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Babbo Natale è cattivo! Il capitalismo è cattivo!

Babbo Natale è cattivo! Il capitalismo è cattivo!

Venetoespatriato” mi scrive che sua figlia di 7 anni ha repentinamente preso coscienza delle ingiustizie di questo mondo e ha radunato i suoi vecchi giocattoli per regalarli a bambini poveri. Evidentemente ha poi continuato ad elaborare ragionamenti e giorni fa è arrivata a una conclusione logica e inoppugnabile: Babbo Natale è cattivo perché non porta i regali ai bambini poveri.
Vorrei osservare che questa bambina è un genio. Ha costruito una trappola logica che non lascia soluzioni e il padre ha dovuto spiegarle come funziona veramente la storia di Babbo Natale. Che altro poteva fare?

Credo che sia opportuno che noi si riprenda a fare qualche ragionamento semplice sulla situazione, usando la logica piana e senza preconcetti. Questo perché la crisi economica ha offuscato la vista di milioni di persone. Spread, povertà, paura, disoccupazione, corruzione e risse politiche hanno confuso, annoiato, complicato il panorama e si finisce per perdere la bussola della logica.
Allora io vorrei cercare di fare un po’ di chiarezza.
Punto primo: il capitalismo è cattivo!
Non perché c’è Berlusconi. È cattivo e basta per ineliminabili cause strutturali. Il capitalismo è un sistema economico nel quale chi ha i capitali detiene il potere e inevitabilmente lo usa per fare più soldi fregandosene dell’etica e della giustizia. Questa mancanza di senso della collettività fa sì che la natura stessa della finanza sia quella di crescere speculativamente a dismisura e poi crollare. Deve crollare perché è un sistema che serve a rubare soldi alla gente. Ti convincono che le azioni argentine sono una figata e il giorno dopo crollano. Non è né una fatalità né un incidente di percorso: semplicemente ti hanno fregato i soldi con un gioco di prestigio. Le crisi fanno guadagnare un sacco di miliardi a molte persone che generalmente di mestiere non fanno gli operai.
In particolare il capitalismo fa 3 cose cattivissime:
1) usa la guerra per arricchirsi, depredando popoli, massacrando donne e bambini, distruggendo ricchezza e torturando. È la legge del mercato: produrre armi conviene, finanziare guerre conviene e quindi si trova qualcuno disposto a corrompere e fare lobbying per riuscire a fare la guerra;
2) crea barriere sociali per impedire il benessere dei popoli. Conviene a qualcuno che solo poche qualità di banane possano essere importate in Europa, conviene a qualcuno pagare una miseria i contadini e gli operai dei paesi poveri, conviene che prendere i finanziamenti pubblici sia così difficile, che solo se hai amici in Comune riesci ad aprire un supermercato o a concorrere per un appalto. Conviene che ci siano le mazzette, le raccomandazioni, gli amici degli amici, la burocrazia veloce o lenta a seconda dei casi, le liste d’attesa per una Tac a due velocità. Il capitalismo è basato sul Dio Denaro. E quindi scatena i più bassi istinti in una parte della popolazione che è ben dotata di capitali e quindi ha grandi possibilità di sfruttare in ogni modo i mezzi a disposizione ed è disposta a usare qualunque mezzo per mantenere il privilegio;
3) il capitalismo se ne fotte delle persone e se ne fotte dell’ambiente, quindi se distruggere conviene è disposto a fare qualunque cosa per difendere il proprio diritto a devastare e spargere veleno.

E noi siamo contro il capitalismo, la guerra, la povertà e la discriminazione sociale e l’inquinamento. E non vogliamo subire altre rapine a mano armata truccate da crisi economiche!

La buona notizia è che, storicamente parlando, il capitalismo è finito.
Al momento siamo nella merda fino al collo ma è solo perché gli effetti delle rivoluzioni storiche sono un po’ lente rispetto ai tempi microscopici della vita umana. Ma è bello annegare nella merda sapendo che si tratta solo di uno strascico del passato. Un dinosauro ti sta stritolando, è vero. Ma è meno terribile se hai la soddisfazione di sapere che il dinosauro è morto. Ti stritola perché ti sta franando addosso in quanto essendo morto non si regge più in piedi. E tu hai vinto perché hai continuato a vivere un secondo più di lui. E lui comunque si è estinto e tu no.

Il capitalismo sta scomparendo come è successo ai piccioni viaggiatori-postini  perché non conviene più. Anche la cavalleria composta dalla crema della nobiltà polacca è scomparsa quando l'hanno caricata con i carri armati. Sono scomparsi tutti. Morti.

Mentre alcuni capitalisti si arricchivano vendendo armi, altri più fantasiosi hanno accumulato montagne di soldi inventando il tempo libero, il consumismo, le canzoni d’amore, la moda, la spasmodica ricerca della felicità, il televisore, i libri tascabili, i computer, internet.

