Ecco le nuove prove dell’evoluzione in acqua

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Nuove scoperte su una domanda esistenziale: da dove arriviamo?

L’ipotesi, avanzata per la prima volta da Sir Alister Hardy nel 1960, è considerata con una certa ironia dagli studiosi mainstream. Successivamente venne illustrata dal libro di Elaine Morgan “L’origine della donna”.

In sintesi l’idea è che le scimmie Australopithecus, durante un periodo di caldo che fece seccare le foreste dove vivevano sugli alberi, siano dovute migrare in territori poco buscati. Per sfuggire ai predatori si sarebbero messe a vivere vicino a fiumi, laghi e al mare. Anche oggi una scimmia attaccata da una tigre, può buttarsi in acqua assumendo la posizione eretta e riuscendo così a muoversi più velocemente del felino.

Gli umani avrebbero così iniziato a passare molto tempo in acqua, sopratutto le donne. Da qui il fatto che esse sono meno pelose degli uomini.

Recentemente alcuni influenti ricercatori inglesi si sono riuniti per mettere assieme le loro scoperte su questa ipotesi.
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