Servono più pacifisti sulle barricate!

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(nella foto Davide Martello)

(Ma dove sono finiti?)

La prima parte di questo articolo cerca di dimostrare che il terrorismo si batte se si smette di finanziarlo.
Nella seconda parte sostengo che siamo in grande pericolo ma non arriveremo alla Terza Guerra Mondiale e al crollo della civiltà perché i cambiamenti positivi che stanno sviluppandosi sono più forti delle orde del caos.
È vero che il terrorismo minaccia la nostra vita quotidiana.
Le nostre peggiori previsioni degli anni scorsi sono confermate drammaticamente da quel che sta accadendo.
Questo dovrebbe spingerci a intensificare la nostra azione per la pace, ma sembra invece che la crisi e la paura abbiano vaporizzato il movimento. Le immagini agghiaccianti delle tv ci ipnotizzano.
Reagisci!

Quando gli eserciti dell’occidente iniziarono a schierarsi in Somalia e poi in Iraq, Afganistan, e poi in Libano e Siria abbiamo detto e ripetuto a gran voce: “State costruendo un disastro del quale pagheremo tutti le conseguenze!”
Ma l’ottusità dei gruppi di potere è andata oltre le peggiori previsioni.
Il copione è sempre lo stesso: si appoggiano i peggiori criminali quando fanno comodo e solo quando rivolgono contro l’occidente le armi e i mezzi economici che gli strateghi occidentali gli hanno regalato ci si rende conto di quanto siano pericolosi.
Bin Laden e i Talebani erano utili contro i Sovietici, Saddam contro i socialisti moderati, l’Isis contro il dittatore siriano…

Ora la destra razzista soffia sull’odio: “Bastardi islamici” titola Libero. Questi analfabeti emotivi non si rendono conto che così facendo si aiutano i terroristi a reclutare kamikaze!
Le tv pullulano di gente che ha in testa un’unica risposta all’orrore assassino di Parigi: GUERRA. Non riescono a capire che la guerra che siamo stati capaci di portare in questi Paesi è fatta di bombardamenti indiscriminati, massacri di donne bambini, profughi lasciati nella disperazione.
Sono convinto che sia indispensabile combattere con le armi l’Isis, ma la guerra, come la storia insegna, si vince prima di tutto sul piano economico: l’Isis ha bisogno ogni giorno di milioni di euro per comprare armi! Bisogna distruggere i loro sistemi di finanziamento.
Dopo i massacri dell’11 settembre 2001 i capi della CIA e dell’FBI presentarono le prove del fatto che i terroristi, prevedendo il crollo azionario delle società coinvolte negli attentati, avevano scommesso sul mercato azionario su questo crollo comprando futures al ribasso e così avevano incassato almeno 7 miliardi di dollari in un solo giorno! È che questo era potuto succedere grazie ai paradisi fiscali che permettono operazioni speculative anonime. Oggi molto si è fatto contro i paradisi fiscali ma questa è un’urgenza ormai irrimandabile. Così come è improcrastinabile colpire veramente il traffico di armi. E come si fa a chiudere un occhio sul fatto che l’Isis può contrabbandare milioni di euro di petrolio estratto nelle aree sotto il suo controllo, grazie a potenti complicità internazionali?
Salvini grida che i buonisti sono complici del terrorismo.
Si dimentica che John McCain, candidato alla presidenza degli stati Uniti nel 2008 per i repubblicani, contro Obama, nel 2011 incontrò i capi dell’Isis e di Al Qeada definendoli allora “moderati” (!!!!). Il web è pieno delle foto di quell’incontro e non mi risulta che McCain in questo momento sia chiuso in una prigione federale accusato di alto tradimento.

Si dimentica che ci sono prove evidenti che la Turchia e gli Usa hanno finanziato e armato pesantemente l’Isis, e che la Nato non ha mosso un dito quando la Tuchia ha iniziato a bombardare i curdi che combattono contro l’Isis.
Ci si dimentica che il giornalista turco Can Dündar rischia di passare il resto della sua vita in galera per aver divulgato le foto dei camion di armi turche regalate all’Isis.

