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Concentrare la lotta su obiettivi realmente ottenibili, paga!

Dopo la legge sui pannelli fotovoltaici finanziati al 100% è finalmente il momento per brindare a un’altra vittoria. Sono stati finalmente approvati i decreti attuativi che rendono operativa la legge promulgata dal governo Prodi che estende alle altre fonti rinnovabili i finanziamenti dello stato.
30 centesimi di euro per ogni kilowatt prodotto, per 15 anni.
Una vittoria che abbiamo ottenuto impegnandoci insieme a tanti compagni e amici, con i quali abbiamo lavorato prima per ottenere la legge sul fotovoltaico, poi per difenderla dal famoso golpe del 27 dicembre 2006, quando una mano misteriosa cambiò una parolina nella finanziaria regalando così i soldi per finanziare il solare ai petrolieri. E questi risultati vanno messi assieme a quello ottenuto bloccando prima la retroattività dell’annullamento degli sgravi Irpef per le migliorie energetiche degli immobili e poi arrivando a far sparire del tutto la riduzione degli sgravi fiscali. Anzi si è ottenuto un miglioramento della legge con la possibilità di spalmare le detrazioni su 5 anni invece che su 3 (questa detrazione, al 55% non va confusa con quella al 36% sulle ristrutturazioni templi degli immobili, senza interventi di efficienza energetica, che è sempre stata rateizzabile in 10 anni). E qui vorrei ringraziare Roggiolani e Meneguzzo, dei Verdi toscani (http://www.ecquologia.it/cms/), che hanno gran merito nella realizzazione di queste leggi e nella battaglia per difenderle. Con loro e con Dottorini, assessore regionale umbro ci siamo incatenati di fronte all’Enel di Perugia e Firenze per ottenere la velocizzazione degli allacci alla rete dei nuovi impianti, un’altra battaglia vinta. Ma un grazie va anche ai molti ecologisti di destra che hanno lottato dall’altra parte della barricata lavorandosi ai fianchi ministri e sottosegretari come facemmo noi quando al governo c’era la sinistra.
Spero vi faccia piacere sapere che anche a destra c’è gente che ragiona bene. Dà più speranza per il futuro dell’Italia.

Inoltre c’è da segnalare un’ultima piccola vittoria: la riammissione al finanziamento di circa 150 impianti perfettamente realizzati e tecnicamente in regola e funzionanti che erano stati bocciati dal Gse a causa di un semplice ritardo nella spedizione di una comunicazione di avvio dell’impianto. Per una lettura rissosa della legge il Gse aveva valutato che i pannelli utilizzati per questi impianti bocciati non potevano essere più utilizzati per ripresentare la domanda. Onore a Scajola che ha posto fine alla diatriba in modo elegante, ristabilendo la giusta interpretazione del testo della legge e dando la possibilità di sanare la situazione entro marzo 2009.
Il nostro obiettivo immediato ora è di rimboccarsi le maniche per costruire gruppi di acquisto per eolico, idrico e biomasse e rendere possibile anche per famiglie e piccole imprese di realizzare impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili senza dover spendere un solo euro, ottenendo un impianto garantito e chiavi in mano a un prezzo onesto, così come già siamo riusciti a fare per i pannelli solari fotovoltaici.
Infine permettetemi un paio di osservazioni politiche.
Di tutta questa questione il Movimento si è occupato nel suo complesso molto poco.
I partiti della sinistra quasi nulla.
Non hanno neppure gestito l’approvazione dei decreti attuativi, da parte di Berlusconi, di una legge fatta dal governo Prodi. Finirà che il merito se lo prende tutto il PDL. Incredibile autismo.
Eguale silenzio l’hanno praticato i media. Non fa notizia che finalmente l’Italia abbia voltato pagina diventando lo stato al mondo dove le fonti rinnovabili ricevano gli incentivi più alti. Ma così si fa un grave danno alla sofferente economia italiana e ai cittadini: non informando si rende difficile che famiglie e piccole imprese sappiano che lo stato oggi finanzia al 100% le quattro più importanti fonti di energia rinnovabile.
Cechi come talpe.
Spero invece che questi risultati vengano capiti da coloro che coltivano il sogno di impegnarsi in lotte che portano a risultati reali, migliorando di poco il mondo ma migliorandolo in modo sensibile.
Da anni insisto su questo problema. Il Movimento si danneggia investendo energie enormi per raggiungere obiettivi fuori dalla portata reale delle nostre forze: così si diffonde il pessimismo e si demotivano le persone. Al contrario se ci diamo obiettivi modesti ma strutturalmente importanti sul lungo periodo e soprattutto ottenibili in tempi brevi, otteniamo un reale miglioramento della realtà e la motivazione che i risultati conseguiti ci dà ci incoraggerà a continuare a impegnarci.
E’ una grande questione che si può riassumere così in poche righe.
Se ti interessa approfondire il discorso riporto qui un testo pubblicato su questo blog (tanto la carta sul web è gratis).

