Terremoto in Abruzzo e disinformazione: ANCHE UNA CASA ANTICA PUO' ESSERE ANTISISMICA

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Le reazioni al mio articolo di ieri mi hanno fatto capire che si sa ben poco di cosa sia una costruzione antisismica.
Alcune persone mi hanno criticato: cosa vuoi fare? Radere al suolo città come Gubbio per ricostruirle in modo antisismico?
No. Non voglio radere al suolo i centri storici della nostra meravigliosa terra. Voglio proteggerli e proteggere chi ci abita. E queste due cose sono possibili.
Gubbio è una città storica che dopo il terremoto del 1985 è stata ritrutturata con criteri antisismici. Ed è bella come prima.
Ad Alcatraz abbiamo costruito con criteri antisismici ristrutturando vecchie case. In questo campo ho 30 anni di esperienza e i due terremoti che hanno colpito l'Umbria sono stati buoni maestri. Abbiamo visto gli effetti delle scosse sulle costruzioni.
Non è affatto necessario radere al suolo i centri storici per evitare che un terremoto come quello che ha provocato un massacro in Abruzzo uccida le persone. E' sufficiente intervenire per dare più solidità ai muri e sopratutto collegando pareti, tetti e pavimenti in modo che anche in caso di gravissimo danneggiamento la costruzione non crolli sulle persone che sono all'interno.
Si tratta di operazioni di consolidamento che riguardano gli intonaci in cemento armato, iniezioni di cemento o resina nei muri per collegare le pietre, catene e tondini inseriti per tenere insieme la casa.
Tondini e cemento possono essere usati per collegare le sfoglie dei muri, cordoli in cemento armato formano un anello sul cimale dei muri e collegano il tetto. Inoltre si può alleggerire la casa, togliere i vecchi pavimenti di terriccio e sostituirli con massetti costituiti da cemento misto a argilla espansa. Lavorare poi per evitare che un crollo diventi disastroso. Ad esempio sostituire i mattoncini del tetto con assi di legno e guaine, in questo modo i mattoncini non ti piovono in testa se il tetto si squarcia. Le assi e le guaine, inchiodate alle travi di legno, anche se il tetto cede non crollano completamente. Lo stesso si può fare con i pavimenti che possono essere costruiti in modo che nel peggiore dei casi si spacchino senza sbriciolarsi completamente addosso alle persone che sono in casa. Infine si possono consolidare le fondamenta con plinti e cordoli di cemento armato.
Questo si DEVE fare in tutte le aree sismiche. Non si può affrontare il terremoto come fosse una fatalità inevitabile. Questi 207 morti erano evitabili. Il sisma non ha toccato se non superficialmente tutte le case ben costruite. Inoltre l'obiezione non regge anche perché gran parte dei morti sono stati schiacciati da case costruite o restaurate da pochi anni, in barba a tutti i regolamenti edilizi, oltre che a quelli antisismici che sono obbligatori all'Aquila, zona sismica per eccellenza visti i 30 mila morti abruzzesi del terremoto del 1915. Siamo di fronte a una palese violazione della legge. Ed è ovvio che dietro ci sia del marcio visto che è teoricamente impossibile che il comune autorizzi interventi edilizi di qualsiasi genere senza imporre l'adeguamento sismico.


Commenti

ok, il mio commento era in effetti un po' superficiale. E' che inorridisco a sentire i governanti che già cominciano a dire che dovremmo fare come all'estero: costruire per poi demolire dopo tot anni e ricostruire. Così che anche l'ediliza possa diventare un prodotto usa e getta per fomentare consumismo e cementificazione. Inorridisco a sentire i politici dar la colpa alle vecchie abitazioni (che magari sono lì da quattro secoli, in effetti non hanno durato proprio nulla..) e vedere che non pongono l'attenzione sulla gravità dei crolli di edifici contemporanei o degli anni '60-70.

