Io odio i rapporti umani.

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Il primo passo verso il miglioramento della condizione di una persona e' una valutazione realistica dei fatti.
Prendiamo le relazioni con gli altri esseri umani.
Ci sono dei problemi di relazione con gli altri.
Ma, diciamoci la verita', a volte non e' che hai problemi di relazione con gli altri esseri umani.
E’ che non vuoi nessuna relazione con gli esseri umani.
Conoscere la gente comporta il rischio di affezionarsi. Si diventa amici, magari amanti, poi si fanno male, muoiono o diventano dei sabotatori della tua perfetta esistenza. E tu soffri.
Percheccazzo devo avere rapporti sociali? Fottetevi.

Lo stesso vale per tutte le teorie spiritualiste e le scuole di psicologia e psicanalisi, pensiero positivo e mantra tibetani.
Mica me l’ha ordinato il medico di LAVORARE SU DI ME.
Perche' devo stare li' a migliore il mio stile di vita?
Non sarebbe meglio ammettere che vivere e' una gran rottura di coglioni e l’anestesia totale e' meglio?
Quello dice: “Allora suicidati!” e perche' mai? Suicidarsi e' sgradevole e doloroso. E io sono fedele al principio: non far tu quel che puoi lasciar fare a qualcun altro.
Ci sono dei giorni che io preferisco semplicemente praticare l’anestesia totale. Mi immergo in un videogame, in un lavoro vorticoso, ammazzo il tempo anziche' viverlo. Prima lo inganno e poi l’ammazzo. E’ una bella rivincita anche. Non vivo, senza la scomodita' di uccidermi. Frego la vita.

Diciamoci la verita', tanto non ci sente nessuno…
Ogni tanto io mi sento proprio cosi'. Non sempre ma ogni tanto si'.
A volte sono RISENTITO con il mondo che non mi vuol dare quello che e' giusto. Il mio diritto.
Sono risentito.
Incazzato, avvilito.
Ma tendo a far finta di niente. A non vedere che cerco una specie di vendetta contro tutto negandomi alla vita.
Me ne vado. Scappo. Mi nascondo.
Me ne sto per conto mio. Con la mia rabbia.
Un breve suicidio.
Poi mi tocca tornare a vivere.

IO PRATICO L’ANESTESIA
Come forma di protesta. Il mondo e' ingiusto? E io lo punisco smettendo di vivere attivamente. Mi infilo in un videogame e ci resto 6 ore di seguito senza respirare mai.
Anche tu pratichi l’anestesia ogni tanto?
Come fai?
Che tecnica usi?
Forse fai un uso compulsivo della politica?
Preferisci le donne nude?
Oppure lavori fino ad azzerarti la testa?
Giochi d’azzardo?
Rimugini?
Ti fai le seghe mentali?
Odi qualcuno?
Ti droghi?
Ti ubriachi?
Stai dentro la tua routine?
Prendi gli psicofarmaci?
Usi il Grande Fratello (bovinizza in poche puntate!)
Dai la caccia ai batteri sulle piastrelle del bagno? (li scovi col microscopio e poi li uccidi uno per uno con un un nanomartello, miracoli moderni delle nanotecnologie).

La societa' moderna ha inventato mirabolanti sistemi per uscire di scena. Puoi vivere passando da un Ipod a un PC a un Tv al plasma senza dover pensare o ascoltare le sensazioni del tuo corpo neppure un istante in tutta la giornata.
Il parametro dell’anestesia e' proprio questo: quanto tempo passo senza sentire quella scassacavoli della sensazione di vivere?
Sensazioni fisiche.
Sensazioni emotive.
Le sensazioni sono il nostro problema. Il bersaglio dell’anestesia.
Sono deluso, non ho voglia di niente. E soprattutto non voglio sentire quella sensazione sgradevole che mi attanaglia alla pancia, alla gola, alle ginocchia, all’inguine. Che mi attacca alle spalle, mi sorprende. NON VOGLIO.
Chiudo i contatti.
Base Terra, Base Terra addio, avete rotto le palle.
Addio.
Io me ne vado.
Astronave 317 adieu!
Me ne vo'.
Cuccatevi voi il Mare della Sfiga.
La Noia delle Muffe Mentali.
I Biechi Blu.
I Cucu' a molla.
Le donne con la colla.
La gente Pappa Molla.
L’Ingiustizia esistenziale.
Di essere nato maiale e morire sotto Natale.
Va tutto cosi' in fretta.
E sembra che non si muova niente.

