Un nuovo modello del mondo: perché Darwin sbaglia. E sbagliano pure i creazionisti.

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Da qualche anno infuria la polemica sul darwinismo tra fondamentalisti cristiani e scienziati laici. Non credo esista un altro tema scientifico sul quale lo scontro sia così feroce. Ed è ovvio sia così: la teoria alla quale si ricorre per spiegare l’evoluzione degli esseri viventi sta alla base della nostra concezione del mondo.
Due grandi scuole di pensiero si scontrano.

I sostenitori di Darwin credono che l’evoluzione sia essenzialmente basata sulla selezione naturale delle caratteristiche più efficienti. I soggetti portatori di varianti casuali hanno più possibilità di sopravvivere, quindi di avere una discendenza. Lentamente questi esemplari meglio adattati diventano maggioranza.
Sull’altro fronte ci sono coloro che credono che la selezione naturale sia il modo nel quale Dio manifesta la sua volontà e aggiungono che senza questa volontà divina la pura selezione del meglio adattato avrebbe impiegato troppo tempo per manifestarsi. Essi non negano l’evoluzione naturale di Darwin ma ne ridimensionano la portata.

Per completezza aggiungo che esiste anche un fronte negazionista fondamentalista che, prendendo la Bibbia alla lettera, crede che il mondo sia realmente stato creato in una settimana con uomini e animali nella loro forma attuale e con già i fossili di dinosauro sepolti sottoterra per mettere alla prova la nostra fede. Ma per fortuna non sono moltissimi quelli che negano le evidenze sull’evoluzione, provate da centinaia di migliaia di ritrovamenti fossili di creature estinte da centinaia di milioni di anni.
Solo un secolo e mezzo fa questo partito era maggioritario e tanto forte da minacciare addirittura fisicamente chi sosteneva le eresie di Darwin e della paleontologia. Ma oggi sono quasi estinti, come i dinosauri di cui essi negano l’esistenza.

