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I proverbi, si diceva un tempo, sono la saggezza dei popoli; e uno dei proverbi più saggi affermava che il bene e il male non sono mai tutti dalla stessa parte.  Oggi però, nel nostro paese,  la passione politica si è talmente incattivita che spesso si sfoga alla cieca, senza distinguere, e meno che mai salvare, ciò che di buono c'è nel campo avverso.
Un caso tipico è accaduto il 23 giugno scorso, quando il quotidiano "Libero" ha offerto come allegato un libro di ben 210 pagine, dal titolo "Verdi fuori, rossi dentro" e dal sottotitolo, "l'inganno ambientalista". Esso era (è) firmato da Vittorio Feltri, Renato Brunetta, Franco Battaglia e Renato Angelo Ricci: giornalista il primo, economista e uomo politico il secondo, professori di Fisica ed effettivi autori del libro, il terzo e il quarto.  Titolo e sottotitolo ne evidenziavano perfettamente lo scopo politico (peraltro malinteso, come spiegherò): attaccare senza fare prigionieri l'estrema sinistra ambientalista e ciò che essa ha di più caro, fra cui le fonti rinnovabili. Sinistra ambientalista la quale da parte sua, faccio notare subito per doverosa imparzialità, non ha davvero scrupoli nel manipolare i dati reali a sostegno delle proprie tesi.
Riporto al riguardo una dichiarazione, fatta il 26 giugno (fonte Adncronos), da una icona dell'ambientalismo militante, Ermete Realacci, oggi vicepresidente del Kyoto Club, deputato dell'Ulivo e Presidente dell'VIII Commissione della Camera, Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici: "Pensiamo alla Germania" egli ha detto"dove producono con il vento piu' di 18 mila Megawatt l'anno, pari all'8% del totale della produzione energetica, o alla Spagna con 9 mila Megawatt pari al 7% del totale. In Italia non arriviamo a 1500 Megawatt, meno dell'1% del totale della nostra produzione energetica". Ebbene, in Megawatt si misura la  potenza di un generatore eolico, che solo quando è installato ed esposto al vento "produce" energia.  La quale si misura invece in Megawattora (o multipli e sottomultipli). La realtà vera è che quei 18.000 MW sono la potenza eolica oggi installata in Germania e i Megawattora che essa produce sono meno, molti meno di 18.000 l'anno. Con quelle parole fuorvianti Realacci ha cioè sfruttato, in favore dell'eolico, la presumibile ignoranza degli ascoltatori in materia di unità di misura elettriche.
Ciò premesso, torniamo al libro "Verdi fuori, rossi dentro". Ai suoi due autori effettivi, Franco Battaglia e Renato Angelo Ricci, sostenitori appassionati della fonte nucleare, brucia ancora terribilmente il risultato del referendum del 1987. E brucia a buon motivo, va riconosciuto, perché  quel risultato fu "interpretato" arbitrariamente dai politici come rinuncia definitiva. Il che giustifica la loro vis polemica, ma non fino al punto da consentire la pubblicazione, in un testo presentato come scientifico, di anche un solo dato non attendibile. E già sfogliando il volume uno l'ho trovato subito, a  pagina 69, dove è scritto che il prezzo dell'Uranio "non è mai stato superiore a 100 $/kg" e che "oggi è di poco inferiore a questo valore".  Un errore che ho colto al volo perché sapevo che una delle più importanti aziende che si occupano di uranio, "The Ux Consulting Company, LLC" (http://www.uxc.com/review/uxc_Prices.aspx), il 18 giugno scorso lo aveva quotato a 136 dollari la libbra, che fanno (136 x 2,2046) = 299,8 dollari il kilogrammo, cioè quasi esattamente il triplo di quei pretesi 100$/kg. . Difficile negare che un svarione tanto grosso renda almeno dubbia l'attendibilità complessiva del testo.  Si aggiunga che l'uranio è arrivato a quel prezzo, dai 7 $ la libbra che costava nel 2001, con una crescita ininterrotta che lo ha fatto rincarare di quasi 20 volte negli ultimi 6 anni e di 2 volte negli ultimi 6 mesi. Un trend ormai esponenziale, che da tempo preoccupa gli ambienti interessati; perchè il costo del "carburante" incide sì relativamente poco, ancora oggi, su quello del kilowattora nucleare, ma a tutto c'è un limite. Limite che verrà raggiunto, probabilmente presto, considerato che il fabbisogno annuo dei 440 reattori nucleari operativi nel mondo è di 70.000 tonnellate di uranio, mentre la sua produzione annua mondiale è di sole 40.000 tonnellate.
