Se vuoi colpire il cuore del Sistema un ecovillaggio è meglio di una pistola

Facebook Instagram TikTok YouTube Twitter Jacopo fo english version blog

 

RESTIAMO IN CONTATTO!

PER CONOSCERE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VISITA LA MIA PAGINA FACEBOOK

 

Ecovillaggio Solare AlcatrazRita, una ragazza di Bergamo, mi ha scritto: “Ma con tutti i problemi che abbiamo oggi, la crisi, la disoccupazione e tutto il resto, cosa vi impegnate a fare con questo Ecovillaggio di Alcatraz? Non vi sembra ci siano cose più urgenti?”
Certo di cose urgenti ce ne sono. E cerchiamo di prendere l’iniziativa anche su queste: il sostegno a persone disabili, la formazione per disoccupati, la diffusione del risparmio energetico, i gruppi di acquisto, il sostegno alle imprese etiche e sociali, sono il nostro modo di opporci alla macelleria sociale.
Ma, contemporaneamente, ci sembra altrettanto importante costruire un progetto di grande respiro, fatto di muri, strade, impianti ecotecnologici ad alta efficienza e nuove relazioni tra le persone.
Vogliamo agire sulle condizioni di vita che poi determinano modi di pensare, lavorare e spendere il proprio denaro.
La casa non è solo il posto dove abiti. La forma della tua casa determina in modo notevole la qualità della tua vita. È centrale. E non è soltanto questione di smettere di consumare petrolio e smettere di finanziare l’economia della guerra.
C’è anche il fatto che vivere nel verde, in abitazioni costruite senza veleni è decisamente meglio. E ha un influsso positivo sulla tua mente.
Ma queste sono solo le premesse.
L’aspetto di maggior impatto sulla realtà è un altro. È quel che succederà nell’ecovillaggio. Infatti non abbiamo intenzione di limitarci a creare uno spazio abitativo migliore.
Come?
Ora te lo racconto.
Ti invito a immaginare una bella mattina, all’ecovilaggio. Arrivi nella piazzetta, lastricata di pietre, con il portico e le casette decorate con figure umane, animali fantastici e piante. Al bar, sotto l’ombra di alcuni ombrelloni una decina di persone sta facendo colazione e avvicinandoti senti il profumo dei cornetti appena sfornati. Quattro musicisti stanno mettendosi d’accordo per il concerto che ci sarà appena fa buio. Due ragazze, hanno riempito di fogli il tavolo, sgombrato dalle tazzine e stanno lavorando all’editing di un libro. Ti siedi, un ragazzo viene a chiederti cosa desideri mangiare, e poi ti fornisce il programma della giornata. Nella sala grande adiacente alla piazza ci sarà un convegno di onlus dedicato a “Le nuove tecnologie a basso costo energetico per i paesi in via di sviluppo”. Invece al Mulino si terrà un seminario sulle tecniche agricole che non prevedono di arare il terreno e sul metodo sinergico. Le piante che si stano reciprocamente simpatiche crescono meglio se le pianti vicine. A Casa Capuzzola stanno provando uno spettacolo teatrale sulla storia dei Kalunga, gli schiavi neri che nel 1700, in Brasile fuggirono alla schiavitù rifugiandosi nella foresta Amazzonica. E non si fecero più vedere fino al 1950. Finisci di fare colazione e ti metti a passeggiare, insieme a un ragazzo che hai conosciuto al bar e che sta andando al Campeggio, vive lì in una casa di paglia. Ti spiega che sta dopo la yurta mongola e prima della cupola in adobe (terra cruda). Qui sono state autocostruite molte case con i materiali e le forme più disparate. Fuori dalla piazzetta un gruppo di artigiani e agricoltori bio stanno montando dei banchetti. Oggi è sabato ed è giorno di fiera, arriveranno un sacco di persone da tutt’intorno. Sulla strada verso il campeggio incontri un gruppo di studenti di ingegneria in visita per vedere tutti i sistemi adottati per ottenere l’autosufficienza energetica. Qui invece di consumare energia la si produce in quantità superiore al necessario e la vendita di elettricità copre i costi di gestione del parco condominiale di 230 mila metri quadrati.
