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Commenti

Ciao a tutti,

che bella questa idea dei regali!!

Cerco di presentare, usando meno parole possibile, il mio problema esistenziale.

Mi sento solo e ho paura di essere deluso dalla mia vita.

Non entro nei dettagli, ma vengo da anni di volontariato, lotte a vari livelli, belle cose fatte in ambito sociale, periodi brutti e traumatici tipo Genova 2001. Sono un "consumatore critico", mi muovo in bicicletta o con i mezzi pubblici, praticamente non produco più spazzatura indifferenziata, ho fatto tutto il possibile per diminuire gli sprechi energetici e così via...

Sono molto fortunato sul lavoro, guadagno molto più di quello che mi serve per le mie necessità, ho una casa e infine una moglie bellissima che amo.

Insomma, un po' per fortuna, un po' perché negli anni mi sono dato molto da fare, sono una persona che sta bene e sorride.

E allora perché mi sento solo? Perché ho paura di deludermi?
Mi sento un po' fuori dal mondo... non trovo con chi discutere... e poi tutto questo discutere non mi basta più!
Non mi soddisfa più internet!!! Vorrei agire!! FARE qualcosa di vero!!!!
Ma abito a Roma e qui ogni cosa è difficile... per spostarsi ci vuole tantissimo!!

E' difficile cominciare a fare qualsiasi cosa; anche se trovi persone interessanti sicuramente vivono ad almeno 30/40 minuti di traffico da te. Tutto poi ha una "scala" enorme e così è difficile cominciare anche qualcosa di piccolo.

Finisce così che alla fine non faccio nulla... e ho paura di rimanere deluso...

Sono stato molto sintetico, ma spero che più o meno si sia capito...
Ciao e grazie a tutti in anticipo
Giacomino

Ciao Giacomino sono un utente di passaggio ed ho letto il tuo messagio , io penso che il problema sia proprio del tempo in cui viviamo e dell Italia, In Italia fai tanto e non cambia mai niente o cambia a passo di lumaca ,io essendo stato ,per poco, all estero non ho visto la stessa realtà italiana, ma ho visto tanti modi aggreganti di affrontare i problemi, anche a me capita la stessa cosa (di sentirmi spesso solo anche con amicci), ma la associo molto all Italia ,che voglio al più presto lasciare, che non ad un discorso generale; certo io penso che anche gli Stati Uniti siano simili all Italia nei suoi aspetti negativi, anche li si viva senza guardare in faccia a nessuno, non è in fondo la patria del capitalismo? Poi però se pensiamo al Giappone ritroviamo un modo di vivere profondamente rispettoso della vita e della natura anche se il Giappone è pieno di regole e forse proprio per questo.Ciao alla prossima spero di esserti stato un pò utile.

Ciao Davide,

grazie molto per il tuo commento! :-)

Non sono però sicuro che la soluzione sia andare via dall'italia. Sicuramente il nostro paese è tremendo sotto molti punti di vista, ma sa essere anche bellissimo e caldo.

Io per me preferisco cercare di migliorarlo piuttosto che andare da un'altra parte...

...che poi quest'altrove sarà veramente meglio?

ciao e grazie ancora!

Giacomino

Caro Giacomino
conosco questa inquietudine
E so che è una brutta bestia.
E credo che sia un male diffuso proprio tra quelli come me e te che si sbattono per cambiare il mondo e soffrono per la lentezza dei miglioramenti e perchè la realtà gli picchia i sogni.
Credo che in parte sia l'ineludibile costo di vivere in questa epoca di cambiamento meraviglioso ma di terribili crimini di sterminio sotto i nostri occhi.
Un po' possiamo temperare questo sentimento rendendoci conto delle misure immense dell'universo e dalla piccolezza nostra. Apprezzare il mistero che rende così strano, affascinante e a volte terribile il mondo. Il dolore è un ingrediente non eliminabile della miscela dell'esistente. E' parte della grandezza e unicità.

Poi potremmo anche renderci conto che se tanti MILITANTI RIBELLI provano quest'ansia ci deve essere qualche cosa che non va nel nostro modo di condurre la battaglia.
Siamo afflitti da una sorta di sindrome del SAVONAROLA.
In qualche modo abbiamo aderito all'archetipo del ribelle proiettato dal SISTEMA CULTURALE DEL DOLORE. Secondo questo archetipo il ribelle, il riformatore è ascetico, francescano, dedito prevalentemente al martirio, eroico.
La nostra ribellione a questo punto della storia deve fare un salto di qualità: dobbiamo uscire dall'archetipo che è funzionale al Sistema del Dolore.

La ribellione è un lusso opulento. Siamo claun ridanciani, siamo provocatori di allegria non noiosi maestri.
Fare l'avanguardia politica è una palla!
Siamo ribelli a tempo pieno non perchè siamo MILITANTI ma perchè viviamo veramente in un altro sistema esistenziale.

