Vuoi che telefono a tua moglie e le faccio una dichiarazione d’amore da parte tua?

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Secondo me ti sarebbe di molto utile!

Una telefonata tipo: “Guarda Anna, io ti devo dire proprio che Gianni, cazzo, ti ama veramente. Cioè, è stato lì al bar fino alle 2 a dirmi quanto sei bella, quanto sei dolce, quanto la sua vita sarebbe un niente spray se non esistessi tu… lui ti ama di brutto. Volevo dirtelo. Perché lui secondo me è un po’ in difficoltà con l’esternare i sentimenti… Ha sofferto molto da piccolo…”
Dopo questa telefonata hai la vaga idea di cosa ti fa lei dopo??? Ci arrivi con l’immaginazione?

Vuoi che ti telefono alle 7 di mattina per dirti (mentendo) che sono sicuro che sarà una giornata fantastica?
Sulla spiaggia indossi un bikini di Armani oppure vuoi un costume da bagno tutto ricoperto da un fitto strato di lenticchie che se fai il bagno nel lago poi ti germogliano addosso mentre prendi il sole? (attenzione con l’acqua salata non germogliano, quindi no Cesenatico!)
Sai a chi potrebbe servire un carro armato origami a grandezza naturale, tutto ricoperto di peluche?
Vuoi un albero di Natale che la gente entra in casa tua e ti chiede: “E questo che cazzo è?”
Desideri (da sempre) possedere, forse anche fisicamente, l’unica auto a pedali di legno dorato che Marchionne schiatta d’invidia?
La vuoi col motore elettrico, ad aria compressa o la preferisci a pirolisi come quella di Ritorno al futuro?
Un puledro con gli occhi dolci? (razza bastarda umbra da lavoro, più intelligente della maggioranza dei segretari di partito)
Vuoi il più straordinario castello di carta pesta per soldatini?
Vuoi un cavallo a dondolo per un bambino alto 3 metri?
Cioè, dimmi una cosa, qualunque cosa eccetto la bomba atomica e affini, e io ti trovo qualcuno che lo sa fare veramente bene.
A che scopo tutto ciò?
Io c’ho il sogno che il Comitato Nobel per i Disabili continui a esistere.
E se anche tu vuoi che persista dacci una mano.

Lo so che è un momentaccio e che è pieno di associazioni che realizzano un lavoro straordinario, in prima linea e che cercano mezzi per andare avanti e che è un assillo continuo.
Ma le casse del nostro Comitato sono agli sgoccioli e qualche cosa dobbiamo inventarci. E ci siamo inventati un catalogo con tutte le cose che sappiamo fare e che sanno fare molti amici che hanno perso il lavoro ma non la voglia di lavorare.

Il problema è che abbiamo dovuto fermare una serie di progetti bellissimi che però avrebbero dato risultati sul lungo periodo e quindi in questo momento durissimo non sono prioritari e ora ci troviamo in difficoltà anche per continuare a offrire assistenza elementare a una serie di situazioni di grande bisogno. Ad esempio, abbiamo dovuto rinunciare alla Casa delle Diverse Abilità e abbiamo deciso di mettere in vendita l’appartamento dove volevamo realizzarla. I soldi ci sono indispensabili per continuare a erogare servizi di emergenza.
La situazione di crisi ci obbliga a non investire sul lungo periodo. Beh, abbiamo dovuto rinunciare ma comunque un risultato lo abbiamo ottenuto, abbiamo indicato una necessità per il futuro: censire, sperimentare e offrire gratuitamente tutte quelle soluzioni tecnologiche e abitative che possono rendere meno pesante la gestione dell’handicap.
Per lo stesso motivo abbiamo dovuto sospendere i corsi di formazione professionale gratuita e il progetto di lanciare una riforma umanitaria della sanità dal basso, attraverso la formazione di naturopati molto sinergici dentro; volevamo ripetere la colossale impresa sulla comicoterapia. Quando ancora le persone generalmente ti chiedevano comico ché? contribuimmo a formare più di 500 claun ospedalieri portando in Italia Patch Adams, Miloud e i ragazzi di Bucarest e Cataria.
Anche questi progetti non sono prioritari, quindi ci fermiamo, ma comunque abbiamo realizzato centinaia di ore di lezioni disponibili ora in video un punto di partenza dal quale ricominceremo a costruire quando il momento sarà più favorevole.
Il problema ora è che non vogliamo, non possiamo, interrompere l’erogazione dei servizi primari di aiuto diretto proprio quando anche i servizi pubblici arrancano in salita.