Devo ancora far presente che su certi temi, come i mai dimostrati "pericoli per la salute" rappresentati dagli OGM e dall' "elettrosmog", sono d'accordo con Battaglia e Ricci. Ho quindi saltato a piè pari le molte pagine dedicate alla demolizione di quei due costosi "babau". Idem per i biocarburanti, che so bene essere il sistema meno efficiente per ricavare energia da una data superficie di territorio (superficie che oltretutto in Italia non abbiamo, in misura appena adeguata a quel sistema).
Ma mi sono ribellato alle stroncature, assolute e senza speranza, con cui si concludono i capitoli sulle altre principali fonti rinnovabili e in particolare sulla solare, termica e fotovoltaica. Stroncature del tipo (p. 58)  "Insomma, l'energia solare indubbiamente non è l'energia del presente. Che speranza ha di ritornare a fasti del passato? La sconfortante risposta è che non solo essa non ha alcuna speranza di diventare l'energia del futuro, ma non ha alcuna speranza di dare, in futuro, alcun contributo che non sia insignificante (o, comunque, marginale) ai bisogni d'energia dell'umanità.".

Una reazione dapprima emotiva, la mia, per lo schiaffo brutale inferto agli ormai milioni di persone di ogni tendenza politica e di ogni paese che credono come me in quei settori anche per motivi ideali (sì, ANCHE PER MOTIVI IDEALI) e ci lavorano cercando di impegnarvisi al meglio. Fra di esse - voglio ricordare agli autori effettivi del libro, casomai leggessero queste righe -  ci sono ricercatori di altissimo livello come, uno per tutti, l'australiano Martin Green, i quali lavorano presso istituzioni scientifiche di prestigio mondiale come, due per tutte, il Fraunhofer Institute di Friburgo (Germania) e l'Università di Utrecht (Olanda). Senza dire delle decine di grandi aziende che in quei settori investono e dei consulenti finanziari che consigliano di investirvi, come gli "gnomi" della Sarasin Bank di Basilea. Una delle ultime notizie al riguardo arriva da una grande compagnia di assicurazioni, la tedesca Allianz, la quale ha calcolato che in impianti ad energia rinnovabile siano stati investiti 45 miliardi di euro nel solo 2005 e prevede che essi diventeranno 250, cinque volte di più, nel 2020.
E così vorrei ricordare ai due firmatari "politici" Feltri e Brunetta, a dimostrazione di quanto sia autolesionista la loro iniziativa di "sparare nel mucchio", buttando così via diversi bambini insieme all'acqua del bagno, che:
a)- il primo tentativo di bloccare il vergognoso "caso Cip6", che col pretesto delle fonti rinnovabili ha raggirato gli italiani, dal 1992 ad oggi, di qualcosa come 30 miliardi di euro e ha ostacolato gravemente lo sviluppo di quelle fonti in Italia, è stato fatto con la Legge 62 del 2005 (governo Berlusconi), che all'articolo 15, n.1, lettera f) stabiliva: "sviluppare l'impiego delle nuove fonti rinnovabili di energia e della cogenerazione attraverso strumenti di mercato, prevedendo il riordino degli interventi esistenti con misure anche differenziate per tipologie di impianto e introducendo meccanismi di incentivazione basati su gare per la promozione delle soluzioni tecnologiche più avanzate e ancora lontane dalla competitività commerciale, e ferma restando, alla scadenza delle convenzioni in essere, la cessazione, senza possibilità di proroghe, di ogni incentivazione per gli impianti funzionanti con fonti assimilate alle rinnovabili;
b)- il mercato fotovoltaico italiano è stato in realtà aperto, dopo almeno vent'anni di inerzia e di vero e proprio ostruzionismo dei precedenti governi, dal Decreto Ministeriale sul conto energia del 28 luglio 2005, firmato da due signori di nome Claudio Scajola e Altiero Matteoli;
c)- nel programma della Casa delle Libertà per le elezioni politiche del 2006, punto 8, numero 7, stava scritto:  "Incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all'uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili (vere, non assimilate), dal solare al geotermico, dall'eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani, per ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese";
d)- fu sotto il governo Berlusconi che il rivoluzionario sistema per lo sfruttamento dell'energia eolica in alta quota (dove è forte e costante), il "Kite Wind Generator" del piemontese Massimo Ippolito, venne preso in considerazione e ammesso a sostegno economico pubblico.
