ostinata bellezza di questo territorio. Per chi ha interesse per la storia, la cultura e le tradizioni, in ogni vicolo un antico e nobile palazzo ricorda un illustre concittadino forse sconosciuto alle giovani generazioni che ne ricordano il nome solo perché legato ad una piazza o ad una strada. Patria di grandi nomi che si distinsero nelle armi, nelle arti, nelle lettere e nelle cariche ecclesiastiche Moliterno ha dato i natali, per citarne qualcuno, al Generale Giuseppe Parisi (1757-1829), fondatore della scuola militare “Nunziatella” di Napoli, al giornalista e scrittore di fama europea Ferdinando Petruccelli della Gattina (1815-1890); a Giacomo Racioppi (1827-1908) storiografo di fama nazionale, a Michele Tedesco (1834-1916) pittore che fece parte del movimento dei macchiaioli. Moliterno è arte e cultura con le numerose chiese, tra le quali la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, la Chiesa del Rosario, la Chiesa francescana di Santa Croce e l’antico convento, che custodiscono opere d’arte di grande valore testimoniando la ricchezza culturale di questa comunità. Inoltre Moliterno vanta un sistema museale raro per un paese di meno di 4000 abitanti: il MAM “Musei Aiello Moliterno”. Questo circuito comprende ben otto musei ospitati in antichi palazzi in varie zone del paese: il Museo Michele Tedesco e dell’Ottocento Lucano con opere di Michele Tedesco, Di Chirico e altri; il Museo del Paesaggio che custodisce opere di vedutisti della scuola di Posillipo e di pittori stranieri del Grand Tour; il Museo di arte contemporanea in un’antica dimora nei pressi del Castello; la Biblioteca lucana Angela Aiello; il Museo della ceramica; il Museo del Novecento lucano; il Museo di arte moderna; il Museo Palazzo Santacroce. Inoltre a Moliterno, ospitata nell’antico ed elegante Palazzo Valinoti, si trova la Bibliomediateca comunale “G. Racioppi” che vanta un fondo antico di ben 2.500 volumi tra cui un incunabolo del 1490, manoscritti, cinquecentine e testi del XVII e XVIII secolo, aperta al pubblico dal 1975, mediateca dal 2004, offre servizi di prestito e consultazione con un fondo moderno di circa 25.000 volumi.
Per chi ricerca invece, il contatto con la natura, poco distante dall’abitato, troviamo il Bosco Faggeto, riconosciuto Sito di Interesse Comunitario (SIC), un’oasi di biodiversità con oltre 800 specie floristiche, tra cui numerose orchidee selvatiche, meta ideale per gli amanti delle escursioni naturalistiche e del trekking. Altro sito di grande valore storico, culturale e naturalistico situato nel comune di Moliterno è la Murgia Sant’Angelo, da poco dichiarata “sito di interesse culturale particolarmente importante di interesse archeologico”. Meta ideale per escursioni ed attività all’aria aperta offre un paesaggio suggestivo con formazioni rocciose calcaree e una vegetazione tipica della murgia lucana. Questo sito testimonia la presenza umana sul territorio fin dalla Preistoria, con insediamenti legati alla transumanza e alla pastorizia. I reperti archeologici qui rinvenuti indicano la lavorazione del latte e la produzione del formaggio già migliaia di anni fa. L’ospitalità a Moliterno è genuina e diffusa, numerosi B&B ed agriturismi offrono sistemazioni caratteristiche che permettono ai visitatori di godere di un’accoglienza calda e personale, ideale per chi cerca un’esperienza autentica e rilassante.
