Ecovillaggio solare

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Noi siamo quelli che amano la libertà

Molti dicono di essere progressisti ma allevano dobermann autoritari dentro la loro mente.

Non si costruisce una società nuova usando vecchi modi di pensare.
Noi vogliamo un mondo di pace, di cooperazione, d’amore.
Un mondo dove il ridere sia sacro e l’arte sia considerata una materia prima. Un mondo che conosca il rispetto, il senso dell’onore, la rettitudine.

Non possiamo costruire un mondo simile con la violenza, la doppiezza, la demagogia, la prevaricazione, l’autoritarismo.
È una banalità che quando inizi a metterla in pratica diventa una questione essenziale.

Quando iniziammo a costruire l’Ecovillaggio Solare ci trovammo a discutere con persone che ci dicevano: dobbiamo vietare le sigarette, non si deve mangiare carne, ci saranno dei turni di lavoro obbligatori, si terrà un’assemblea tutte le settimane.
Altri proponevano rigorosi esami per selezionare gli abitanti in modo di essere certi della loro fede ecologista. Dicemmo a queste persone NO. Noi non vogliamo costruire una comunità omologata, fatta di persone tutte uguali, amiamo la libertà e la biodiversità e non possiamo pensare di vivere in un villaggio fatto di obblighi e di divieti.
Perché mai dovrei vietare a qualcuno di fumare a casa sua o mentre passeggia nel bosco? Al massimo posso chiedergli di spegnere bene le sigarette se passeggia fumando… Ma se uno sceglie di andarsene dalle metropoli per vivere in una valle selvaggia si suppone che ami i boschi quanto me… Quindi suppongo che ci arrivi da solo a capire che è meglio non incendiare le foreste.

Io non voglio vivere in un ecovillaggio dove tutti la pensano come me. Mi annoierei mortalmente. Io adoro discutere. Ma non voglio neanche un ecovillaggio dove sia obbligatorio discutere una volta alla settimana…

Dobbiamo iniziare a dirlo chiaro che questo desiderio di mettere regole è una malattia mentale figlia dell’ideologia stessa che stiamo cercando di superare.
E dobbiamo scrivere sulle nostre pagine Facebook: “Attenzione, il mostro dell’autoritarismo contamina le menti dei rivoluzionari”

La situazione è merdosa perché un numero esagerato di umani non vuole vivere. Hanno fatto la loro scelta: vivere può essere doloroso quindi io riduco al massimo le mie percezioni. Mi congelo l’anima, mi anestetizzo i sentimenti, mi vulcanizzo le percezioni. Guardati in giro: sono migliaia, sono ovunque, sono zombi!
Questa è la forma mentis che permette al Capitalismo del Dolore di prolificare, divorare mercati e diritti naturali, massacrare i dissidenti, invadere nazioni, lasciar morire 10 milioni di persone ogni anno di fame.
Se la loro anima non fosse chiusa alla vita non potrebbero far finta di non vedere, restare passivi quando non direttamente complici.
E quando si ribellano lo fanno per finta, perché non compiono la prima essenziale azione rivoluzionaria: aprirsi alla vita!
Il cemento della loro sordità esistenziale sono le regole, contrappunto al culto della paura.
Vogliono vite ripetitive, dove tutto è inscatolato. Coltivano l’alienazione con lavori ripetitivi, amori ripetitivi, dolori ripetitivi.
Hanno passioni finte, esaltazioni per nuovi leader, nuove mode, vecchi rancori.
E se scelgono la via della crescita interiore anche lì si riempiono di dogmi, regole, sistemi, pratiche purificanti, maestri spirituali.
Autorità, regole, ripetizioni, procedure servono per procurarsi un’anestesia totale permanente dell’anima.

