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Life is beautiful, Laila Haidari

Laila Aidari AfghanistanPoco più di un anno fa Laila Haidari, 34enne di origine iraniana, arriva a Kabul, in Afghanistan, per partecipare a un festival cinematografico e per tentare di lasciarsi alle spalle il suo passato di sposa e madre-bambina.
Una sera passeggiando su uno dei ponti che attraversano il fiume Kabul vede dei tossicodipendenti abbandonati a se stessi. E' stato come un fulmine a ciel sereno: “Non potevo abbassare lo sguardo e tirare dritto, dovevo fare qualcosa”. Così ha fondato l'associazione “Life is beautiful” e aperto la casa di accoglienza “Mother Camp” alla periferia ovest della città. In un anno ha aiutato circa 300 ragazzi a uscire dal tunnel della droga: basti sapere che in Afghanistan si produce il 90% dell'oppio del mondo e la tossicodipendenza è una piaga dilagante, l'Onu parla di 1,5 milioni di consumatori abituali.
Recentemente Laila ha chiuso il cerchio inaugurando un ristorante, il Taj Begum, dove gli stessi ragazzi possono lavorare e ricostruirsi una vita. Nel locale, che propone specialità afghane, iraniane e turche, oggi lavorano 17 persone tra cui il musicista folk Abdul Ali, tossicodipendente da oppiacei per oltre dieci anni: “Suono mentre i miei colleghi sono impegnati tra la cucina e il servizio ai tavoli. Così mentre lavorano ascoltano buona musica e si divertono”.
In un'intervista all'agenzia di stampa Afp Laila Haidari ha dichiarato: “Ho 34 anni e anche chi è più grande di me ha iniziato a chiamarmi “mamma”. Per loro rappresento un rifugio sicuro e l’alternativa a un destino segnato. Certo, è una grossa responsabilità. Ma che cosa c’è di più bello al mondo?”
(Fonte: LaStampa.it)

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