Marco Carta, già vincitore di Amici vince anche Sanremo! E' la rivoluzione comunista che trionfa?

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Super Angese contro il Pensiero Banale. Il Movimento Ribelle Planetario ha un grosso problema: il modo di ragionare. La maggioranza degli oppositori al Sistema delle Multinazionali del Dolore è talmente impegnato a elencare gli orrori del Capitalismo Senza Cuore che non ci si rallegra per una serie di eventi rivoluzionari. E non rallegrarsi per i successi è male. Incentiva la depressione e demotiva. (Della serie Dio ti ama anche quando non sembra. Dalla cacca non solo nascono i fiori ma ci si possono fare batterie elettriche , carburante , idrogeno ) Per anni ho avuto la fortuna di passare ore a parlare con Angese, seguendo i suoi eleganti ragionamenti. Sergio adorava pensare. E nell’attività del pensare privilegiava i ragionamenti fuori dal coro. Una specie di caccia al tesoro enigmistica. Un gioco essenziale per un giornalista. Perché Sergio si definiva non un vignettaro ma un giornalista disegnatore. Non che la parola vignettaro non gli piacesse. E’ che lui faceva il giornalista. E seguiva la regola d’oro del giornalismo americano. Quella che pochi giornalisti americani hanno utilizzato veramente. I maestri dicono che quando stai intervistando il politico o l’imprenditore e ascolti tutte le cose belle che ti dice devi continuare a domandarti: dov’è che questo figlio di puttana sta cercando di vendermi una balla? Sergio applicava questo principio all’intero universo. Dov’è che stanno cercando di venderci una realtà fasulla? Allora prendeva il calibro della logica e cercava di misurare con esattezza i pesi degli eventi e la direzione dei proiettili. Ad esempio aveva seguito con grande attenzione tutta l’ascesa della De Filippi e aveva determinato che lei è una delle più grandi rivoluzionarie di questi anni. Intendiamoci: lui non amava la De Filippi. Sosteneva che il duo Costanzo-De Filippi costituisse una sorta di monopolio televisivo talmente potente che nessuno aveva mai il coraggio di muovere loro la più piccola critica. Una specie di piovra mediatici che tiene in scacco la cultura italiana. Non gli erano simpatici insomma. Ma Angese aveva abbandonato l’idea manichea che sono quelli buoni che fanno le cose giuste. Se guardi la vita con distacco ti accorgi che è un fiume in piena nel quale le persone agiscono trasportate da impeti, onde, pulsioni, emozioni tanto violente da farli sragionare. Forze più potenti di quelle umane, attrattori cosmici primari, assoggettano buoni e malvagi costringendoli a volte, loro malgrado, a scambiarsi i ruoli. Persone probe compiono stragi immense con i migliori propositi e pessimi individui, assetati di potere e ricchezza in modo compulsivo, determinano cambiamenti epocali allargando le opportunità esistenziali di miliardi di persone. Gli esempi storici abbondano. Quando, negli anni sessanta, si diffuse la notizia che in Africa stavano morendo di fame a milioni, tantissime persone si sentirono stringere il cuore per l’angoscia. Misero mano al portafoglio, raccolsero grandi somme di denaro e arrivarono in Africa con navi piene di riso e frumento che iniziarono a distribuire gratis. Così fermarono l’ecatombe. Ma ottennero anche un effetto collaterale: visto che loro regalavano cibo il prezzo dei prodotti agricoli crollò. I contadini non incassarono quasi nulla dalla vendita dei loro prodotti, si indebitarono, fallirono e persero la terra. L’anno dopo c’erano molte più persone affamate. Ma c’erano meno soldi e meno cibo gratis. E ci furono più morti. Al contrario, negli anni 80, c’era un gruppo di uomini veramente crudeli. Avevano saccheggiato e ucciso ai quattro angoli della terra, stuprato, torturato, ammazzato bambini con ogni sorta di armi. Avevano complottato contro i governi democraticamente eletti e aiutato i golpisti a chiudere in campi di concentramento centinaia di migliaia di oppositori. Questi uomini crudeli erano i generali del Pentagono Usa. Ma furono loro, sempre alla ricerca di nuovi sistemi per essere militarmente più forti, che crearono Internet dando a milioni di persone il diritto di parola, il potere della comunicazione e ponendo così le basi di un nuovo tipo di democrazia diretta. Quindi Angese, pur non amando particolarmente la De Filippi, osservava il suo operato con l’attenzione di un microbiologo. E si chiedeva: che effetto avranno le sue trasmissioni? Procedeva quindi a una esplorazione nei vari strati del derma di questo sistema televisivo. Cercava il nucleo sollevando i veli delle lacrime facili, dell’intreccio melodrammatico di alleanze, risse, amori, storie individuali vere o artefatte che fossero. Il primo aspetto che videro i suoi begli occhi fu che la De Filippi aveva contribuito grandemente a inventare un nuovo sistema televisivo dal punto di vista della struttura commerciale. Fino ad un certo punto la tv usa personaggi famosi (e li paga bene). Poi si scopre che si può prendere una faccia nella folla, farla diventare nota al mondo e poi rivenderla. Da anni ormai questi personaggi che nascono nei reality firmano dei contratti che li obbligano, per un certo numero di anni, a essere gestiti dalla holding che ha prodotto la trasmissione e a versare contributi in denaro o in presenza a altre trasmissioni. Ogni sconosciuto che diventa una star significa centinaia di “presenze” ben pagate a matrimoni, convention aziendali, sagre paesane, inaugurazioni di negozi, serate in discoteca. Una montagna di soldi sui quali la produzione, o chi per essa, intasca la percentuale. Ma questo non è né bene né male. E’ una curiosa variante dell’architettura del business. Ma scavando ancora alla ricerca del nucleo, del fatto centrale, Angese arrivava a vedere dentro Amici un meccanismo incredibile per la sua capacità di formare nuovi modi di ragionare. Secondo Sergio, Amici rappresenta il culmine del percorso della De Filippi, quasi che in questa sua trasmissione lei abbia trovato la nota perfetta che la fa vibrare. Dobbiamo ricordare che all’inizio la De Filippi fu marchiata come una sciaccquetta che si sposava Costanzo solo per arrivare a fare qualche comparsata in tv. E credo che ne abbia mandate giù di umiliazioni e cattiverie. Passano gli anni, diventa l’Imperatrice della Tv, e ti fa un realty basato sulle capacità. Giovani selezionati tra migliaia frequentano una scuola durissima, con insegnanti di altissimo livello, e si misurano con i loro limiti espressivi. Vince chi impara, chi si trasforma, chi cresce. Il giudice è il pubblico. In particolare Sergio aveva seguito un’astuta manovra della De Filippi. La trasmissione languiva e allora lei fa entrare un immigrato albanese, che canta balla, fa tutto. Gli altri concorrenti si incazzano perché questo è un fuori classe in tutte le discipline. E allora protestano: questo non si può fare, c’è un regolamento che lo vieta. E la De Filippi risponde che l’unica legge di Amici è l’eccellenza del professionismo, l’impegno, la creatività e la disciplina. E cambia il regolamento e questo albanese, affamato di vita trionfa. L’altro giorno facendo zapping mi sono fermato su Amici. Sul satellite va giorno e notte. E mi sono visto una lezione di danza, una ragazza non riusciva a compiere un movimento sinuoso con la schiena. Provava, riprovava, riprovava. E mi son detto: aveva ragione Angese, questo è un messaggio positivo. La scuola dovrebbe appassionarti a questa dedizione al lavoro, allo studio, al perfezionamento. Dovrebbe farlo la famiglia. Ma non accade. Per decenni i giovani hanno avuto rare occasioni per vedere cosa ci fosse dietro un grande film o una grande canzone. Era anzi pieno di commedie nelle quali giovani qualsiasi scoprivano improvvisamente di essere i migliori cantanti del mondo. E quasi per miracolo (o per colpo di culo) venivano subito scoperti da un grande produttore che passava di lì per caso e il giorno stesso diventavano milionari. Amici insegna esattamente il contrario. Ti fa vedere, nell’arco di mesi, come passo per passo chi l’ha dura la vince. Ma Amici è solo la capofila di un genere televisivo che ha grande successo e domina i canali satellitari di tutto il mondo. Sono tutte storie di persone che affrontano difficoltà. Celebrano tutte la fatica e l’impegno per raggiungere un risultato positivo. I personaggi hanno un obiettivo e lottano e si mettono in discussione per raggiungerlo. Soprattutto, il filo conduttore è mettersi in discussione: la mia vita non funziona perché sono sfigato o sono vittima di ingiustizie oppure c’è anche qualche cosa che potrei fare per cambiare il mio rapporto con il mondo e favorire la mia fortuna? Ecco così una miriade di personaggi impegnati nella loro grande impresa: ricostruire una casa diroccata, perdere 40 chili, diventare fotomodella, guarire malattie gravissime, migliorare i rapporti sessuali con il partner, dare una raddrizzata ai figli che sono venuti su teppisti, mettere al mondo una creatura, farsi una plastica totale. Le tipologie sono molteplici, spesso demenziali e rispondono anche a domande che nessuna persona sensata si porrebbe tipo: cosa succede se due famiglie si scambiano la madre? Magari possiamo discutere sulla positività reale di certi risultati. Ma quel che importa è che lo spettatore non si limita a consumare un intrattenimento. Si identifica con il protagonista in modo tale che è costretto a chiedersi: io avrei altrettanta costanza? Cosa potrei ottenere per il miglioramento della mia vita se mi impegnassi così tanto? E’ la struttura l’archetipo della storia che porta giocoforza a muovere i pensieri in questa direzione. Quest’anno San Remo è stato vinto da Marco Carta, che l’hanno scorso vinse Amici. Suppongo che Angese avrebbe detto: ecco, vedi, è il trionfo della rivoluzione della De Filippi. Che per l’occasione faceva anche la valleta di Bonolis. Ha espugnato il festival canoro col coltello tra i denti. E’ un bene. Il mondo si evolve. Lo sviluppo della cultura dell’impegno, della dedizione, della passione è un elemento centrale nel cambiamento del mondo. I problemi che l’umanità si trova di fronte oggi sono complessi. E credo che la possibilità di superarli sia legata al livello di cultura della professionalità mediamente presente nella testa delle persone. Nel 2009 costruire un mondo migliore non è una roba per dilettanti. Per questo credo che il ragionamento di Angese sia importante. E poi dà ottimismo sapere che anche la De Filippi trama per la distruzione del Sistema delle Multinazionali del Dolore. Stiamo vincendo. Anche se non sembra. E’ bello. PS Visto che non vorrei sminuire il pensiero di Angese al giudizio su Amici, mi riservo prossimamente di approfondire il curioso modo di vede di questo maestro del Pensiero Imprevedibile.


