Quando la situazione si fa dura i duri cominciano a sognare

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Il partito dei sogni

E’ primavera!
E’ banale?
No è bellissimo.
Cercati un bosco, è una cosa eccezionale.
La collina è coperta di fiori, con i petali tanto delicati che commuovono.
Il sole colpisce il verde dei prati rivelando tonalità impossibili. Dei verdi che palpitano. Verdi assoluti. Eppure tutti diversi. Centimetro per centimetro.

Nessun partito mi parla della primavera.
Nessun partito mi parla d’amore.
Nessun partito mi fa sesso.
Privi di sogni.

Ascolti Bersani, Di Pietro e tutti gli altri dell’opposizione e non ti viene neanche da immaginare un mondo diverso.
Loro non lo immaginano.
Mi immagino cosa risponderebbe Bersani se gli chiedessi: “Va bene, ma te come lo costruisci un mondo diverso?” Corrugherebbe quella sua bella fronte, si infilerebbe e sfilerebbe gli occhiali, farebbe la bocca piccola da riflessivo: “Beh, non è mica facile, intanto dovremmo iniziare mettendo ordine in questa Italia devastata dal Berlusconismo.”
Son d’accordo con te, caro Bersani, ma se non mi dici il sogno non funziona. Voglio sapere se nel tuo sogno c’è la primavera, o no.
Voglio sapere se c’è IL MARE. Quello della canzone di Domenico Modugno, quello che ti basta vedere il mare per capire che la vita vale.

Se hai un sogno lo metti dappertutto, lo desideri, ti appassiona.
Se metti a posto i conti dello stato senza raccontare il sogno e fare ANCHE altro, diventa triste.
Dobbiamo ricostruire questo paese.
A iniziare dalla cultura.
Ma allora bisogna capirlo che la razza Berluscona ha iniziato a vincere in Italia quando ai Festival dell’Unità si è cominciato a invitare i cantanti di San Remo.
Quando la Coop ha deciso di vendere qualunque schifezza alimentare (perfettamente in regola con le leggi vigenti e i criteri di igene. La carne Simmental è pulita. Vendiamola!).

Qui a Casa del Diavolo, Umbria rossa, i compagni hanno costruito la Casa del Popolo con le loro mani, lavorando di domenica, dopo la messa. E mangiavano, scherzavano e tiravano su muri ed erano dentro un grande sogno socialista, fatto di scuole che funzionavano, di giardini fioriti, di figli che crescevano senza più conoscere la fame. La costruzione del mondo nuovo era una festa. Con le mascherate di carnevale che andavano di casa in casa, con i comunisti in testa vestiti in modo fantasioso (un rito antichissimo della fertilità, che rieccheggia il mito di Dionisio e che viene chiamato “Sega la Vecchia”, lo organizzavano i compagni della sezione comunista fino agli anni ’80).
Quello spirito ha portato questa gente a uscire da una situazione di grave arretratezza economica e sociale. Qui erano mezzadri di immensi latifondi.
Hanno sognato un posto decente dove vivere e hanno vinto la loro battaglia, e oggi qui siamo nell’Italia che funziona.
Le scuole sono eccellenti, l’assistenza medica pure.
Quanto ha inciso nell’affermazione di certe zone d’Italia questo spirito di lotta politica popolare, vera, che appartiene alla gente e non ai leader?
Quanto sinergia c’è dentro il fatto che costruissero la Casa del Popolo insieme, che avessero la cooperativa d’acquisto degli alimenti, che festeggiassero il carnevale con un rito propiziatorio per la Primavera?

Vedo che il mio modo di pensare è lontano dal modo che oggi domina la cultura progressista.
Ci sono quelli che sono più contro Berlusconi, quelli che un po’ inciuciano. Possiamo dividere le varie organizzazioni in più radicali e meno radicali. Una specie di termometro del radicalismo. Unidirezionale, più o meno.
Ma aimé non vedo proprio nessuno che sappia sognare.

In realtà qualcuno c’è. Non siamo tanti ma siamo simpatici.
Forse dovremmo dirglielo a quelli del Movimento Triste che non ne possiamo più.
Che con i musi lunghi non si costruiscono grandi feste.

Siamo il partito dei sogni.
Siamo migliaia.
Saremo milioni.
Sognare è l’unico strumento che permetta di migliorare il mondo.
Sognò l’essere umano che inventò il martello e quello che inventò i pantaloni. Sognò chi inventò il vino.
Sogno chi inventò la medicina, il ballo, le posizioni sessuali fantasiose, le lasagne.
Il mondo l’hanno migliorato i sognatori.