Queste persone sono intimamente pessimiste, non pensano che l’Universo ci ama e ama scherzare… Non hanno fiducia nell’improvvisazione, nell’invenzione, nella fantasia, nell’incontro, nel caso nella coincidenza. Non credono che l’impossibile si realizza continuamente. Non sanno che l’Universo adora sfidare i suoi limiti… Non capiscono che le lucertole con un po’ di sforzo e 20 milioni di anni di tempo sono riuscite a procurarsi ali e piume e imparare a volare… Più impossibile di questo!
Queste persone non credono che esista una forza positiva dentro ognuno, non credono che la cooperazione faccia miracoli, non credono che il mondo ci ama e che il progresso è insito nella forma degli atomi. Odiano i loro stessi sogni.
Hanno degli schemi fissi in testa e li applicano in modo meccanico perché il loro obiettivo non è migliorare veramente se stessi e il mondo, il loro obiettivo è alimentare ritualità anestetizzanti.

Ma in questi anni è cresciuto enormemente il numero delle persone che hanno rotto il loro personale loop.
Sta fiorendo la cultura della spinta gentile, dei piccoli passi, del flash mob destabilizzante, della comicoterapia, della riscoperta del gusto infantile del gioco come strumento di lotta sociale e divertimento personale.

Faccio un esempio.
Le persone che arrivano ad Alcatraz assaporano subito un senso di libertà. Gli spazi sono aperti, la natura non è addomesticata e domina prepotentemente il paesaggio, le persone che lavorano ad Alcatraz non sono in divisa e non si riesce a capire chi sono gli ospiti e chi fa parte dello staff. Da subito non hai a che fare con una situazione rigidamente definita, ruolizzata. Quando è ora di pranzo ti siedi dove vuoi, su lunghe tavolate, e ti trovi gomito a gomito con persone che non conosci ma che mediamente hanno voglia di parlare. C’è un grande tavolo pieno di delizie e prendi tutto quello che vuoi, quante volte vuoi. Scegli con gli occhi, non c’è un menù scritto… E se vuoi mangiare qualche altra cosa che non è sul buffet, basta chiedere, non ci sono costi extra da pagare. E le tovaglie sono di carta, puoi macchiarle, non c’è problema. Poi dai una mano a sparecchiare.
Questa situazione priva di costrizioni e inscatolamenti mentali dà alle persone un immediato senso positivo: è rilassante.
Ma ha anche effetti collaterali interessanti. Se le persone scelgono cosa mangiare senza doversi preoccupare del menù, del prezzo o della quantità, non solo si rilassano ma cambiano anche spontaneamente e senza sforzo, il loro modo di mangiare. Ad esempio si riduce dell’80% la quantità di carne consumata. Una cosa che avviene senza che ce ne si accorga semplicemente perché ci sono tanti cibi da assaggiare e tanti colori da mettere nel piatto.
La cosa incredibile è che appena i nostri ospiti sperimentano questa modalità morbida e accogliente reagiscono in assonanza con essa. Le persone ad Alcatraz si salutano quando si incontrano. Sembra una banalità ma è una cosa enorme, è pieno il mondo di posti dove le persone non si salutano neanche quando finiscono chiuse nello stesso ascensore!

Lo stesso discorso lo portiamo avanti da sempre quando si parla di benessere e “crescita personale”.
Nei corsi di Yoga Demenziale e nei seminari per migliorare il benessere psicofisico noi non offriamo percorsi preconfezionati.
Non abbiamo un modello perfetto da inculcare in ogni testa che ci capita a tiro. Non proponiamo quella tecnica o quella disciplina.
Non esiste una via preconfezionata per aprirsi alla vita.
Hai voglia di ascoltare questo evento straordinario che è il fatto che sei qui e sei spettacolarmente vivente?
Fallo. Non c’è niente di difficile, non ti serve il guru illuminato, l’apertura dei chakra, l’iniziazione o il faro della conoscenza del maestro.
Se ascolti le sensazioni e le emozioni piano piano ci prendi gusto. Scopri che puoi accettare la paura che ti fa il dolore se quel che ti viene di buono dalla vita te lo godi tutto. Questo è l’unico modo per risvegliarsi dall’anestesia e accettare i rischi del gioco pur di giocare… Sei tu che devi decidere se il gioco vale la candela e se vuoi puoi farlo istantaneamente.