Oltre alla corrente Darwiniana e a quella creazionista esiste un'altra scuola di pensiero che rovescia completamente le due visioni, integrandole e superandole.
Un piccolo gruppo di ricercatori infatti si interroga su alcune particolarità della storia evolutiva difficilmente spiegabili dal modello Darwiniano classico, senza avere nessuna intenzione di far entrare in scena un Dio barbuto che detta comportamenti etici e regole esistenziali, dispensando premi e castighi.
Ciò nondimeno questa corrente di ricerca osserva che il modello darwiniano non riesce a spiegare la complessità dell’evoluzione.
E in parte gli accademici se ne sono accorti.
Infatti si è constatato che alcuni cambiamenti, ritenuti fino a qualche decennio fa frutto della selezione, non lo sono per nulla.
Tutta colpa delle farfalle di Londra. Esse via via che l’inquinamento aumentava diventavano grigie come i palazzi sui quali si posavano. Poi, in un tempo molto breve, a Londra furono abbandonati i riscaldamenti a carbone, che coprivano tutto di una patina di fuliggine. I muri delle case, dilavati dalla pioggia, si schiarirono in pochi anni e anche le farfalle si adattarono al cambiamento. Gli scienziati però si resero conto che la velocità con la quale questo cambiamento di colore era avvenuto era incompatibile con la teoria della lenta selezione naturale basata sulla maggiore sopravvivenza del più adattato.
In qualche modo le farfalle avevano capito il cambiamento in atto ed avevano riattivato i geni che per secoli avevano determinato la colorazione chiara.
Per parecchio tempo non si riuscì però a capire come questo fosse potuto succedere.
La settimana scorsa abbiamo parlato della scoperta che risolve questo mistero (http://www.jacopofo.com/?q=node/2700). Ora sappiamo che il Dna è responsabile solo in parte dei caratteri di una persona. Infatti il Dna per diventare operativo deve essere letto dalla cellula, attraverso una serie di reazioni chimiche. E si è scoperto che variazioni alimentari durante la gestazione e i primi anni di vita e la quantità di coccole dispensate dalla madre possono modificare caratteri fisici notevoli, agendo non sul Dna ma sul sistema di lettura degli ordini genetici.
Cavie geneticamente grassocce, gialle e malaticce possono partorire topolini magri, marroni e sani solo variando l’alimentazione. Alcune sostanze contenute nei cibi sono infatti in grado di “spegnere” alcuni comandi contenuti nel Dna e risvegliarne altri.
Ma, nonostante le correzioni apportate (grazie alle farfalle di Londra) resta un “buco” nella teoria darwiniana “modernizzata”.
Molti infatti hanno osservato che per ottenere la prima cellula vivente sono necessari più di 100 mattoncini diversi, costituiti ognuno da agglomerati complessi di molecole. La probabilità che uno solo di questi mattoncini si formi per caso in un mare primordiale agitato da una tempesta è bassissima. Che se ne formino tanti e che tutti insieme si combinino casualmente, nel modo corretto, dando vita a una cellula vivente, è un evento che rasenta l’impossibile.
Affinchè tutti i legami possibili immaginabili si verificassero casualmente arrivando a produrre anche i legami necessari alla vita sarebbe servito un tempo infinito.
Invece questa specie di miracolo probabilistico si è verificato nel giro di un tempo relativamente breve, appena le condizioni del pianeta Terra sono diventate adatte alla vita cellulare.
Da questa considerazione alcuni pensatori eretici hanno tratto l’idea di un universo che contiene in ogni suo componente una serie di regole a struttura frattale.
La particolarità dei frattali è che ogni parte contiene le regole e le forme che creano il tutto.
Il cavolfiore è un frattale: ogni pezzettino è un cavolfiore in miniatura.
Un caso analogo si verifica con gli ologrammi. Se spezziamo una lastra che contiene un’immagine olografica otteniamo pezzetti di lastra che contengono non una parte dell’immagine ma l’immagine intera. Ogni frammento contiene tutta l’immagine con una definizione inferiore.
In natura sono moltissimi gli esempi di frattale, dal profilo delle coste, ai bordi delle foglie, alla forma della casa della lumaca.
