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Impossibile ma vero, il mondo “capovolto” raccontato da Jacopo Fo

Ringrazio Mariagiovanna Grifi per la bella recensione al mio spettacolo pubblicata sul sito Settimopotere.com.

Jacopo FoJacopo Fo vanta due talenti innegabili: è un grande affabulatore e riesce a creare un rapporto empatico con il proprio pubblico. Lo si ascolta come un maestro è ascoltato dai suoi scolari, come un padre che spiega qualcosa ai propri figli, come un amico che racconta fatti di cui conosce gli aspetti più intriganti. Sembra quasi un profeta spuntato all’improvviso in jeans e camicia, quando racconta le “verità” del mondo nel suo spettacolo “Impossibile ma vero”, in scena al Teatro Puccini di Firenze. Attraverso esperimenti scientifici, aneddoti storici e riflessioni filosofiche dimostra come in fondo il sistema sociale e politico in cui viviamo soffre di malattie fasulle: tutta la realtà si basa su menzogne che, se rivelate e comprese, spingerebbero gli uomini a riguardare la propria esistenza con occhio più ottimista. Di conseguenza gli uomini potrebbero vivere in pace e in armonia, senza il bisogno incessante di prevaricare l’uno sull’altro o di soffrire per problemi inesistenti.
Jacopo parla del più e del meno come se fosse nel salottino di casa, con ironia, sarcasmo e grande eloquenza elenca alcune «cose semplici non note a tutti», mostra come falsificazioni e censure di informazioni tramandate da secoli abbiano creato una conoscenza errata, o comunque incompleta, di come funziona la vita. Basterebbe qualche studio più approfondito per scoprire che aspetti quali la cooperazione e il sesso, valori come l’altruismo, la socialità e l’amore, siano alle origini dei rapporti umani e siano molto più rassicuranti, piacevoli e soddisfacenti degli agognati potere e ricchezza. Ed anche questa rivelazione – Fo spiega – si baserebbe su ricerche provate scientificamente. C’è qualcuno a cui non conviene che tutto ciò si sappia? Sarebbe troppo bello e facile convivere con gli altri esseri umani.
Con piglio divertito e spesso oracolare il “performer monologante” (per prendere in prestito un’espressione molto efficace di Paolo Puppa) invoca la potenza assoluta delle emozioni e delle suggestioni, invita gli spettatori a scoprire la “propriocezione”, ossia quel sesto senso che consiste semplicemente nell’ascoltare se stessi, un senso ben diverso quindi dai superpoteri che, al massimo, potrebbero essere chiamati “settimo senso”. Jacopo Fo fa sorridere, ma attraverso il suo parlare apparentemente umoristico svela alcuni “segreti” dell’esistenza e afferma anche il suo amore per la vita, per quell’universo che continuamente «si diverte» alle nostre spalle inventando sempre «qualcosa di strano e fantastico».

Fonte: Settimopotere.com