Poi, sbollita un po' la rabbia, sono andato "a vedere" su che cosa si basassero quelle stroncature scientifiche. Ho così scoperto che la diagnosi di "senza speranza" per la fonte eolica era stata emessa senza prendersi il disturbo di verificare se ci fossero novità in vista; come l'appena citato Kitegen di Massimo Ippolito, già ben noto agli esperti (e non solo) che hanno cura di mantenersi informati, senza preconcetti, e che la radiazione solare è stata dichiarata non abbastanza potente, per essere convertita utilmente in energia, attraverso un  ragionamento che riporto testuale, ammettendo senz'altro che se non l'ho capito è solamente colpa mia. " Alle nostre latitudini, a mezzogiorno e col cielo limpido, l'insolazione è circa 1000 W/m2. Ma non sempre è mezzogiorno, c'è anche la mezzanotte e non sempre il cielo è limpido: l'insolazione massima concepibile, mediata sulle 24 ore e sulle 4 stagioni, è, in Sicilia, di 200 W/m2 e diminuisce andando verso nord, fin quasi a dimezzarsi in Trentino".   Letto così, sembra la mirabolante scoperta che la solare è una fonte intermittente, più abbondante in Sicilia che nel Trentino. Ignoro attraverso quali calcoli gli estensori siano pervenuti a quei 200 W/m2 siciliani, ma non è questo che conta. Conta invece che decenni di esperienze PRATICHE, secondo le quali un impianto FV da 1 kWp produce circa 1.500 kWh l'anno in Sicilia, circa 1.000 in Lombardia e circa 850 in Germania, siano stati ignorati da quei signori; come a dire che se i fatti contraddicono la loro verità, peggio per i fatti. Né sono venuti loro in mente la possibilità, sempre più realistica, di accumulare in loco l'elettricità di fonte FV e il fatto che le punte della richiesta elettrica si verificano di giorno, e non di notte quando la gente dorme..
Quanto al solare termico, esso è stato liquidato, in sostanza, con la considerazione che sovente non tutta l'acqua calda prodotta viene poi realmente utilizzata. Superfluo ogni commento. Utile invece il consiglio di leggere, a pagina 18 di questa rivista, l'articolo di Gaio Croci che spiega come, in Italia, la produzione di acqua calda per gli usi domestici con il solare termico possa da sola far risparmiare tanta energia quanta ne producono una decina di grosse centrali.
Malgrado tutto quanto sopra, tengo a  precisare che non mi sogno lontanamente di demonizzare il nucleare come certi nuclearisti arrabbiati demonizzano le fonti rinnovabili. Rimango anzi convinto che sia stata una grossa sciocchezza bloccare le misere tre centrali "nuk" che avevamo. E faccio presente che a pensarla così siamo almeno in due perchè "...ma quelle tre ce le potevamo benissimo tenere !!" lo ha detto un giorno dell'anno scorso conversando con me, pensate un po', il principale promotore di quel famoso referendum, Marco Pannella.

Leonardo Libero

29 giugno 2007