Allora dico.
Sono proprio incazzato.
E ho tutte le mie ragioni.
E anche tu le tue.
Allora resto staccato dal mondo.

Pero' ogni tanto mi viene la voglia.
Una cosa pericolosa.
Mi dico: ma vaffanculo Jacopo, tanto sei vivo, non sei bravo a fare finta di essere morto.
Ce ne sono che ci riescono. Diciottenni lobotomizzati, ottantenni sclerotizzati, quarantenni impomatati con l’appretto nell’anima e il gel sui sentimenti.
Io invece, a volte, mi sembra quasi che potrei anche vivere.
Ascoltare fiumi di sensazioni, conoscere persone anche se so che non si tratta di immortali.
Creature transitorie.
Brevi sprazzi di individualita' nella misura esagerata del tempo. Devi conoscerli subito, domani chi lo sa se ci sono ancora.
Piuttosto che piangere i morti e sfuggire i vivi sarebbe meglio il contrario. Fiori di campo. Non durano quanto le piramidi.
Ma i giorni se li vivi tutti sono immensi. Dall’alba al tramonto, e anche un po’ di notte. E puoi trasformare ogni giorno in una vita intera. E vivere migliaia di vite.

Quel che 'sti stronzi non c’hanno detto a scuola e' che possiamo scegliere. Ogni mattina: vita o anestesia totale rimuginante.
Per anni ho pensato che mi alzavo di un certo umore o di un altro.
Una roba tipo che hai gli occhi azzurri o non li hai; non ci puoi fare niente. E anzi pensavo che fosse ingiusto agire contro il proprio umore. La propria fenomenologia interiore ha un diritto. La meteorologia dei sentimenti va rispettata, tu sei i tuoi sentimenti.
Partivo dalla constatazione che negare i propri sentimenti sia nascondersi qualche cosa. Fa male non ascoltare le sensazioni emotive.
Giusto.
Lo penso ancora.
Ma sto parlando di un altro aspetto della questione.
Mi alzo, sto male, ne prendo atto, dedico un quarto d’ora a osservare quanto sto male e a dirmi: ma quanto sto male. Magari posso cercare di comprendere sommariamente anche perche' sto cosi' male e fare un bell’elenco dei motivi. Se sto veramente male e ho veramente molti motivi di dolore da elencare posso anche passare 45 minuti a crogiolarmi nella contemplazione zen del mio dolore cosmico e della mia anima bambina schiaffeggiata dai marines.
Ma poi tocca decidere di alzarsi dal proprio brodo di merda. Sorridere. Anche se non ne hai voglia, dopo un po’ che sorridi il tuo cervello (che e' ‘nu poco fesso) si convince che tutto va bene e inizia a produrre ENDORFINE,  meravigliose sostanze naturali che provocano un intenso rafforzamento di tutte le funzioni vitali organiche e danno una sensazione oserei dire piacevole.
Endorfine, dopamine, endocannabinoidi eccetera.
C’abbiamo tutta una farmacia dentro, fantastica.
Sto male?
Mi curo!
Piglio la pasticca.
Come faccio?
Mi metto a fare qualche cosa. Corro, rompo gli zebedei al mondo con un articolo, organizzo un gruppo d’acquisto, una festa, faccio sesso.
Poi sto meglio. Il difficile e' alzarsi. Riuscire a immaginare che nel giro di mezz’ora potresti stare gia' meglio, molto meglio.
Mi viene una specie di rabbia, perche' lo so che se mi muovo poi smetto di rimuginare, mi si alza il tasso di ossigeno nel sangue e la pelle diventa piu' luminosa. Mi fa rabbia di essere cosi' debole, che basta niente che subito mi sento quasi bene. E tutta l’indignazione, tutto il livore, tutto il malanimo, la delusione, la frustrazione puo' svanire da un momento all’altro come se non avesse nessuna importanza, nessuna sostanza.
Una parte di me vorrebbe lottare per proteggere il mio sacrosanto cattivo umore. Il mio livido disprezzo per la vita. Ho diritto di soffrire per questo mondo di cacca quanto voglio!
Vero.
Ma chi me lo fa fare?
E’ semplice stare un po’ meglio. Ci riesci subito. E appena stai un po’ meglio poi stai ancora meglio. Sei incazzato con lei, poi lei fa una certa cosa, che magari ti piace tanto, e passa tutto in un attimo. Ci vuol poco. E tu pero' sei un po’ arrabbiato constatando come lei abbia il potere assoluto sul tuo stato d’animo.
Mi viene voglia invece di usare questa fragilita' del mio malumore, questa evanescenza della musonita'.
Ho voglia di esplorare TERRITORI DELLA MIA ANIMA DOVE LE INCROSTAZIONI DI RABBIA FRANANO.