La spirale è una perfetta dimostrazione geometrica del concetto di frattale. Ti è sufficiente conoscere la curvatura di  un frammento di una spirale per poter prevedere perfettamente la sua forma e il suo sviluppo all’infinito.
L’idea, trasportata nel campo dell’evoluzione, è che le particelle sub atomiche contengano un germe frattale che ha dentro di se' lo sviluppo della vita, la forma delle montagne e delle costellazioni e tutti i ritmi che può produrre una chitarra elettrica suonata da un esagitato.
Ma come può qualche cosa di così piccolo contenere tante informazioni?
Si può obiettare che la spirale è una struttura totalmente ripetitiva mentre il mondo è un’orgia di variazioni infinite.
Ma noi abbiamo davanti ai nostri occhi un esempio perfetto di quanto questa possibilità sia naturale.
I numeri!
Per tracciare tutti i rapporti matematici, tutte le leggi, tutte le radici quadrate, tutti i numeri primi e tutti i rapporti di grandezza è sufficiente dire 1+1=2 e 1+2=3.
Non mi serve altro. La scoperta del concetto di numero e l’affermazione elementare che due numeri si possono sommare contiene di per sé l’idea dell’infinita crescente sequenza dei numeri e tutte le leggi che naturalmente emergono dalla struttura stessa del loro accrescimento progressivo, unità dopo unità.
Se ci si pensa è un concetto meraviglioso e affascinante che genera vertigine logica proprio per la sua semplicità.
Tutta la matematica non è altro che l’imprescindibile risultato di un’affermazione, lo sviluppo di un principio insito nella sequenza 1-2-3.
Non serve aggiungere altro. Tutto è già lì dentro, come in un seme c’è tutto un albero.
(Su questi concetti Capra ha scritto due appassionanti testi divulgativi: “Il Tao della fisica” e soprattutto “La rete della vita”. A proposito delle ipotesi sul codice contenuto nelle particelle fondamentali, ho condotto una ricerca che parte dalle antiche teorie numeriche cinesi ed ebraiche e descrive le “costanti” scoperte dagli antichi. Curioso poi ritrovare queste costanti nei componenti chimici elementari e nel codice genetico oltre che in molti altri aspetti della realtà. Ad esempio in una stella a cinque punte leonardesca (disegnata con una linea continua) il rapporto tra la lunghezza delle cinque linee che la formano e la distanza tra i vertici e i più vicini punti di intersezione delle linee è una costante che ritroviamo in natura molto spesso. Ad esempio si misura lo stesso rapporto tra la lunghezza complessiva della gamba e la distanza tra piede e ginocchio. Ho sviluppato questo discorso nel libro “La dimostrazione chimica dell’esistenza di Dio”.)
Ora, se tutte queste argomentazioni possono farci sospettare l’esistenza di una specie di calamita evolutiva che spieghi i tempi incredibilmente rapidi dell’evoluzione, altrimenti difficili da comprendere solo utilizzando il modello darwiniano, non siamo di certo di fronte alla prova dell’esattezza di questa ipotesi.
Tuttavia c’è un’altra osservazione elementare che dovrebbe mettere in crisi il darwinismo.
La teoria dell’evoluzione selettiva ha spiegato bene tutti quei mutamenti che offrono un vantaggio immediato. Le giraffe che hanno il collo più lungo prosperano dove quelle con il collo corto muoiono di fame.
Le farfalle cambiano colore rapidamente perché in qualche modo percepiscono la convenienza del cambiamento. Quelle che si mimetizzano meglio campano di più.
Ma le cose si complicano quando ci troviamo di fronte a cambiamenti complessi che non hanno offerto vantaggi immediati.
Il volo degli uccelli è un esempio: lo sviluppo del piumaggio e delle ali è un processo molto complesso e in nessun modo inizialmente le mutazioni hanno dato vantaggi. Mi immagino una lucertola che inizia a buttarsi giù da un albero tentando di volare. Non credo sia servito a molto nell’immediato prendere capocciate. Oltretutto sicuramente le altre lucertole spernacchiavano quella che sognava di volare. Eppure le sue figlie e le figlie delle sue figlie continuano a buttarsi già dagli alberi caparbie per milioni di anni fino a che le braccine si trasformano in ali.
Qui il modello darwiniano diventa ridicolo. Le ali non ti spuntano un giorno per caso già adatte a svolazzare. Non c’è nessun vantaggio a sostituire le zampe anteriori con delle alucce pelose che ancora non funzionano.

