Un movimento mondiale che non ha bisogno di Messia

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Bertold Brecht ha scritto: compatisco quel popolo che ha bisogno di eroi.

La caratteristica del Nuovo Movimento Progressista Mondiale è l’organizzazione a rete, un sistema che funziona bene da millenni.
Di fronte alle orde schiaviste degli imperialisti hanno resistito solamente i popoli che eleggevano capi solo in caso di necessità e avevano in grande considerazione il valore individuale. Essi hanno saputo organizzare eserciti frutto di coalizioni tra gruppi indipendenti.

Le testuggini romane sono state sconfitte dagli scozzesi, dai Germani del nordest e dai Parti. La grande Flotta Cinese è stata distrutta dai clan di pescatori vietnamiti, gli schiavisti europei e arabi sono stati fermati dalle orde acefale semimatriarcali dell’Africa Centrale.
Un fronte di Liberi Comuni lombardi ha spazzato via le orde dell’Imperatore Barbarossa e una consociazioni di nazioni e di etnie (rossi, neri e bianchi rinnegati) ha permesso ai nativi americani della Florida di opporsi vittoriosamente ai colonizzatori per 400 anni. E tutti questi episodi di resistenza vittoriosa non ci hanno tramandato nomi di grandi condottieri proprio perché si è trattato di vittorie collettive.
L’intelligenza del capo carismatico contro l’intelligenza del gruppo che sa cooperare.

Ma questa idea di azione collettiva, di condivisione delle responsabilità ha compiuto uno straordinario salto di qualità all’interno del milione di associazioni che oggi perseguono il sogno di un mondo migliore.

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