Questa e' la mia idea per il 2010.
Non farmi piu' fregare neanche un giorno dall’ANESTESIA TOTALE.

 


Commenti

come capisco ciò che dici..e vorrei dire tante cose, e spiegare come anch'io mi tuffo in questi malumori (anche se di solito io sono al contrario, da anestesia totale qualche volta mi sveglio e mi rendo conto di non viverla, la mia vita, perchè in realtà mi fa una paura fottuta, e incontrare davvero le persone mi terrorizza), ma invece credo che non dirò nient'altro.. leggere che una persona come te, che la sua vita se la vive davvero, ha di questi momenti...mi rincuora.
E ti ringrazio perchè dici che non si dovrebbe sfuggire alle proprie emozioni, e ognuno ha il diritto di sentirsi incazzato..
io vorrei urlarlo al mondo, che ho diritto di rispettare le mie emozioni.

urka! beccata in pieno! appena registrata e appena "acchiappata" dal sito e mi ritrovo identificata in pieno in questo preciso momento con quello che scrivi...anestesia totale...! oggi mi sento così...e mi incazzo se mi passa....domani mattina starò meglio e non ne ho voglia..perchè "mi tocca" parlare con la gente..congli amici..che vogliono sapere come stai e vogliono anche "tirarti su" con le loro parole...e io per farli contenti ..devo anche far finta che sto bene..uff! fatica doppia ! vabbè...mi addormento e aspetto che passi...lascio fare alla vita..' notte

Anche io certe volte mi incazzo perché non mi lasciano essere triste in pace. Come Massimo Troisi in 'Pensavo fosse amore e invece era un calesse': 'Io non soffro bene!'.
Me lo riprometto ogni anno di fuggire l'anestesia totale, ma poi ci ricasco. Gli è che il genere umano fa schifo e quando sei pieno di endorfine e di voglia di distribuire coccole, soprattutto al più triste del mondo, questo più triste si rivela essere intimamente stronzo e A) cerca di trascinarti nella sua tristezza perché invidia la tua allegria e o non la sopporta, B)si risucchia la tua allegria e poi ti lascia svuotata come una busta di patatine o una lattina di coca cola all'angolo di una strada.
Poi ovviamente succede qualcosa, ma io cerco di rallegrarmi con moderazione, per non restare troppo delusa. Preferisco far precedere il piacere di una fetta di torta al piacere di un rapporto umano. Continuo ad avere una vita sociale in anestesia locale. Sto cercando di riabilitarmi piano piano, anche se da fuori non si nota affatto - sono una grande attrice, salvo i momenti di 'sguardo fisso nel vuoto e qualcuno crede che tu stia meditando il suicidio'.
Grazie del post!