Eppure per migliaia, milioni di anni le creature che avevano sviluppato caratteristiche che andavano nella direzione dell’evoluzione dei volatili sono state premiate sul terreno della concorrenza con individui “normali”.
E questo riesco a spiegarmelo solo ricorrendo all’idea di una sorta di senso estetico, insito nelle creature che potenzialmente potevano evolversi verso il volo. Questo senso estetico deve essere intervenuto nella scelta dei partner, facendo sì che i soggetti che presentavano variazioni che andavano nella direzione del volo risultassero più attraenti per i loro simili (come al solito è il sesso che muove il mondo). Ipotizzo particolarità che nascono come elemento visivo legato alla concorrenza sessuale. Poi queste caratteristiche trovano una utilità pratica fuori dall’ambito sessuale.
Le piume ad esempio possono essere state inizialmente solo caratteri sessuali, come la criniera dei leoni.
E ancora oggi il colore e la misura delle piume sono per gli uccelli aspetti essenziali per la scelta del partner.
Ma esiste un altro aspetto che ci fa immaginare una sorta di calamita evolutiva, di disegno frattale contenuto nei fondamenti stessi di ogni particella base.
In effetti alcune forme della vita sono inspiegabili senza ricorrere all’esistenza di un modello comune, contenuto in ogni creatura vivente che permetta alle creature di scegliere istintivamente la strada evolutiva più promettente, come se percepissero empaticamente l’essenza delle leggi che governano la realtà circostante (proprio perché tutti i componenti del frattale contengono le stesse leggi, e i tentativi evolutivi sono modulati sul medesimo codice).
E’ il caso delle galle che ci presentano un percorso evolutivo ancora più complesso e incredibile di quello compiuto dagli uccelli verso il volo.
Le galle sono falsi frutti. Le troviamo ad esempio sulle querce in grande quantità. Non assomigliano per nulla alle ghiande. Sono delle melette, con un rivestimento duro come quello di una noce e dentro contengono una specie di schiuma. Non sono frutti, non contengono semi. Sono provocate da alcuni insetti che intaccano la corteccia di un ramo e, iniettando particolari sostanze, convincono l’albero a mutare in quel punto il suo modo di svilupparsi. L’insetto deposita le sue uova all’interno della ferita aperta nella corteccia. La pianta, ubbidendo al comando chimico dell’insetto, sviluppa una specie di frutto che ingloba le uova degli insetti. Quando queste si dischiudono, i neonati si trovano all’interno di un frutto costruito apposta per loro e pieno del nutrimento di cui necessitano per svilupparsi. Cresciuti a sufficienza, perforano l’involucro del frutto e se ne vanno.
Siamo in presenza di un insetto che è riuscito a elaborare sostanze chimiche in grado di annullare i modelli di sviluppo scritti nel Dna di una pianta ottenendo che la stessa costruisca autonomamente una casa adatta alla sopravvivenza dei suoi figli.
E come c’è arrivato?
Per gradi?
Per tentativi?
Per caso?
Credo che qui non ci sia caso che tenga. Soltanto la condivisione di uno stesso progetto frattale può spiegare una simile capacità di adattamento reciproco.
Un processo non volontario. Non c’è un Dio con la barba che lo decide, né vi è una scelta cosciente da parte dell’insetto o della pianta. Ma c’è una possibilità potenziale e una tendenza naturale a concretizzare via via le possibilità più complesse. E’ come se in qualche modo l’Universo traesse beneficio dalla continua differenziazione delle possibilità (dalle creature più piccole a quelle più grandi). Una volta popolato il mare, le creature si espandono sulla terra e poi conquistano il cielo. E poi l’essere umano crea un mondo mentale e infinite rappresentazioni simboliche della realtà fino a creare addirittura mondi virtuali.

