Uccidete tutti quelli che non hanno gli occhi azzurri!

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Urlo' la Cesira uscendo dal minimarket di Casa del Diavolo. Quello della Merisana, che sta sull’incrocio del bar Pannacci.
Era in corso una rissa verbale con la signora Forza, che aveva commentato in modo pesante l’uscita di Kabira, l’extracomunitaria del paese. Che a Casa del Diavolo centro, di extracomunitari ce ne stanno pochi per via che sono tutte villette e non ci sono appartamenti in affitto. A Ponte Pattoli, invece, ce ne stanno piu' che al Bronx. Ed e' cosi' lungo tutta la valle perche' i paesi sul Tevere sono piu' vecchi, con una struttura abitativa piu' variegata. Invece i paesi sulla Tiberina, che stanno ai piedi delle colline, lontano un paio di chilometri dal Tevere, sono tutti nati negli anni sessanta, costruiti dai mezzadri stanchi della miseria, che abbandonavano i latifondi sulle colline, con la terra piu' magra del mondo (argilla che sembra gomma da masticare) e cercavano fortuna a valle, come muratori o come operai.
Questi si costruivano la casetta unifamiliare, microscopica, lavorando la notte e la domenica, che poi si allargava negli anni. Molti altri mezzadri o proprietari di mucchi di sassi e sterpi, emigrarono in Belgio o in Svizzera e tornarono negli anni settanta e si costruirono la villetta anche loro, sulla Tiberina, col giardino davanti e l’orto dietro. I paesi lungo la Tiberina sono cosi' costituiti da file di casette col giardino. Sembra di essere alla periferia di Washington. Ma e' Umbria e i geometri che hanno progettato le case sono italiani. E si vede.
Comunque, il risultato era anche che i paesi lungo la Tiberina erano abitati da gente che votava per l’85% comunista. Il resto erano socialisti.
Ma poi adesso non si capisce piu' niente. E senti la vecchia signora che si e' fatta 15 anni in Francia a pulire i pavimenti che dice: “Bisognerebbe rimandarli a casa tutti, questi baluba”. E quando sente queste cose la Cesira da' in escandescenze. E sinceramente non me la sento di darle torto.
Comunque, alla Cesira le erano venute le ovaie rotanti per via del fidanzato della figlia Manuela che, diciamolo, ha la schiena di vetro che se si china per fare un lavoro si rompe.
Che gia' la Manuela come lavoro fa la clown, che solo a pronunciarlo la Cesira fa fatica e dice “clon”, ma almeno lei passi che lavora e qualche soldo lo guadagna. Ma quello li', che adesso si devono anche sposare, ha proprio una disfunzione alle mani, oppure al cervello. Sicuramente le mani ce le ha di marzapane.
Cesira ne stava parlando col marito, appena ritornato dall’ospedale. Cioe' era lui che mugugnava, ma lei non gli dava corda, che' aveva appena avuto un infarto perche' la figlia Manuela si era segnata per candidarsi alle comunali con la Rifondazione Comunista che invece Ildebrando sta coi Comunisti italiani.
Che poi adesso pareva che si presentavano tutti assieme, anche con i Verdi e con Mussi, quello con i baffi e i capelli neri spessi piu' di quelli di Prodi, che ce ne vuole.
Che Asdrubale, che e' il fratello minore di Cesira, al ragazzo della Manuela l’aveva anche assunto in prova a fare il muratore ma quello gia' il secondo giorno era riuscito a spaccare la betumiera, infilando la pala nel coso che gira. “Che ce ne vuole!” aveva gridato Asdrubale, che e' uno che c’ha le braccia come due prosciutti cotti ma la voce sottile. “Ancora non ho capito come ha fatto!”.
E la Cesira aveva dovuto annuire. Poi era stata la volta del Paolo il Mugnaio, che e' cugino di seconda e ha studiato da geometra. L’ha preso in studio come aiuto e quello si e' perso l’affare per fare le misurazioni che vattelapesca stavano facendo in un roveto. Almeno cosi' dice il fidanzato della Manuela. E la Manuela a difenderlo, a dire che non si puo' pretendere che uno non perda una roba con tre gambe di legno, che pesa 20 chili, in mezzo a un roveto.