Così succede che la novità oggi è che abbiamo un’immensa quantità di informazioni gratis, comunicazione gratis, nuovi sistemi di connessione sociale, umana e culturale; le tecnologie digitali hanno fatto sì che il capitalismo stia vendendo a vagoni la possibilità di costruire reti solidali.
Incredibilmente il capitalismo ha costruito lo strumento che lo sta distruggendo: lo stile di vita e di pensiero basato sulle reti.
Il capitalismo ha generato la coscienza e l’esperienza che collaborare è meglio, regalare è meglio che vendere, vincere tutti è meglio che vincere in pochi.
Pochi si sono resi conto che oggi il sistema di gestione dei computer che sta diventando leader del mercato è stato creato da un gruppo di sviluppatori che hanno lavorato gratis a rete: Linux è lo spartiacque tra il nuovo e il vecchio mondo.
Oggi grazie ai social network si stanno sviluppando impetuosamente reti di persone che credono che collaborare sia gradevole e che stanno arricchendo la collettività per il gusto di farlo. Perché le canzoni d’amore ci hanno insegnato che certi piaceri  non si possono comprare si possono soltanto regalare!

Oggi centinaia di milioni di persone sono convinte che il vero lusso sia potersi permettere la condivisione. Wikipedia è la più grande enciclopedia che sia mai esistita.
Esistono al mondo almeno 500mila associazioni e gruppi solidali che si connettono freneticamente tra loro dando vita a un numero spaventoso di iniziative che vanno dai flash mob alle raccolte di firme per la difesa di singoli individui o gruppi che subiscono ingiustizie.
Mai nella storia del mondo è esistito qualche cosa di simile.
Quelli che noi oggi ricordiamo come i grandi movimenti culturali del passato non coinvolsero mai masse simili di persone.
E mai con una tale livello di partecipazione individuale.
Ogni singolo, con i suoi tweet e il suo profilo nei social network, è un sensore, un produttore di contenuti e un selezionatore di contenuti. Ogni individuo è uno snodo che moltiplica la potenza della rete relazionale mettendola in contatto con il proprio mondo di amicizie e conoscenze.
Molti non capiscono che questo fenomeno è appena iniziato. Non vedono le potenzialità spaventose di cambiamento.
Milioni di persone vivono già connesse, quasi costantemente, con la loro rete di amici, si scambiano continuamente immagini, parole e musica…
L’idea stessa di spazio si sta modificando e mai nella storia del mondo le persone hanno passato tanto tempo a parlare e quindi, bene o male, a usare il cervello.
E cosa succede se milioni di persone si scambiano messaggi forsennatamente, giudicano fatti e cose, creano sistemi di giudizio, li affinano, in una parola si confrontano e confrontano con altri le esperienze? Succede che cresce la coscienza. E appunto si sviluppa la voglia di essere protagonisti della propria vita, di raccontarla e quindi di avere qualche cosa da raccontare.
Molte persone sono spaventate dalle relazioni digitali.
È vero che c’è qualcuno che sclera. Ma se non ci fosse stato internet sarebbe andato fuori di testa in qualche altro modo.
Oggi milioni di persone usano internet per conoscere persone nuove che poi incontrano nella vita reale e a volte ci lavorano, diventano amici, fanno l’amore. Il web sta arricchendo la vita relazionale di centinaia di milioni di persone.
E cosa succede quando sai più cose, conosci più persone, hai più potere di comunicazione?
Succede che vuoi di più.
E succede che persino qualche capitalista preferisce venderti quello che vuoi e che ti serve veramente. Anzi te lo regala!
Perché la grande novità è che il mondo è talmente cambiato, perché sono cambiati gli stili di vita e di consumo, che regalare conviene: Google ti dà ricerche e posta elettronica gratis, le mappe della terra gratis, Facebook è gratis, YouTube è gratis!
Il futuro è il controllo di massa della qualità dei prodotti, lo sviluppo di un mercato fatto di consumatori informati e consociati che pretendono il meglio, compreso il fatto che i prodotti siano puliti: niente sangue, niente sudore di bambini schiavi, niente puzza di polvere da sparo.
Già ci sono reti di aziende che certificano il loro impatto ecologico e sociale: “Compra la mia automobile e salvo gli orsi dell’Alaska, i bambini poveri del Congo e ripulisco l’aria della tua città”.

Oggi il cittadino ha il potere di protestare, di votare e anche di scegliere cosa consumare e in che modo. Può condividere anche nella realtà spazi quotidiani, mezzi di trasporto, barattare, riusare, riciclare, consociare il risparmio in modo etico…

Quel che serve è che sempre più persone comprendano il grande potere che esercitano ogni volta che fanno la spesa.
Servono persone che desiderano stili di vita che ancora non ci sono e se li costruiscano. Serve costruire grandi sistemi digitali che aumentino la condivisione, sviluppino le reti e la cultura della rete.

Lo stiamo facendo ma se ce ne rendiamo conto lo facciamo meglio.
Stiamo creando il mondo migliore adesso.

Vieni al Festival EcoFuturo: abbiamo bisogno di parlarti. Vieni in tenda, in camper, in sacco a pelo, vieni a piedi a cavallo, in corriera, in elefante, ma vieni. La rete sta quagliando. La gioia sta arrivando! Partecipare costa solo 15 euro al giorno, dalla mattina alla sera, spettacolo continuato.

P.S.
Ovviamente attenzione alla caduta dinosauri. Cammina guardando in alto… Non si sa mai!

Jacopo Fo