Care persone che pensate che per costruire un mondo migliore bisogna essere mesti e compassati fatevi un po’ da parte.
Il mondo è in mano alle persone serie da millenni.
E non funziona ancora come deve.
Adesso tocca alle persone che hanno voglia di ridere.
La rivoluzione è un gioco!


Commenti

Tutto vero, ma è anche vero che tu sei il migliore, i tuoi parenti e amici sono i migliori, l'Umbria tutta è la migliore d'Italia (e sia chiaro che non sono affatto ironico).

Però ci sono pure un sacco di mediocri, depressi, fiaccati da lavori massacranti, o umilianti, o mal retribuiti,o tutte e tre le cose, che non dormono la notte perchè i figli piangono, e appena smettono di piangere saltano su un motorino per andare in discoteca. Ci sono gli stupidi, i meschini, quelli che si accontentano del minimo, dell'isola dei famosi, e al massimo si piangono addosso. Gente comunque onesta, che si sbatte per andare avanti e che non si merita un paese governato da pagliacci disonesti senza etica, senza pietà, senza rispetto, con evidente insofferenza alla democrazia e spiccata propensione ai discorsi in balcone.
E allora forse dobbiamo fare un passo indietro e capire chi è di qua e chi è di là. Dobbiamo definire il confine netto tra chi opprime e chi si oppone. Dietro questa linea il dibattito è aperto, e io sarà sempre con chi ha un sogno e lo vuole realizzare, ma non facciamoci più la guerra a chi fala meglio opposizione!

Son d'accordo con te. Non voglio fare la guerra, voglio solo affermare che serve una strategia che metta insieme il personale e il politico, il gioco e l'impegno. Se almeno una parte del movimento non si occuperà di questo non sapremo coinvolgere la gente e continueranno a vincere i furbi senza pietà. Abbiamo sempre cercato l'unità con tutti gli oppositori e continueremo a farlo. Ma canteremo con più forza le nostre canzoni.

Se si è contro il Movimento Triste, che ha in sé persone tristi, turbate, abbattute,mogie, mosce,meste,lasse, imbronciate, fosche, sconsolate e inconsolabili, financo infelici e tapine e un codice proairetico fatto degli schemi verbali: intristirsi, immalinconire, stare male,avvilirsi, abbrutirsi, abbattersi, abbacchiarsi, ammosciarsi, essere a terra, a zero, il Movimento ha un nodo alla gola, gli è venuto il magone, ha le paturnie, il compagno, dài, burdèl, cos’è quest’adombrarsi, tè sei scuro in volto! Sei sempre lì tra la mestizia e la delusione, e da lì ecco tutta questa disillusione, questo inappagamento continuo, e te, se ti guardo,mi fai cadere le braccia, Massimo lo sai che susciti scontento, riduci a zero le speranze, o l’altro che è sempre lì con un pugno di mosche, sembra che stia tornandosene, da dove?, con le pive nel sacco, si perde anche per questo ? Lui ci guarda e ci vede in quanto specchio del segretario, che è un po’ inappagato, avvilito,abbattuto, ha un dolore morale, sembra che stia lì a mordersi le mani, ha una spina nel cuore e un’altra nel fianco, non consola, non sorregge, non lenisce,non allevia, non placa, non sopisce; il mare, oh, sì che c’è, è chiuso, interno, è un pelago dell’onda morta,e quando si tira un po’ su fa le “ochette”; sì, c’è un sogno ricorrente, e sempre con ‘ste facce che ci appaiono in sogno, e abbiamo incubi, e quando il sogno è un po’ strampalato l’angoscia e lo spavento ci attanagliano, c’è chi va dallo psicanalista, fosse pure junghiano ma dovrebbe essere un adleriano per il complesso di inferiorità che ormai è il complesso di quelli che Lui chiama “comunisti”, ma dove lo trovi un adleriano?, a farselo interpretare l’incubo, e chi dal numerologo perché gli dia i numeri per il lotto, ma il risultato è sempre quello, quello dello struggimento e dell’accoramento, financo della disperazione.
E allora ecco qualche posizione sessuale fantasiosa dal “Kamasutra della Mabrucca”[1998], dove le posizioni più praticate possono avere nomi speciali: per esempio a voler fantasmare due coniugi napoletani, quella che nel “Fang-Pi-Shu” è l’”Anitra che vola capovolta”, nel Kamasutra Mabrucco partenopeo è “’A Ciuccia assettata ‘ncoppa ‘o Palommaro”, in cui il “palombaro” è il marito che è supino e la Ciuccia si mette a cavalcioni, ecc. Lo Stelo di Giada, come sarà chiamato?
Parimenti,”La Tigre Bianca che Salta” è a)” ‘A Pulletra ca zumpa” o b) “Zumpare a’ cavallo da’ ciuccia”. “La Farfalla che svolazza” è “Accunciarse quatt’ove int’o’ piatto”.
“Il Capro davanti all’Albero”, che illustra l’uomo, il compagno, che si siede a gambe incrociate e che fa sedere su di sé la compagna in modo che gli volga le spalle, si chiama “Seggia ‘mbuttita” o, se vogliamo esagerare con i rimandi sconvenienti al “Café”, “Seggiulino d’’o Café”. “L’Uccello Ruk che volteggia sul Mare”, e qui il mare c’è, può diventare “Il Gabbiano a Mergellina” oppure “Gaudeammo alla Grotta Azzurra” o, più partenopea, “Maritemo, Marine e Maretto”; se l’Uccello Rukh è troppo bizzoso, non dispiacerà sentirsi “Prumettere Mare e Munte” o, addirittura, basta con la mesta ritenzione, “’U Mare quanto cchiù tene cchiù vurrìa”, vero inno alla insaziabilità, tanto che si potrà chiudere la seduta con “L’Asino di tre anni”, che è una variante della Tigre bianca che salta: la compagna si mette a quattro mani e il compagno, pensi pure che lei sia un’affiliata del Partito dell’Amore, quello del trasporto e della passione ad ogni Costo, e stia in piedi di fronte all’Attrazione di Milano(mi dispiace dirlo, non è della Lega, ma de “Le Foutre du Clergé”,1790) e perda la testa sapendo che, tradotto il nome della posizione, ha come immagine “A ciuccia ca assecca u mare”. E poi, quando arriva il Movimento Triste, il mare…non c’è più, s’é siccato!

