Laboratorio creativo sui Seminole. 11-14 novembre 2010, ad Alcatraz

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3 giorni con Dario Fo, Franca Rame, Tony Esposito, Sergio Laccone, Milo Manara, Modena City Ramblers, Sud Sound System, Jacopo Fo, Nando Citarella, Imad Zebala, per realizzare un'opera multimediale sulla storia dei Seminole, gli indiani che hanno resistito per 500 anni alla colonizzazione.

L'11-14 novembre a Alcatraz un happening EPOCALE, un’occasione unica!

Tutte le sere alle ore 21,30 web tv in diretta
Durante la giornata collegamenti dalle 11:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 20:00, una web cam sui laboratori ai quali potrai partecipare via chat, blog, facebook e Skipe.
Uniremo improvvisazioni teatrali e musicali, danze, racconti scritti e per immagini.
Una roba multimediale sinergica in maniera pazzesca.
Da 8 mesi stiamo preparando questo evento con un laboratorio di scrittura (su http://www.jacopofo.com/facciamo-un-romanzo-collettivo), Claudia Rordorf e Vania Di Febo sono andate in missione in Florida a intervistare storici e esponenti della nazione Seminole, abbiamo scovato libri nelle biblioteche e notizie nella rete.
Lavoreremo assieme e registreremo tutto il racconto, ripercorrendo i momenti della storia Seminole: un fatto verra' raccontato con una canzone, un altro con un pezzo teatrale o a disegni.
Oltre al gruppo di lavoro formato da professionisti ci sara' un secondo laboratorio formato da appassionati presenti a Alcatraz e dalle persone collegate via web. Da questo lavoro tireremo poi fuori una serie di dvd, libri, siti web che raccoglieranno il risultato della nostra ricerca storica e il lavoro creativo che su questa stiamo sviluppando.

Mai niente di simile era stato tentato prima!
Collegati a www.alcatraz.it o a www.jacopofo.com
E guarda le dirette.
Vuoi essere presente di persona?
Per informazioni e prenotazioni 075 9229911 oppure [email protected]

 

 

Perche' vogliamo raccontare la storia dei Seminole

I film di Hollywood raccontano solo le storie degli indiani sconfitti. Non un solo film e' stato realizzato per raccontare dell’unica tribu' di nativi americani che non furono mai sconfitti, una grande pagina di storia censurata.

In questo momento di grande depressione psicologica e delusione del movimento progressista ci sembra importante raccontare una storia positiva di resistenza con un lieto fine imprevedibile: la grande rivalsa dei Seminole avvenuta negli ultimi 40 anni.
Di seguito vi forniamo un primo sunto delle ricerche fin’ora effettuate. A meta' settembre una nostra troupe e' andata negli Usa a intervistare alcuni esponenti della nazione Seminole per raccogliere altre informazioni. Anche questi materiali faranno parte del dvd.

I Calusa, gli antenati dei Seminole, gli unici indios che nel 1500 sbaragliarono gli spagnoli
I Calusa erano un popolo con caratteri matriarcali. Abitavano in grandissime case di tronchi che potevano contenere anche mille persone, indossavano calzoni e camice, avevano una medicina sviluppata e conoscevano l’algebra.
Come gli eschimesi e i babilonesi praticavano l’ospitalita' sessuale, convinti che lo straniero portasse sangue nuovo alla loro nazione. Cosi' mentre gli Apaches fecero schiavi i primi bianchi che catturarono, trattandoli bestialmente, i Calusa accolsero a braccia aperte alcuni naufraghi (vedi la storia di Joan Padan e Naufragi, di Álvar Nuñez Cabeza de Vaca) e chiesero loro se per favore potevano far l’amore con tutte le donne del loro popolo.

