E' morto Angese, Sergio Angeletti per l'anagrafe. Un grande amico. Un grande artista.

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SABATO 23 FEBBRAIO faremo una cerimonia in onore della sepoltura delle ceneri di Angese, che verranno tumulate  alle ore 17, a Alcatraz.
Sergio e’ morto. Stroncato da una malattia che non aveva lasciato speranze.
Ma potremmo dire che e’ stato abbattuto mentre caricava a cavallo le trincee fortificate dei demoni. Sergio e’ stato un grande combattente per la liberta’.
Uno che ha sempre messo la sua dignita’ di fronte alle convenienze.
Uno dei piu’ grandi disegnatori italiani, giornalista e vignettista acuto, originale e geniale, al quale questo sistema di merda ha negato la possibilita’ di lavorare.
Le grandi testate per le quali disegnava lo hanno via via cacciato perche’ non riusciva proprio ad arruolarsi nel manierismo leccaculo dominante.
Dentro di me io piango il fratello che mi ha lasciato, ma sento che sia giusto innanzi tutto ricordare che era un combattente della liberta’ di pensiero, armato di un pennello sublime. E credo sia giusto dire che molto nella sua malattia ha pesato l'essere cacciato, esiliato, lasciato per anni senza lavoro.
Lui non ha mollato, ha continuato giorno dopo giorno a pubblicare le sue straordinarie storie su www.angese.it.
Giorno dopo giorno, nonostante nessuno lo pagasse per farlo. Incredibile costanza.
E' andato cosi’ avanti per anni. Tentando continuamente nuove strade, resistendo nel dialogo con un pubblico di amanti della satira che lo avevano scovato nella rete.
Sergio ha collezionato una quantita’ incredibile di porte sbattute in faccia. L'unico lavoro che gli era restato era uno spazio quotidiano sulla Nazione-Resto del Carlino, pagato una cifra vergognosamente bassa.
Uno spazio concesso quasi con fastidio, in una situazione nella quale qualunque sua proposta veniva bruciata sul nascere.
Sopravviveva in quello spazio perche’ non aveva altro e non voleva smettere di raccontare, comunque, a un grande pubblico.
Un genio al quale e’ stato impedito di lavorare, di produrre le sue infinite idee.
Lascia una casa che ha costruita pezzo per pezzo e che e’ un capolavoro di eleganza e fantasia.
Lascia una quantita’ enorme di disegni e storie. E molti amici.
Per ultimo ci ha regalato anche l'esperienza di vedere un uomo che affronta la morte con chiara coscienza della sua imminenza, continuando a vivere e amare la vita.
Sicuramente vivro’ il tempo che avro’ a disposizione con una determinazione piu’ forte, in futuro.
La vita e’ veramente preziosa e bellissima e anche nei frangenti piu’ tragici mantiene una sua poesia e eleganza.
Sergio se ne e’ andato con grande eleganza, magro da far paura, con in testa il basco con la stella rossa, la barba quasi bianca, estremamente bello anche se scheletrico.
Elegante come quando cavalcava lo stallone bastardo che aveva comprato a prezzo di carne da macello e trasformato in un magnifico alleato.
Bastava un piccolo segnale delle redini e lo spostamento indietro del corpo e il cavallo iniziava a camminare a marcia indietro e sembrava danzasse.
Se penso a Sergio lo vedo cosi’ anche se abbiamo passato molte piu’ ore a disegnare e discutere insieme piuttosto che a cavallo.
Mi fermo qua.
Vorrei aggiungere invece una nota.
In quest'Italia di merda ci sono cose che funzionano in modo straordinario.
In questi 2 mesi e mezzo di agonia abbiamo avuto contatti con diversi ospedali e cliniche, pubbliche e private. E abbiamo trovato isole di efficienza e di malsanita’ a volte divise solo da una porta. Nell'ultimo mese siamo finalmente approdati a una struttura pubblica assolutamente incredibile in Italia. Si tratta dell'Hospice di Perugia, clinica per le cure palliative, diretta dal professor Manlio Lucentini, con il quale collabora come psicologo il dottor Paolo Pannacci.
Si tratta di un luogo confortevole, colorato, con camere grandi per ogni singolo malato con un letto a disposizione di un parente. Sala da pranzo comune con libreria, divani, cucine a disposizione. Infermiere e dottori sono gentilissimi e presenti in modo premuroso e amorevole. E soprattutto queste persone riescono a compiere il miracolo di farti arrivare alla morte senza dolore aiutandoti anche psicologicamente. Il che in Italia e’ moltissimo, visto che siamo agli ultimi posti nella graduatoria mondiale dl consumo degli antidolorifici per i malati terminali. Queste persone hanno accompagnato Sergio, giorno per giorno sostenendolo in ogni modo. E in questo nella disgrazia e’ stato fortunato. Sergio ha avuto una morte dura, con una lunga estenuante agonia. Ma certamente ha avuto sopra tutto il grande dono della presenza di Ceres, la sua amatissima moglie che si e’ prodigata al di la’ del possibile, standogli vicino giorno e notte in un modo che poche persone riescono a fare. E credo che questo, insieme all'affetto degli amici che sono venuti a trovarlo da tutta Italia, sia stato per Sergio una giusta consolazione, un riconoscimento di quanto il suo amore, la sua amicizia e il suo lavoro siano stati per noi un regalo importante.
Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza l'esistenza dl'Hospice, di uno spazio umano dove Sergio ha potuto concludere con dignita’ la propria vita.
PS
Il corpo del grande Sergio Angese, verra’ bruciato. Le ceneri saranno sepolte nel territorio libero dell'Universita’ di Alcatraz secondo le sue ultime volonta’.
Sulla strada che va alla torre, la’ dove sono le pietre dipinte, seppelliremo l'urna con le sue ceneri sotto una grande pietra sulla quale sara’ dipinto Astarte, il suo cavallo.
Chi passera’ da quelle parti potra’ parlare ad Angese.
Lui ha promesso che ascoltera’.

