Dario Fo - Giotto o non Giotto

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Libro Dario Fo Giotto o non GiottoCarissimi,
questa settimana vi presentiamo un nuovo libro di Dario Fo, edito da Franco Cosimo Panini Editore e curato da Franca Rame.
Dopo Michelangelo Buonarroti, nella stessa collana uno straordinario studio alla maniera del Nobel su Giotto.
Decine di disegni, foto, e lo straordinario racconto di una vita di artista raccontata da un altro artista. Un libro che si legge di un fiato, come si trattasse di un romanzo avvincente e, a ben pensarci, cosa c’e' di piu' avvincente di una storia vera?
Il libro si intitola Giotto o non Giotto, il perche' ve lo spiega lo stesso Dario.
Buona lettura!

Giotto ad Assisi
“Al fin son pur gionto en esta Asisium splendida ma en liberta'!”. Questo fu il grido di gioia lanciato da Jacopone da Todi, frate e poeta, umbro di gran razza, appena liberato dalla galera.
Oggi siamo qui per cercare di risolvere un grande enigma: Giotto o non Giotto? Cioe' scoprire chi in verita' ha dipinto qui, sulle pareti della Basilica superiore di Assisi, le Storie di San Francesco. Diciamo subito che meta' dei piu' illustri studiosi d’arte di tutta Europa da' la paternita' dell’opera al solo Giotto, e un’altra meta' giura che gli autori del grande affresco sono altri e fra questi grandi maestri Giotto non c’e'.
Voi tutti siete di certo al corrente che le storie affrescate nella Basilica superiore raccontano, oltre che passi della Bibbia e del Vangelo, l’intera vita di San Francesco. Un uomo imprevedibile, carico di giocondita' e ironia, tanto che, a partire dai suoi fratelli, erano in molti a chiamarlo “il giullare di Dio”. Con tutta sincerita' vi diro' che ho sempre pensato che quel soprannome fosse dovuto alla fantasia provocatoria di qualche letterato in vena di fantasticherie.
Poi invece ho scoperto che Francesco stesso parlando di se' assicurava: “Io sono un giullare al servizio di Dio”.

Giorgio Vasari, il primo storico dell’arte italiana, racconta che Giotto bambino fu sorpreso da Cimabue mentre su una tavola di pietra ritraeva pecore.
“Bimbo mio, che stupendo disegno! – esclama il maestro – Quanti anni hai? Solo cinque? Accidenti! Sei un fenomeno! Bene, ti prendo come allievo… fai fagotto e vieni a Firenze con me”.
Come vi pare ‘sta storia? La prendiamo per buona? Son d’accordo con voi, sa troppo di tavoletta elegiaca… la lasciamo sospesa. Pero' direi di prendere per valida l’asserzione di molti ricercatori che lo vedono allievo di Cimabue per almeno sette anni.
Siete d’accordo? Andiamo avanti.
Ecco, qui c’e' un altro quesito molto serio. Nel 1280 il ragazzo viene segnalato nel novero dei maestri che disegnano cartoni per i mosaici del Battistero di Firenze. Quanti anni ha? Tredici.
Beh, un’eta' improbabile… andiamo… ognuno di noi sa che l’arte del mosaico e' fra tutte le arti la piu' difficile e complessa, al pari dell’encausto e dell’incisione!
Ma ecco che Raggianti, storico di vaglio, propone di far nascere Giotto dieci anni prima… cosi' che al momento dei mosaici ne avrebbe gia' ventitre, di anni! E tutto torna!
Come si dice: se il buco e' troppo stretto, basta andarci dentro col trapano!
Ma credo che a nessuno di noi piaccia l’idea di aggiustare la storia con la trivella. A ogni modo andiamo avanti…”

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