Commenti

Non ho capito se il discorso Defilippi/Bonolis sia una buona notizia oppure no.
Non avendo seguito il Festival e guardando poco la TV non mi permetto di giudicare.
Meno male che tramite il satellite si può vedere Euronews con notizie da tutto il mondo altrimenti qui sapremmo solo di Veltroni, di Berlusconi, del Vaticano e poco altro.
E poi c'è quella meraviglia di internet dove veramente ci si può informare, come sapere che il 17 febbraio scorso c'è stato il primo esame, da parte della Commissione Ambiente della Camera, del progetto di legge “Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale”.

Cosa vuol dire? Che forse finalmente avremo un sistema come CasaClima di Bolzano a livello nazionale, dove gli edifici verranno costruiti e acquisteranno valore se ristrutturati grazie al risparmio energetico ed alle fonti rinnovabili.
Questi sì che saranno 1.000.000 di posti di lavoro, forse.

Ciao Jacopo, curioso questo tuo ragionamento. Per certi versi non fa una piega, tuttavia resta un dato di fatto incontestabile sul fatto che una canzone è bella o brutta a prescindere dal 'padrino' che la sponsorizza. Questo è il lato drammatico di tutta l'operazione SanRemo. Non vince mai la canzone, ma vince la forza di chi quella canzone la propone. Dal mio punto di vista il valore della canzone che ha vinto quest'anno è scarso se non addirittura inesistente, e né il fatto che a proporla sia un gran bravo ragazzo o che sia uno che ha studiato molto cambia di una virgola la mia opinione. Non credo che Mozart abbia mai studiato molto. Certo con questo non voglio dire che la bellezza sia sempre frutto dell'ispirazione, ma col pensiero metodico, con il razionalismo dubito che possa nascere qualcosa di veramente viscerale, veramente rivoluzionario. Trovo l'operazione Festival uguale a se stessa, niente di nuovo, niente di passabile se non la vecchia Patty che da sempre se ne frega di fare brani alla sanremo e segue il suo istinto (peccato che anche lei si sia rifatta la faccia a mo di gatto, non ne capisco la ragione, ora è praticamente senza naso, che sia per l'abuso?). Comunque, per come la vedo io l'unica canzone decente è quella di Dolcenera.