Che tu possa cavalcare in eterno nelle praterie del cielo.

 


Commenti

santa                        vengo a trovarti alla Torre , un abbraccio a tua moglie  ed ai miei carissimi amici iacopo ed eleonora... è tempo di tornare ad Alcatraz

Ti ho conosciuto tardi e grazie a Jacopo... ti mando un abbraccio ovunque sia.

Non ci sono parole per esprimere il mio sentire sssssssssssss

Un giorno cavalcheremo tutti insieme nelle praterie del cielo. Augh!

Ieri mattina se ne è andato Angese, due mesi di lotta contro un cancro al pancreas. Il nostro guerriero non ce l'ha fatta e ha deposto le armi.
Mi dispiace per chi non l'ha conosciuto, vi avrebbe fatto girare le balle a morte e l'avreste amato come l'ho amato io. Angese era anarchico, ribelle, poeta, filosofo. Ma anche queste sono parole che poco hanno a che fare con la complessità di un essere umano come lui.
Io so che mi mancherà, mi mancherà non trovarlo al bar quando scendevo in paese la mattina, ci andavo apposta verso una cert'ora che sapevo che era lì che faceva colazione con i giornali aperti e la mente in subbuglio. Mi sedevo con lui e si chiacchierava senza pensare a quante cose avevo da fare, al lavoro.. che aspettasse che io stavo parlando con Sergio. Ogni tanto le sue sfuriate sul mondo, la politica, così incorrect a volte... poi mi guardava e diceva: gabri, tu lo sai, tu mi conosci, io credo a certe cose... sì che lo sapevo grande Sergio, che eri più onesto, più coerente e amavi così tanto il genere umano che sembrava lo odiassi. Incazzato, imbufalito mai indifferente.
Mai domo, intanto che decine di giornali gli sbattevano la porta in faccia perchè non accettava censure di alcun genere, lui ricominciava, arrivava con un'altra idea: "Gabri, senti qui, se va in porto mi dai una mano?" E io a dire sì, certo, che lavorare con lui era una delizia...
Ultimamente ho comprato la sua macchina, un Kangoo verde... quando ci salgo penso che se le cose hanno un'anima io mi porto un pezzetto di Sergio con me quando vado in giro...
Lo so che dico cavolate... ma non vorrei smettere di parlarvi di lui.. che si costruiva case belle e poetiche, che poi smontava, rimontava...
Nella sua casa qui in collina aveva nascosto nelle pareti delle monete. Diceva: pensa Gabri, fra duecento anni qualcuno abbatterà questi muri e ci troverà le monete.. si chiederà da dove vengono.. quante altre ce ne sono nei muri della casa... sarà un sogno bellissimo... che altro modo c'è di essere eterni se non nell'immaginario della gente?
Ciao Sergej, come ti chiamavo, il primo giorno che ti ho visto 15 anni fa eri in groppa ad Astarte, buon viaggio.

 

Jacopo facciamo un museo virtuale delle sue opere. Il termine "museo" non mi soddisfa, ma al momento non me ne viene uno migliore e tutto sommato, per capirci, può andare bene. Penso però a una cosa allegra e coraggiosa, come mi sembra di capire fosse lui. Nel frattempo io pianto un albero in sua memoria.

Buon viaggio è troppo poco, addio non se ne parla nemmeno!

