Liberta' di stampa

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Oggi si celebra la Giornata mondiale per la liberta' di stampa e come ogni anno l'ong americana Freedom House, istituto di ricerca nato per monitorare e promuovere le liberta' e le democrazie nel mondo, ha presentato il suo rapporto sulla liberta' di informazione.
Ci sono buone notizie, almeno per l'Italia che da paese "parzialmente libero" passa a "libero", salendo dal 79.mo posto al 61.mo nella classifica mondiale (195 i paesi in esame).
L'Italia "era l'unico membro dell'Unione Europea ad apparire nella categoria dei Paesi 'parzialmente liberi' - si legge nel rapporto - ed e' stata promossa nel 2006 soprattutto in conseguenza della fine dell'incarico di presidente del Consiglio del magnate dell'informazione Silvio Berlusconi".
Abbiamo superato le Tonga, il Burkina Faso e il Botswana, ma rimaniamo sempre dietro a Kiribati, Tuvalu, Nauru e soprattutto al Mali.
Se volete vedere tutta la classifica http://www.freedomhouse.org/uploads/fop/2007/pfscharts.pdf
Nonostante alcuni buoni segnali, a livello planetario la liberta' di stampa incontra ostacoli sempre piu' grandi. In generale il 62% dei paesi monitorati e' tra "Non libero" e "Parzialmente libero", in Cina, Siria, Libia, Cuba, Corea del Nord la liberta' di stampa resta un obiettivo lontano e il potere imbavaglia l'informazione scomoda, anche quella che gira sui nuovi media come internet.


Commenti

Lettera aperta di un lettore a Miriam Giovenzana, Direttore Responsabile di Altreconomia

Il tradimento

Se l’Italia langue tra il 40° e il 60° posto nella classifiche della libertà di stampa la colpa non è solo dei vari Fede, Vespa o Feltri di turno, anche la cosiddetta stampa alternativa ci mette del suo.
Uno degli ultimi esempi è fornito dalla pubblicazione del libro “11 settembre. I miti da smontare” pubblicato dall’editore Terre di mezzo/ Altreconomia.

L’argomento non è secondario per decodificare la storia moderna: in fin dei conti gli avvenimenti dell’11-9 hanno fornito la copertura morale agli USA per scatenare una serie di guerre e provvedimenti sulla “sicurezza” che stanno cambiando la vita non solo di Irakeni e Afgani ma un po’ in tutto il mondo. Capire perciò se le cose l’11 settembre sono andate come sostengono le autorità USA o se invece sia stata un’abile messa in scena per procurarsi un “casus belli” è questione centrale.

Cosa fa quindi la nostra stampa alternativa per fornire una prospettiva obiettiva sull’argomento? Visto che la versione ufficiale dell’attentato terroristico viene supportata da tutta la stampa convenzionale ci si aspetterebbe che chi si vanta di fare “informazione per agire” si ponga in una prospettiva diversa magari proponendo uno scritto proprio che presenti pro e contro di entrambe le versioni. Invece no, siamo in Italia e certi poteri riescono evidentemente a far pubblicare anche ai paladini del Commercio equo-solidale della paccottaglia prodotta dalla più becera stampa del mondo. Infatti il libro in questione è la traduzione di un testo pubblicato in USA da Popular Mechanics, rivista di proprietà del colosso dell’informazione Hearst Corporation che pubblica anche Cosmopolitan, Harper’s bazaar o Esquire, come dire il gotha della stampa modaiola e conservatrice americana. Per chiarire il livello del testo la prefazione della versione americana è stata curata da un personaggio come John McCain, senatore guerrafondaio repubblicano noto per le sue amicizie mafiose e criminali.

Sul contenuto del libro, ampiamente stroncato in USA, si legga ad esempio quello scritto in risposta da David Ray Griffin (Debunking 9/11 debunking), oppure quanto Paul Joseph Watson scrive su Prison Planet.com . Peter Mayer afferma dopo un lungo intervento sul sito Serendipity: “ dopo un’attenta analisi il libro si dimostra essere uno scadente pezzo di disinformazione scritto nel disperato tentativo di difendersi dal fatto che gli americani si stanno finalmente svegliando e capiscono che il 9-11 è stato un problema interno e che 3000 persone sono morte a causa di azioni organizzate all’interno del loro stesso governo”.

L’incoerenza editoriale di Altreconomia nel pubblicare questo testo è incomprensibile quanto palese e ho deciso perciò di disdire immediatamente il mio abbonamento alla rivista e farò il possibile perché il maggior numero di persone possibile abbiano consapevolezza di cosa propone certa “controinformazione “oggi in Italia.

Cordiali saluti
Michele Bonicelli, Carpi.

Caro Michele,
secondo me dovresti sederti e chiederti un attimo: "Perchè sono così nervoso?"
Cioè, non è che uno si fa il culo per trent'anni a cercare di combinare qualche cosa di positivo e poi solo perchè fa un libro che non ti piace diventa una merda!
Io mi son proprio rotto le palle per questo atteggiamento da tagliatori di teste gastritici.
Anche ammesso che Altreconomia avesse pubblicato un libro di Bush gli concederei il beneficio del dubbio. Magari non sono dei traditori!!! Magari hanno delle idee diverse dalle tue. Magari hanno anche ragione. Questa è la logica che uno dopo che si lascia con la moglie deve dire che è una stronza! Non va bene.
Ma come pensi di costruire una società più giusta con un tale livello di intolleranza?
Questo modo di immaginare la rivoluzione mi fa orrore.
Poi finisce che pigliamo il potere, rendiamo obbligatorio il TU nelle conversazioni e fuciliamo chi si sbaglia e usa il LEI.
IO AMO ALTRECONOMIA E HO FIDUCIA IN LORO.
E CONTINUERò A STIMARLI PERCHé E' UNA VITA CHE SI FANNO IL CULO E HANNO DIMOSTRATO VENTIMILA VOLTE CHE CI CREDONO E SONO ONESTI.
INOLTRE LI TROVO ESTREMAMENTE SEXY, SEMPRE Lì A LEGGERE TUTTI QUEI NUMERINI, CON I LORO OCCHIALI SPESSI. SEMPRE A CERCARE DI SCOVARE LE BANCHE CATTIVE!

Lanciamo una campagna a sostegno di Altreconomia!
Se incontri qualcuno di Altreconomia bacialo. Se lo merita.

Purtroppo non ho letto il libro che tu citi, edito da TerrediMezzo/Altreconomia, ma ti vorrei consigliare di visitare questo sito o , se vuoi una sintesi, quest'altro, prima di disdire l'abbonamento.
La tua delusione è comprensibile; delusione che hanno manifestato anche i lettori di Diario, certo non un magazine letto da Feltri, quando lessero quest'articolo di Deaglio lo scorso settembre.