(sposto qui l'articolo di Idio, postato altrove per problemi tecnici)
Credo di aver compreso bene il senso del tuo discorso su quello che definisci “il pensiero imprevedibile” ed in linea teorica mi trovo concorde con questo punto di vista.
Questo cambiamento di prospettiva nell’osservare gli avvenimenti è senz’altro rivoluzionario, rappresenta uno stravolgimento totale del pensare comune.
Con me che sono un antroposofo (o meglio aspiro ad esserlo) su questo argomento sfondi una porta aperta, sono cosciente dell’enorme importanza di questa rivoluzione.
Cercare comunque e sempre di estrapolare dagli avvenimenti della vita, al di là delle apparenze ciò che di buono, o meglio di positivo, essi contengano implica un processo di rivoluzione interna individuale straordinario e molto difficile da attuare sul piano pratico.
E’ però facile cadere in confusione ed essere tratti in inganno, se si vuol applicare immediatamente questo nuovo modo di vedere la vita senza aver fatto il necessario percorso interiore formativo nei tempi adeguati.
No mi riferisco a te, ma in generale.
Spero che converrai con me che una proposta di tale portata vada presentata per gradi con la massima cautela soprattutto quando la si propone contemporaneamente a molte persone.
Si dovrebbe tendere ad una presentazione forgiata in base alle possibilità di comprensione delle persone a cui ci si rivolge.
Quando poi come nel tuo caso ci si rivolge appunto ad un pubblico vasto, si dovrebbe per principio esporre la propria opinione in modo che possibilmente tutti o quasi tutti possano essere messi nelle condizioni di comprendere chiaramente il reale messaggio che si vuole comunicare.
Si dovrebbe avere almeno nella volontà questa intenzione, poi ovviamente nel piano pratico si fa meglio che si può.
Ora presumo di chiederai dove voglio arrivare con questo discorso, o forse lo sai già, è un vecchio discorso aperto fra me e te che ti ho proposto in altri interventi.
Voglio essere estremamente sincero con te, sai quanto ti stimi, e quanto sia disposto ad espormi quando ritengo di difendere le tue idee.
Credo di avertelo dimostrato nei miei interventi, come per esempio quello fatto ieri rivolto a Ziomaul sul tema delle ronde e sul pregiudizio.
Tutta questa enorme stima non mi impedisce comunque di dirti ciò che penso, anche quando non sono d’accordo con te.
Chiaramente, questo è il mio punto di vista, e come tale va considerato.
Non sono Dio, sono soltanto Idio (come vedi per una” i” in più o per una “d” in meno non sono qualcuno!!! Che sfiga!!!) Dico questo per stemperare, per “umanizzare” questo intervento.
Scherzi a parte quello che contesto è il modo in cui presenti tale pensiero.
Fino a che rimani sul piano teorico, con i riferimenti ad Angese, niente da obiettare anzi, tanto di cappello.
Ma quando proponi gli aspetti secondo te rivoluzionari di Amici, e di Maria De Filippi, mi trovi in quasi totale disaccordo e ti spiego perché . Dico quasi totale disaccordo perché apprezzo il tentativo di vedere l’aspetto positivo della cosa.
Solo che a mio parere non sono quelli che proponi tu gli aspetti positivi, anzi il contrario.
Il messaggio che passa è molto subdolo, ad una prima chiave di lettura può apparire come dici tu, ma quello che passa realmente è molto diverso.
Ho avuto modo di riflettere molto su questo fatto, è sono giunto a conclusioni diverse dalle tue, forse perché ho avuto l’opportunità di verificare quale messaggio passa ai giovani.
Come saprai faccio l’ assistente tecnico nelle scuole superiori e sono sempre quindi a stretto contatto con i giovani conseguentemente ho avuto modo di chiedere a loro direttamente ciò che pensavano del programma Amici, e di altri simili. Vuoi sapere cosa mi ha risposto la stragrande maggioranza dei ragazzi che guardano questo programma?
Mi hanno risposto, che per farsi strada bisogna saper far fuori gli altri, anche se farlo dispiace ma così va la vita, che l’importante è diventare famosi, che se non sei famoso non sei nessuno, se non hai del talento non sei nessuno, che se non hai successo non sei nessuno, che se non vinci non conti, che non conta quello che sei, ma come ti “proponi”, che anche una persona senza grandi talenti può diventare qualcuno, basta che sappia vendersi bene, essere astuto, avere le” giuste amicizie”.
Questo è ciò che passa realmente. Potrei andare avanti ancora, ma mi fermo qui.
Non è vero che le selezioni sono realmente “selettive”si basano su criteri molto opinabili e discutibili, non è vero che vince sempre il migliore, che emerge sempre il vero talento, a volte vince la “convenienza” ciò che vogliono i sondaggi. E questa cosa la gente la nota.