Certo mi rendo conto che quanto ho detto non costituisce una prova. Però è un indizio affascinante. Come le piume estetiche dei rettili protovolatili.
E penso che siccome è proprio una bella idea, molti, per anni, si cimenteranno con essa, insensibili all’evidente mancanza di risultati.
Ma questo insistere a macinare ragionamenti inutili non sarà privo di frutti.
Le ipotesi, come piume, diventeranno sempre più lucenti fino a quando qualcuno non troverà il modo di farle volare.
Così avanza l’evoluzione naturale.
Così avanza la conoscenza umana.
Il vantaggio immediato è solo il motore della storia. Il desiderio e il sogno sono il carburante.


Commenti

Ti dirò di più jacopo. Un certo linguista, chiamato Noam Chomsky, credo sostenga ipotesi simili alle tue, riferite ad un ambiente più specifico ma che alla fine trattano lo stesso argomento. Egli teorizza in poche parole che l'uomo sia naturalmente predisposto a livello neurale ad apprendere le lingue vigenti in cui nasce. Infatti è abbastanza impressionante come un bimbetto inglese di pochi anni parli decisamente meglio l'inglese di un adulto che studia da anni, che fa corsi esami e così via. Potrebbe essere banale, ma se ci pensate non lo è. Incredibile è la capacità dei bambini di "intuire" le regole grammaticali di una lingua, un processo simile all'induzione, poichè tendono a generalizzare una regola, ad esempio sentendo la parola "capito" e realizzando che si tratta di un verbo tenderanno ad utilizzare quella forma verbale anche con altri verbi, a volte sbagliando poichè non conoscono le particolarità (come la tendenza a dire "aprito") altre volte no . Esempio lampante fu un esperimento fatto con bambini sordi. I genitori non sordi comunicavano con i bambini sordi con il linguaggio dei segni. I bambini in poco tempo impararono l'uso del linguaggio alla perfezione riuscendo ad esprimersi in modo molto più complesso dei genitori con grande facilità. Altro esmpio con bambini sordi fu il seguente e si svolse in nicaragua, quando salì al potere il governo sandinista, e ai bambini sordi fu permesso di frequentare le scuole. Questi bambini non erano stati con altri bambini sordi come loro, e non conoscevano il linguaggio dei segni, ne tantomeno quello ufficiale americano.
I bambini si ritrovavano assieme in un campo da gioco. In poco tempo svilupparono un loro proprio linguaggio, che spesso comprendeva delle pantomime. La generazione successiva di sordi trasformò questo primitivo linguaggio dei segni in un linguaggio molto più raffinato eliminando le pantomime, e rendendo molto simili le "regole grammaticali" da loro messe a punto con il linguaggio ufficiale dei segni americano. E tutto questo senza nessuno che glielo insegnasse.
Quindi in parte i bambini apprendono il linguaggio per imitazione, ma d'altra parte sono predisposti nel farlo da una specie di "apparato di acquisizione linguistica" che è sostenuto da chomsky.
Credo che questo discorso almeno in parte sostenga quello di cui parli tu.

POF POF POF !!!
Scelgo di essere felice! :D

Caro Jacopo,
Inconsciamente ho realizzato qualke settimana fa una dimostrazione matematica corretta dell'esistenza dei frattali.
Ne esistevano già, ma credo che la mia sia originale anche se banale(non sono un matematico).
Se sei interessato mandami un'email a: stefanolovisetto@yahoo.it o vai a visitare il mio blog: http://stefanolovisetto.spaces.live.com/
nella sezione riguardante i frattali lascia un commento.
steve

La teoria dei frattali non mi sembra contrastare la teoria evolutiva del buon vecchio Darwin.

E' chiaro comunque che nasciamo con una natura, ma la nostra natura si adatta all'ambiente per sopravvivere. Come tu mi insegni,non è che nasci umano e diventi una mucca perchè in India si venerano le mucche. Nasci per esempio biondo con gli occhi azzurri e la carnagione chiara...Ti bruci perchè in India il sole è troppo forte...La pelle mano a mano si scurisce ...i tuoi figli forse saranno leggermente più scuri e così via.....Il che non annulla i frattali e viceversa.