Ciao, creatura.
E che cosa vorresti fare di buono, se mentre lo fai rimugini tutto il tempo sul tuo livore?fai la prova. prepara un' insalata in un giorno in cui sei felice. Prepara la stessa insalata, in un giorno in cui manderesti il mondo in frantumi. Ha lo stesso sapore?
I rapporti umani, puoi rifiutarli quanto vuoi, ma torneranno sempre come una padellata in faccia.
E più dirai che non li vuoi e più loro verranno a farti un sorrisone in cambio di un abbraccio.
Io me ne intendo.
Soffrire è l' opposto di gioire, esiste l' uno ed esiste l' altro. Sta a noi prendere a cornate la paura di soffrire buttandoci dentro ad essa come in una battaglia, per vedere cosa succederà. Se abbiamo paura di soffrire, in realtà è perchè non abbiamo idea di quanto sia bello gioire.E se non sappiamo quanto sia bello gioire è perchè conosciamo meglio il dolore, per i più svariati motivi che non c' è bisogno di dire.E così, all' infinito, come il cane che si morde la coda, come in un cerchio. La paura scompare nel momento in cui rischiamo per vedere cosa c' è dietro ad essa. Che non è mai qualcosa di brutto, e non è mai quel che noi ci immaginiamo.
Non si tratta di fare violenza al proprio umore.
Quando si ha la capacità di modificare lo stato biopsichico dal nero al bianco, avendo la consapevolezza delle proprie sensazioni, non si fa del bene solo a sè stessi, ma anche a chi ci sta intorno. Ma questo non c' è bisogno che te lo dica io, perchè lo sai da te.
Che chi ci sta intorno, non è solo chi amiamo o ci ama e gli amici o chi ci passa accanto per qualche ora della nostra vita, ma le piante, gli alberi, i sirpillini delle mele, l' acqua dei fiumi, i ciotoli in riva al mare, l' odore delle muffe nelle nostre montagne, e quello dei piedini dei bimbi piccoli, i nostri figli, i nipoti, le generazioni future e persino quelle passate, i bambini che non hanno nulla e tutte le miserie dell' esistenza umana.
Uno dice, ma perchè devo far qualcosa per non stare male, per far godere del mio star bene anche i ciotoli in riva al mare? che me ne può fregare?
La risposta potrebbe essere: perchè, finora cosa hai fatto?
Hai fatto funzionare una macchina di cooperazione, dove ogni esperienza è tua e di tutti, totale come la vita dev' essere. Se non avessi fatto lo sforzo, non so quante volte per guardare il tuo malessere e trasformarlo in qualcosa di luminoso tutto questo sarebbe finito molto prima. E quel che è fantastico è che praticamente non te ne sei accorto. Sei stato in balia della più bella delle nevrosi mai individuate in psicologia, adesso l' hai risolta e devi capire dell' altro.Tutto qui. E' normale che ciò accada. Me ne intendo, di queste cose!Così come conosco molto bene il valore delle emozioni negative.
Beh, se non vuoi più farti fregare dall' anestesia totale, crea un ambiente di contemplazione del livore latente, dagli una faccia brutta brutta, ma buffa, invitaci chiunque ci voglia andare, e stai li ad alimentare il fuoco sacro dell' odio. Però credo che ce ne vorrebbe proprio tanto tanto, di odio. Quello di un uomo solo forse non ce la fa, a materializzarsi, in un posto come quello in cui ti trovi la maggiorparte dell' anno.
Quello sembra un posto che vive di vita propria, che naturalmente trasforma tutto, o buona parte di ciò che è brutto, sporco e cattivo, nel suo esatto opposto.
Dopo di che metti un rubinetto al di fuori dell' ambiente del livore latente. Quel che dentro è odio puro, esce ovviamente, per il principio sopracitato, come luce, energia, voglia di vita.
Quando sei incacchiato con la vita, vai là col tuo bel bidoncino e decidi tu se entrare e scatafollare tutto il tuo odio e la tua voglia di sputare al centro degli occhi all' umanità intera, oppure riempirti il bidoncino di buonumore e voglia di fare, mandando a cacare la pochezza dell' essere che, si, c'è, ma non va presa mai troppo sul serio, se no, il mondo pian piano diventa sempre più brutto, sporco, cattivo e idiota. E mi pare che non ce ne sia bisogno, ne convieni?
E' pure vero, che uno, prima o poi, dall' esercizio del lavoro di costruire deve pur prendersi un periodo di sacrosante ferie. Ma tu dici: ma io ci vivo, in un posto da sacrosante ferie!
