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William Augustus Bowles

Un attore capo indiano

Mi sono letto tutta la ricerca su Bowles realizzata dal prode Massimo Capotorto (stiamo proseguendo con la ricerca sui Seminole) e vedendo questi fatti tutti in fila mi è sembrato veramente incredibile che un uomo abbia potuto affrontare tanti ostacoli e perseguire obiettivi tanto ambiziosi….
Se la depressione ti attanaglia, se ti senti preda della delusione, la vita di William Augustus Bowles, può regalarti un po’ di ottimismo e di speranza, dentro ognuno di noi c’è una forza immensa...
La sua storia potrebbe servire come unità di misura delle potenzialità umane.
Bowles nasce nel 1763 nel Maryland, America.
Suo padre è un funzionario inglese che viene malmenato dagli indipendentisti americani e lui nel 1777, forse animato da sentimenti di vendetta, si arruola nell’esercito inglese.
E' un tipo strano, nonostante abbia circa 15 anni è un appassionato di letteratura, filosofia, musica, pittura e scienze. Un ragazzo di grande cultura che mal si adatta alla burocrazia militare e sfrutta tutte le occasioni per fare altro. Durante una sosta forzata della sua unità a Baltimora, durata quasi un anno, si sperimenta anche come attore scoprendo grandi doti di comunicazione.
Poi parte con l’esercito verso la Florida. Durante il viaggio insulta un ufficiale, nel processo che ne segue riesce a difendersi talmente bene che evita una dura pena, viene però espulso dalle Forze Armate della Corona. 
Si trova così a Pensacola, ultimo avamposto bianco al confine con i territori delle indomabili tribù dei Creek e dei Seminole.
Si unisce a una banda di cacciatori Creek e vive con loro due anni, sposa due figlie di capi e impara tre lingue indiane, dimostrando una grande capacità linguistica. E diventa, grazie alla sua oratoria travolgente, un capo influente tanto da convincere alcune centinaia di Creek a combattere in difesa degli inglesi contro gli spagnoli.
Gli spagnoli sbaragliano gli inglesi ma Bowles acquisisce grande stima presso la Corona d’Inghilterra e viene ricompensato con un terreno alle Bahamas.
Passa i successivi mesi a creare una rete di relazioni con commercianti inglesi interessati ad acquistare pelli della Florida.
Va a New York dove per mantenersi recita drammi e commedie, interpretando anche ruoli femminili e riscuotendo un certo successo. E poi arrotonda le sue entrate realizzando ritratti.
Nel 1778 torna in Florida con una nave carica di doni e di manufatti, forniti dai mercanti di Nassau, che offre come anticipo sull’acquisto delle pelli dalle tribù indiane.
Probabilmente a questo punto inizia a delinearsi nella sua mente un progetto a dir poco ambizioso: far nascere uno stato indiano, con tanto di bandiera nazionale. Affronta il progetto in modo molto realistico, cercando alleanze politiche (a un certo punto si reca di nuovo a New York e poi a Londra con una delegazione di capi indiani) e commerciali.
Parallelamente consolida la sua credibilità presso gli indiani dimostrando che unendosi possono ottenere grandi vantaggi materiali. Tenta addirittura di costruire una grande alleanza con altre tribù che si trovano a migliaia di chilometri più a nord della Florida.
Non sappiamo fino a che punto gli stesse a cuore la difesa degli indiani e fino a che punto mirasse al proprio tornaconto personale. Fattostà che il suo tentativo di creare una nazione indiana va avanti. In capo a qualche anno arriva alla proclamazione della nazione Muskogee che raccoglie 50 tribù Creek, Seminole e di altre etnie.
I Seminole sono una tribù molto ospitale e presso di loro da sempre hanno trovato rifugio i neri che fuggivano dalla schiavitù. Quando viene proclamata la nazione Muskogee sono già centinaia i neri che vivono con gli indiani.
Per aumentare la popolazione dello Stato, e trovare altri soldati per difenderlo, Bowles incentiva le fughe degli schiavi neri dalle piantagioni, a volte attaccandole, depredandole, e liberando i neri con la forza.
E arruola nel suo esercito anche molti bianchi. Altri impiantano attività commerciali.
Nel 1792 viene catturato dagli spagnoli e deportato prima in Spagna e poi addirittura nelle Filippine, quindi, nel 1797, cinque anni dopo la sua cattura, gli spagnoli decidono, di fargli cambiare ancora il luogo di detenzione. Si forma un convoglio diretto in Europa con una nave spagnola scortata da due navi francesi. Lo caricano su una di queste.
Dopo aver fatto tappa nella Sierra Leone e a Londra ritorna in Florida dove continua a guidare la Nazione Muskogee con la carica di Direttore Generale.
 