ciao jacopo e ciao a tutti!!!
è tanto che non ti scrivo e comunque ti leggo sempre;
in merito a questo argomento, ho letto con attenzione
quello che hai scritto e sono perplesso;
nell'ultimo periodo mi sono addentrato nel mondo
dell'evoluzione e dell'analisi del pensiero Darwiniano
e mi sto addentrando anche, forse con con qualche difficoltà in più, nel mondo della fisica e nello studio delle leggi che regolano questo nostro universo;
...
sono perplesso perché quello che hai scritto mi interessa
ma non ci vedo sempre un nesso che collega gli argomenti tra, ad esempio, evoluzionismo e i frattali, e comunque
l'esempio delle cavie, detto così, non rende effettive giustizia
a ciò che proponi;
intanto ti chiedo: dove si possono trovare approfondimenti tecnici su questo argomento?
poi per quanto riguarda questi poveri CREAZIONISTI che pensano di dover mettere l'idea di Dio in ogni cosa che trovano...
francamente e sfiancante per tutti ma sopratutto tempo perso!
quand'è che si riprendono? si facessero una canna!
qualcuno potrebbe dire: va beh! ma è l'unico argomento che gli è rimasto per dire qualcosa su Dio!
...si, certo! ma dopo un po' potrebbero andare a casa e farsi una tisana!
Quindi abbandonando questi homocentrici della teoria del tutto non ci rimane altro che affrontare seriamente ciò che abbiamo di concreto:
mi piace molto a difesa di Darwin l'idea di Stephen J. Gould che reputo sia stato un uomo fantastico, abile scrittore ma sopratutto abile studioso della teoria dell'evoluzione...
una teoria che è stata concepita perché si potesse modellare, perfezionare, migliorare...
è vero che la legge fondamentale di uno scienziato dice che:
una teoria è vera finché non viene negata...chiaramente da un'altra teoria...ma ora come ora faccio veramente fatica a pensare che la teoria dell'evoluzione non possa spiegare o avere percezione, almeno, di una visione generale dell'esistenza della vita e, comunque, delle "singolarità" come quella delle cavie al tempo stesso!

ciao, un abbraccio a tutti
ugo bretone

Quando Darwin formula la sua teoria (metà ottocento) non conosce ancora né i meccanismi di trasmissione dei caratteri ereditari (Mendel, la genetica) né i meccanismi di creazione della novità e delle variazioni (DNA, duplicazione cellulare, mutazioni). Li ipotizza (in modo geniale) senza averne alcuna prova empirica. Le sue prove, viventi e fossili, però indicano che i meccanismi di adattamento (fitness) sono di due ordini: quello dei caratteri biologici (a lungo termine) e quello del comportamento (a breve termine).
I celebri fringuelli delle Galapagos e il loro becco ne sono la dimostrazione. Il comportamento si modifica con l'apprendimento che è in grado di influenzare a brevissimo termine le possibilità di sopravvivenza degli organismi. E quando si parla di apprendimento si fa riferimento a un processo che coinvolge l'intero organismo, a tutti i livelli, come ben spiegato nell'articolo della scorsa settimana "Momenti storici: il Dna perde il potere!" http://www.jacopofo.com/?q=node/2700
Le farfalle di Londra ne sono un ottimo esempio, nella tradizione Darwiniana.

Salve Jacopo.

Leggo questo blog molto spesso e lo trovo molto interessante, soprattutto per le tue intuizioni a proposito della riscoperta di una "nuova" sessualitá.

Purtroppo però sono rimasto deluso da questo post/articolo. C'é molta pseudo scienza al suo interno e questo va veramente contro i temi (sempre orientati alla consapevolezza) e lo spirito di questo blog.

L'assenza della prova non é la prova dell'assenza. Il fatto che la teoria di darwin abbia dei buchi non significa che non sia corretta, in realtá nessuna teoria é vera, ma solo molto confermata. L'evoluzionismo é molto confermato, quando é stato elaborato la prima volta mancava di molti caratteri (la genetica non c'era) che poi sono arrivati e che hanno corroborato la teoria.

Quello che fa questo articolo, e che io trovo sia piuttosto fuorviante, é completare questi buchi con un'altro modello razionalmente esplicativo, ma questo sarebbe come fare un trapianto di cuore per curare l'acne giovanile. Non aiuta, non é rilevante, é oltre misura. I buchi andrebbero riempiti con elementi empirici e non epistemologici.

Inoltre cavalca un vecchio trucco creazionista di insinuare dubbi tra chi non conosce il darwinismo. La cellula era troppo improbabile, quasi impossibile!!! Come spieghiamo questo miracolo probabilistico????
Ma ci sono un sacco di cose che accadono che avevano una probabilità "a posteriori" estremamente molto bassa, ma non impossibile: ecco semplicemente il perché del loro accadere, perché non sono impossibili.
Ogni disposizione di un gas é (rispetto alle varie posizioni) estremamente improbabile, ma é quella perché non era impossibile! Non c'é nulla di inspiegabile o di strano.

