Stando al nuovo rapporto dell’Unicef sulla condizione dei bambini nel mondo, per la prima volta scende sotto i 10 milioni (9,7) il numero dei minori di cinque anni che ogni anno muoiono per cause “evitabili”: malattie che si potrebbero curare con semplici misure di prevenzione.
Ogni giorno piu’ di 26mila bambini muoiono per complicazioni neonatali, polmonite, diarrea, malaria, morbillo. Di diarrea, ad esempio, muoiono piu’ di un milione e mezzo di bambini all'anno. A tutto cio’ va aggiunto un altro fattore, collegato al 50% dei decessi: la malnutrizione.
A fronte di alcune buone notizie rimane una situazione drammatica: i paesi dell’Africa occidentale e centrale registrano una mortalita’ infantile (sotto i cinque anni) di 186 per mille; in Sierra Leone 270 per mille.
Passi avanti sono invece stati fatti in Eritrea, Etiopia, Capo Verde e in Kenya, dove in un anno la distribuzione di zanzariere impregnate di insetticida ha fatto dimezzare il numero di bambini vittime della malaria.
Come ha fatto notare Ann Veneman, direttore esecutivo dell’Unicef: “C’e’ ancora tanto lavoro da fare. Molto e’ stato fatto, ma i quasi dieci milioni di bimbi che muoiono ogni anno restano un fatto inaccettabile”.
Diminuisce la mortalita’ infantile
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Commenti
C'è certo del paradossale
Da una parte ci si lamenta dell'aumento della popolazione nei paesi indigenti e ci si indigna per le posizioni della chiesa che si oppongono alla diffusione di mezzi anticonzionali. Allo stesso tempo si sollecita il superamento di patologie neonatali.
Le domande che sorgono successivamente naturali sono le seguenti:
1) "Li facciamo sopravvivere perchè muoiano poco dopo di fame?" Alla cui domanda si può rispondere indignati:
1.1.) "Ma no perchè daremo loro anche da mangiare!" Alla cui constatazione si può controbattere:
2) "Ma in quel caso i problemi di sovrappopolazione peggiorebbero!" Cosa alla quale l'occidentale convinto risponderebbe sprezzante:
2.1) "Ma quando avremo portato loro, oltre alle nostre risorse, anche i nostri stessi valori allora regoleranno da sè stessi le nascite!" non aspettandosi di certo la replica:
3) Ma noi con le nostre risorse e valori siamo certi di stare tanto meglio di loro...?
Fabrizio Bartolomucci Roma