Sugli edifici antichi la questione è comunque delicata. Alcuni degli interventi di consolidamento che hai citato, se ho ben capito sono parecchio intrusivi. Io restauro moto d'epoca per hobby, e anche se so che frenano male non mi verrebbe mai in mente di sostituire i loro freni a tamburo con dei bei freni a disco moderni con pinze a 4 pistoncini. Non avrebbe senso nè da un punto di vista storico, nè da un punto di vista estetico, nè da un punto di vista logico (se frenare bene è una mia priorità mi compro una moto nuova, non una d'epoca). Idem per le abitazioni d'epoca: se devo levare il cotto del pavimento, cambiare il soffitto, inserire cemento armato di qui e di là, secondo me va perduta l'identità della costruzione..Vorrei pertanto esser libero di decidere cosa fare della mia vecchia casa, non essere obbligato dallo stato a fare questo o quell' intervento. Nella mia concezione lo stato deve invece essere un gendarme impeccabile per quanto riguarda gli edifici pubblici e tutti quelli di nuova costruzione.

 

 

Vorrei permettermi di dire ad Aronne che certamente rendendo antisismiche le vecchie case possono perdere un poco di identità...ma se fatto bene si nota appena...il problema è che, se non lo si fa, in caso di un sisma la loro identità la perdono completamente!! Ed in più, magari, chi c'è dentro ci resta pure perdendo anche lui l'identità!

Anche l'arena di Verona come la gran parte dei capolavori architettonici dell'antichità sono state contraffortate ed hanno perso un poco la loro identità,,,,ma...almeno continuano a parlarci della loro storia....

giustamente

 

Ottima spiegazione su quello che dovrebbe essere fatto su tutto il patrimonio edilizio, complimenti per la semplicità della spiegazione, come un tecnico come me no avrebbe potuto far

Concordo perfettamente con Jacopo sul fatto che una casa antica possa essere ristrutturata in modo da renderla antisismica.

La zona del Veneto dove abito è  area sismica essendo confinante con il Friuli e non molto lontano dai luoghi dove avvenne il famoso terremoto di cui tutti abbiamo triste memoria.

 Essendo progettista edile ho avuto spesso modo di collaborare nella ristrutturazione di vecchi edifici,  posso dire quindi, con cognizione di causa, e confermare quanto detto da Jacopo, che è assolutamente possibile rendere la quasi totalità di  tali edifici adeguatamente antisismici, e soprattutto garantire la sicurezza fisica delle persone.

Dico la quasi totalità degli edifici, perché anche se in rari casi, per qualche edificio costruito con materiali inadeguati anche all’epoca della costruzione,  è consigliabile la demolizione e la ricostruzione, (anche in passato si facevano certe porcate, sia chiaro, anche se molto meno di adesso)  le tecniche attuali se adeguatamente applicate consentono di ricostruire  tale edificio perfettamente uguale all’originario, in modo tale che solo un esperto è in grado di riconoscerlo in mezzo ad altri ristrutturati. Il teatro “la fenice” di Venezia che venne distrutto da un incendio e ricostruito identico ne è un esempio.

Certamente un vecchio edificio adeguato in modo antisismico può uscire in certi casi sicuramente più lesionato esteriormente e più danneggiato rispetto ad una nuova costruzione, ma se  è stato adeguatamente ristrutturato non crolla in modo tale da mettere a grande rischio la vita stessa degli abitanti.

 Solo in caso di terremoti di intensità apocalittica, ovviamente tali edifici possono crollare, ma va detto che in questi casi neanche i nuovi edifici possono offrire garanzia di rimanere in piedi.

In Italia la quasi totalità dei terremoti raggiunge gradi di pericolosità che non sono sicuramente  in grado di abbattere edifici idoneamente concepiti dal punto di vista antisismico.

