Incazzarsi fa male. Fare finta di non arrabbiarsi non fa bene.

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Quaderni di Naturopatia Complementare 12

Infiniti studi dimostrano che le persone incazzose muoiono mediamente prima (non sempre) di quelle pacifiche. E tanto peggio se sono anche pessimiste, solitarie e paranoiche. Ancora non si capisce quanto incida l’irosità e quanto il fatto che se sei litigioso le persone ti evitano e sei condannato alla solitudine. E nessuno ti cura quando sei malato perché nessuno ti sopporta.
Non ci sono invece statistiche su quanti siano gli iracondi sul totale della popolazione terrestre. Quindi non possiamo dire quanto morti all’anno mieta la rabbia.
Ma io sospetto che faccia più vittime della guerra in Siria, Iraq, Somalia e Libia messe assieme. Quindi l’irosità è una calamità mondiale.
E quando incontri una persona rabbiosa non dovresti avertene a male perché hai di fronte una vittima di se stessa.
Bisognerebbe provare pietà per questi suicidi a rate.

Convinto di questo concetto essenziale di igiene psichica da anni cerco di non prendermela con le persone che alzano la voce e perdono le staffe. Non le frequento, non le considero e, se le incontro, cambio strada.
E cerco di stemperare l’angoscia che queste persone riescono comunque a provocarmi (Perché esistono esseri tanto scriteriati e ingiusti? Mi chiedo).
Mi sono però accorto che questo mio atteggiamento contiene una certa dose di rischio.

La ricerca che vi sto proponendo con questa serie di articoli cerca di indagare nel misterioso (per ora) territorio delle reazioni fisiologiche agli stati d’animo.
E da questo punto di vista mi chiedo: quando decido di non incavolarmi cosa faccio muscolarmente?
Già ho detto che questo discorso può parer strano se viene frainteso.
Quindi chiarisco: qualunque oggetto io evochi con una parola non resta solo nella mia mente. Se penso alle fragole percepisco anche microsensazioni legate alle esperienze che ho vissuto mentre mangiavo le fragole. Se il primo bacio alla ragazza che amo l’ho dato mentre mangiavamo insieme le fragole, quel sapore e l’emozione del bacio saranno per sempre uniti e ogni volta che penserò alle fragole mi tornerà in mente un’ombra di profumo di baci…

Chiarito di cosa sto parlando vado avanti.
Quando decido di non arrabbiarmi, la decisione non è solo fisica.
Così come non è solo fisica l’arrabbiatura.
Arrabbiarsi vuol dire entrare in uno stato di guerra mentale con relativa scarica di adrenalina, alterazioni del battito cardiaco e del tono della pelle, diminuzione della definizione delle percezioni (quando combatti non perdi tempo a contemplare le sfumature dei petali delle rose) ecc..
Quando decido di lasciar correre, di non dare importanza, di avere pietà, la decisione che prendo non resta nella mente soltanto, devo riportare tutto il mio metabolismo a una condizione pre-arrabbiatura.
Se la decisione è mentale ma non fisica, se pensi di essere calmo ma la chimica del tuo corpo schiuma di rabbia, allora non ti fa bene!
E io mi sono accorto che facevo proprio così: dicevo a me stesso: non incavolarti! Ma non era una cosa che facevo veramente anche con il corpo. Era un ordine: la mia identità “filosofa” comandava la scimmia; le imponeva di rinunciare allo scontro.
Ma siccome la chimica era ancora guerresca, e siccome la chimica dà anche delle sensazioni (lo senti sensorialmente, fisicamente, che provi ancora rabbia), la mossa successiva era quella di rifiutarsi di sentire la rabbia che ti ribolle dentro. Quindi chiudevo i filtri percettivi, censuravo le sensazioni. E per fare questo ricorrevo anche a una sorta di contrazione muscolare (difficile da descrivere a parole, comunque facevo qualche cosa anche con i muscoli).
Quel che poi ho iniziato a fare è decidere di smettere di arrabbiarmi, mettermi a fare qualche cosa di gradevole per focalizzare l’attenzione su un’attività positiva (anche banale come fare un solitario sul telefonino) e CONTINUARE AD ASCOLTARE le sensazioni rabbiose (e sgradevoli) che persistono, riconoscerle, accettarle, contemplare. Il che vuol dire fare qualche cosa anche a livello muscolare, che potrei descrivere come un mantenere la muscolatura tonica ma lasciar i “canali energetici” aperti, lasciar circolare l’emozione…  Se lo fai piano piano l’ira si scioglie. Lentamente ma si scioglie. Soprattutto se riesci a vivere un’esperienza piacevole. Pochi restano arrabbiati dopo che quattro odalische ti hanno massaggiato i piedi, le mani e la testa per 45 minuti (molto lentamente).
Fare finta che sei troppo forte per lasciare che l’iracondia ti tocchi è una cavolata pazzesca che ha accorciato la vita a molti guru che facevano finta di aver superato le umane paranoie. La Dea abbia pietà anche di loro!
Shalom.
Salam.
Pace.

Jacopo Fo