Gli uccelli hanno ricevuto le ali per caso? Per tentativi???
Risposta piú che semplice: Si.

Ci sono inoltre molti termini usati che nessun evoluzionista moderno userebbe inquanto fuorvianti e contro-empirici. Ad esempio il fatto che le specie o le variazioni "migliori" o "piú adatte" sono quelle che "vincenti". Questo dá l'idea di un fine nell'universo. Non c'é nulla di piú anti-empirico del voler attribuire volontá o pianificazione nella natura.

L'esempio delle piume o delle ali é estremamente calzante. Un caso ha dato le condizioni ad una variazione inutile che poi si é a sua volta si é modificata e ha dato vita al volo. punto. Non c'era nessuna volontá o tendeza al volo, cosí come all'intelligenza o tantomeno alla vita! È successo e basta.

Anzi, la bellezza del darwinismo sta nel suo implicito messaggio morale:
Siamo qui per un caso, non siamo assolutamente al top della perfezione (tutt'altro, soprattutto in confronto a specie come il ratto, lo squalo o la blatta americana), dobbiamo assumerci la responsabilità derivante dal fatto che non siamo migliori di nulla, e in base a questo iniziare a rispettare il pianeta e l'universo tutto senza cercare sempre di violentarlo adattandolo ai nostri poveri schemi, nell'attesa di quando ci estingueremo (probabilmente presto)

Non mi aspetto una risposta, spero solo che tu legga i commenti ai tuoi post.

Come ho scritto non ho prove. Ma mi sembra riduttivo attaccarsi a qualche termine impreciso. Ma se tu lo sei dovresti sapere che stai mettendo assieme due cose: la teoria di Darwin ha dovuto essere rinnovata proprio per adattarla alle nuove conoscienze. Così come era stata concepita coglieva la logica ma era sbagliata nei fatti. Darwin ha detto una cosa giusta epocale commettendo piccoli errori secondari. Non è una colpa ma è un fatto.
E visto che è poco noto, perchè la scuola italiana se ne fotte di simili sottigliezze, l'ho ribadito.

Poi tu non vedi certi aspetti che io uso come base per nuove ipotesi.
Pazienza, la pensiamo diversamente.
Trovo invece scorretto liquidare queste tesi in modo facile come fai tu, visto che oggi sono discusse da alcuni degli scienziati più eminenti e geniali (e laici!!!).
Il problema è che il modello "universo composto da materia stupida" non spiega decine di esperimenti scientifici, ad esempio perchè due particelle di luce, sparate una dopo l'altra su una lastra munita di due fessure non passeranno MAI dalla stessa fessura.
E' la fisica moderna a imporre l'idea "dell'Universo Informato" La metà dei problemi insoluti oggi segnalati da Nature, tempio della scienza darwinista, ha come base la questione della "materia informata" e ci sono decine di linee di ricerca che lavorano sull'idea delle "informazioni" e dello "scambio di informazioni" come nuova frontiera.
Non è solo Darwin che ci va di mezzo: un discorso analogo lo potremmo fare per altri grandi pensatori che hanno rivoluzionato positivamente il pensiero umano. anche Marx sottovalutò i comportamenti culturali (vedi Come fare il comunismo senza farsi male o "Perchè internet salverà il mondo" su www.jacopofo.it). Froid scprì il sub consio ma non notò le sub modalità e la cultura dei comportamenti quotidiani, né la capacità del cervello di autorimodellarsi attraverso pratiche piacevoli, spontanee, di ascolto e meditazione.
Puoi non essere daccordo con me, lo capisco.
Mi irrita invece se mi liquidi dicendo che non ci capisco niente perchè non uso (e non voglio usare) i termini tecnici giusti.
E poi non capisco questo attggiamento mentale da trincea. C'è un nemico? Io sono il nemico?
Il mondo sta cambiando e nascono nuove idee. Io mi interesso a queste.
C'ho messo 30 anni di studio e la mia passione. Dimmi che non sei daccordo e argomenta le tue opinioni. Non liquidarmi con due frasette.