Capitolo ottavo
L'uomo che i rapinatori adoravano
 
E' chiaro che capire come disinnescare questi meccanismi distruttivi sarebbe una notevole scoperta, capace di migliorare la vita di chiunque, visto che tutti più o meno tendiamo a mettere in scena certi drammi più e più volte nella nostra vita. E in quest'arte del ripetere le esperienze negative siamo dei veri maestri disposti, per riuscirci, a qualunque sacrificio. 
Waslawich, grande precursore di questo tipo di ricerca comportamentale, si imbatté in un uomo che aveva subito più di 70 rapine. Un numero effettivamente enorme: alla maggioranza delle persone non capita mai di subire una rapina. Alcuni molto sfortunati vengono rapinati 3, 4 o 5 volte. Subire dieci rapine è un fatto eccezionale... Ma 70 rapine è un numero esagerato.
Sembra addirittura impossibile incontrare 70 rapinatori, in una sola vita, e tutti in luoghi dove sia pensabile eseguire una rapina...
La domanda che si è posto Waslawich osservando questo super depredato è stata: come fa a farsi rapinare così tanto?
Quali gesti compie? Che modo di camminare usa per indurre in ogni rapinatore che gli passa nel raggio di 100 metri l'irresistibile impulso a rapinarlo? 
E se quest'uomo cambia il modo di vedere se stesso, smette di essere rapinato costantemente? Esiste qualche cosa di impalpabile che emana da ognuno e determina le reazioni altrui?
Kate Miner, una miliardaria americana, ha risposto in parte a questa domanda con un esperimento sociale di grandi proporzioni che ha coinvolto migliaia di donne che vivevano per strada dormendo sui marciapiedi riparate da cenci e cartoni. Questa donna aveva guadagnato miliardi gestendo una catena di boutique d'alta moda ed era convinta che un abito firmato può fare miracoli.
Comprò un mega camper con rimorchio a due piani, lo attrezzò come un beauty center e iniziò a girare gli Usa. Con l'aiuto di un gruppo di femministe e di psicologhe avvicina le barbone, le porta nel super camper, offre loro un rapido restyling: pedicure, manicure, coiffeur, massaggio, trucco. Fa loro indossare abiti lussuosi, corredati da accessori di gran classe. Le mette di fronte a uno specchio e si complimenta con loro per la metamorfosi che hanno compiuto, da cumulo di croste e stracci a donna elegante. A questo punto le ex barbone vanno a un colloquio per trovare lavoro e a un incontro per affittare un appartamento. 
E riescono a ottenere entrambe le cose: una casa e un lavoro. Miracolo? No: potere delle apparenze.
Il grande cambiamento si compie in 24 ore grazie a un vestito nuovo e a un po' di attenzioni e incoraggiamenti.
Per una persona che non si considera nulla, assaporare la soddisfazione provocata da una serie di piccole gratificazioni è un'esperienza sconvolgente in grado di ribaltare il punto di vista sulle proprie capacità e quindi moltiplicarle per 100.
In questo modo sono uscite dalla miseria più disperata 5.000 donne.
E la cosa straordinaria è che solo 3 donne su 100 scappano con addosso i vestiti e i gioielli che ricevono in prestito. 
Cambiare il loro aspetto è sufficiente per modificare l'idea che esse hanno di sé e la loro scala di valori, rendendole improvvisamente capaci di affrontare nuovamente con successo le difficoltà di una vita normale.
Ovviamente poi è necessario che queste donne vengano seguite, che venga offerta loro la possibilità di condividere le nuove esperienze con altre donne che stanno percorrendo lo stesso difficile percorso. Ma il salto quantico essenziale avviene in modo fulmineo cambiando la loro immagine interiore.
Questo approccio è stato sperimentato nei contesti più diversi e ha mostrato la capacità di creare cambiamenti enormi e istantanei anche rispetto a problemi sociali drammaticamente complessi come il livello di criminalità in una grande città.
C'è una storia che può chiarire quello che cerco di dire meglio di molti discorsi. Pare inventata ma è assolutamente vera.
(da Napoli nel sangue)
Come far crollare il numero dei crimini in 7 giorni
 
