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Il settimanale Adista ha reso noti i dati della “Relazione del ministero dell'Economia e delle Finanze sull'esportazione, l'importazione e il transito dei materiali di armamenti per il 2008” (ancora non pubblicata dal Governo): risulta che la crisi non ha colpito il settore degli armamenti, ne' di conseguenza le banche che finanziano le aziende produttrici di ordigni.
Dalla Relazione risulta raddoppiato in un anno il numero di operazioni finanziarie autorizzate dal ministero dell'Economia, aumentata di due volte e mezzo la quantita' di denaro "movimentata", triplicati i "compensi di intermediazione" che gli istituti di credito hanno incassato dalle aziende armiere e tornano saldamente in vetta alla classifica le banche di ‘casa nostra', comprese quelle come Intesa-San Paolo e Unicredit, che in passato, sulla spinta della campagna di pressione promossa dalle riviste Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace, avevano annunciato di voler rinunciare ad attivita' legate al commercio delle armi.
La ‘regina' delle "banche armate" rimane comunque la Banca Nazionale del Lavoro, insieme a Bnp Paribas
(Fonte: Micromega)