C’è chi è convinto che esista un diabolico complotto mondiale per arrivare a uno stato di guerra strisciante che permetta di ridisegnare la mappa delle libertà e dei poteri.
Io credo che ci sia un “Partito del Caos” fatto di mercanti d’armi, speculatori finanziari, criminalità internazionale e lobby che sperano di guadagnare cifre astronomiche impossessandosi delle materie prime e gestendo la ricostruzione di intere nazioni rase al suolo. Sicuramente questi interessi esistono e sono potenti. Ma credo che la forza più potente che in questo momento soffia sul fuoco sia il “Partito della Stupidità”: vecchie logiche miopi, mentalità rissose e ottuse, piccoli interessi… Salvini e Belpietro non sono portavoce occulti di un Grande Complotto, seguono banali interessi di bottega senza capire che così sono loro a diventare complici del terrore.
Credo che si sia di fronte a una combinazione esplosiva tra stupidità e interessi criminali. Ma come sempre nella storia è la stupidità il motore più potente del MALE.
E per fortuna il fronte della pace è più forte: molti continuano a ripetere che se non si interviene alleviando le sofferenze dei popoli coinvolti nelle guerre, se l’Occidente non abbandona la logica secondo la quale “Il nemico del mio nemico è mio amico” non riusciremo a fermare questa spirale del terrore.
E per fortuna su questo fronte si sono schierate persone di grande influenza a partire da Papa Francesco.
Contemporaneamente, lontano dalle cineprese dei media esiste un immenso esercito della pace e della solidarietà che ovunque sta soccorrendo le popolazioni colpite, creando ponti culturali, costruendo pezzi di un’economia solidale.
Il problema di fronte al quale ci troviamo oggi è che questo movimento, che agisce per disinnescare la bomba è ancora troppo debole e soprattutto è poco visibile e non riesce a far sapere ai popoli occidentali che il nemico da battere è proprio l’alleanza nei fatti tra le forze guerrafondaie dell’estremismo islamico e chi vuole rispondere al terrorismo con i bombardamenti sui civili, chi non vuole che si aiutino le popolazioni ridotte alla fame, chi vuole chiudere le frontiere.

La situazione è per i pacifisti particolarmente difficile perché, mentre i vecchi strumenti di lotta sono spuntati (cortei, petizioni, volantini…) ancora non abbiamo imparato a usare quelli nuovi: l’enorme potere di comunicazione e di pressione culturale che la rete ci mette a disposizione.
C’è poi un fattore psicologico: troppi pacifisti sono sfiduciati, ammaliati dalle sirene del pessimismo cosmico, ipnotizzati dalle terribili immagini con le quali i media bombardano la nostra anima.
Questo è un appello a chi crede che non stiamo percorrendo una via che porta soltanto al Medio Evo prossimo venturo.
Tocca darsi una mossa!!! Tocca tirar fuori la nostra creatività, siamo in un momento nel quale sarebbe idiota restare alla finestra a guardare la nave che affonda perché noi siamo sopra questa nave!

A questo punto qualcuno mi dirà: ma dove la vedi tu questa cavolo di speranza?

4 buoni motivi per credere a un futuro migliore

Innanzi tutto abbiamo solo una possibilità.
Le crisi isteriche dei guerrafondai non possono nascondere una semplice verità: con la sola forza militare non riusciremo a mantenere la sicurezza. Di fronte a terroristi senza scrupoli e senza pietà non esiste una reale possibilità di difesa. Ci sono decine di modi di fare morti in gran quantità in una grande metropoli senza usare bombe e fucili. Non è qui il caso di suggerire idee in questa direzione… Ma fidati: 5 criminali con mille euro in tasca possono procurarsi in qualunque supermercato l’occorrente per gettare nel panico Milano, e le vittime indirette delle azioni terroristiche potrebbero essere di più di quelle dirette.
La società occidentale, tecnologica e opulenta è estremamente fragile. Solo dei pazzi possono immaginare che sia possibile blindare militarmente una megalopoli. Immagina cosa vorrebbe dire passare allo scanner tutte le persone che prendono la metropolitana, vanno a fare la spesa al centro commerciale o imboccano l’autostrada: si triplicherebbero i tempi di qualunque attività e di conseguenza il costo di beni e servizi lieviterebbe in modo insostenibile.
Quindi siamo a un bivio: o riusciamo a fermare la spirale del terrore oppure la nostra civiltà arriverà rapidamente al collasso. Io credo esista un’intelligenza collettiva sufficiente a farci evitare il ritorno al Medioevo. È un momento duro ma abbiamo superato crisi peggiori.
Inoltre, non siamo in un momento nel quale stanno diminuendo le risorse, e val la pena di azzannarsi per una tazza di riso. Al contrario siamo nel pieno di un’esplosione della ricchezza complessiva dell’umanità, anche se i vantaggi di questa ricchezza per ora sono divisi in modo drammaticamente non equo.