Al contrario: hai fatto così tanto e bene e vivi in un posto così bello che forse per adesso non ne puoi più. Ti stai esaurendo!Devi andare in un posto in cui ricordarti per quale motivo hai cominciato tutto questo, cercare nuovi stimoli. E soprattutto renderti conto che forse sei solo un pò più fortunato di altri. Potresti andare in India a cercare tè stesso ( scherzo!), oppure, fra i rami del tuo albero genealogico, che è sempre una cosa entusiasmante.
A volte ci arrabbiamo perche' non riusciamo ad accettare che con la nostra sola buona intenzione e il nostro impegno, il mondo sembra sempre girare in una sola direzione. Il punto è che NON E' VERO. Il punto è che ognuno di noi è un' infinitesima parte di un meccanismo perfettamente sincronizzato, e l' unica cosa capace di far funzionare meglio o danneggiare questo grottesco meccanismo è il nostro modo di porci verso la vita.
Probabilmente l' anestesia totale funziona solo in un certo ambiente. Ma tu sai benissimo che fuori da quell' ambiente tutto è molto, molto più difficile, e la cosa ti fa incacchiare. Ma ti incacchi solo perchè in fondo non ti fidi di te stesso e sei convinto di non poter reggere tutta l' imbecillità e la cattiveria del mondo.Peggio, perchè credi che non puoi fare niente perchè il mondo cambi. E tutta quella gente bellissima di cui prendi tutto ciò che puoi in termini di umanità, perviene pur sempre da quel fuori che non è la realtà in cui ti trovi, ma è il mondo debole che ti fa incacchiare.
A volte gli esseri umani ci fanno arrabbiare perchè ci appaiono idioti. Se si provasse tutti quanti, ad essere più mamme, ci si abituerebbe allo sforzo della comprensione, che và oltre le sensazioni personali. E a vederli quindi, come figli da crescere, e di cui prendersi cura.Come tutte le cose, come la rabbia. Che esiste, e va coccolata, se vuoi vederla chiaramente. Per cui, suggerisco un giardinetto di delizie fuori dell' ambiente del livore latente, e anche una stanza per le sensazioni legate ai ricordi dei bambini. Bisogna avere il massimo rispetto per le sensazioni negative. Bisogna averne cura, coccolarle, corteggiarle, se il caso, amarle come se fossero la nostra amante. Insomma, un pochino bisogna prenderle per il culo, richiamarle a noi coi guanti e tanta leggiadrìa, esercitare la cavalleria spirituale, e chiamarle, chiamarle con un soffio di voce, a volte. Perchè alcune sono talmente sepolte, nascoste, spaventate, che devi trovare il miglior modo per far capire loro che non le stai negando ma che ti eri solo convinto che loro volessero farti del male.
Che, finchè non le seduci e le domini, il risultato è proprio quello. Ci fanno male.
E, finchè aggiri l' ostacolo rincretinendoti con cose cui a questa bisogna si deve porgere tanto di cappello, tipo i videogame o il grande fratello, avrai solo accantonato il problema. Non tanto per il che cos' è che stai facendo, perchè anche nel grande fratello, e anche nel videogame potrebbe esserci la spiegazione ad un malessere.
Il punto è che contemplare il proprio dolore cosmico va bene, ma bisogna anche sorridersi, mentre lo si fa. Non è una finzione. perseverare con uno stato d' animo arrabbiato fa ammalare te che sei in quello stato e fa ammalare anche chi ti sta intorno. Me ne intendo. Secondo il principio dei neuroni specchio, noi imitiamo e naturalmente leggiamo ogni espressione, anche la più impercettibile, data dalle emozioni di chi ci sta intorno. Per questo, se stiamo incazzati tutto il giorno, chi ci sta intorno tenderà ad imitare la nostra rabbia. Per di più, quando fingiamo di star bene, la gente ci oppone ugualmente resistenza, perchè c' è qualche frazione di millimetro di muscolo facciale che non percepiamo che tradisce il nostro livore; chi ci osserva, lo percepisce, e comincia inconsciamente a opporci resistenza perchè ci considera un ipocrita. Ecco perchè non conviene permanere in quello stato. Fai la prova: la prossima volta che sei incacchiato, anche senza dire niente, al posto di darti l' anestesia totale, buttati nella mischia e fai quello che fai sempre.
E osserva come vanno le cose a tutti quanti, in quella particolare giornata. tutto andrà storto.
Hai ragione, Jacopo, bisogna urlarlo, il diritto allo scazzo, ma bisogna anche esserne gelosi e in qualche modo non negarlo, ma coltivarlo, dargli una forma, aiutarlo ad essere una parte di noi essenziale senza che ci distrugga.
Un abbraccio.
Gabriella