Donne che tutti gli europei che arrivano da quelle parti descrivono come bellissime, pulite, vivevano all’aria aperta, avevano corpi potenti e amavano far l’amore. Niente a che vedere con le donne europee che si lavavano una volta all’anno, spesso mangiavano male, avevano denti guasti, vivevano in citta' coperte di immondizia ed escrementi e odiavano il loro corpo.
Cosi' i naufraghi europei si innamorarono di quel popolo e raccontarono che sarebbero arrivati i soldati e li avrebbero massacrati tutti, spiegarono cos’erano i fucili e come si potevano domare i cavalli.
Cosi', quando sbarcarono i primi spagnoli, i Calusa li accolsero pronti a combattere. Impararono a usare i fucili e i cavalli. E distrussero le successive spedizioni militari. E per questo il re di Spagna intorno al 1630 promulgo' l’ordine di interrompere le spedizioni contro la Florida.
Questa popolazione resiste per 200 anni ai tentativi di colonizzazione ma non possono nulla contro le epidemie diffuse dai bianchi, la popolazione si riduce da 10 mila individui a qualche centinaio. Altri gruppi etnici confinanti con i Calusa ma di cultura patriarcale vengono completamente cancellati dalle epidemie e dagli scontri con i bianchi. Ad esempio gli Apalachees e i Timucua.
Ma i Calusa contemporaneamente accolgono gruppi di indiani (in particolare Creek) in fuga dalle aree controllate dagli europei, e si mischiano con loro, dando origine alla tribu' Seminole che significa “uomini dispersi” o “uomini selvatici”.

I Seminole resistono

Agli inizi del 1800 il territorio Seminole e' ancora libero anche se ormai circondato dalle colonie dei bianchi.
Ma si e' sviluppato anche un fenomeno unico: molto schiavi neri hanno capito che i Seminole erano molto ospitali e iniziano a trovare rifugio presso di loro. Arrivano addirittura a creare villaggi di neri all’interno del territorio libero e la popolazione nera raggiunge gli 800 individui.
Uno di questi schiavi fuggiti e' John Horse. Con la sua famiglia scappa da una piantagione e entra a far parte della nazione Seminole, e' un marrones, un nero che vive con gli indiani.
John Horse diventa famoso per il modo nel quale prende in giro i bianchi. Ad esempio riesce a vendere al colonnello Brooke 30 volte due tartarughe d'acqua, rubandogliele ogni notte per rifilargliele il giorno dopo.
E' una specie di Pasquino, i suoi lazzi entusiasmano i neri e gli indiani.
John Horse e' anche un abile allevatore, si sposa, possiede 90 bovini e un pezzo di terra. E' un benestante fino a quando gli europei dichiarano guerra alle comunita' libere di marrones e ai Seminole.
Diventa uno dei capi del consorzio di tribu' nere e indiane.
Quando la Seconda Guerra Seminole e' ormai imminente gira per la Florida e grazie alla sua notorieta' e alla sua capacita' di parlare riesce a reclutare 300 schiavi che fuggono dalle piantagioni e si uniscono ai ribelli.
Durante il primo scontro questa compagnia di neri non da' prova di grande coraggio, allora John Horse esce allo scoperto, sotto il fuoco dei fucili dei bianchi e inizia a arringare gli schiavi, e al contempo fa il buffone per incoraggiarli. Alla fine riesce a smuoverli e a vincere cosi' lo scontro. Il numero dei neri combattenti raggiunge le 500 unita'.
I Seminole combattono tre guerre contro i bianchi e gruppi di indiani loro alleati dal 1816 (Prima Guerra Seminole) al 1858 (Terza Guerra Seminole).
Queste guerre impegneranno eserciti di migliaia di uomini, costeranno agli europei 40 milioni di dollari (allora una cifra spaventosa) e non riuscirono mai a sconfiggere la resistenza.
Alla fine ci saranno ancora 500 Seminole e marrones asserragliati nelle paludi.
Indiani straordinari, i Seminole: si appollaiavano in cima ad alberi altissimi e sparavano sugli invasori con una mira spaventosa.
Gli europei massacrarono le donne e i bambini, imbrogliarono, deportarono ma non riuscirono mai a vincerli.
Una delle pagine piu' nere della storia americana fu la deportazione di forse 3.000 Seminole in Oklaoma. Circa 2.000 morirono lungo il cammino di fame e freddo.
Avevano avuto capi indiani Neri, Creek e persino uno anglo-danese.
All’inizio del 1900, gli Stati Uniti d’America firmarono un trattato di pace con la Nazione Seminole riconoscendone la sovranita' sulle terre che avevano difeso e sulle riserve nelle quali erano stati deportati.