Marco Carta ne è un esempio, è obiettivamente un buon cantante ma niente di più, ne sono passati sicuramente di migliori, ma è stato premiato lui perché gli italiani premiano spesso sull’onda emotiva della simpatia, della commozione, o a volte premiano quello che appare indifeso.
Con questo non voglio dire che in Amici o nella De Filippi non esistano aspetti positivi, ma a mio parere non sono quelli di cui parli tu.
Io penso che fai un discorso fuorviante, anche se in perfetta buona fede. Mi spiego meglio.
Scrivi che lo sviluppo della cultura della dedizione, della passione, è un elemento centrale nel cambiamento del mondo. Giustissimo, ma nel caso di Amici, mi domando quale sia il fine di tanta passione, visto che il premio è la fama, la gloria, alla fine per uno solo, o per pochi “eletti” e non sempre i più meritevoli.
Ti ricordo che gli altri, salvo che non abbiano qualche “santo protettore” finiscono frustrati,depressi, spesso umiliati, e infine dimenticati, e per l’opinione pubblica sono i famosi “nessuno” di cui ti parlavo prima.
Li hai mai visti piangere in certe puntate, scaricare l’enorme tensione accumulata, umiliati, da maestri competentissimi sul piano tecnico, ma a volte completamente insensibili sul piano umano.
L’aspetto positivo di tutto questo, non è quello che proponi tu, ma casomai la lezione che si può apprendere osservando la” negatività” di questi fatti, e impararne la lezione.
Per darti l’idea faccio un esempio: Esiste un aspetto positivo nel nazismo ? Io ci ho pensato su molto prima di poter rispondere a questa domanda, non è infatti affatto facile trovare un aspetto positivo nel nazismo.
Eppure c’è. Lo sterminio di milioni di ebrei (così come altri fatti simili) ha consentito all’uomo di capire fino a che punto può spingersi la follia umana, fino a che punti di barbarie può giungere un uomo.
Ha” incarnato” il significato della parola “orrore” facendola comprendere agli uomini nel suo reale significato.
Uno degli aspetti “positivi” dell’immane sacrificio di milioni di ebrei è stato proprio quello di consentire all’umanità di comprendere “l’orrore” e di diventarne coscienti.
E prendere coscienza di una qualsiasi cosa, consente di evolvere.
Ultima riflessione che ti propongo: La “quasi beatificazione” di Maria ( in questo caso il nome è appropriato).
Scrivi: “Credo che ne abbia mandate giù di umiliazioni e di cattiverie.”
Ma scusa, che cosa doveva aspettarsi avendo sposato Costanzo? Lo hai scritto tu l’enorme potere che detiene Costanzo e i metodi che adopera con chi non lo “lecca. Lo dico, anche se devo ammettere che ho visto delle trasmissioni di Costanzo in cui prendeva posizioni “positive” (per esempio sulle mine antiuomo, e altre che non sto a citare)
Scrivi ancora:” Ha espugnato il festival canoro con il coltello fra i denti” qui allargo le braccia, mi arrendo. Non capisco proprio, con tutta la mia buona volontà.
Sai cosa dice di questo fatto la gente comune ? dice: “Che strano è andata a Sanremo e guarda caso proprio la sera che ha vinto il suo pupillo.... che strana coincidenza !!!”.
Poi aggiungono:” Adesso Bonolis ha invitato lei, poi lei inviterà Bonolis per sdebitarsi: Quelli sono tutti d’accordo.”
Sarà dietrologia, ma questo è quello che pensa la gente, altro che Coltello fra i denti !!!
Poi ci sono le presentatrici che hanno fatto anni di scuola, di dizione, di sacrifici, per poter presentare almeno uno straccio di trasmissione, che si vedono scavalcate da questa qui che presenta i cantanti a Sanremo come farebbe più o meno ognuno di noi che non ha mai preso un microfono in mano (esagero un po’,ma è per rendere l’idea).
E allora cosa passa? Passa che i potenti sono vincenti,e a quello si deve aspirare.!!!!!
Quello che alla fine voglio dirti è che non puoi presentarci un articolo in cui Maria diventa quasi “Santa Maria” o giù di lì, perché questo è quello che comunichi a tanta gente che legge questo articolo.
Io contesto, oltre a quello che ho già contestato, anche e soprattutto il fatto che se scrivi queste considerazioni “positive” al di là che si possano più o meno condividere, comunque con la stessa equità dovresti nello stesso articolo far vedere anche le considerazioni “negative”.
Questa è una cosa fondamentale. Lo vuoi capire che non siamo tutti “intellettuali” capaci di “andar oltre”.
Quando scrivi su argomenti di una tale portata come questo, devi assolutamente tener conto di questo equilibrio, di questa equanimità, altrimenti su tante persone ottieni l’effetto opposto da quello che ti eri prefisso.
Ci terrei molto a una tua risposta.
So di essere stato duro, ma non me ne dispiace, perchè ti voglio bene.
Ti abbraccio.

