Mangiare cibo biologico senza condirlo con l’arte e la comicità fa male.

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L’arte non è un optional. Non è una cosa che puoi fare o non fare.
L’arte è un nutrimento essenziale.
L’arte del gioco, dell’amore, del giardinaggio, della cucina, insieme alle arti classiche, sono uno strumento formidabile di iniziativa sociale.
E se poi all’arte unisci la filosofia del ridere (che non inquina e non ingrassa) ottieni uno strumento potente per rendere la tua vita più divertente e per migliorare la società.
Il grande limite che unisce oggi il governo e l’opposizione è la mancanza del senso dell’arte e dell’empatia.

E siccome la situazione sociale è difficile e impantanata credo che sia il momento giusto per lanciare un appello alla mobilitazione artistica nazionale. Serve un’ondata creativa che risvegli gli animi e i desideri ed eroda questa cappa di pessimismo e delusione che è il principale nutrimento della crisi economica e morale.

Vedendo che la maggioranza degli italiani resta indifferente a scandali come quello della mafia romana, scandali continui e abnormi, c’è da stupirsi. E c’è da stupirsi che quasi nessuno abbia voglia di alzare la testa e di imporre la fine dell’impunità, del delirio burocratico, dei processi infiniti e degli assolti per prescrizione… Quante volte lo abbiamo detto?
Evidentemente non è sufficiente, la controinformazione ormai è superflua, la gente sa come stanno le cose e se ne frega.
E più rifletto su questa paralisi più mi rendo conto che continuare a ripetere gli stessi discorsi è ormai sintomo di delirio compulsivo. Dobbiamo assaltare le trincee dell’indifferenza usando altri strumenti, inventando altri linguaggi, possiamo penetrare le barriere del vuoto mentale preconfezionato con lo stupore, il comico, il surreale.

Si impone un cambiamento. Nel 2015 Alcatraz diventerà, ancor di più, un centro di resistenza artistica. Ci dedicheremo in modo prioritario a organizzare gruppi creativi, video, spettacoli, laboratori.
E vediamo se riusciamo a invadere pacificamente, col divertimento, gli strati abulici della mente collettiva.
E' o non è un bel movimento?

E tanto per iniziare, dopo 33 anni, abbiamo cambiato il programma di Alcatraz per Capodanno e per l’Epifania. A fianco del tradizionale corso di Yoga Demenziale terremo due laboratori creativi (vedi alcatraz.it).
Ognuno porterà le sue idee ma per cominciare abbiamo anche una proposta da farti: creare insieme un’opera multicanale (vedi sotto).
Per 10 giorni Alcatraz diventerà un centro di propulsione emotiva, di studio cromatico, di esaltazione del bello, di trasmutazione danzante. E chi vorrà potrà partecipare via web: trasmetteremo tutto in diretta e raccoglieremo contributi anche da migliaia di chilometri di distanza (questo fatto che siamo interconnessi mi eccita…)

Facciamo un nuovo media. E che sia divertente.
Da giorni sto riflettendo sulla possibilità di creare qualche cosa di completamente diverso.
L’esplosione dei social network, di Youtube e degli altri sistemi di interconnessione ha aperto nuove sterminate possibilità ma fa anche sì che la nostra comunicazione sia frammentata su diversi canali.
L’idea è quella di creare una sorta di rivista che riunisca periodicamente tutto il marasma che produciamo.
Non ho ancora le idee chiare ma vorrei non chiarirmele da solo.
Provo quindi a esprimere quel che mi passa per la testa come provocazione per i cervelli di chi ha interesse per una simile impresa.
Innanzi tutto oggi la forza di FB è la continuità del messaggio. Grande vantaggio postare vari messaggi al giorno e interagire con commenti. Ma è anche dispersivo e la pagina del social network diventa una gabbia (nel senso della gabbia grafica), semplice ma limitante.
Immagino per prima cosa una comunicazione scadenzata, l’uscita della meta-rivista è un evento che avviene il 27 del mese ed è accompagnata da un web party, durante il quale il collettivo degli autori presenta l’opera e ne discute con i lettori in diretta, dalle ore 21,30 in poi.
La rivista potrebbe presentarsi come una schermata web unica, che si scorre magari in orizzontale ed è munita di una colonna sonora/voce fuori campo. Tutto avviene in questa pagina unica, che ha una misura grande; una specie di nastro di immagini ferme o in movimento; la pagina scorre come una lunga striscia colorata; nel monitor vedi via via solo una porzione.
Lo sfondo della pagina è fatto di grandi disegni, vignette e brevi testi, sui quali galleggiano televisori che attivati mostrano racconti, canzoni… Ci sono oggetti che si possono toccare con il cursore e cambiano di colore, di forma o di dimensione oppure si muovono, agiscono, danno vita ad animazioni o aprono bandiere di immagini. Nella rivista c’è ogni sorta di linguaggio: teatro, danza, canto, musica, disegno, fotografia, videoarte, racconto scritto.
Sarebbe poi divertente che ci fosse la possibilità di commentare singole porzioni della lunga striscia che potrebbe contenere pezzi di una specie di “muro” a disposizione degli utenti per aggiungere non solo scritti ma anche suoni, video e immagini.
E si potrebbe poi creare una versione cartacea, come oggetto d’arte a sé, un prodotto materiale per chi non vuole rinunciare a maneggiare la creatività, fisicamente. E potrebbe esserci anche un’appendice in pdf, una specie di “prossimamente” che possa essere inviato (e su questo vorrei parlare con qualche webmaster per sapere cosa e come si potrebbe fare).
Sei dei nostri?

Jacopo Fo


Commenti

... e fare un Alcatraz Social Network a tema artistico??!?! Potrebbe diventare virale?