Anche quest’ultimo terremoto ha raggiunto gradi di pericolosità medio-alta ma non certamente catastrofica, e se le costruzioni fossero state “veramente” e ”non solo teoricamente” adeguate alle normative antisismiche non si sarebbero certamente verificati gli effetti disastrosi che abbiamo visto, e soprattutto si sarebbero potuti evitare tutti questi morti.

Riguardo al fatto esposto da Aronne sulla invasività di tali interventi di consolidamento che farebbero perdere l’originaria identità di un edificio, sottoscrivo al cento per cento la risposta data da Agiusti ed aggiungo inoltre che bisognerebbe chiarirsi su cosa si intende per  “identità di un edificio”. Secondo me mantenere l’identità di un edificio significa conservarne il suo “vissuto” dato dalla creatività del progettista espressa nella forma, dalla manualità degli artigiani costruttori, e dai materiali impiegati.

Aggiungere qualcosa di moderno a mio parere se fatto con “rispetto” non toglie niente all’identità dell’edificio originario (anzi come dice la parola casomai “aggiunge”)  che comunque conserva la sua “anima”.

 Al giorno d’oggi poi è impensabile poter conservare ed abitare in un vecchio edificio mantenendo la destinazione dei locali come in origine, basti pensare ai servizi igienici tanto per fare un esempio,in certi casi addirittura originariamente inesistenti o se esistenti,  anche se adeguati per le esigenze dell’epoca, attualmente totalmente inidonei alle necessità moderne. Nessuno oggi infatti si sognerebbe di restaurare una vecchia casa rinunciando all’adeguamento dei servizi  igienici con la paura che la casa perda la sua identità, perché sa che di fatto non la perde e che la casa comunque può conservare pressoché inalterato il suo “vissuto”.

E’ quindi casomai la mancanza di conoscenza e di  “rispetto” del progettista che può far perdere “l‘identità originaria” di un edificio.

Sarà presumo capitato più o meno a tutti di vedere un edificio uscire da un intervento conservativo di ristrutturazione dove tutto è sì rimasto al proprio posto “tecnicamente conservato e   restaurato”, ma nonostante ciò stranamente “freddo” e senza appunto questa “anima originaria”. In questo caso ci troviamo di fronte ad un progettista magari tecnicamente bravissimo ma totalmente anche se magari inconsapevolmente “irrispettoso” verso l’edificio, per cui  questo perde la sua “identità”   

 Per concludere quindi tornando sul tema originario di questo intervento,certamente va dato atto che recuperare adeguatamente in modo antisismico un vecchio edificio è una cosa assai complessa e per niente facile, essendo il nostro territorio urbanisticamente assai eterogeneo con edifici che cambiano spesso tipologia costruttiva  da regione a regione e costruiti spesso con i materiali più disparati autoctoni del luogo, conseguentemente bisognerebbe rivolgersi a ”veri  progettisti” esperti e specializzati nel settore.

Il problema è che troppo spesso in questo paese vengono chiamati ad intervenire progettisti che di esperienza ne hanno molta ma nel solo settore “politico-clientelar-corrotto” specializzati in “menefreghismo-legislativo” e supportati spesso da connivenze in tutte le aree del settore,che spazia, dagli amministratori pubblici, ai fornitori di materiali, ai costruttori, e chi ne ha più ne metta.

Non vedo proprio grandi differenze fra i nazisti di una volta e questi moderni imitatori !!!!

Viviamo in un paese dove il degrado morale e la corruzione hanno raggiunto vertici da primato, penso che se non siamo i primi nel mondo poco ci manca.!!!!!

Ma non dobbiamo farci ingannare da questa constatazione, i corrotti non sono la maggioranza, sembrano la maggioranza  solo perché fanno molto rumore, e purtroppo danni tremendi.

 E credo che non sia affatto fare retorica ma anzi appropriato affermare la validità del detto: “Fa molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.”

Per questo io la penso come Jacopo: nonostante tutto nonostante le apparenze, stiamo vincendo!!!

Un grande abbraccio