Raggiunta la casa di paglia del tuo nuovo amico, continui scendendo verso il torrente, superando una specie di trullo, una tepee, una casa sopra un albero, dotata di ascensore rudimentale tipo altalena con contrappeso. Un gruppo di bambini sta mettendo a dura prova le carrucole divertendosi a schizzare verso l’alto. Poi per far ridiscendere il contrappeso devono salire in due sul seggiolino. Per fortuna qualcuno a pensato bene di mettere un sistema di frenaggio alle corde.
C’è una grande sfinge di sasso, dipinta, la porta e le finestre suggeriscono che anche questa sia un’abitazione. Un cartello indica: “Scivolo per mobilità veloce.” Lo segui e arrivi a uno scivolo, simile a quei mezzi tubi che si trovano nei parchi acquatici. Qui la discesa c’è già quindi lo scivolo è appoggiato direttamente sul terreno. Ti siedi sul mezzo tubo e ti lasci andare. La velocità è notevole e in un minuto percorri 500 metri e arrivi alle Case Mulino. C’è la cascata e una ragazzina sta per tuffarsi dal contrafforte di pietra. Attraversi il ponticello di legno sul Resina, e da una porta aperta vedi l’interno di una stanza adibita a ufficio. Una ragazza seduta su una sdraio con un portatile sulle ginocchia, sta lavorando. Le chiedi se puoi usare un computer. Te ne indica uno acceso con un accento probabilmente germanico. Ti siedi e ti colleghi al sito dell’Ecovillaggio. In alto a sinistra scorrono veloci i numeri che indicano la quantità di chilowatt prodotti dai pannelli solari e dalle pale eoliche. Un altro indicatore segnale il numero di visitatori arrivati quest’anno, sono già 8.456.
Una scheda ti dice che l’Ecovilaggio Solare ha 212 abitanti su un’area di 440.000 mq, 4 associazioni culturali, 14 imprese che si occupano del web, di catering, dell’organizzazione di corsi ed eventi e la realizzazione di progetti europei in collaborazione con fondazioni, onlus e gruppi locali sparsi per i 5 continenti. Ci sono poi molti professionisti e artigiani: falegnami, rilegatori, maestri di Ci Kung, traduttori, video operatori, massaggiatori e terapisti.
E la settimana prossima inizierà un seminario per aspiranti sindaci e assessori. Non serve solo gente onesta per governare le città e cambiare il sistema, serve anche che sappiano fare il loro lavoro.
Saluti la ragazza che sta realizzando un sito web dalla sua postazione sulla sdraio. Riprendi la passeggiata. Un gruppo di studenti di una classe elementare sta visitando il mulino con le pale di legno e le macine di pietra e l’antica fornace per cuocere i mattoni. Risalendo verso la piazzetta del centro dell’Ecovillaggio, passi vicino a un grande rimboschimento, alla piccola diga che accumula acqua per l’estate e a un gruppo di gitanti in sella ad asini e cavalli agricoli, bassi e grassi.
Ti guardi in giro e c’è verde a perdita d’occhio.
E tu ti domandi se quel posto strano sta veramente funzionando come centro di dimostrazione e diffusione di nuove idee sulla vita, le relazioni, il lavoro e tutto il resto.

 

 


Commenti

Caro Jacopo, vorrei innanzitutto dire che se potessi sarei già lì nel tuo Villaggio. Mi piace tutto di quello che state realizzando.
Sono rimasta cmq colpita dal tuo seminario per sindaci ed aspiranti assessori e mi chiedevo:
non è che hai l'intenzione di metterlo in rete vero???
Sarebbe interessantissimo anche x chi non ha la possibilità materiale di essere lì
Vi auguro ogni bene.

Claudia

ciao Jacopo,
solo attraverso la realizzazione di progetti di questo tipo si potra' modificare la societa'