Il professor Antanas Mockus, di origine lituana, insegnante di matematica e filosofia, stava tenendo una lezione nell'aula magna dell'Università di Bogotà a un pubblico distratto di studenti, figli di una città dove agli incroci ci si sparava addosso per stabilire chi avesse la precedenza.
Il professore decise che voleva assolutamente farsi ascoltare.
Era convinto di avere cose importanti da dire.
Quindi salì in piedi sulla cattedra, si calò i calzoni e le mutande e mostrò il sedere agli studenti che ammutolirono.
Il professore concluse la sua lezione e lasciò l'aula magna. Gli studenti erano ancora paralizzati a bocca aperta. Il professore venne espulso dall'università per comportamento disdicevole.
E lui disse: Ma allora non vi interessa veramente insegnare a tutti i costi, volete farlo solo se potete contemporaneamente conservare la ritualità inutile che vi dà autorità...
Poi si arrabbiò e decise di presentarsi alle elezioni con un partito dal nome assurdo: Partito visionario.
Vinse le elezioni.
Il suo programma di governo mirò innanzitutto a dare ai cittadini la sensazione che qualche cosa stesse cambiando. Bisognava far diminuire la criminalità che aveva proporzioni spaventose: nel corso del 1997 a Bogotá si registrano 4.500 omicidi, più di 12 morti al giorno, a fronte di una popolazione di poco più di 5 milioni di persone. È fra le città più pericolose del mondo. 
Ma come fare? 
Antanas Mockus iniziò da un problema secondario, contiguo a quello della criminalità, di grande visibilità e relativamente semplice da affrontare con una terapia d'urto. La questione del traffico. E di questa questione secondaria affrontò la parte più semplice e visibile: i semafori.
Nessuno si fermava ai semafori. L'idea fu che il rispetto delle segnalazioni semaforiche sarebbe stato un micro shock positivo per la città. Si decise per un'azione molto comunicativa.
Il sindaco agì in modo inaspettato e stupefacente.
Vennero ingaggiati mille clown e una bella mattina gli automobilisti di Bogotà trovarono i semafori presidiati da gruppi di clown che piangevano a spruzzo se non ci si fermava col rosso e invece danzavano e offrivano fiori se si rispettavano le precedenze.
Contemporaneamente vennero distribuiti centinaia di migliaia di cartoncini con disegnato sopra il pugno con il pollice in alto nel gesto di OK!
Lo stesso cartoncino rovesciato, pollice verso, significa ovviamente disapprovazione.
Ai semafori si vedevano i clown utilizzare questi cartoncini per approvare o disapprovare il comportamento degli automobilisti. 
E molti iniziarono a imitarli. E ben presto si scoprì che i bogotesi temevano più le prese in giro dei clown e degli altri automobilisti delle multe dei vigili.
Il traffico iniziò a regolarizzarsi e nel giro di una settimana crollò il numero degli omicidi. 
Intanto vennero prese misure strutturali, si raddoppiò il numero dei mezzi pubblici e vennero escogitati sistemi efficienti di sostegno alle famiglie povere, dando loro la possibilità di costruirsi case decenti sui terreni pubblici e trasformando la raccolta dell'immondizia in una risorsa per i più poveri: cibo, medicine e libri in cambio di rifiuti suddivisi. Così la macchina inefficiente di raccolta dell'immondizia, grazie a sistemi di riciclo e di valorizzazione, fornì lavoro per migliaia di persone attraverso una micro-organizzazione del servizio. E la città iniziò a essere pulita. E via di questo passo, semplificando la burocrazia e razionalizzando il sistema.
