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Quaderni di Naturopatia Complementare 3: Trucchi della mente per rovinarti la vita

Trucchi della mente per rovinarti la vita

Avere sempre ragione fa malissimo alla salute
(Quaderni di Naturopatia Complementare)

La vita si è evoluta dalle forme primitive a creature sempre più complesse e intelligenti perché tendenzialmente penalizza gli stupidi.
Essere intelligenti conviene, anche considerando l’evoluzione.
Guarda che fine hanno fatto i dinosauri, per altro efficienti per molti versi, sono spariti dalla faccia della terra a causa della loro ghiozzezza sociale. In centinaia di milioni di anni sono riusciti a produrre, dal punto di vista concertistico, solo enormi scoregge bitonali. Non sarebbero mai arrivati a suonare la tromba!
Quindi vennero sterminati.

In termini generali chi è intelligente è avvantaggiato.
E visto che artisti e scienziati sono indiscutibilmente (statistiche Oms) la categoria umana che vive più a lungo, possiamo affermare che la durata della vita e la buona salute sono legate all’intelligenza (ci sono scienziati e artisti pirla ma sono comunque professioni che selezionano parecchio).
Detto questo dobbiamo porci la seguente domanda: possiamo sviluppare la nostra intelligenza?
Per rispondere a questo quesito dobbiamo partire da un’altra questione soggiacente: siamo intelligenti?

La mente mente continuamente.
Se non mentiva si chiamava sincera.

Il più grosso limite della mente umana è che essa funziona a intermittenza e che adora la tranquillità che prova quando è convinta di aver ragione.
Quel che ho appena detto illustra perfettamente oltre che sinteticamente il grande dramma dell’Umanità: ogni tanto siamo un po’ pirla, facciamo cazzate, ma stiamo veramente bene solo quando ci convinciamo che non sbagliamo mai.
Tragica antitesi di concetti matematicamente inconciliabili.

Che la tua mente, povera creatura, funzioni a tratti lo hai sperimentato spesso: cerchi le chiavi in tasca dieci volte e non le trovi, poi le cerchi in tutta la casa e non ci sono, poi sconsolatamente metti le mani in tasca di nuovo e (sorpresa!) le chiavi sono lì, in tasca!
Quindi che il cervello ogni tanto disfunzioni è un fatto semplice da dimostrare.
Questo piacere nell’avere ragione ha una causa semplice. Ci sono migliaia di studi che dimostrano la disastrosa esistenza di un meccanismo potente: godiamo come pangolini in amore quando ci pare che tutto intorno a noi sia a posto.
Il cervello ama la tranquillità consueta e quando gli sembra che siamo riusciti a conquistarci un angolo di tranquillità, ci regala vere e proprie scariche di droghe naturali: endorfine, dopamine e simili…
Sostanze che sono prodotte dal nostro stesso corpo e che oltre a darci sensazioni mentalmente e fisicamente piacevoli provvedono a far funzionare meglio tutti gli organi; quindi DOPPIO BENESSERE! WOW!!!
E siccome quando sono convinto che ho ragione mi pare che tutto intorno a me vada bene, e siccome sono goloso di queste droghe gratificanti, allora succede che anche quando ho torto marcio mi convinco di aver ragione, pur di assaporare una boccata di dopamina.
A questo meccanismo di base se ne giunge un secondo strettamente connesso: la mente umana si è evoluta durante milioni di anni allo scopo di trovare cibo, sesso e contemporaneamente sopravvivere a ogni tipo di pericolo.
E per ottenere questo il cervello di animali e umani ha sviluppato una strabiliante capacità di leggere la realtà. Capiamo subito se quella macchia scura che ci sta piombando addosso è una pericolosissima tigre!
In ogni istante arrivano al cervello milioni di informazioni. Il cervello è essenzialmente una macchina capace di filtrare le informazioni utili in questo marasma. Per fare questo la nostra struttura mentale è basata su schemi, modelli.
Piaget ci ha spiegato che il processo di apprendimento del bambino richiede numerose esperienze per creare un modello riconoscibile di un oggetto. Il bambino deve toccare la sedia, leccarla, passarci sotto, farla cadere, salirci sopra, svariate volte prima di crearsi uno schema mentale che poi gli permetterà di riconoscere lo schema sedia in un batter d’occhio, a prescindere dalla forma di quella particolare sedia e dal punto in cui la guardiamo. Si tratta di una capacità straordinaria che quando i nostri avi erano scimmie nella giungla, ha permesso loro di sopravvivere perché riuscivano a riconoscere una tigre a colpo d’occhio (anche senza doverla toccare, leccare, rovesciare, salirci sopra). Cioè una volta stabiliti alcuni schemi essenziali di riconoscimento possiamo elaborali per svilupparne altri.
Ripeto: un procedimento assolutamente straordinariamente efficiente e stupefacente. Ma siccome noi viviamo in un sistema complesso questo diventa a volte un grave handicap; infatti tendiamo automaticamente, naturalmente, strutturalmente, a esprimere un giudizio il più velocemente possibile sulla base di un sistema di identificazione e di giudizio preconfezionato.
Per comprendere la portata di questo fenomeno basta guardarsi una delle tante trasmissioni televisive di illusionisti e prestigiatori: non riusciamo a vedere i trucchi proprio perché il nostro cervello è attratto dai movimenti più vistosi (possibile fonte di pericolo), quindi hanno la priorità nel nostro sistema di identificazione; il che porta al fatto che non vediamo proprio una serie di movimenti dell’illusionista, perché sono meno evidenti.
Non vedere il trucco di un mago, al limite è divertente perché ci induce piacevole stupore. Il problema è che lo stesso fenomeno viene sfruttato da ogni sorta di escrementi putridi sub umani: truffatori, prevaricatori, politici e simili. Basta guardare come vota la maggioranza dei terrestri…
Aggiungiamo infine che la mente si è sviluppata per riconoscere quel che ci sta succedendo ora, dove possiamo ora trovare cibo, sesso e sicurezza… Quindi abbiamo una buona percezione dell’istante presente, mentre è debole la nostra capacità di analizzare il passato o di proiettare l’effetto delle nostre azioni nel futuro.
Ci sono centinaia di studi che dimostrano che siamo maestri nel fabbricarci falsi ricordi dei quali siamo assolutamente certi. Ugualmente osservando gli schemi che riconosciamo nel presente siamo bravissimi, grazie a un pizzico di pessimismo, a immaginare continuamente apocalissi totali di vario tipo; da quando ho memoria ho sentito parecchie persone terrorizzarsi per la terza guerra mondiale, il colpo di stato, l’ozono, il Millennium Bag, la Mucca Pazza, la gallina scema, il 21 dicembre 2012…
Chilotoni di inutile paura.