La Cesira si stava chiedendo come cazzo fosse possibile perdere una cosa con tre gambe, che pesa 20 chili, in mezzo a un roveto. Come cazzo c’era riuscito? Ma era stata zitta per non esacerbare la situazione. Poi si era messo in societa' con un suo amico commercialista per vendere delle villette a schiera nelle Marche, sul mare. Una multiproprieta'. Ma poi era crollato il mercato delle multiproprieta'.
La Manuela diceva che non era mica colpa sua se era crollata la bolla finanziaria internazionale.
A quel punto la Cesira non era riuscita a stare zitta e aveva sbottato: “Emmacheccazzo al tuo ragazzo gli crolla tutto.”
Quella sera si ritrovarono tutti a cena e la Cesira aveva deciso di fare un bel discorso. Aveva cucinato i cappelletti in brodo, che aveva impastato lei la mattina presto, e un paio di polli in umido col sugo rosso e il peperoncino. E ci aveva aggiunto un po’ di chicchi d’uva che erano una primizia e l’aveva letto su Donna Moderna che era una ricetta che aveva fatto impazzire la Principessa Diana, un giorno che era andata in qualche isola piena di africani. La ricetta si chiamava proprio Pollo all’Africana della Principessa Diana.
Erano arrivati al pollo che Cesira aveva deciso di iniziare il discorso. Si era riempita la bocca con un bel boccone e poi aveva inforchettato abilmente un acino d’uva per sentirselo sciogliere in bocca insieme alla carne e al sugo. Come se volesse inglobare un’ultima dose di energia prima di prendere il toro per le corna. E proprio quell’acino d’uva la tradi' andandole per traverso. Inizio' ad agitarsi e a strabuzzare gli occhi mentre diventava viola e sarebbe sicuramente morta di li' a poco cadendo per terra e sbattendo la testa sullo spigolo del tavolo se no fosse intervenuto il ragazzo della Manuela, che era un po’ pirla ma aveva fatto un corso di pronto soccorso per via che davano un gettone di presenza di 10 euri al giorno, e una cosa l’aveva capita: cosa fare se a uno gli va un acino d’uva di traverso e sta morendo. E visto che era anche un baldo giovane con due salti fu dietro la Cesira, la cinse con le braccia e le mise un pugno contro l’imboccatura dello stomaco e con l’altra mano messa sopra il pugno a coppa le diede un bel tre sbuzziconi sotto lo sterno con forza per farle sputare fuori il boccone. E in effetti ci riusci', la Cesira si accascio' riprendendo a respirare a fatica, la Manuela le porto' un bicchiere d’acqua. Intanto Ildebrando Trifacchia, il marito di Cesira e padre della Manuela era ancora immobile con il viso percorso da un’espressione di puro terrore paralizzante.
Piu' tardi Cesira gli avrebbe detto: “Certo che se era per te ero morta…” Ma questa e' un’altra storia. Al momento la Cesira era piena di gratitudine per il ragazzo della Manuela e assaporava il gusto della vita.
E aveva anche deciso di rimandare il suo bel discorsetto sul lavoro e la voglia di lavorare. Quando si furono ripresi e ricominciarono a spazzare via l’ottimo spezzatino di pollo col sugo rosso, il ragazzo della Manuela disse: “Ho un bell’annuncio da farvi.” Tutti lo guardarono in attesa. Lui assaporo' l’istante di attenzione per un bel po’. Poi finalmente si decise a parlare, prima che qualcuno fosse preso da una crisi isterica violenta: “Ho trovato lavoro.”
La tensione sali' a mille. La domanda “Che lavoro?” albergava sui visi dei presenti.
Altra ondata di spasmodica suspense.
Poi finalmente il bastardo fini' la frase: “Ho trovato lavoro come mangiatore di fuoco.”
“E vaffanculo!” Penso' la Cesira. Ma non lo disse.