Prima di proseguire verso Grumento è d’obbligo una tappa nel piccolo centro di Sarconi che incarna perfettamente lo spirito dello slow tourism con il suo passo lento in sintonia con la natura, la storia e le tradizioni locali. Di rilievo sicuramente il Parco Fluviale Baden Powell, una vera oasi di tranquillità, in cui il suono dell’acqua che scorre lungo il fiume Maglia accompagna passeggiate rilassanti tra la lussureggiante vegetazione. Al suo interno, il Ponte Vecchio del 1583 e i resti di un antico castello feudale narrano di un affascinante passato. Non distante, il Bosco Farnie, di querce e cerri, regala sentieri immersi nel verde, ideali per escursioni a piedi o in bicicletta. Questo piccolo paese vanta una storia millenaria legata alla colonia romana di Grumentum, come testimoniano i resti di un acquedotto che univa i due centri. Sarconi è celebre per il suo Fagiolo IGP, legume pregiato che rappresenta una delle eccellenze gastronomiche lucane. Coltivato in oltre venti ecotipi locali è utilizzato in una cucina semplice e genuina ma è apprezzato anche da chef e appassionati di gastronomia più ricercata. Visitare Sarconi durante la celebre “Sagra del Fagiolo”, che si tiene ogni anno il 18 e il 19 Agosto, e che attira visitatori da tutta Italia, è il momento ideale per incontrare gli abitanti del luogo e vivere lo spirito accogliente di questa comunità.
Tra Moliterno e Sarconi numerose sono le opportunità per sfuggire alla frenesia della vita odierna, attività da praticare all’aria aperta in ogni stagione, trekking, mountain bike, ciclismo sono solo alcune delle opzioni disponibili.
Proseguiamo il nostro tour verso Grumento che custodisce uno dei tesori archeologici più significativi della Basilicata, l’antica città di Grumentum con i resti ben conservati di un teatro, un anfiteatro, le terme e i templi. Luogo ideale per chi ama la storia e desidera camminare tra le tracce del passato in un contesto naturale sorprendente. Il Parco Archeologico di Grumentum è uno dei siti romani meglio conservati del sud Italia. Il silenzio del presente si intreccia con i suoni del passato: il vociare del foro, le incitazioni del pubblico nell’arena, lo scalpitio dei cavalli, ogni pietra racconta una storia, ogni colonna è un ponte tra mondi lontani. L’anfiteatro, il decumano, i templi e le domus si svelano al visitatore come pagine di un grande racconto. Qui il tempo si ferma e la storia prende voce nel Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, il cuore della memoria a pochi passi dal parco, dove i reperti raccontano dell’evoluzione del territorio dai primi insediamenti indigeni fino alla piena epoca romana. Ceramiche, statue, monete, oggetti di vita quotidiana, ogni sala del museo rappresenta una finestra aperta sulla civiltà che fiorì lungo la valle. Un museo moderno e accessibile, pensato per tutti: appassionati, famiglie, scuole e viaggiatori curiosi. Un ponte ideale tra archeologia, cultura e territorio. Non distante dal parco archeologico il Bosco Maglie, sede del centro di educazione ambientale “Bosco dei Cigni”, che si estende fino alle rive del Lago del Pertusillo, invaso artificiale a sbarramento del fiume Agri, è un’oasi di tranquillità dove il silenzio della natura accompagna passeggiate rilassanti tra vegetazione lussureggiante. Grumento Nova rientra nel territorio di produzione di vini pregiati come i Terre dell’Alta Val d’Agri DOC in più in estate ospita eventi culturali che celebrano la sua storia e le sue tradizioni come la rievocazione storica “aurora sotto le stelle” dedicata alla principessa Aurora Sanseverino, con cortei, banchetti e spettacoli in costumi d’epoca. Il borgo moderno che si snoda tra vicoletti acciottolati e balconi fioriti è la destinazione perfetta per chi ama il turismo lento, quello fatto di natura, incontri, silenzi e sapori veri.
Queste tre perle della Valle dell’Agri rappresentano un rifugio autentico per chi cerca il senso del viaggio, la meta perfetta per chi cerca silenzi che sanno parlare, tradizioni che resistono al tempo, una bellezza discreta ma, lontana dai riflettori; qui impari che viaggiare non è solo spostarsi ma anche fermarsi, guardare, ascoltare, sentire.