Seguirono decenni di poverta' temperata soltanto da un inizio di turismo nelle terre Seminole a partire dal 1920.

La vendetta seminole

Betty Mae Tiger nacque nel 1923 nel territorio Seminole della Florida da una famiglia particolare: il padre era un bianco e la madre una Seminole, sciamana, come la nonna.
Per lungo tempo Mae visse in estrema poverta' e soffri' la fame. A 14 anni non parlava l’inglese ed era analfabeta.
Un giorno un'amica le mostro' una storia a fumetti e le spiego' che quei segni neri, piccolissimi, erano la voce dei disegni che raccontavano una storia. Mae ne fu affascinata e prego' insistentemente sua madre perche' la mandasse a scuola. Ma non c’erano scuole indiane. A quei tempi c’erano scuole per bianchi e scuole per neri. E una donna di colore che lavorava con la madre nei campi suggeri' di iscrivere Mae nella stessa scuola di sua figlia. Ma quando Mae si presenta li' non la lasciano entrare perche' non e' nera.
Alla fine scopre che in effetti una scuola per indiani esiste, e' lontanissima, ma e' possibile ottenere una borsa di studio. Parte con il fratello e un cugino.

A quei tempi la comunita' Seminole viveva senza prospettive e senza speranze. Un’economia di sussistenza esclusivamente agricola, poco turismo e artigianato. Ignoranza, malattie, alcolismo. Un popolo piegato. Una strana tribu', i Seminole: sono in miseria, ma sono anche gli unici nativi americani che non sono mai stati sconfitti.