Caro idio,
sicuramente il tuo parere allarga la visione del problema.
Molto interessante l'osservazione sui ragazzi che guardando queste trasmissioni capiscono solo che "bisogna fregare gli altri per vincere".
Credo che tu fraintenda però sul mio discorso e sulla beatificazione della De Filippi.
Non c'era nella mia intenzione neanche la beatificazione di Amici.
Né la sosteneva Angese.
Il gioco di Sergio era quello, provocatorio, di giocare con i ragionamenti e scovare l'idea che non viene vista.
Amici contiene certamente tutti i dati negativi di cui parli ma a differenza dell'Isola dei famosi o del grande fratello contiene l'elemento VALORE PROFESSIONALE. Qui sta la differenza. Vogliamo osservarla? Ci ho provato seguendo le orme del mio filosofo di fiducia, Sergio Angese.

 

Caro Jacopo,  perdona la mia insistenza ma questo è un problema importante che mi sta veramente a cuore,  ritengo necessari ulteriori chiarimenti, anche perchè trovo la tua risposta parziale e non completa, e penso a mia volta che forse non sono riuscito a spiegarmi bene. 

Tu pensi che io abbia frainteso il tuo discorso in generale e sulla beatificazione della De filippi e  di Amici . Aggiungi che nè in te,  nè in  Angese vi era questa intenzione.

Io non l'ho frainteso ho capito benissimo che non vi era l'intenzione, e forse altri lettori lo hanno capito, ma il problema è che tu  quando scrivi non ti rivolgi solo a gente che conosci, ti rivolgi anche a persone che non conosci, e per il modo che poni la tematica, i fraintendimenti sono a mio parere inevitabili.

E qui sta la differenza abissale:  Se mi rivolgo ad una persona  o a più persone che conosco cercherò di proporre in base alla capacità di comprensione del mio interlocutore o dei miei interlocutori che ripeto conosco;  Se invece mi rivolgo ad un pubblico vasto che non conosco, ovviamente devo rivolgermi a loro proponendomi in tutt'altra forma , in una forma "estesa" a largo raggio, semplice e chiara, con lo scopo di evitare appunto il pericolo dei fraintendimenti di cui parli.

Se non si fa questo, e si propone il discorso su una "frequenza comprensibile solo a pochi eletti" poi non ci si deve stupire se si viene fraintesi. Se rileggi il mio primo intervento esso è mirato a comunicarti proprio questo.

Tu stesso fai nel tuo articolo l'esempio dell'intervento umanitario in Africa negli anni sessanta , e parli appunto dei pericoli degli effetti collaterali opposti allo scopo prefisso, e poi a mio parere cadi nella stessa trappola.

Quando poi dici che Amici a differenza dell'isola dei famosi e del grande fratello contiene l'elemento VALORE PROFESSIONALE , ti dò perfettamente ragione su questo.

Ma come viene proposto nella trasmissione questo valore professionale ?,  e con che fine ?Qui nasce la possibilità  di  fraintendimento, se non chiarisci bene che parli del valore professionale in sè e non dei metodi  o del fine !!!

Il problema è che questo elemento positivo che intendi far risaltare, emerge nitido solo adesso che lo chiarisci. Se osservi bene nel tuo articolo questa cosa passa in secondo piano , per molti lettori diventa sicuramente marginale.

 Per come è impostato emergono altre cose, come quelle di cui ti ho parlato, tipo la beatificazione di Maria, sembra che la trasmissione  Amici sia quasi tutta positiva.

Non vedo  a cosa serva tutta quell'aggiunta di apprezzamenti in più su Maria e la trasmissione, tra l'altro del tutto opinabili e discutibili, con quello che intendi dire,  se non solo a fuorviare la gente dal tema preposto.

L'ho capito che non è nelle tue intenzioni, ma questa secondo me è la realtà.

Ti invito a rileggere il tuo articolo mettendoti nei panni della gente comune, e vedrai cosa passa !!!! 

Ciò di cui ti parlavo  nel primo articolo, questo passa  in tanta gente !!!!!

Questa è una cosa che ti ho fatto presente altre volte, qualche volta mi hai risposto, ma sempre parzialmente, affrontando  uno degli aspetti della questione, come in questo contesto.

Non capisco se non vuoi discutere su questo specifico aspetto ( e sei libero di farlo, sia chiaro) o se sono io che non riesco a farmi capire e a propormi in modo adeguato.