Hai ragione, Jacopo.
Siamo ossessivamente occupati a farci venire un fegato marcio a causa di Berlusconi e della cricca politica italiana, che non capisce una cippa, e meno capisce più si crede importante, e non riusciamo più a fare un salto qualitativo importante.
Smettiamo di pensare alle prossime elezioni: più ci penseremo, più avremo probabilità di PERDERLE!
Iniziamo a capire, assieme, come possiamo VIVERE MEGLIO, senza per questo far vivere peggio altri. Insomma, non vogliamo fare le scarpe a qualcuno, ma vogliamo respirare più pulito, mangiare meglio, consumare più consapevolmente, essere felici.
E ce la possiamo fare, anche solo COPIANDO quello che altri nel mondo hanno fatto prima di noi; magari anche migliorando le loro idee ed adattandole alla nostra realtà.
Se andremo a gridare che la politica oggi è un concentrato di merdacchie (vero) e che abbiamo bisogno di politica pulita (vero) otterremo magari il 2% in più (se siamo bravi a comunicare).
Ma se inizieremo a vivere meglio, serenamente, godendoci il vivere giorno per giorno, spendendo la metà degli altri e essendo più felici, scateneremo un cambiamento IRREVERSIBILE.
Perchè le persone sono disposte a credere a tutto e tutti. Ma quando VEDONO cosa è possibile fare, iniziano a chiedersi come possono fare a imitarti. E alla fine smettono di comperare cagate costose e dannose, iniziano a vivere la loro vita diversamente, iniziano a salutare i vicini, a trovarsi con loro davanti ad una tavola, con la TV spenta.
Non so se questo porterà il PD a vincere, ma in fondo CHISSENEFREGA!
La vita, quella vera, ormai non sfiora più i palazzi, le loro stanche liturgie, i loro ridicoli amennicoli che dovrebbero segnalare il rango e l'importanza.
Facciamoci una vita migliore: l'esempio attira molto più di migliaia di parole. E allora, quando dalla nostra casa ecologica che manteniamo con 100 euro l'anno (tutto compreso) racconteremo a qualcuno che è possibile vivere bene alla faccia di Berlusconi e del berlusconismo, vedrai che molti ci seguiranno.
Ne sono convinto!
E se anche non ci seguissero, almeno avremo vissuto (e fatto vivere i nostri cari) in un mondo anche solo un poco migliore.
A me basterebbe così, che vuoi, non credo di essere capace di salvare il mondo!