Sono luoghi che ti aspettano con un tempo da vivere, lentamente e, forse proprio per questo, indimenticabili.
Agnese Rubino
Foto Comune di Moliterno – Comune di Sarconi – Comune di Grumento Nova
MOLITERNO “CITTÁ DEL FORMAGGIO”: UN VIAGGIO TRA GUSTO, STORIA E TRADIZIONE
Nell’ultimo periodo stiamo assistendo, tra molti viaggiatori, ad un cambio di rotta dalle mete principali a quelle cosiddette “minori”; si preferiscono mete meno affollate e lontane dai tradizionali tour, aree rurali e piccoli borghi dove poter godere della tranquillità e della bellezza e dove poter vivere esperienze autentiche e significative. Al turismo di massa si preferisce quello che viene identificato come “turismo lento”. Ed in questo scenario l’enogastronomia si conferma essere elemento assai ricercato ed apprezzato in ogni esperienza di viaggio con l’affermazione di nuove forme, modalità e luoghi di fruizione caratterizzati dalla capacità di introdurre, coinvolgere e immergere il viaggiatore nella cultura della meta visitata. Il nostro Bel Paese è dotato di un’alta capacità attrattiva sul mercato globale grazie alle sue eccellenze enogastronomiche e possiede potenzialità che, se adeguatamente espresse, sono capaci di rafforzare la competitività italiana nello scenario internazionale ed essere da stimolo per lo sviluppo delle aree minori, creando valore economico, sociale e culturale che dura nel tempo. Le eccellenze enogastronomiche rappresentano una componente importantissima per l’economia e la cultura nazionale e offrono un’opportunità unica per valorizzare le tradizioni locali, i prodotti tipici e il paesaggio rurale proprio grazie a questo nuovo modo di viaggiare, con la capacità di generare flussi turistici e spesa aggiuntiva e far aumentare così la quantità dei luoghi e degli attrattori turistici migliorandone la qualità. Ma il turista contemporaneo non si accontenta di degustare sapori: vuole viverli, partecipando attivamente a momenti che celebrano il legame tra cibo, natura e cultura; insieme alla voglia di riconnettersi con la natura, i turisti richiedono spazio ed occasioni per stare insieme e condividere una passione comune. Per questo motivo eventi stagionali o culturali, legati al territorio, stanno diventando catalizzatori di flussi turistici. La ricerca di esperienze autentiche e irripetibili spinge i viaggiatori a pianificare itinerari in funzione di questi appuntamenti, che si trasformano in vere e proprie leve di attrattività per le aree meno note e più interne. Anche la nostra Val d’Agri si sta aprendo a questo nuovo modo di accogliere il turista e nei piccoli borghi sono sempre più numerosi gli eventi che regalano esperienze di questo genere.
Il ruolo dell’enogastronomia come elemento chiave per attrarre turisti e sostenere l’economia locale è ormai un dato indiscutibile sul quale costruire nuove opportunità per le aree interne e i piccoli comuni. Per chi vuole vivere questo nuovo modo di scoprire i luoghi in maniera più autentica la Val d’Agri offre anche prodotti di eccellenza che aiutano a scoprire natura, cultura e tradizioni dei piccoli borghi che li producono. È il caso del piccolo comune di Moliterno, tra i boschi silenziosi della Val d’Agri, dove il tempo scorre al ritmo lento della natura e in cui nasce un’eccellenza che profuma di tradizione, identità e passione: il Canestrato di Moliterno IGP. Non è solo un formaggio, ma una storia d’amore tra l’uomo e la sua terra. Ogni forma racchiude i gesti antichi dei pastori, la pazienza dei casari e il respiro delle stagioni che attraversano i “fòndaci” della stagionatura. La caseificazione del canestrato di Moliterno Igp rispetta ancora gli antichi procedimenti e la sua stagionatura avviene solo ed esclusivamente a Moliterno in questi locali posti nei sotterranei di ogni palazzo nobiliare o antica abitazione moliternese che, con pareti spesse non meno di 40 cm e almeno due lati interrati, consentono il mantenimento di un microclima particolare che assicura una temperatura costante intorno ai 12 gradi ed un tasso di umidità superiore al 90%.