Ragionavo su questo problema da tempo.
Poi ieri mattina mi è venuta questa idea: possiamo mettere in pratica la teoria del gioco, dimostrarla nei fatti in modo sconvolgente e divertente. Regalare come arma di guerra contro la logica del profitto e il terrorismo della crisi economica.

Io credo che dovremmo mettere al primo posto, proprio in questo momento, tipologie di azione politica che mirino a creare armonia tra noi che viviamo in modo diverso. Tu ti senti solo. Ma noi siamo soli, separati. Questa idea della lotta politica unita al sacrificio è devastante.
Tutti i gruppetti sono separati, ognuno con il suo orticello e il suo leader, un mucchio di paura che qualcuno ti rubi qualche cosa. Questa nevrosi di separazione tra i gruppi della sinistra E' parte della malattia. E' l'ideologia del dolore che attecchisce tra di noi, nel nostro cervello. Va criticata.

Potresti leggere un po' di Patch Adamas (vedi indice Yoga Demenziale in cima a questa colonna) sulla filosofia della guerriglia claun come risposta all'ansia esistenziale.

credo che se riusciremo a inventarci una metodologia di azioni emotivamente sostenibili andremo molto meglio a livello depressivo individuale.

E' una questione strategica. Bisogna affermare il RISPARMIO ENERGETICO-ESISTENZIALE DEL MILITANTE.

Poi credo che sia anche necessario sviluppare luoghi fisici di vita indipendente. E' la strategia degli ecovillaggi che in Italia sta conosciendo una nuova primavera, proprio perchè ci si rende finalmente conto che la forma della metropoli oggi è depressiva psicologicamente. Il nostro modo di intendere la vita si deve poter nutrire di verde, di colori, di arte.
E poi c'è il sogno di costruire anche manualmente un posto, mura, tetti, costruire nuove relazioni.

Io credo che ci si nutra anche di storie, di racconti, di fantasie e sogni, tanto quanto ci si nutre di cibo o di amore.
Abbiamo bisogno di vedere la nostra vita come una storia appassionante. Questo è il massimo del lusso.
Oggi la sinistra italiana non ha un progetto appassionante.
I militanti si vedono di fronte soltanto un mare di noiosissima opposizione minimalista a una dittatura gerontoplutocorrottocratica. CHE PALLE.
Invece NO!
siamo all'inizio della più grande rivoluzione del millennio, quella delle ecotecnologie!
Democrazia energetica vuol dire accesso alle risorse primarie, diretto.
Ad esempio io sto progettando un ecovillaggio in cui i pannelli fotovoltaici siano uno strumento per finanziare l'acquisto stesso della casa, almeno in parte.
Si apre una possibilità straordinaria anche di trasformare l'attività politica in lavoro creativo e ben remunerato.
La questione delle ecotecnologie è che sono complicate. Nasce quindi una nuova figura di diffusore delle ecoconoscenze che è al contempo un promotore di nuovi stili di vita. E' quello che stiamo cercando di realizzare ad Alcatraz con i gruppi di acquisto in settori complessi (telefonia ad esempio) dove ha senso che vi siano figure professionali-militanti che gestiscono il rapporto tra fornitore di servizio e gruppo di acquisto.
Il militante non solo come volontario gratuito ma anche come professionista della facilitazione della consociazione dei consumi e dei servizi.
Negli anni 70 nacque la categoria dei militanti organizzatori di eventi. Nel giro di 6 mesi in Italia si formarono un centinaio di gruppi che da zero impararono a organizzare uno spettacolo grazie al fatto che i miei avevano messo insieme Nuova Scena, cooperativa che portava in giro 6 spettacoli. A distanza di 40 anni giro l'Italia recitando in teatri dove 6 volte su 10 c'è di mezzo qualcuno che ha cominciato il mestiere dell'organizzatore teatrale con mia madre o che ha iniziato anni dopo con qualcuno che aveva iniziato allora.
La battaglia per creare spazi culturali viene poco celebrata ma fu enorme e essenziale. Una battaglia vinta che come poche ha aperto diverse possibilità esistenziali a tutti: luoghi di incontro e di fruizione culturale diversa sono il sale della vita. Bisogno primario.
E non è da sottovalutare il risultato dal punto di vista umano di avere un settore che ha dato da vivere in modo diverso e più gradevole a alcune migliaia di militanti ribelli.
Similmente io oggi sto lavorando per creare una rete nazionale di cento organizzatori del trasferimento in italia di ecotecnologie già impiegate all'estero e non utilizzate da noi. Possibilità di lavori e vite diverse e possibilità di sognare grandi avventure in questo mercato che è non solo ricchissimo ma anche essenziale per la sopravvivenza umana e il sogno della fine della fame e delle guerre.
Da questo punto di vista ti consiglio la lettura di Yunus, l'ultimo libro: La fine della povertà (vedi: http://www.jacopofo.com/yunus-muhammed_banca_poveri_solidarieta_gas).
Credo che nella dimensione di Yunus ci sia una passione smodata per l'azione su scala enorme che parte da una micro azione. Il sogno e il gusto dell'azione impossibile, la sfida del trovare la leva.