Bowles riesce a destreggiarsi per anni tra spagnoli, inglesi e nord americani, commerciando, stringendo alleanze, combattendo. Secondo alcune fonti arriva a dichiarare guerra prima alla Spagna e poi agli Stati Uniti.

La nazione Muskogee esce dall’immagine consueta delle guerre indiane.
Innanzi tutto l’esercito dei nativi è dotato di artiglieria mobile, trainata da cavalli.
E il villaggio che funge da capitale è difeso da contrafforti e cannoni.
E poi hanno una flotta che arriva a possedere 16 navi, dedite per lo più ad attaccare i vascelli spagnoli carichi di merci. Si tratta sicuramente di una delle più grandi flotte di pirati che si sia mai vista. Ed era amministrata in modo molto efficiente: i due terzi del bottino andavano al capitano della nave e alla ciurma, un terzo andava alla nazione Muskogee e veniva distribuito alle tribù che garantivano la difesa via terra del porto e dei magazzini, con il supporto delle unità di schiavi neri fuggiti che arrivano a costruire villaggi autonomi.

Ma Bowles si dedica anche a costruire un porto con magazzini per ammassare le merci “sequestrate” agli spagnoli. Decide poi di aprire una tipografia per stampare un giornale e i testi delle leggi del nuovo Stato. E fonda anche una scuola e un’università, che anche se non durarono a lungo e furono poco più di un abbozzo, mostrano il suo desiderio di costruire qualche cosa di più di una repubblica di pirati.
Alla fine, nel 1803, viene catturato dagli spagnoli.
Pare che ciò sia avvenuto all’indomani di un grande raduno Muskogee durante il quale Bowles viene proclamato re.
Il giorno dopo una banda di guerrieri lo cattura e lo consegna ai bianchi.
Forse se non avesse perso la testa con questa storia di essere re, la storia avrebbe seguito un’altra via… Questi indiani della Florida sono molto permalosi e gelosi della loro autonomia… Un Direttore generale potevano accettarlo… Un re proprio no…
Durante il viaggio di trasferimento verso Cuba riesce ancora una volta a fuggire rubando una canoa, ma viene riacciuffato. Morirà in carcere nel dicembre 1805, forse avvelenato.

Il bilancio dell’incredibile vita di Bowles è sicuramente un grande contributo alla coscienza indiana dei diritti delle tribù native e della loro forza.
La Florida era già terra di guerrieri indomabili, che resistono all’avanzata dei bianchi fin dal 1500 (vedi “Joan Padan a la descoverta delle Americhe”) quindi l’azione di Bowles si innesta su un terreno fertile. E’ un fatto che anche dopo la sua morte, Seminole e Creek continuano la loro lotta e i Seminole riescono a resistere a svariate guerre che durano per decenni, fin oltre la metà del 1800, senza che si arrivi mai alla loro resa.
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Un altro contributo, curioso, alla storia degli indiani della Florida fu la passione per i vestiti più assurdi. Bowles, forse perché attore e pittore, aveva un gusto particolare per l’abbigliamento, e mischiava capi di vestiario occidentali ad altri che parevano piuttosto costumi di scena per drammi cinquecenteschi. Questo suo modo di vestire pittoresco contagiò i nativi che divennero famosi per l’andare in battaglia vestiti con i mix più improbabili. Una gonna bianca a pois rossi, una giacca da ufficiale spagnolo, una sciarpa, un turbante, un mantello di pelliccia… Arrivarono a costruire enormi cappelli cubici, simili a grosse scatole di biscotti, rivestiti di tessuti morbidi… Decenni dopo raggiunsero l’apoteosi quando un banda Seminole capeggiata da Wild Cat (Gatto Selvaggio) catturò un carro di costumi teatrali.
Wild Cat iniziò a vestirsi come Amleto...