Questo formaggio viene prodotto nel rispetto di un disciplinare di produzione con latte di pecora e di capra allevate prevalentemente a pascolo brado nell’ampia zona di produzione del latte che ricalca gli antichi percorsi della transumanza delle greggi
Per la sua produzione, la cagliata, viene pigiata in canestri (da cui il nome Canestrato) dei quali rimane il segno sulla crosta una volta che il formaggio è stagionato.
Nei fòndaci le forme di canestrato sono affidate alle costanti e sapienti cure dello stagionatore che assiduamente le ripulisce, le gira e le rigira sulle assi di legno locale di abete o di castagno fino ad ottenere un formaggio tendenzialmente dolce e delicato all’inizio della stagionatura (“Primitivo con stagionatura entro i 6 mesi), che evolve verso caratteristiche organolettiche più accentuate, con un sapore forte, aromatico e piccante (“Stagionato” dopo 6 mesi e fino a un anno, “Extra stagionato” dopo 12 mesi). A fine stagionatura il canestrato viene trattato con olio d’oliva, con aceto o con acqua di fuliggine ed è pronto per il marchio IGP, ottenuto nel 2010, che lo contraddistingue.
Le origini di questo rinomato prodotto sono antichissime, i primi scritti che attestano la sua esistenza risalgono ai primi decenni del ‘600. Dal 1700 l’attività di stagionatura si trasformò in una vera e propria tecnica organizzata, che ha reso celebre Moliterno in tutto il mondo tanto che nel XIX secolo, al porto di Napoli era presente il “Molo Moliterno” da dove si spediva il formaggio anche nelle Americhe.
Ogni anno, il 9 e il 10 agosto, il borgo dedica al suo prodotto principe “Le notti del Canestrato”, longeva Sagra del formaggio pecorino di Moliterno giunta alla sua 43ˆ edizione. Ogni anno questo evento trasforma il paese in un palcoscenico di sapori, le vie del centro storico si animano con stand gastronomici, spettacoli musicali e mostre artigianali; i ristoratori locali propongono piatti che celebrano il canestrato, dalle ricette tradizionali a reinterpretazioni più moderne, permettendo ai partecipanti di scoprire la versatilità di questo pregiato prodotto.
E per tutto questo Moliterno è entrata a far parte ufficialmente della èlites delle 36 città italiane che, per storia e tipicità, possono fregiarsi del titolo di “Città del formaggio”, riconoscimento importantissimo da parte della Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio (ONAF) ottenuto nell’agosto del 2024 con le seguenti motivazioni:
- Per la capacità dimostrata nel riportare il formaggio locale, il Canestrato di Moliterno IGP, ad una produzione significativa dopo anni di crisi;
- Per l’entusiasmo della comunità locale verso la storia, la promozione e diffusione del formaggio;
- Per l’ottimo evento di promozione rappresentato dalla Sagra del Canestrato IGP giunta alla 43esima edizione e che si tiene il 9 e 10 agosto di ogni anno.
La rete delle “Città del formaggio ONAF” è una iniziativa promossa dall’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio nata nel 2020 che riconosce i comuni italiani, borghi, paesi e città simbolo di tradizione casearia, cultura gastronomica e sostenibilità economica legata alla produzione di formaggi, testimoni di una tradizione casearia secolare identitaria, e questo riconoscimento per il piccolo borgo lucano, è più di un titolo, è una consacrazione di identità.