Come sai sono una persona che ha difficoltà a tradurre in scrittura i propri pensieri, non sono "sciolto" nello scrivere, anche se magari ad una persona che legge questo non appare. Ho i miei limiti.

Faccio in realtà un'enorme sforzo fisico, per esempio per scrivere il primo articolo su questo tema, ci ho messo 5 - 6 ore tra correzioni ed aggiunte  varie.

L'aspetto positivo comunque di questo fatto è che faccio un ottimo esercizio per migliorarmi, e per questo ti ringrazio perchè in fondo con le tue "provocazioni" mi stimoli  in questa ricerca di miglioramento.

Mi farebbe piacere capire se riesco a propormi nel modo giusto, e dove eventualmente sono ancora "diffettoso".

Un grande fraterno abbraccio

 

 

 

 

 

 

Tutti i distinguo che fai appesantiscono.
Esiste un eccesso di tagliare in 4 il capello che è negativo come uno svarione.
Ho scritto quel che penso. se ogni volta che devo affermar qualche cosa devo ripartire da adamo ed eva non mi legge più nessuno.
Il mondo è un casino, il positivo e il negativo vanno assieme. sento una certa paura a sporcarsi le mani che non mi appartiene. Per me ragionare è un gioco, una sfida e una provocazione. Il tuo politicamente stracorretto col goniometro rischia la sterilità che è un peccato più grave.
E comunque se credi che i ragazzini di cui parli leggano il mio blog sei furoi strada. E comunque il mio discorso li portrebbe a notare un aspetto positivo che forse si sono persi...

Caro Jacopo,  ho appena letto la tua risposta, e mi sono reso conto di aver sbagliato nei tuoi confronti.

In questo momento il disaccordo fra me e te  che rimane su questo tema, passa in secondo piano di fronte al bisogno di "incontrarti"

Voglio essere estremamente sincero, e parlarti a cuore aperto, e credo che sia giusto farlo perchè questa cosa mi crea una sofferenza  maggiore di quella che pensassi.

 La tua risposta mi è apparsa un pò "lapidaria",ho percepito, forse sbagliandomi,  un "quasi fastidio"nei miei confronti dato dal tono "quasi seccato" e dalla mancanza di saluto iniziale e finale come di solito usi fare.    Magari non è così e forse mi sbaglio, ma così io l'ho percepita. Comunque questo è stato un bene perchè mi ha consentito di aprire gli occhi e di risvegliarmi dalle mie illusioni. 

 Devo ammettere che me la sono proprio cercata e meritata questo tipo di risposta.  !!!

 Anche se sbagliando, mi aspettavo una risposta più articolata, che viste le mie difficoltà mi desse l'opportunità di spiegarmi sul tipo di quella fatta a massimofresu su questo argomento. Sull'esempio della fragola, avrei potuto semplicemente aggiungere che secondo me il campo incolto , non lo hai dato per scontato , ma lo hai commentato in modo tale che alla fine incolto non lo era più. E forse così in poche righe sarei riuscito a spiegarti ciò che non sono riuscito a fare in due articoli.

Come vedi da parte mia,  aspettative, aspettative e ancora aspettative.

Ho pensato a me e non ad incontrarti veramente !!! E poi parlo tanto di "arte dell'incontro" !!!!!

Ho sbagliato per i  modi in cui mi sono proposto .

Sbagliavo nel pensare che tu non prendevi sul serio l'importanza della comunicazione come invece faccio io.

Ho sbagliato, immedesimandomi troppo nel tuo personaggio, illudendomi  di essere quasi uguale a te nel modo di pensare,pretendendo quindi di essere capito, e invece siamo diversi più di quello che immaginavo. Ho commesso un grosso abbaglio!!!!! 

Tu sei tu, io sono io. Mi rendo conto che questo è un bene, è la nostra diversità che ci fa crescere.

Ma la cosa che mi fa soffrire, non sono le cose che mi hai detto, anzi, ti sono grato per la tua sincerità che mi ha consentito di prendere coscienza dei miei errori.

La capacità che abbiamo di ingannare noi stessi è infinitamente superiore alla capacità che abbiamo di ingannare gli altri, per cui a volte se qualcuno non ti aiuta dall'esterno è veramente ostico prendere coscienza dei propri limiti.

La cosa che mi fa soffrire è  la constatazione di non riuscire ancora, nonostante ci provi da tanto tempo  ad amare gli altri, in questo caso te, come penso io: in modo incondizionato.

