Italia: il cibo buttato nutrirebbe 44 milioni di persone

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Last Minute MarketLo dichiara il professor Andrea Segre' dell’Universita' di Agraria di Bologna: 20 milioni di tonnellate di cibo SPRECATO ogni anno in Italia, 37 miliardi di euro il valore corrispondente, circa al 3% del prodotto interno lordo del nostro paese. Come si fa a buttare via questa ricchezza enorme mentre ci sono famiglie che stentano ad arrivare a fine mese?
Segre' e i suoi colleghi non si sono limitati a fornire delle cifre scioccanti. Hanno fondato Last Minute Market (http://www.lastminutemarket.it/), e con il sostegno della Regione Emilia Romagna, hanno aperto supermercati dove si vendono a prezzi bassissimi prodotti ancora ottimi ma che stanno per superare la data di scadenza.
Ora, oltre agli alimenti, stanno proponendo anche medicinali prossimi alla scadenza e libri invenduti che le case editrici manderebbero al macero.
Ma ci sono molti altri prodotti che vengono buttati perche' hanno piccoli difetti: un graffio o una confezione lacerata portano a buttare via televisori, computer, frullatori e altri elettrodomestici di ogni tipo. E che dire delle tonnellate di vestiti, borse e scarpe con marchi contraffatti che ogni anno la Finanza e' costretta a distruggere?
Siamo una societa' opulenta e folle.
Last Minute Market e altri gruppi hanno dato vita a iniziative simili nelle principali citta' italiane e in molti centri minori.
Un lavoro enorme che permette ogni anno di recuperare centinaia di tonnellate di cibo.
E in molte citta' esistono organizzazioni che raccolgono mobili, suppellettili ed elettrodomestici usati, li riparano e li rivendono a prezzi ribassati.

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Siamo di fronte a un grande movimento solidale che non fa notizia… E' questa l’Italia che mi piace, questa e' la politica del fare.
Ma si tratta di azioni locali, frutto dell’iniziativa di piccoli gruppi di volontari. Avete mai visto nei pomposi programmi di partito parlare di sviluppare e generalizzare iniziative simili? Perche' queste azioni non sono la priorita' per i partiti della sinistra?
Io credo che in questa assenza dei partiti della sinistra sul fronte dell’iniziativa diretta ci sia la chiave per capire come stiamo messi…
Molti ripetono che la sinistra sta mostrando una sostanziale incapacita' nel fare opposizione al governo e alla cultura del Bunga Bunga.
E l’altra sera, ad Annozero, Zucconi diceva che la cosa che stupisce di piu' gli americani e' che in Italia non c’e' reazione di fronte alle follie maniacali del premier.
In qualunque paese moderno un capo del governo che incappasse in un simile scandalo avrebbe dato le dimissioni entro 24 ore. B. invece resiste.
Mi sono chiesto che cosa potremmo fare per liberarci da questa follia. E mi sono risposto che oggi la sinistra e' completamente incapace di unirsi in una lotta vera contro questo drago che resiste sul suo trono.
Le cose che, in teoria, potremmo fare sono parecchie. Ad esempio picchettare tutti gli esercizi commerciali che fanno parte dell’impero di B. e fare lo sciopero degli acquisti di tutti i prodotti delle aziende che comprano pubblicita' sui media del Cav.
Ma sono azioni che pochi metterebbero in pratica. Decenni di sinistra parolaia ci hanno disabituato ad affrontare i problemi costruendo alternative vere, mettendo in campo il potere politico dei nostri acquisti (“Voti ogni volta che fai la spesa”), del nostro lavoro, della nostra vita privata. Ci hanno insegnato che tutto si risolve votando per il partito giusto. Abbiamo disimparato la politica vera, quella dei fatti.
E adesso siamo qui a sperare che la base del PdL si rivolti, che Tremonti s’incazzi, che la Lega, dopo aver incassato il Federalismo, scarichi la Mummia.
E a sperare che poi avremo la coscienza di abbandonare i leader delle chiacchiere e cominciare a misurare l’impegno politico in opportunita' aperte, ricchezze recuperate, razionalizzazione del sistema, cooperazione, qualita' della vita. E che sapremo scegliere azioni di lotta che ottengono piccoli risultati subito, ogni giorno, piuttosto che perderci marciando verso obiettivi ideologici lontani nel futuro anni luce.
In altre parole, fino a che le sezioni locali dei partiti di sinistra saranno solo luoghi dove si discutono i programmi e si eleggono i delegati non andremo da nessuna parte.

 


Commenti

Condivido in pieno questa affermazione, e ne sono consapevole ogni volta che faccio un acquisto. Posso evitare di prendere un caffé nel bar dove c'è un megaschermo perennamente acceso su Italia 1, ma per i beni di largo consumo, dalla pasta alla benzina, boicottare le marche che fanno pubblicità sulle tv mediaset significherebbe boicottare tutto...
Io sono anche convinta che, se noi siamo elettori una volta l'anno, siamo invece consumatori tutti i giorni, e quindi le nostre scelte politiche dovrebbero riflettersi in quelle economiche.
Ma, all'atto pratico, se era facile negli anni '80 boicottare la Standa di Berlusconi, come è praticabile il boicottaggio degli inserzionisti Publitalia? Tenendo conto che bisogna anche fare i conti con le proprie risorse economiche, che non sempre consentono di acquistare prodotti biologici, artigianali, ecc. - Anche i GAS non riescono a costituire una valida alternativa alla GDO (per lo meno per quanto riguarda le mie esigenze e abitudini di acquisto).