Il 28 Marzo scorso il sindaco di Moliterno, Antonio Rubino, ha partecipato ad un evento in Campidoglio per il conferimento del titolo di “Città del formaggio” da parte di ONAF a Roma (Caput casei). L’iniziativa ha sottolineato l’importanza della rete tra le Città del formaggio per sostenere economia, turismo ed enogastronomia locali ed ha promosso la collaborazione tra le città del formaggio per valorizzare i propri prodotti caseari e stimolare lo sviluppo turistico.
Alla luce di questo si può affermare che il Canestrato di Moliterno rappresenta molto più che un formaggio, è un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, è l’identità di un territorio.
In un mondo che corre veloce Moliterno ci ricorda quanto sia prezioso fermarsi ad ascoltare ciò che la memoria racconta attraverso i sensi. E il Canestrato parla forte e chiaro: è il sapore autentico di una comunità che ha fatto di questo formaggio il suo orgoglio più grande.
Agnese Rubino
Foto: Comune di Moliterno
La Colonia di Cicogne di Gela
Nella piana di Gela potete assistere a uno straordinario spettacolo della natura…La colonia di cicogne più grande d’Italia!
Le cicogne le troverete lì sui tralicci della rete elettrica dove costruiscono enormi nidi visibili a occhio nudo o planare sopra i tetti delle vostre macchine mentre state percorrendo la strada Statale 115 Gela Catania.
La cicogna bianca, specie protetta che da sempre suscita curiosità e stupore, è qui che ha trovato il suo habitat ideale, accanto ai carciofeti e agli ambienti incolti, per nidificare e allevare i piccoli.
Questi grandi volatili arrivano nella piana di Gela intorno al mese di gennaio e iniziano a deporre le loro uova da marzo in poi quando le temperature si fanno più miti. E’ così che si è generata in pochi anni una vera e propria colonia, spontaneamente, senza l’intervento dell’uomo.
La presenza della specie è inoltre, un importante segnale della presenza di pascoli e colture senza l’abuso di prodotti chimici.
Ogni anno si registra in media l’arrivo di ben 100 giovani cicogne.
Le cicogne di Gela sono le prime ad essere state dotate di dispositivi Gps per monitorarle e studiarne i fenomeni migratori.
L'articolo La Colonia di Cicogne di Gela proviene da Gela Le radici del Futuro.
IL RESPIRO DELLA VAL D’AGRI
In un’epoca in cui tutto sembra avere fretta, esiste un modo diverso di viaggiare che assomiglia più a un ritorno che a una partenza. È lo slow tourism, il turismo lento, che non ha bisogno né di itinerari frenetici, né di grandi strutture ricettive ma è fatto di incontri veri, sapori genuini e natura lussureggiante. Il turismo lento non è una moda ma un gesto d’amore per i luoghi, per chi li abita e per il turista stesso; il turismo lento è camminare sui selciati di piccoli borghi dimenticati, perdersi tra i sentieri che non portano solo da un punto ad un altro ma ti conducono dentro storie, volti, tradizioni. Questo tipo di turismo ti fa sedere a tavola con chi ti racconta da dove viene il vino che hai nel bicchiere, ti incanta davanti a un tramonto senza farti pensare alla prossima tappa, ti insegna un modo di muoversi lasciando una traccia lieve fatta di sorrisi e di incontri piuttosto che di foto veloci, ti aiuta a scoprire, viaggiando, la consapevolezza che la bellezza ha bisogno di tempo.
Ed esiste un luogo in terra lucana dove il tempo sembra voler avere un ritmo che si prende cura di te, dove ogni passo racconta una storia e ogni sguardo si perde tra dolci colline e boschi silenziosi, tra piccoli paesi con nomi antichi che custodiscono un’anima gentile, dove ogni sorriso è una porta che si apre, dove i riti religiosi uniscono sacro e profano e il dialetto si mescola al vento: la Val d’Agri. Immersa nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano è un piccolo paradiso per gli amanti del trekking e della natura con i suoi paesaggi da cartolina che cambiano colore ad ogni stagione e in cui la memoria è viva ed è pronta a farsi raccontare a chi ha il cuore abbastanza aperto per accoglierla.