In questi anni ci siamo finanziati con gli 850mila euro del Premio Nobel di Dario e Franca, che hanno realizzato anche una serie spettacoli e vendite di quadri che hanno fruttato altri 150mila euro. Franca poi ha devoluto gran parte del suo stipendio da senatrice (il resto dei soldi ricevuti dal Senato è stato speso per iniziative di ricerca e di informazione, sullo spreco dello Stato, sulle opportunità offerte dalla green economy, sulla violenza contro le donne... Franca non ha tenuto per sé neanche un euro).
Poi siamo riusciti ad avere sponsorizzazioni notevoli, in primo luogo da Volkswagen, che ci ha sostenuto con più di un milione di euro. Altro denaro è arrivato da Banca Popolare di Milano, Apple e dai grissini Bibanesi. Abbiamo raccolto poi altre donazioni da singole persone, a volte di un euro a volte di più.
Tutto questo denaro ci ha permesso di realizzare molte iniziative: abbiamo messo a disposizioni di associazioni di disabili 36 pulmini modificati per essere utilizzati da persone che si muovono in carrozzina; abbiamo riparato tetti e fornito assistenza legale in casi allucinanti (ci sta aiutando un gruppo di 20 avvocati). Siamo intervenuti in situazioni molto particolari, dai sacchi a pelo per i senza tetto alla trasformazione di un campo lager per immigrati che facevano la raccolta stagionale di frutta, collaboriamo con enti pubblici e altre associazioni culturali, sosteniamo progetti di artisti professionisti disabili e non che ci aiutano con la pittura, il canto, il teatro ad abbattere i pregiudizi e le nostre barriere mentali.
A volte aiutiamo economicamente chi è in grave difficoltà usando dove possibile la modalità del microcredito, a volte si tratta di aiutare una persona a orientarsi nel delirio burocratico per far valere i propri diritti. A volte è sufficiente telefonare a una partecipata comunale e dirgli: “Scusate, ma vi rendete conto che avete tagliato l’acqua a una donna disabile che ha appena partorito? Ma come vi è venuto in mente?”
A volte è sufficiente usare la parolina magica: “Buon giorno, tra due ore sono sotto il vostro portone incatenato al cartello di divieto di sosta”.

Ci siamo sempre trovati ad agire in territori di frontiera, occupandoci di questioni troppo strane o troppo scomode. Era la passione di mia madre buttarsi dentro qualsiasi cosa sembrasse una causa persa.
Quando iniziò la “liberazione” del Kosovo scrivemmo un pubblico appello a Baffino, allora Primo Ministro, facendo notare che si rischiava che gli americani ripetessero il macello perpetrato nella prima guerra in Iraq e poi in Somalia. Decine di migliaia di morti a causa dei proiettili anticarro foderati di uranio impoverito. La lettera fu pubblicata da Repubblica e Corriere, oltre che sui nostri siti invisibili ai piani alti. Poi successe che i nostri soldati furono mandati con le divise primaverili nelle aree nelle quali gli americani arrivavano solo protetti da scafandri da fantascienza. Di lì a un anno c’erano decine di malati gravi. E lo Stato non riconosceva loro nulla perché si negava che si fossero ammalati a causa dell’uranio… Allora iniziammo a sostenerli con articoli, parlandone negli spettacoli, lanciando appelli e ovviamente anche con denaro. In un caso ci trovammo a pagare un funerale.
E questa fu anche una delle battaglie alle quali Franca dedicò il suo lavoro da parlamentare. Poche settimane fa abbiamo avuto la soddisfazione di sapere che uno di questi soldati ha vinto la causa contro lo Stato ottenendo un milione e mezzo di risarcimento. Peccato che nel frattempo è morto lui ed è morta Franca. Fanculo!