Siamo nel pieno della più grande rivoluzione tecnologica che si sia mai vista. L’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili stanno compiendo passi da gigante, impensabili solo 10 anni fa, con un ritmo di investimenti annui e una diminuzione del costo per kW che stanno galoppando a una velocità fino a all’altro ieri considerata impossibile. Oggi abbiamo le tecnologie per superare l’era del petrolio. 10 anni fa molti prevedevano entro il 2013 la guerra con la Cina perché la domanda di petrolio sarebbe esplosa a causa dello sviluppo di Cina, India, Indonesia e Brasile. La guerra non c’è stata. E oggi una parte consistente delle grandi multinazionali sta realizzando enormi profitti grazie alla rivoluzione dell’economia verde, l’auto elettrica non è più un sogno e il costo dell’energia e la fame di petrolio stanno diminuendo. Oggi la Cina sta investendo ogni anno più denaro in fonti rinnovabili di Usa ed Europa messe assieme. (vedi LINK).

Il secondo motivo per vedere un futuro positivo per l’umanità è che il Web e le tecnologie digitali stanno cambiando il nostro modo di pensare e di vivere. Stiamo osservando un aumento esponenziale delle relazioni, dell’informazione, delle capacità e possibilità creative. Certo, ci sono un mucchio di stupidotti che si appiattiscono la mente drogandosi di like e foto di gattini su FB… Ma rispetto a 10 anni fa oggi il numero delle associazioni solidali è 10 volte superiore, le informazioni disponibili sono 100 volte superiori; il numero delle persone che producono testi, immagini, video è mille volte superiore; la possibilità di trovare persone con le quali collaborare su progetti positivi è 10mila volte superiore. Tutto questo non può non portare a una crescita culturale e umana.
 
Il terzo motivo per cui possiamo essere ottimisti è che stiamo assistendo a una rivoluzione dei sistemi produttivi e di consumo anch’essa colossale che si affianca alla rivoluzione verde e alla crescita culturale e relazionale. Da una parte esplodono i sistemi di cooperazione. La cooperazione sta producendo fenomeni mai visti, Linux, Wikipedia, Bla Bla Car, sistemi di baratto, monete complementari, la condivisione e l’affitto dei beni di consumo al posto dell’acquisto individuale, a partire dalle auto; i gruppi di acquisto stanno offrendo un’incredibile diminuzione dei costi. Il telelavoro fa risparmiare a milioni di lavoratori il tempo e i costi dei trasporti; e nascono nuovi modi di lavorare in modo autonomo, ormai milioni di persone traggono il loro reddito da attività lavorative nuove come aprire negozi su E-Bay. Parallelamente si sviluppano tecnologie che rendono più facile inventarsi attività individuali (piccolo è bello).
La stampa 3D, l’avvento di mini macchine che costruiscono di tutto, la semplificazione informatica della produzione e della gestione aziendale, stanno tracciando una via che non si basa più, come nel passato, sui colossi produttivi. Mai come oggi le piccole e piccolissime imprese sono concorrenziali. Il costo di prototipazione crolla, le produzioni locali che tagliano i costi dei trasporti e fanno viaggiare merci senza imballaggi onerosi stanno accellerando.

Tutto questo cambiamento sta offrendo una maggiore ricchezza a una notevole fascia di esseri umani anche se in questa fase di crisi non si ha la percezione di un maggiore benessere.
10 anni fa, se ogni membro di una famiglia composta da 4 persone comprava un quotidiano tutti i giorni e ogni settimana comprava un libro, un cd, un film in cassetta e una rivista, alla fine del mese si toccavano i mille euro di spesa. Oggi questi beni di consumo sono completamente gratuiti. Sul fronte delle fonti di reddito e dei sistemi di risparmio oggi vediamo crescere la valorizzazione delle capacità individuali e di piccoli gruppi che sanno cooperare. Nell’insieme queste novità stanno creando una ricchezza diffusa che non è più quella della piccola borghesia integrata nel sistema produttivo delle grandi multinazionali, quindi sta crescendo una massa di professionisti e di microimprenditori che gestisce una fetta crescente dell’economia globale. Ancora la forbice tra i super ricchi e il resto degli esseri umani si sta allargando ma per la prima volta, da secoli, vediamo una controtendenza. E questo nuovo strato sociale ha tutto l’interesse a cercare di impedire che il mondo precipiti nel caos.

Ci riusciremo?
Sì. Ci riusciremo. Abbiamo troppo da perdere.
Jacopo Fo