Scegliere di visitare la Val d’Agri significa scegliere un turismo autentico, fatto di esperienze genuine, natura incontaminata e borghi ricchi di cultura. È la destinazione ideale per chi vuole rallentare il ritmo frenetico della vita di tutti i giorni, ritrovare un legame con la terra e vivere la Basilicata più vera.
In Val d’Agri non si corre … si cammina … si ascolta … si respira.
Qui non serve “avere fretta”, serve solamente il desiderio di ascoltare, sentire, vivere.
Qui non si va “in vacanza”, si torna a sé stessi, alla terra, alla meraviglia delle piccole cose.
Anche il tempo qui non corre ma cammina… cammina tra i sentieri di antichi boschi di faggi, tra i vicoli di borghi addormentati sulle dolci pieghe dell’Appennino Lucano. Non ci sono folle, né file interminabili di turisti davanti all’entrata delle chiese o dei musei ma ci sono ancora le nonne sedute sull’uscio delle case intente a ricamare i corredi per le giovani spose e gli anziani seduti al tavolino del bar a giocare a carte e a commentare le notizie del quotidiano appena acquistato in edicola.
Qui, dove il cielo si specchia nel grande Lago di pietra del Pertusillo e le nuvole accarezzano le cime del monte Volturino e del monte Sirino, si scopre un nuovo modo di viaggiare che non è solo un modo di muoversi alla scoperta di posti un po’ nascosti, ma è un modo di sentire e vivere quei posti.
Chi arriva in Val d’Agri lo fa in punta di piedi e trova accoglienza “vera”.
Chi arriva in questa terra è accolto dal profumo del pane appena sfornato nel forno di paese, è accolto dal “profumo della domenica” che sa di buon cibo, di festa, di ricordi di famiglia, di tradizioni antiche, è accolto dagli allegri schiamazzi dei ragazzini che giocano, ancora, a pallone per strada, è accolto da un silenzio che racconta storie mai scritte ascoltate dai nonni che riposano al sole sulle panchine della piazza del paese.
Ogni passo nei vicoli dei borghi della valle dell’Agri è come un ritorno alle origini, un dialogo con la storia e la cultura di questa terra dove la natura è ancora madre, custode e compagna di viaggio, un viaggio che non ha fretta, che insegna a guardare il muschio che cresce sugli alberi, a bere l’acqua che scorre limpida e cristallina tra le gole rocciose, a guardare negli occhi chi si incontra per strada. È un viaggio guidato dal cuore e non dal navigatore, ogni borgo custodisce un segreto, una leggenda, una ricetta assaporata con lentezza.
In questi luoghi il tempo non si misura in minuti ma in emozioni, il turismo lento in Val d’Agri è un invito a lasciare a casa l’orologio, a camminare tra ulivi e vigneti come si cammina tra i propri pensieri, è un invito a camminare come tra le pagine di un libro per ascoltare storie narrate davanti al fuoco di un camino. Il turismo lento è un turismo che non consuma ma contempla, che non si esaurisce in un selfie ma si custodisce nell’anima. Chi sceglie la Val d’Agri sceglie la lentezza, la verità, l’autenticità, sceglie di ritrovare ciò che conta davvero.
Agnese Rubino
Foto: Polifoto
I documentari animati di Gela le Radici del Futuro proiettati nelle scuole italiane
BriksLab, la piattaforma didattica digitale utilizzata da migliaia di classi, di comune accordo con l’associazione Scuola Senza Zaino, ha selezionato i tre documentari animati realizzati da Gela le Radici del Futuro per la diffusione nelle scuole italiane.
Raggiungeranno così anche una grande platea di insegnanti, studentesse e studenti.
I tre documentari animati sono visibili a questi link
- Gela antica, la New York del Mediterraneo
- Storie di fate e di giganti
- La vita nel Medioevo. Quando Gela si chiamavavaTerranova
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