Tra i provvedimenti presi per cambiare l'immagine della città nella mente dei cittadini c'è l'invenzione della Notte delle donne. È la notte del venerdì, ogni settimana: agli uomini è addirittura vietato farsi vedere per strada (salvo specifiche ovvie deroghe), la città, in quella sera, appartiene solo alle donne. Non basta: viene istituita anche la Notte dell'aranciata, una sera alla settimana in cui è vietato bere alcolici. Radicali sono poi state le riforme sul territorio: grazie al POT (Plan de Ordenamiento Territorial), un progetto di riqualificazione delle zone degradate della città, vengono costruiti nuovi parchi verdi - al punto che la superficie di verde pubblico della città si è moltiplicata di ben 4,5 volte in soli cinque anni, dal 1997 al 2002 - viene inoltre sistemata la rete idrica e sono recuperati alcuni fiumi e canali della zona, abbandonati a se stessi. Un occhio alla cultura: si costruiscono 4 grandi biblioteche e 16 più piccole, e nei quartieri periferici della città trovano spazio
52 nuove scuole. Grazie al Plan Maestro de CicloRuta nel giro di una decina d'anni viene realizzato un sistema di piste ciclabili e pedonali di 297 km che attraversa la maggior parte del tessuto urbano. È la rete ciclabile più grande dell'America Latina e nei prossimi dieci anni ne è previsto un ampliamento per ulteriori 300 km. 
Campagne pubblicitarie promuovono ovviamente l'uso della bicicletta e ogni giorno aumentano le persone che la utilizzano per gli spostamenti. Dal 2000 al 2003 si è passati dall'1 al 4% della popolazione. 
Sempre a proposito di spostamenti all'interno del tessuto cittadino va menzionato anche il Sistema Integrato di Trasporto di Massa TransMilenio. Si tratta di un sistema che integra due diverse tipologie di autobus: uno ad alta capacità, che collega le
zone centrali della città e viaggia su corsie preferenziali e uno a bassa capacità che collega i quartieri periferici. Entro il 2015 la rete TransMilenio avrà una lunghezza di 388 km e coprirà l'80% della superficie della città. A 5 anni dall'inaugurazione del servizio, e con soli 60 km in funzione, i primi risultati sono sorprendenti. Già ora il risparmio in termini di tempo impiegato dai cittadini negli spostamenti raggiunge il 25% e il processo innesca tutta una serie di reazioni a catena: aumentano gli spostamenti, l'economia della città, il benessere degli abitanti. Fino a qualche anno fa molti residenti al nord non si sognavano nemmeno di recarsi nella zona sud della loro città. Oggi si tratta di un tragitto che si può fare in breve tempo, spendendo poco e in tutta sicurezza. 
L'aver cambiato volto alla città ha infatti avuto un effetto fondamentale: la diminuzione della criminalità. Il bilancio del governo di Mockus, anche sul fronte della lotta al crimine è strabiliante: tra il '97 e il 2002 da gli omicidi passano da 4.500 a 2.000.
Molto resta ancora da fare a Bogotà, ad esempio il 50% della popolazione resta sotto il limite di povertà, ma indiscutibilmente la qualità della vita e le opportunità offerte ai cittadini hanno fatto balzi strepitosi.
Riassumendo: nelle situazioni nelle quali il risultato di un'azione è chiaro, è sensato occuparsi solo di agire: quando un uomo sta annegando, se non lo tiri fuori dall'acqua muore.
Ma quando ci troviamo di fronte a problemi che non sottintendono un modo semplice e obbligato di reagire allora è il caso di chiederci: qui è meglio affrontare il cuore del problema o agire sul contesto?
E chiaramente chi non si pone mai questa domanda incontrerà sicuramente una dose extra di grossi problemi esistenziali.
Se vuoi vivere a lungo puoi prendere molte medicine oppure smetterla di incazzarti. 
Puoi anche smettere di incazzarti e prendere molte medicine. In nessun caso ti conviene continuare a dare giù di testa odiando il mondo.
E' un atteggiamento conflittuale.
Ti buca lo stomaco con la stessa efficienza di un colpo di pistola.
L'unica differenza è che l'atteggiamento conflittuale ti fa un foro nella pancia in modo più lento e doloroso.
Per approfondire ulteriormente
Vedi
http://www.jacopofo.com/rivoluzione-pigra