Si dovrebbero rispettare tutte le ipotesi presentate con l'appoggio di innumerevoli "sospetti" e sostenute da così tanti ricercatori. Una scienza che non è capace di giocare con le idee e volare con il pensiero non serve a nulla.

Prima di tutto ti ringrazio tanto per avere risposto e in secondo luogo mi sento debitore di alcune scuse: sembra infatti che io liquidi come stupidaggini la tue idee, soprattutto quando ho usato il termine pseudo scienza. Questo é stato un grave errore.

Mi scrivi giustamente che ció che dovrei fare é dire che non sono d'accordo e argomentare le mie opinioni. Questo é esatto.

Il fatto che limita il mio commento a poche "frasette" purtroppo determinato dalla forma del commento a un blog, la quale non puó mio malgrado essere quella giusta per una tale discussione. Non era mia intenzione liquidare la tua teoria, ma argomentare contro questa.

Inoltre non c'é nessun nemico: io ho una un idea che sostengo sia giusta, mentre credo che la tua idea sia errata. Allora se veramente pensassi che tu fossi un nemico ti ignorerei, invece penso che questo blog possa essere un luogo anche di discussione e pensavo di condividere con te quelle poche cose che so e che ho pensato al riguardo.

Adesso peró "all'attacco!". Infatti temo in parte di non essere stato compreso.

La teoria che fu elaborata da darwin era sbagliata (anche se io preferisco dire poco confermata) e poi grazie altre scoperte fu migliorata, questo lo dici anche tu, é un fatto. Il problema é che se lo é ancora oggi (e lo é infatti) puó essere (per via della struttura della teoria) migliorata da evidenze empiriche.
Quello che penso che sia errato nella teoria che descrivi consiste nel fatto che se queste mancanze si cerca di migliorarle con una nuova struttura della teoria si compie l'errore di produrre una pseudo teoria. Infatti la teoria che risulta sará giusta (non contraddittoria) piú o meno qualunque cosa si aggiunga.

Ció che intendo é che secondo mé non é il nuovo contenuto della teoria ad essere errato (conosco i principi dell'universo informato e le ritengo estremamente affascinanti per le possibilitá che implicano) ma é la forma della teoria che secondo me non calza. La scienza che vede l'universo come informato non é pseudoscienza. Sostengo invece che applicarla al darwinismo come fai tu sia inappropriato.

Poi un'altra cosa é che, sebbene la letteratura scientifica sia zeppa di queste nuove idee, questo non toglie che le teorie presenti siano da buttare! Questo intendevo con "l'assenza della prova non é la prova dell'assenza": nessuna teoria é completa empiricamente e questo non implica che le teorie siano da eliminare, possiamo solo cercare di migliorarle.

Non solo, con "materia stupida" mi sembra quasi che tu dipinga le teorie che abbiamo in mano adesso come vecchie, brutte e cattive. Questo mi sembra andare contro il confronto. Del resto quelle sono purtoppo ció che abbiamo di concreto per descrivere il mondo. Le altre ipotesi, l'universo informato, i multimondi, le teorie unificate sono vitali ma senza conferma empirica restano solo ipotesi.

Sembra che il dna dei siciliani e dei calabresi sia stato soggetto a una improvvisa mutazione, non riconducibile a flussi migratori o altro.
Alcuni ricercatori ipotizzano questa mutazione come il risultato di forti emissioni di gas radon precedenti il terremoto del 1908.

Molto interessante e tutto da seguire QUI