Se ci provi magari scopri che alla fin fine il dolore è limitato, banale nella sua assoluta disperazione, è l’esperienza del vuoto, dell’abbandono, dell’assenza. Il dolore è la mancanza. E allora goditi quel che c’è, cura la tua paura, cura la delusione, l’umiliazione, la frustrazione dandoti alla vita. Per miliardi di anni non esistevi, per miliardi di anni non esisterai, adesso sei qui, nell’immensa magnificenza di un corpo e un’anima…
Puoi migliorare la tua dieta scegliendo il cibo con gli occhi; e se quel che mangi te lo godi veramente non inghiotti subito: mastichi. E se mastichi metà dei problemi digestivi e di sovralimentazione se ne vanno. Godersi la vita fa bene.

Da anni insegno una tecnica ginnica rivoluzionaria, molto più efficiente dello Yoga, del Tai Chi e dell’Antiginnastica messe assieme. Si chiama Movimento Spontaneo. Per spiegarlo servono 10 minuti.
Se inizi a muoverti e ascolti la maestosità delle contrazioni muscolari e delle rotazioni giunturali scopri che è piacevole e ti fa un sacco bene.
E se ascolti il movimento spontaneo puoi anche aver voglia di respirare in modo naturale, muovendo il diaframma e lasciando andare fuori l’aria passivamente.
E se fai ciò puoi scoprire che esistono tutta una serie di movimenti spontanei che ti viene voglia di fare se smetti di tenere i tuoi movimenti chiusi dentro i confini del Movimento Corretto.
Puoi scoprire che se muovi le spalle lasciando rilassate le braccia vengono fuori una serie di movimenti spontanei decisamente tonificanti.
E se la cosa ti fa piacere puoi sperimentare i prodigi del Movimento Totale, che consiste nell’esplorare la quantità dei movimenti che non fai più da anni. E se non hai di meglio da fare puoi scoprire che è veramente gradevole muovere tutto quello che riesci a muovere. Se sei in coda alle poste puoi farlo anche molto molto lentamente così nessuno se ne accorge e non ti prendono per matto.. E tu intanto trasformi il tempo perso a far la coda in un’esperienza piacevole e trascendentale.
E magari scopri che ti passano i dolori ai piedi se ti alleni a muover le dita una per una. All’inizio pare impossibile ma dopo un po’ ci riesci… È stupido ma divertente.

Il nostro lavoro si basa su una serie di percorsi di crescita personale che non sono basati su un modello qualsivoglia da fare proprio ma sul dare fiducia ai meccanismi naturali e spontanei, alla conoscenza istintiva di ciò che per noi è buono. Non c’è un maestro esterno che ti dà la linea, il maestro è dentro di te: tu hai dentro di te il modello naturale che è quello corretto, usalo! Milioni di anni di evoluzione naturale saranno ben serviti a qualche cosa…

Lo stesso identico discorso lo possiamo fare a proposito della creatività. C’è in giro ancora gente che è convinta che imparando le 100 regole d’oro del romanzo puoi scrivere un best seller.
Io ho scoperto che per scatenare la creatività devi fare proprio un bel niente. Metti venti persone in una stanza confortevole, dopo che hanno mangiato bene, e si inizia a fantasticare. Una sciocchezza tira l’altra e dopo due ore la creatività è montata a panna e iniziano a scoppiettare colpi di genio che rimbalzano da una testa all’altra. È un fenomeno potente e inarrestabile. È la magia del gruppo, il miracolo cooperativo. Quando hai imparato a farlo con gli altri poi sei capace di farlo pure in solitudine (ma in gruppo ci si diverte di più).

Ecco che cosa intendo per cercare di migliorare la propria vita e il mondo senza allevare mostri autoritari nella propria mente.
Dichiariamo che esiste questo altro modo di pensare e che siamo convinti che questa sia la direzione che può portarci in un posto più gradevole.
Impariamo a riconoscere che esistono mille gruppi creativi che agiscono sul pianeta seguendo la filosofia della spinta gentile, del sorriso, degli abbracci, della creatività, della cooperazione e del gioco. Un fantastico movimento composto da gente che ha compreso che se ti rilassi, se smetti di coltivare la paura di vivere, un nuovo modo di pensare e di sentire emerge spontaneamente dalla tua anima. Ed è pure simpatico!