Come salutare un grande vignettista esiliato che ha preso la via del cielo?
Con un ricordo personale di una banalità assurda: io non ho mai incontrato personalmente Angese ma mi ricordo la prima volta che entrai nella redazione locale di Paese Sera, dove una redattrice mi disse: "E' buffo ma ti sei messo esattamente dove Angese si sedeva per disegnare le sue vignette: dev'essere un posto speciale che attira i vignettisti!"
In realtà era un posto come un altro, una sedia ed una scrivania qualsiasi, davanti alla porta d'ingresso alla redazione. Però mi sedetti lì perché mi sembrava il posto migliore per meditare.
Forse è andata veramente così, ci sono luoghi, nelle redazioni dei giornali, dove vengono le idee e, il vignettista satirico, questi luoghi li sente con il culo, ci si deve sedere sopra. 

Buon viaggio è troppo poco, addio non se ne parla. Il male adesso è per noi che restiamo seduti sul nulla, perché il culo, noi vignettisti, non lo abbiano più: ci hanno preso anche quello.
Ciao Sergio, salutami le stelle.

RU-y2k

...immagini nitide, di quindici anni fa. Sfottìo leggero, risa, grande rispetto per le mie parole di ragazzina affascinata dalle tue colline umbre, dalla tua vita, dalle tue idee forti. E notti nere, colme di stelle, neanche le avessi disegnate tu. Che dolcezza stasera, qui a pensarti. Ciao Sergio. Valentina

Io ho conosciuto il Grande Angese, una persona fuori dal comune che aveva davvero idee graffianti come le sue vignette...
Era in grado di mettere la battuta ironica al sevizio della riflessione di chi lo ascoltava in modo naturale, come se quello fosse l'unico modo di ragionare possibile...
Abbiamo perso un grande! Davvero un grande!

 

E’ da qualche giorno che ho deciso di non scrivere post sul blog per lasciare che il Caos faccia il suo corso. Ieri però è successa una cosa strana che non voglio ignorare. E’ morto Angese. Che non è strano, è un dispiacere. Il fatto strano è che un centinaio di utenti della rete cercando notizie sula sua dipartita sono capitati nel mio blog. Lasciando anche delle risposte. Internet funziona così, internet non ha cuore. Non sapete nemmeno quanti soldi girino in internet. La visibilità è tutto. Crea contatti e business. Questo mezzo che per alcuni è libertà, possibilità di diffusione di idee e aggregazione per altri è solo fonte di lucro. Che ingenuo, la vita è così. Chi piomba primo sulla notizia la vende a caro prezzo. Ti chiedo scusa Sergio, io avevo solo intenzione di far circolare l’idea che la vita sia comunque degna d’esser vissuta anche nella consapevolezza della morte. Ti chiedo scusa anche se non c’ho guadagnato un soldo, solo un centinaio di visite in più. Che male c’è poi a guadagnare i soldi, tanti soldi? Che si passa la vita a far quello anziché a viverla, ad avere idee per viverla meglio. Perché i soldi sistemano tutto e mettono il cuore in pace. Ma questa è un’altra storia… E sì che quest’estate Sergio, adesso che rimetto insieme le cose, ti ho anche parlato per chiederti informazioni riguardo la vendita della tua casa in Umbria, vicino ad Alcatraz… Buona cavalcata Sergio!

 

Qualche mattina fa, per merito di Sergio, di Renata, di Simona, di Matteo, di Mendi, di Rocco, della gamba di Roby, della Nonna, per merito di tutti gli Amici che se ne sono andati e delle stagioni che vanno, tornano e stanno al loro posto, ho scoperto che sono pronto a morire anche se vorrei ancora combinare un po’ di casino qui fuori in giro.

 

E come al solito la realtà mi si realizza dentro in forma di versi:

Morire è normale conseguenza del vivere.

Cambiare stato per tornare in un altra forma.

Continuo divenire della grande Madre.

Passare e seminare per lasciar raccogliere.

La nostra società che così tanto teme la morte e la cura, la rinvia, la scaccia

è allo stesso tempo così tanto portatrice di morte e sterminio in nome della sua stessa vita.

E sì che basterebbe così poco, per risolverla, la vita,

aver la certezza che una volta andati non è finita.

Nessuna pietra, nessun ritorno, nessuna andata,

siamo sempre stati qui e qui staremo,

perché il corpo forse è solo un contenitore.

Perché si continua a vivere nei gesti, nei ricordi, nei pensieri.

Solo a tenerseli stretti tutti per se, davvero si muore.

Un saluto all'incommensurabile Angese, un abbraccio alla sua famiglia e un grazie a Jacopo per avere postato questa notizia. Non ho idea di dove sia adesso, sotto quale forma o sostanza, ma credo stia già ridendo divertito di qualche nuova idea. Arrivederci Angese, già mi manchi troppo.
Antonio Sabino

Ovunque tu sia, riposa in pace

La  sua arte mi dice  chi era e l'ho ricordato sul mio blog attraverso le sue grandi vignette!!!!

Ciao grande matita libera dal potere!

 

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