Va bene, tagliamola qui. E se qualcuno volesse verificare i nostri bilanci possiamo offrire un’opportunità non frequente: abbiamo affrontato un processo presso il tribunale di Milano (per una tentata truffa ai danni del Comitato) che ha portato alla minuziosa e professionale certificazione della nostra attività da parte della Finanza, che ci ha dato, tra l’altro, ragione. Si tratta quindi di documenti di pubblico dominio…

In questo momento il lavoro che Franca svolgeva è portato avanti in modo professionale da due persone straordinarie: Gabriella Canova e Cinzia Lenzi (in rigoroso ordine alfabetico) e da un gruppo di volontari che agiscono localmente.
Vendiamo quadri miei (che ahimé valgono poco) e di Dario (che sono messi meglio) raccogliamo alcune generose sottoscrizioni e qualche 5x1000 che però arriverà nel 2017 se tutto va bene, e non riusciamo a mettere insieme altro.
Sarebbe utile trovare qualcuno capace di relazionarsi con aziende dal volto umano. Io ci ho provato ma evidentemente ho la faccia da manigoldo e non si fidano. Ecco servirebbe qualcuno con una faccia più aziendale. Possibilmente biondo.
Oppure servirebbe qualcuno capace di organizzare qualche evento, festival o flash mob. Un gruppo ci ha provato all’Expò ma sono deceduti tutti prematuramente.
Abbiamo bisogno di tutti e a noi piace lavorare insieme, creare reti tra persone ed esperienze.
Se non hai abbastanza tempo per azioni complicate potresti parlare di noi sulla tua pagina Fb o sul tuo blog, che sarebbe di molto, ma di molto utile. Di noi parliamo solo noi (quindi perdonerete questo articolo autoincensante in modo vergognoso).
Servirebbe anche qualcuno capace di organizzare un negozio in rete che venda le straordinarie realizzazioni di chi sta tentando di reinventarsi un’economia come artigiano. Stiamo sostenendo pittori, fabbricatrici di coperte realizzate con maglioni riciclati, orsacchiotti all’uncinetto, formaggi di fossa e altre delizie esistenziali.
Ancora non abbiamo trovato qualcuno che ci aiuti a sviluppare ulteriormente la piccola rete di vendita che abbiamo inventato. Sarebbe bello se esistesse una struttura che raccogliesse i progetti, trovasse persone senza lavoro capaci di realizzare multipli e poi spazi di vendita.
Poi sarebbe interessante trovare qualcuno capace di procacciarci commesse. Possiamo realizzare centinaia di prodotti diversi. Che ti serve fratello: un marchio?
La carta intestata?
Un bosco per controbilanciare l’impatto ecologico della tua azienda?
Devi allestire la vetrina del tuo negozio?
Vuoi un mosaico sopra il tuo wc?
Vuoi un abito da re dei dinosauri?
Ti serve una scenografia?
Un tavolo veramente unico?
Un ponte di cemento armato ecologico?
Vuoi sostituire le lampadine del tuo comune facendogli risparmiare il 75% della bolletta ripagando contemporaneamente l’investimento?
Vuoi un’auto elettrica? Ibrida? A gas?
Vuoi un mammuth a grandezza naturale in legno e carta pesta, con due zanne da paura, interamente ricoperto da centinaia di strisce di stoffa riciclata tinta a mano in colori censurati dal campionario Pantone, da fanciulle assolutamente vergini? (lo giuro!).
Come ho detto siamo capaci di fare qualunque cosa sia eticamente decente (no film porno, no spaccio droghe, no far piangere i bambini).
Con Eleonora abbiamo anche realizzato un incredibile catalogo di merci impossibili a prezzi contenuti. Sono 10 anni che è in rete e nessuno ha mai comprato niente. Sono entrate migliaia di persone dentro il catalogo… Hanno visto le nostre fantastiche proposte e hanno pensato: “Ma questi stanno solo scherzando!!!”. Invece no. E rispettiamo pure i tempi di consegna garantiti sul catalogo, al secondo!!! Cioè noi siamo talmente puntuali che quando ci vedono gli svizzeri si sentono in ritardo.
Va beh.
Se invece vuoi andare per le spicce e mandare denaro subito ti vogliamo anche più bene.
comitatonobeldisabili.it

PS
Il mammuth te lo metti in casa con 5mila euro. Serve che hai una porta larga e il soffitto a 3 metri e mezzo (mica possiamo montarlo con le gambe corte). Non sporca.
Il puledrino di razza bastarda umbra da lavoro è maschio viene via per 500 euro + trasporto. Devi però aspettare che compia 8 mesi. E sporca.

 

Jacopo Fo