Pensavo di essere ad un buon punto del tragitto e di intravvedere il traguardo,  ma mi accorgo di essere inciampato e di essermi fatto male cadendo nelle  aspettative che avevo riposto nei tuoi confronti.

Mi rendo contoche molta strada resta da fare. Non mi resta che curarmi le ferite.... e ripartire.

Scusami ancora.  Ti abbraccio

 

 

Caro Idio
c'è una cosa che in effetti mi mette in agitazione: ti sento molto serio.
anche queste tue scuse sono eccessive.
Si discute, si scrivono delle cose... segni sulla polvere.
Dov'è la colpa?
Perché entri in crisi?
Riconosco in te un eccesso di serietà con la quale combatto da tempo dentro di me... se la facciamo tragica a ogni passo poi diventa tragica veramente.
Dedichiamoci a coltivare la leggerezza...
Che è meglio.
auguri.

ciao Jacopo,

quello che hai scritto è molto interessante ... mi piace ragionare in modo diverso dal solito.... anche se comunque mi rimangono delle perplessità!

la prima è data dalla potenza dei numeri che questo sistema sta creando ... Sanremo tutto sommato è stato vinto da Marco Carta perchè agli abituali ascoltatori di Sanremo si sono aggiunti quelli di Amici che hanno votato e fatto vincere il loro beniamino... e parliamo di milioni.

e la stessa potenza che oggi porta noi italiani a discutere di quello che vogliono ... caso rumeni, englaro, etc ... mentre nello stesso tempo si salvano i delinquenti ricchi, si costruiscono centrali elettriche etc..

e la stessa potenza che noi in sardegna abbiamo dolorosamente subito ... dove si è fatto fuori un governatore che (probabilmente comunicava male) però aveva risanato il bilancio, protetto le coste e l'ambiente dalla cementificazione, fatto sgombrare il territorio dai sommergibili nucleari, eliminati più di 1000 posti di sottogoverno inutili, ed aveva in programma di portare l'isola al 40% di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2013 ....

per la stessa legge dei numeri mi chiedo ... ma che sensazione provano i giovani telespettari che stanno ore e giorni incollati alla tv dove è vero che vedono il sacrificio per diventare artisti ma la maggiorn parte del tempo vedono litigi, risse, umiliazioni ... senza motivo?!  Non so se alla fine questo processo porti le persone ad impegnarsi, a faticare... o lasci un senso di frustrazione! Dico questo perchè non conosco nessuno che parlando di Amici mi dica ... "lo guardo perchè mi piace e mi fa stare bene" ... ma si dice "si lo gurado .. però mi da fastidio questo o quello".

dopo 2 corsi di yoga demenziale 2 faccio molta più attenzione agli stati d'animo e alle esperienze e ho constatato che di fronte ad una esperienza che mi colpisce e mi affascina mi capita di rimanere a meditare in silenzio su ciò che ho visto o sentito (il massimo accade nei film quando rimango incollato ai titoli di coda) ... lasciandomi un senso di felicità e spesso dandomi anche una grossa carica per (nel mio caso)comporre o suonare o inventare qualsiasi altra cosa...

questo non mi accade quando vedo ( o meglio  vedevo) le esecuzioni di Amici ... anche perchè credo che tutta la fatica e lo sforzo siano funzionali a diventare artisti televisi ... una cosa è cantare un pezzo di una canzone famosa ... un'altro discorso e metter su un concerto!

quello che mi lascia più perplesso in realtà è un fatto molto banale ... l'arte la vedo ancora come una delle poche cose capaci di unire e legare le persone .... e vederla trasformata in una sorta di guerra tra bande (dove anche l'insegnante arriva ad umiliare il suo piccolo avversario) e un fatto che non mi entusiasma..

Scusa lo sfogo ... spero soltanto di avere una visione ancora limitata e che sia invece cominciata la vera rivoluzione che salverà il pianeta .... io nel mio piccolo intanto sto lavorando per portare 50 milioni di investimenti nel fotovoltaico nella nostra regione! in fondo sono un ottimista!

SON D'ACCORDO CON TE.
Ma io non dico che Amici è il bene.
Vedo dentro amici tante cose negative e una positiva. E parlo sia delle une che delle altre. Mi dilungo sulla positiva perché non ne parla nessuno.
Se vedo una fragola in un campo incolto non sto a descriverti che il campo è incolto, lo dò per scontato.
Ti dico: guarda lì c'è una fragola. Indico quel che rischia di non essere visto non quel che tutte le persone che vengono in questo blog sanno benissimo.
Un abbraccio. A presto.
(Sono contento che tu abbia un buon ricordo del corso...)