Ammetto che ero tentato di scriverti per chiederti il motivo del "silenzio" sul blog... ma sono riuscito a "resistere" ora con molto piacere ho letto il tuo commento ed anche la riflessione di Gabriella.

Ciao
Marco L.

Caro Jacopo, una cosa è certa , la tua imprevedibilità di pensiero fa di te un personaggio unico !!!!!
L’arte dello scrivere è un dono degli Dei e devo dire che ne fai certamente un buon uso.
Nel finale del tuo articolo scrivi:
“Ho voglia di esplorare territori della mia anima dove le incrostazioni di rabbia franano.”
Questa piccola frase riassume a mio parere in modo magnifico la ricerca del significato del vivere.
Ma tu lo sai meglio di me che esplorare significa essere disposti a tutto ed a rischiare tutto, e anestetizzarzi è un limbo dove ci si rifugia solamente per rinviare l’esplorazione.
Ma siamo uomini con i nostri difetti e le nostre contraddizioni, ed è comprensibile che qualche volta abbiamo bisogno di rifiatare.
Le nostre contraddizioni ……., a volte riflettendo su queste possiamo auto-aiutarci.
Ormai un po’ mi conoscerai e sai che amo anch’io rompere gli schemi classici del pensare, perciò a riguardo ti propongo di rileggerti due articoli che tu stesso hai scritto pochi mesi fa, e che a mio parere sembrano in apparente contrasto con quanto dici ora.
Ma secondo me sono solo in apparente contrasto …… invece parlano molto di te.
Te li propongo perché penso che possano esserti di auto-conoscenza:
In data 4 ottobre'09 scrivevi un articolo dal titolo “Perché l’informazione indipendente tace su alcune questioni?”, completato da un secondo articolo del giorno successivo dal titolo : “ Protesto contro i lettori di questo blog!”.
I titoli possono sembrare fuorvianti, ma in realtà il loro contenuto ha, a mio parere molta attinenza a ciò che
scrivi oggi.
A questi articoli rispondemmo in diversi e tutti gli interventi furono molto interessanti.
Anch’io proposi un commento nei giorni successivi dal titolo:”Rivendico il bisogno di “rifiatare” che trovo molto attinente al tuo articolo odierno.
Non ottengo molto spesso risposta ai miei interventi, e non pretendo certamente questo, è normale che debba essere così.
Ma qualche volta, ottenere un riscontro per sapere come vengo percepito, per capire se riesco a comunicare in modo abbastanza chiaro il mio pensiero, mi sarebbe di aiuto.
Anche perché purtroppo faccio una gran fatica e necessito di parecchio tempo per poter esporre in scrittura i miei pensieri, non sono sciolto nello scrivere.
Ti abbraccio

E' la prima volta che scrvo un commento, ma questo articolo mi ha colpito..è così "nudo e crudo" che arrivi in fondo e ti senti da una parte liberato di un peso (che a volte vogliamo essere anestetizzati!) e da una parte un pò disorientato..comunque sia, la rabbia, il dolore e la delusione fanno parte di noi, e ogni tanto un vero grido di sfogo serve più di un'apparente tranquillità!
Un abbraccio Jacopo
criss

Oggi è proprio una brutta giornata. Mi sono svegliato male, dopo aver dormito male. Tutto a causa di una brutta ed assurda sfuriata con un parente (per di più vicino, e caro, il che fa ancora più male).