Tutte queste predisposizioni all’errore messe insieme hanno poi effetti devastanti sulle relazioni quotidiane, in famiglia e sul lavoro.
C’è un sacco di esseri umani che non sono capaci di ammettere di avere sbagliato, che non si ricordano quel che hanno fatto, che coltivano paure immotivate, che vedono pericoli dappertutto. Ci sono quelli che hanno ragione solo loro e parlano tutto il giorno di quanto gli altri sono stupidi.
Un esercito smisurato di pirla con i quali è meglio avere a che fare il meno possibile.

E aggiungo che questo atteggiamento mentale, questa abitudine di cullare illusioni e preconcetti, questa intenzione, non è sana. Chi la pratica non riesce poi a risvegliare la propria mente creativa.
Perché quando sostengo di avere senza dubbio ragione io, quando cancello pezzi del mio passato e mi invento eventi mai esistiti, in un angolo della mia mente so che è una cazzata. Sto mentendo a me stesso. E questo mi porta a dubitare di me. A essere mentalmente scisso e questa scissione disperde la mia energia, non mi permette di focalizzarla. Vaporizza la mia intenzione positiva e mi fa perdere la capacità di indirizzarla verso un risultato utile.
Se voglio che la mia mente lavori al meglio possibile e produca pensieri sensati devo rendermi conto che è necessario fare attenzione alle trappole della mente e mettere continuamente in discussione le mie idee.
In fondo non è difficile: basta dare valore a questo meccanismo, rendersi conto che solo la verifica degli schemi di identificazione e giudizio ci mette relativamente al sicuro. E dirselo. Ogni volta che parte la verifica di un’idea dirsi: wow come sono intelligente che non penso a vanvera ma sottopongo a verifica i miei pensieri! Basta dirselo con entusiasmo per creare rapidamente un meccanismo di gratificazione (scarica di endorfine) che invece di scattare solo quando riusciamo a identificare un aspetto della realtà scatti anche quando sottoponiamo questo schema a verifica.

La mancanza di una sana decisione a proposito del mio diritto al piacere (voglio soffrire) e alla necessità di essere aperti alla correzione di idee sbagliate sono due fattori che insieme, come un padre e una madre snaturati, generano un orribile figlio.
Ho ragione io, gli altri sono stupidi, la prima cosa che mi viene in mente è quella giusta… assomma queste due modalità e cosa ottieni: pessimismo (perché sono tutti cattivi e hanno ricordi sbagliati); e il pessimismo si sposa col disprezzo per gli altri; quindi si rafforza via via una concezione di sé come entità separata dagli altri, noi diventiamo una fortezza da difendere dagli altri; perdiamo quindi il naturale senso di appartenenza a una comunità. E questo è la terza e ultima trappola che può catturare come una devastante tagliola la nostra capacità di ragionare e di vivere nel modo migliore. Ma di questo ti parlerò nella prossima puntata.

Jacopo Fo

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