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Il mio stato d'animo tre giorni prima di Natale, così che i 72 saggi abbiano modo di conoscermi meglio:

Dopo ennesima litigata a lavoro, non so se metto a posto cameretta per Pupi o trasferirci al volo in Umbria, sicuro devo licenziarmi e aprire mia libreria!

Qui, così, non è più una vita degna d'esser vissuta. E' necessario cambiare e subito. A furia di trascinare il masso del senso di colpa la corda s'è spezzata. E sì che è così facile andar d'accordo... Ma qui manca completamente la sintonia e siamo tante schegge impazzite che si colpiscono l'un l'altra ferendosi mortalmente. Io lavoro nella ditta paterna cosa che da sempre non ho voluto fare, col tempo sono anche diventato bravo a fare il lavoro serio (disegnare su autocad, gestire iso9001, sistemare scartoffie) che per varie vicissitudini familiari compresa la morte di una zia, sono stato obbligato ad imparare, io che per natura mi sento e credo d'essere tutto poesia, istinto, fantasia, gioia e creatività. Non bastasse abitiamo in una casetta indipendente sopra i miei, paghiamo un affitto per dividere le spese del mutuo e realizziamo il loro sogno di vivere in una casa indipendente, sogno che così sta diventando un incubo...

Nik ed io nel 2001 eravamo pronti per realizzare il nostro sogno e partire per il giro del mondo, avevamo lavorato e messo via i soldi per farlo, ma Nik era tutrice di sua sorella piccola, la mia famiglia era contraria ed avrei dovuto abbandonare in canile Mendi, il cane che avevo trovato per strada sei anni prima. Mettiamo il sogno nel cassetto aiutiamo a realizzare il loro che è solido, mi resta l'arte! Prime apparizioni a radio Deejay con grande successo ed entusiasmo! A settembre '01 mi dicono che si comincia a fare sul serio! Ma crollano le Torri Gemelle e chiudono tutti i programmi della tv satellitare. Scrivo il mio primo libro, ma la casa editrice chiude dopo sei mesi, gestisco male i rapporti con la dj Pina di radio Deejay che mi dava una rubrica in diretta e resto solo con tutte 3.000 le mie copie da vendere, ne vendo circa 500, recupero il mio investimento, le altre le regalo ai ragazzi neri che vendono libri per strada, quello che riescono a guadagnarci è tutto loro...

Spedisco libro e dvd coi video a tutti i giornali e le trasmissioni sportive, o vengo ignorato o ricevo grandi complimenti ma il mio lavoro non fa per loro... Quando lo portai in radio a Linus e Nicola Savino, dopo qualche giorno Nicola mi richiamò entusiasta più che del libro di come mi ero presentato, io nemmeno gli dissi che già ero piaciuto ed avevo lavorato con Albertino prima e con la Pina poi, mi domandò a brucia pelo: "Ma tu cosa vuoi fare?", io "E che ne so..." così probabilmente mi passò davanti uno di quei treni dicono passi una sola volta nella vita.

Resta la passione e la dedizione, mi metto a scrivere e a correre con la costanza di un samurai, riesco a lavorare part time. Sono i tre anni più belli e soddisfacenti della mia vita!

Mi preparo a tirare le fila dei mie 50 libri iniziati e lasciati a metà che a lavoro le cose vanno male ed entriamo in cassa integrazione. Torno a lavorare tutto il giorno per dare una mano a risollevare le sorti dell'attività paterna, con la cassa integrazione potrei stare a casa a scrivere pagato tutto il giorno, ma il suo lavoro è la missione terrena di mio padre, prima di moglie e figli, e vederlo fallire è un peso insopportabile per la mia coscienza. Il sogno da capo va riposto nel cassetto proprio nella stessa estate in cui Nik ed io andiamo in vacanza ad Alcatraz, il posto, le persone, la filosofia e la pratica di cui ci innamoriamo. C'innamoriamo tanto che Nik resta incinta. E la nostra vita cambia, in meglio! L'attesa del piccolo è un'avventura che un po' fa paura ma piena di tenerezza. Anche la ditta pian piano si riprende, nasce Papo, il nostro Jacopo e tutto prende un colore diverso! Io con meno tempo a disposizione mi metto sotto a far fruttare quello che voglio...

Mi iscrivo a teatro, servirà a crearmi basi e fiducia per salire sul palco del cabaret, dopo tre anni, tante prove e qualche spettacolo, uno anche al Franco Parenti di Milano, così per temprare un po' l'autostima, capisci che il teatro è un grande investimento a perdere partendo dal basso. Così come il giornalismo. Non ci sono spazi, lo fanno in troppi, e non si campa su quante persone vengono a vederti o su quante copie vendi ma sui finanziamenti statali. L'elite di pochi pagata coi soldi di tutti, il lavoro di galoppini che aspirano a diventare attori o giornalisti per chi sta seduto comodo su una poltrona presidenziale. Esordisco anche con discreto successo al cabaret, ma per la tensione quasi mi viene un infarto prima di cominciare...

L'ecologia intanto permea la nostra vita sia pratica che spirituale. Torniamo ad Alcatraz varie volte ma non riusciamo a capire bene come potremmo viverci, cosa potremmo fare per campare, e sì che di idee ne abbiamo a bizzeffe...

Allora passiamo l'ultimo anno a costruire un gruppo di persone per fondare un Ecovillaggio, sempre lavorando in ufficio, leggendo, studiando, informandomi, scrivendo, recitando, ah e facendo il blogger. Andiamo a vedere ruderi in Emilia e ci confrontiamo con amici e persone che incontriamo strada facendo. Con le persone vicine amici e parenti abbiamo poco da condividere e pensano come al solito che siamo strani. Organizziamo un GAS con persone che la vedono come noi almeno riguardo i consumi, cazzo esistono! Anche ai piedi della grande città! Siamo sempre in bilico tra qua e là dove vorremmo stare, vivere! Il gruppo dell'ecovillaggio si allenta perché una parte è troppo integerrima e categorica sull'alimentazione, ma ad Alcatraz si sta organizzando un Ecovillaggio ed allora una scelta nella vita è presa, uno sforzo ha trovato come e dove concentrarsi: che ci si vada ad abitare subito o quando i figli saranno grandi e per ora sia la casa delle vacanze, la nostra casa sarà ad Alcatraz!

Io ho un rapporto alla pari con Jacopo Fo, la scelta di Alcatraz non è una fuga adolescenziale, lui mi stima, mi dà anche del cazzone perché in internet mi hanno già offerto qualche soldo per i miei lavori ed io non me ne sono interessato perché mi interessa altro. Che io stimi lui non sto a ripeterlo. Stimo mio padre, ma io non sono lui, sono un'altra persona ed è ora che prenda definitivamente la mia strada. Non stimo me stesso che sa cosa vuol essere nella vita ma si lascia frenare dai litigi, dal governo ladro, dalle paure: di diventare se stesso, di anteporsi al prossimo, di fare figure di merda, di fallire, di arrivare alla fine del mese, di non riuscire a dare un possibilità ai suoi figli perché ha fatto la scelta sbagliata. Ma la vita è un gioco, una scommessa ed ho bisogno di tornare a viverla con leggerezza, la stessa leggerezza che mi rapisce quando scrivo.