In ufficio ho dato un'occhiata alla posta, ho letto il tuo articolo.
Scorrendo le righe mi sono riconosciuto. Quello sono io oggi.
Verso la metà, una frase mi ha strappato una sonora risata (mi cacceranno per questo?). Forse tra mezz'ora starò meglio.

Grazie, davvero. :-)

sei scoppiato a ridere? Sono curioso.

Penso che la nostra vita sia rappresentabile dalla funzione matematica denominata sinusoide.
Avete presente quell'onda che sale e scende?
Abbiamo dei periodi di estrema dinamicità e magari anche allegrezza, altri che ci sembra tutto grigio al di là del tempo atmosferico.
L'unica penso che sia rendersene conto ed accettare questo fatto e la sofferenza anche se a volte è inspiegabile!
Poi molti dicono (psicologi, buddisti ecc.) che bisogna avere un distacco dagli elementi esterni della vita, non farsi condizionare da essi.
Balle.
A me le cose che mi succedono influenzano eccome. Provate a rimanere per mesi senza lavoro e non avere nessuna prospettiva e ditemi come si fa in quel caso a vedere il "bicchiere mezzo pieno"? Svegliarsi al mattino con un peso tra lo stomaco e lo sterno?
Per fortuna è stata una cosa lunga ma ne sono uscito trovando... un lavoro!
Poi magari altre persone riescono ad essere maggiormente distaccate, buon per loro.

brevemente e matematicamente, ogni essere umano è una funzione vettoriale di variabili vettoriali (in n variabili) dove il dominio è il prodotto cartesiano di R per n volte ed il codomonio è composto da m funzioni vettoriali.

Ah, dimenticato il risultato: infinito.

come si fa? Come fa un commentatore a dire "sono arrivato in ufficio e ho letto il tuo articolo, verso metà mi ha strappato una sonora risata, mi cacceranno per questo?". Dove lavoro io non mi caccerebbero per la risata, ma per aver letto un articolo così lungo in ufficio: io non ce la posso fare... Dove lo trovate tutto sto tempo per stare a leggere miliardi di pagine, che io leggo una parola per riga per fare prima, e poi ancora tutti i commenti attaccati? E sono single, e come tale non c'ho un belino da fare nella vita... beati voi... perchè se a me avanza tempo (e non me ne avanza, ma lo faccio avanzare) lo uso per uscire, guardare il cielo, cercare nella folla qualcuno che sorride, chiamare le amiche, gli amici, sistemare la casa che amo, correre appena posso a cercare un pò di verde, ridere e sorridere di tutto quello che posso... ma forse sono fuori tema, forse non c'entro niente io qui dentro... mi rimane la sensazione che c'è qualcosa che mi sfugge, ma continuerà a sfuggirmi :-)
Un abbraccio, e buona giornata
PS: in pratica perchè non scrivete articoli più corti? Magari vi legge più gente, e qualche volta riesco a leggere anche io :-)
PPS: grazie, perchè è la prima volta che entro in un blog in vita mia :-)

Come ho fatto a scrivere che forse mi avrebbero cacciato per una sonora risata? Usando una cosa strana, chiamata "ironia": stavo scherzando. Anche se, troppo spesso, i posti di lavoro diventano dei luoghi grigi ed inutilmente seriosi (non seri, che è una faccenda diversa).

Dove lavoro io mi caccerebbero se non facessi, e bene, il lavoro che mi viene affidato.