 


Commenti

Davvero grazie di cuore, Jacopo.

Spero  che a Bogotà le cose continuino a migliorare, visto che mio fratello vuole stabilirsi là con la sua famiglia (è il paese di sua moglie).

E poi hai proprio ragione: Roggiolani e Meneguzzo li seguo da tempo e sono davvero in gamba!

Sono sempre stata attratta più dall'eolico che dal fotovoltaico ma temo che la pianura padana non sia indicata.

Mi chiedo solo se si riuscirà , in 15 anni  con un rimborso di 30 centesimi, a recuperare la spesa...prima era  di 42-44 cent per 20 anni e non ne ho avuto il coraggio...aaaagh!

 

Comunque, grazie.

una domanda agli amici del blog, stò cercando di capire se e come poter installare dei pannelli solari per il mio appartamento a Roma, il problema è che dovrei installarli sul tetto condominiale. Avrei un paio di domande per chi si è trovato in questa stessa situazione:

-basta l'accordo della maggioranza dei condomini o serve l'assenso di tutti i condomini?

-basta far mettere all'ordine del giorno di un'assemblea ordinaria questa richiesta o serve un'assemblea straordinaria?

ogni altro consiglio, suggerimento è molto ben accetto,

GRAZIE!

 

Ma credo che dipenda dal regolamento condominiale.... Dovresti consultare un sito di amministratori di condominio

Caro Jacopo, condivido perfettamente l'abbinamento che proponi fra risultati pratici concreti ottenibili con la politica dei piccoli cambiamenti, e la filosofia che sta dietro a questo agire.

Viviamo infatti nell'epoca "dell'uomo cosciente".

Gran parte dell'umanità ha raggiunto un grado di evoluzione tale da tendere a  non accontentarsi più di operare nella vita pratica basandosi su regole o leggi incomprensibili ,dogmatiche e misteriose.

L'uomo moderno vuole comprendere, prima di agire,  per questo ritengo importantissima la tua proposta di  riflessione sulla filosofia che  motiva ad  un agire concreto.

Ho quindi riletto molto volentieri la parte di approfondimento  tratta da "rivoluzione pigra" perchè ogni volta che si rilegge una cosa si possono sempre cogliere nuovi  aspetti che la volta precedente non si erano notati.

C' è una parte in particolare che desidero evidenziare e sul quale propongo a te e ai lettori una mia riflessione, ed è quella in cui dici che non conviene dar giù di testa odiando il mondo , e che un atteggiamento conflittuale  ci danneggia enormemente.

Sono super-arci-d'accordo con questa riflessione ; dobbiamo avere il coraggio di proporre un pensare innovativo, anticonformista e al di fuori dei vecchi schemi superati:  un pensare evoluto!!!.

Per  questo propongo alcune riflessioni su questo tema tratte da vari autori:

La prima, appartenente al  popolo pellerossa ,è una preghiera dei cherokee:

"Oh Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di capirne la differenza."

La seconda, del Mahatma Gandhi:

"Se lasciamo che la nostra mente vaghi nella considerazione della vastità del compito che ci sta davanti, ci sentiremo sperduti e finiremo per combinare nulla. Ma se ci mettiamo decisamente all'opera, ci accorgeremmo che anche una montagna di lavoro cala di giorno in giorno e poi finisce."

La terza di Rudolf  Steiner:

"....dovremmo aspirare a porre il lavoro positivo al posto della lotta. Colui che si è familiarizzato con questa concezione del mondo, sa che lottare non conduce ad alcun risultato reale in nessun ambito della vita.

Immagino che quest'ultima frase, non sia facile da "digerire", ma proprio per questo la propongo.

Mi piacerebbe che su queste riflessioni e su  questa tematica si potesse aprire un dibattito.

Un grande abbraccio a te e a tutti voi bella gente "popolo di Alcatraz".                   Idio