Non so se ho azzeccato con questa idea del regalo. Ma comunque trovo che la direzione sia quella giusta. Ho una sensazione di gioco addosso che non sentivo da tempo.
Mi diverto e faccio casino e qualcuno sta meglio di come stava prima. E' rivoluzionario. Se poi realmente dovesse innescarsi il gioco sarebbe decisamente divertente, molto.

Spero di averti solleticato qualche fantasia.
Ti vedo mentre scruti l'orizzonte aspettando che succeda qualche cosa che sia un punto di arrivo di un sogno nella tua vita. Avere un sogno realizzare un sogno.
La vita non ha un gran senso di per sé. Probabilmente il gioco è quello di dargliene uno noi compiendo azioni strabiliantemente divertenti, sagaci e ribelli.

Ciao Jacopo,

grazie moltissimo delle tue parole!!

Ho letto quasi tutto quello di cui parli...

aggiungo che ho qualche problema nella comunicazione non verbale e con l'espressione artistica... 

...cosa che complica un po' il tutto...

ma queste cose si superano! A natale poi in modo totalmente inaspettato e senza senso mi hanno regalato una confezione di didò... sarà stato un caso?!?!? Oggi ho fatto una caricatura ed è stato divertente!

Insomma... sorrido... vado avanti... e continuo a cercare!

Per quanto riguarda le ecotecnologie penso che stai facendo un lavoro grandioso, se c'è qualcuno a roma mi piacerebbe entrarci in contatto per vedere se posso dare una mano in qualche modo (contatti, supporto per tutto ciò che riguarda internet, aiuto nella scrittura di progetti, etc.)

ciao e grazie ancora!!

Giacomino

p.s. naturalmente se ci sono altri consigli... li aspetto più che volentieri!!

Caro Giacomino , è per me difficile aggiungere qualcosa alla bellissima risposta di Jacopo ed agli altri interessanti interventi, ma ci voglio provare perchè il tema mi  tocca personalmente.

Capisco bene cosa significa provare la frustazione di questo senso di impotenza che alla fine ci costringe all'immobilismo, come comprendo altrettanto bene questo senso di solitudine di cui parli.

Ci sono giorni in cui vorrei aprire la finestra e poter gridare al mondo con la voce di Pappalardo . " e lasciami gridareee....e lasciami sfogare......!!!!!!!   Spero di aver reso l'idea.

Poi però rifletto specialmente su questo senso di impotenza , e rifletto sul fatto che questo è proprio ciò che questo sistema di potere vuole: renderci impotenti , rassegnati .

E se non stiamo vigili finiamo veramente per vivere, per stabilizzarci in una vita di quieta e rassegnata disperazione!. Così saremmo perfettamente innocui e sotto controllo.

E' questo che il sistema imperante coscientemente vuole.

E allora Giacomino, vogliamo dargliela vinta? Dalla tua lettera si capisce che non vuoi arrenderti e io non posso dirti cosa fare, posso dirti ciò che faccio io.

Quando provo questo senso di impotenza, mi fermo, cerco la calma interiore, e mio osservo.

Mi faccio spettatore di me stesso, mi immagino come se fossi seduto al cinema, ma guardo me stesso da lontano quasi con distacco e mi osservo.

Sinceramente a volte mi trovo patetico , in questo mio piangermi addosso.

E allora mi richiamo e mi dico: "Idio cosa stai facendo? Dov'è finito il guerriero, il combattente  indomito?" e mi grido con tutta la forza che ho dentro:" Rialzati e combatti !

Poi mi riprendo, guardo in faccia le persone care  della mia vita, vado in salotto prendo  il naso rosso da claun  appeso in bella vista e me lo metto ( così sdrammatizzo la situazione)  e riprendo a lottare ricominciando ogni volta da capo , cercando nuove strategie, qualcosa magari di apparente insignificante da fare, e inizio a fare qualcosa, magari poco , ma mi muovo!

E se ho bisogno di darmi un'ulteriore carica, mi basta pensare anche ad una sola faccia di qualche politico detentore di potere o a qualche loro fedele e viscido servitore per prendere una forza tale che potrei forare una montagna fuori per fuori!

Forza Giacomino, che come spesso dice Jacopo, nonostante le apparenze stiamo vincendo!

Ti abbraccio forte e ti saluto con l'augurio dei combattenti" La forza sia con te! ed il mio augurio personale di questo periodo: "Luce su di te"                                    Idio

 

grazie idio!

sai cosa mi colpisce molto? Come riusciate a capire bene delle sensazioni che ho espresso in pochissime parole...

...già solo questo mi fa sentire molto meno solo!! :-)

Grazie moltissimo dei consigli!!

Anzi, a questo punto mi continuo a godere le consulenze in regalo e vado a chiedere un consiglio nel post delle consulenze per associazioni.

ciao e grazie ancora

Giacomino