Jamie Oliver e la rivoluzione delle mense inglesi

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Qualche settimana fa abbiamo dato la notizia di un provvedimento storico del Ministero dell'Istruzione britannico, che ha deciso di migliorare la qualità delle mense scolastiche del paese a partire dal prossimo settembre (per maggiori informazioni www.jacopofo.com/?q=node/1608). Saranno previsti menù più equilibrati, completi e salutari, corsi di formazione per i cuochi delle mense pubbliche e la messa al bando dei distributori automatici di bibite gassate e snack ipercalorici nelle scuole. Grazie alle vostre segnalazioni abbiamo scoperto che dietro a questa grande rivoluzione che, è provato da altre esperienze simili, porterà a un miglioramento del rendimento scolastico, maggiore attenzione e concentrazione degli studenti e minore aggressività, c'è un giovane chef, una vera e propria celebrità in Inghilterra. Si tratta di Jamie Oliver, 27 anni con la faccia di un ragazzino, capelli spettinati, abbigliamento casual. Parla il linguaggio dei più giovani, è un fan della cucina italiana (ha imparato il mestiere da un italiano), le sue trasmissioni televisive sono le più seguite e i suoi libri di cucina i più venduti del Regno Unito. Qualche anno fa ha aperto a Londra il ristorante "Fifteen" dove da' lavoro a 15 ragazzi con problemi di inserimento sociale. Poi, un giorno, il figlio di Jamie ha iniziato a studiare e suo padre si è domandato cosa mangiasse a scuola. Non lo avesse mai fatto! Nelle mense scolastiche britanniche non si cucina, si toglie dalla scatola e si scalda. Si scaldano hamburger, bastoncini di qualcosa, crocchette di altro, si reidratano fiocchi di purè e si friggono patatine precotte. "Cibo ricostruito", come lo ha definito lo stesso Jamie, e contenente sale, nonostante sia vietato usarlo. Il tutto, per fortuna, è stato ripreso dalle telecamere e le immagini di ragazzini che mangiavano tutti i giorni patatine fritte e una porzione di crema pasticcera, hanno iniziato a fare del giro del mondo, arrivando anche in Italia, su Gambero Rosso Channel (nutriamo un particolare affetto per questo canale televisivo...) Le mense scolastiche, sia pubbliche che private, funzionano in modo opposto rispetto a un ristorante: uno chef crea un piatto, calcola quanto è costato e poi stabilisce il prezzo nella carta. Le mense invece prendono un prezzo ed entro quel budget creano i menù. Nel caso delle scuole pubbliche inglesi, gli ingredienti di un pasto non devono costare più di 37 pence, cioè appena mezzo euro per ogni ragazzo. Il risultato sono tonnellate di cibo spazzatura, per nulla nutriente. Dopo aver raccolto tramite una petizione sul suo sito (www.jamieoliver.com) oltre 200mila firme, Jamie si è reso conto che doveva fare di più, studiando nuovi piatti e facendo dei corsi per le cuoche. Crea, con non poche difficoltà a causa del budget imposto, focacce di pane al pomodoro e pastasciutte con 6 verdure diverse nascoste nel sugo. Inoltre organizza giochi e fa lo stupido con gli studenti (travestendosi da pannocchia) per convincerli a mangiare. Prende le cuoche delle mense e le porta a lavorare per qualche giorno nel suo ristorante, facendo così riscoprire loro il gusto e il piacere di cucinare bene. Nei prossimi tre anni il governo britannico stanzierà 280 milioni di sterline, circa 410 milioni di euro, per aumentare quel diabolico tetto di spesa massima per pasto e finanziare corsi di "aggiornamento" per gli operatori. Tutto per merito di un claun!!!


Commenti

la bonta' e il buon senso hanno gia' avuto delle conseguenze: spaccio di schifezze all'interno delle scuole!
qualke giorno fa, durante la mia solita lettura del "metro" (quotidiano della metropolitana londinese) mi e' capitato di leggere un articolo su un ragazzino sospeso dalla sua scuola(o ammonito o espulso, non ricordo) perche' "spacciava" patatine, caramelle, bibite gasate e quant'altro ai suoi compagni e.. ai professori!!!
si e' difeso dicendo che non solo la sua attivita' non era illegale, ma il cibo fornito era veramente immangiabile!!
considerato che non credo il budget delle scuole sia crescituo tanto, non riesco a credere a un effettivo miglioramento della qualita' del cibo all'interno delle mense e in un paese in cui non c'e' la cultura del mangiar sano tali conseguenza sono quasi ovvie..

Mi pare che l'esperienza del Fifteen restourant di Londra sia stata ripetuta anche a Amsterdam.
Davide Calabria