Quanto al tempo per leggere il "lunghissimo" articolo di Jacopo, non è così difficile. Una breve pausa durante il lavoro (bastano cinque minuti, non era mica l'Odissea), oppure la pausa pranzo (che, per motivi personali, trascorro comunque in ufficio e dedico quindi spesso alla lettura di articoli in rete).

E pensa che sono pure sposato, ed ho due splendide figlie.
Quindi, presumibilmente, il mio tempo libero non è molto più del tuo.
Ed il mio tempo libero è dedicato alle stesse cose che dici tu.
Non sei nè fuori tema, nè estranea a questo blog. Pensi solo di essere diversa e, leggendo tra le righe, migliore.

Un abbraccio.

Come dici bene le cose che tanti di noi vorrebbero esprimere! Ogni giorno alzarsi e andare a cercare in noi i territori dove è possibile far crescere i sorrisi, al di là delle montagne e delle nebbie - ogni giorno! :-)

Sei un vero genio Jacopo! Veramente ti adoro. Mi verrebbe quasi voglia di fare sesso con te... beh però non sei il mio tipo, sarà la barba...

Eccomi!
Ecco un'altro che si identifica perfettamente con quanto hai scritto, ho un po di invidia per la tua capacità di mettere nero su bianco queste considerazioni tremendamente importanti, io non ci riesco, pertanto ti ringrazio di fare ogni tanto il punto della situazione per te e per chi ti si accomuna leggendoti.

Saluti

Max

Era rischioso scrivere questo articolo. Avevo paura di essere frainteso. Grazie per il vostro incoraggiamento. Per Ilio, leggo sempre i commenti. Non rispondo spesso perché il tempo è quel che è. baci a tutti!

Non esiste solo l’anestesia totale, c’è anche uno stato che ho osservato su me stessa in passato e in molte persone che ho incontrato, che è quello di vivere in una sorta di differita. La cosa è più complessa di quel che si può pensare, nel senso che le emozioni o lo sconforto, o un senso di solitudine, ma anche un immenso piacere nel momento che ti relazioni all’altro/i, vengono percepite a scoppio ritardato.
Allora partecipi nel mondo in una sorta di catalessi emotiva, in una “zona franca” in cui il sentire esiste solo come una sagoma, un fermo immagine del tuo desiderio di movimento del tuo bisogno di darti.
Molte paturnie possono essere utili, non tutte certo, sono indispensabili!
Mi sembra fondamentale conoscere i propri moti fisici e psichici, in tal modo diventa possibile invertire un andamento costante verso il basso, perché appunto puoi scegliere cosa ti piace, cosa ti fa bene, con chi vuoi stare, cosa ti fa star male e sentirti di vivere in presa diretta anche con un malumore in corso.
Importante secondo me è fluire, non importa in che emozione, ma far scorrere senza distruggere, sapere che: oggi stò così, piove! un’arresa ogni tanto a se stessi rincuora.
Conoscersi secondo me è un emergenza, senza per forza farlo con la tenacia del senso del dovere, ma con una gentilezza e delicatezza verso se stessi, accettando le metamorfosi, i tanti me: mi abito in tanti!
Ho ascoltato un po’ di tempo fa una riflessione su una recente ricerca successiva a quella della ‘piramide dei bisogni umani’ di Maslow; pare che in cima alla piramide non c’è fra i bisogni primari dell’essere umano, quello di ricevere amore, bensì di darlo, di darsi e rappresentarsi, di comunicare.
Non sempre ci si riesce è difficile, ma è piacevole quando lo si fa, senza timori.
E’ un concetto che ho sentito come vero dentro di me, poi magari non è per tutti così, in genere, però, credo solo alle cose che mi risuonano come autentiche, questa del bisogno di dare amore, più che di riceverlo, la sento vera e mi ha molto incuriosita.

davvero che ridere!!!

quanta paura che c'è nei cuori...si conosce tutto di arte, di economia, di storia, matematica ma quello che abbiamo dentro ci spaventa e non lo vogliamo ne' vedere ne' sentire...

che deserto...