Mae Tiger ha la stessa determinazione dei suo antenati materni. In pochi anni completa le scuole superiori, e diventa infermiera, torna dal suo popolo e inizia a curare le persone.
Si sposa con un uomo dal quale prende il cognome Tiger, ma lui e' un reduce della seconda guerra mondiale che non riesce a reinserirsi. Gli incubi lo distruggono. Per vivere lotta con i coccodrilli per i pochi turisti che visitano la riserva. Un giorno e' troppo ubriaco per esibirsi e Mae lo sostituisce. Lei e' del clan del serpente e sa come addormentarli.
Mae ha un figlio e lavora per la rinascita del popolo Seminole.
Collabora a creare un governo, ed e' determinante nel riunire piu' di 20 tribu' in un’unica Unione delle Tribu' del Sud e dell’Est (USET). Nel 1957 e' membro del neonato governo.
Quando si insedia, nelle casse dello stato ci sono 35 dollari. Il governo si riunisce sotto un albero quando c’e' il sole, in un camper quando piove.
Nel 1967 viene eletta capo della sua nazione.
Quando nel 1971 lascia la politica perche' ammalata, la nazione Seminole ha scuole, servizi sanitari, una vita sociale, un’agricoltura efficiente.
Alla guida della nazione seminole le succede James E. Billie, un reduce della guerra del Vietnam. Anche lui come Mae e' un meticcio, figlio di un padre irlandese sparito nel nulla: l’odio verso i bianchi aveva fatto dimenticare i costumi dell’ospitalita' sessuale e uno sciamano aveva consigliato alla madre di uccidere il piccolo James. Fu proprio Mae Tiger a salvarlo.
James Billie cresce in modo selvatico in mezzo alle paludi. Butta le scarpe in un canale per non andare a scuola. Ma Mae gliene compera un altro paio e lo convince a studiare.
Poi James Billie finisce in Vietnam, dove viene utilizzato in missioni dietro le linee nemiche per la sua dimestichezza con le paludi. E’ uno tosto che uccide a mani nude.
Quando torna a casa non riesce piu' a sopportare la miseria del suo popolo.
Un giorno incontra una tigre e la uccide con un colpo di fucile, poi la mangia con gli amici. Prende questo evento come un segno, e' convinto che la sua vita cambiera'. Viene processato da un tribunale di bianchi perche' il felino e' una specie protetta ma lui vince il processo dimostrando che uccidere la tigre fa parte della sua religione.
James Billie inizia a fare politica fino a diventare capo della nazione Seminole, appunto, nel 1971. Indirizza tutti i propri sforzi per trovare il modo di far rinascere l’economia, inizialmente, in particolare, attraverso lo sviluppo del turismo e l’artigianato: anche a lui capita di lottare con un coccodrillo per il divertimento dei turisti.
Poi un bel mattino prende in mano il vecchio trattato con il quale gli Usa riconoscono la nazione Seminole e scopre che i bianchi, nella loro infinita presunzione, hanno fatto un errore madornale. Non hanno mai pensato che quegli indiani avrebbero potuto evolversi. E hanno riconosciuto ai Seminole lo status di nazione.
Billie capisce che questo vuol dire che i territori Seminole, 6 riserve, non devono sottostare alle leggi statunitensi.
Quindi fa due cose: apre una sala bingo e forma una polizia tribale armata fino ai denti. E attacca gli spacciatori di droga che atterrano nei territori indiani con aerei ed elicotteri e vendono cocaina ai giovani. La polizia Seminole, composta da un gruppo di reduci, sequestra ai trafficanti un aereo e un elicottero. Cosi' la nazione Seminole ha anche l’aviazione. Lo stato della Florida tenta di chiudere il bingo e di sciogliere la polizia tribale. Ma le tigri delle paludi vincono la causa legale. Nel giro di pochi anni aprono 6 bingo, e investono i guadagni in case, scuole, strade.
Oggi i Seminole controllano uno dei piu' grandi gruppi americani di gioco d’azzardo. Un bel pezzo di Las Vegas e' loro. Ogni nuovo nato ha un sussidio mensile che gli garantisce di potersi laureare.
Oggi Mae dirige il Seminole Times e scrive le storie della tradizione del suo popolo.

Racconto lungo sulla storia Seminole
http://www.jacopofo.com/seminole_racconto_jonh_horse_guera_black_marrones

Altri riferimenti: Gruppo di lavoro per un romanzo su John Horse:
http://www.jacopofo.com/facciamo-un-romanzo-collettivo

 


Commenti

Ciao! piacerebbe anche a me partecipare a questo progetto di scrittura collettiva, ma non so come! vedo che alcuni hanno già buttato giù qualcosa e che ci sarà un incontro a Novembre. Io, però, vivo momentaneamente all'estero e non avrò modo di unirmi a voi, purtroppo. Tuttavia sono disposta a documentarmi anch'io e, se decideste di assegnare dei nuclei tematici, delle parti di trama, a svilupparne una da sottoporvi via internet. La scrittura è tutto il mio mondo e partecipare a questo progetto mi permetterebbe di unire la passione ad uno scopo civile altrettanto forte.
Grazie!

Salve!

e benvenuta nella squadra...
hai già visionato
http://www.jacopofo.com/facciamo-un-romanzo-collettivo ?

c'è già materiale da leggere spulciare e evolvere...
è bello avere un'altro compagno di viaggio!

Manda una mail a info@alcatraz, ti invierò l'indirizzo della pagina Google dove abbiamo messo i testi, così li vedi e poi ne parliamo, nella mail mettici il tuo telefono

Ciao, leggo purtroppo solo ora questa iniziativa e mi chiedevo se sono ancora in tempo eventualmente per partecipare e, in tal caso, se sia possibile avere informazioni su prezzi e modalita' di svolgimento del week end. Grazie
Giulia

qualunque contributo, ricerca, foto, disegno, scritto, canzone [ benvenuto!