Ribellione spirituale

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Viviamo in un'allucinazione collettiva.
La gente non vive veramente

Avanti baldi giovani e giovanesse con l’arte nelle vene a casse!

Rompiamo gli indugi! Salviamo il pianeta! Agitiamo l’acqua quieta. Dipingiamo la pineta. Chi siamo? Siam la teppaglia pezzente, che con i sogni si diverte. La più grande confraternita d’Europa di artisti visionari si sta costituendo, il 13-15 novembre ci raduneremo nella Libera Repubblica di Alcatraz e sposteremo il pianeta Terra di 15 centimetri in direzione di Andromeda. Così miglioreremo l’arieggiamento e scongiureremo il rischio che nel 2012 ci scoppi il pianeta sotto il culo. Un lavoro duro ma necessario! La Battaglia per l’Arte è la battaglia decisiva, l’unica che sia veramente importante. L’unica che cambia le carte in tavola perché è l’unica capace di convertire gli stati d’animo, presupposto per far scivolare via i vecchi punti di vista che ci incatenano le orecchie ai lati della testa, mentre potrebbero benissimo volare felici (le orecchie, sì, le orecchie!) e trasmetterci conversazioni relativamente lontane grazie a un semplice blu tut (che tra parentesi non è per niente blu e neanche tut). Siamo i volontari dello stupore, i congiurati dell’ironia. Non ci trovate nelle gallerie d’arte perché non siamo ancora morti. LA BATTAGLIA PER L’ARTE è una fabbrica creativa, un laboratorio onirico, un incidente di percorso. LA BATTAGLIA PER L’ARTE è un’ispirazione avvincente, un percorso sinuoso, un modo elegante per diminuire il peso delle bruttezze del mondo. Noi ci occupiamo di aumentare la parte bella, amorevole e emozionante. La tristezza è la malattia. Noi siamo la cura. L’ha detto Swarzeneger ma nessuno gli ha creduto perché non c’aveva il fisico. Stiamo realizzando Il Giardino Incantato, a Alcatraz. Abbiamo già costruito grandi statue dipinte, giardini di pietre affrescate, un’auto coperta di carta pesta, 23 sedie decorate appese agli alberi nel bosco, cataste di sassi inquietanti, grandi dipinti sulle pareti esterne delle case, la pista per biglie in cemento armato più grande d’Europa e abbiamo dipinto con lo smalto e pennellini molto sottili 20 mila formiche nere. Una cosa molto concettuale: versetti della Bibbia in calligrafia gotica. Elegante e sobrio. Ora lanciamo una grande proposta. Costituire un gruppo permanente di artisti morbidamente pericolosi. Un gruppo virtuale. Stiamo costruendo un percorso di immagini, si passa da una foto all’altra ciccando sul lato della foto. Un mondo BIDIMENSIONALE. Così offriamo un tour digitale dentro Alcatraz, ma poi da una foto della Torre, clicchi e finisci ad esempio tra le sculture all’aperto che Rolf ha messo insieme a Galgata (http://www.galgata.net/), vicino a Gubbio, e di lì zompi magari nel museo all’aperto di val di Sella. Ogni sito diventa un ingresso a questo museo informatico. Una cosa da far perdere il controllo a un pubblicitario! Così concettuale che i critici d’arte se ne vengono nei pantaloni senza neanche toccarsi. Si crea un mondo artistico virtuale interconnesso, come se fosse un solo luogo. D’altra parte vogliamo sviluppare il lavoro di gruppo. Ci piace. Vogliamo trovare valenti professionisti e divertirci insieme a inventare macchine, carri allegorici, sculture, moquettes, magliette, tazze, piastrelle, mosaici, maglioni, credenze, scrivanie, metasedie, torri babilonesi in kit di montaggio. Cerchiamo artisti del legno, del ferro, della cucitrice, del katerpillar. Abbiamo già creato una fabbrica concreta, che produce, che vende, che accetta commissioni da realizzare, che gestisce il lavoro come un’insieme di botteghe medioevali. Una rete di professionisti che vogliono giocare alla creatività ma anche realizzare oggetti solidi e economicamente plausibili. Adesso vogliamo trasformare il nostro LABORATORIO, in un orda di KILLER DELLA NOIA. LA BATTAGLIA PER L’ARTE è cominciata. Niente è più importante. (quest’ultima frase la dobbiamo a Friedl Dikers-Brandeis, pittrice che venne deportata a Therensiestadt, perché ebrea. Una donna strana che prima di passare attraverso la camera a gas, ottenne dal direttore del campo di sterminio carta, colori e pennelli per poter insegnare ai bambini condannati a morte a dipingere. Due sue allieve sopravvissero diventando eccellenti pittrici.) http://www.artnet.com/magazine/news/ntm4/Images/ntm9-1-9.jpg Friedl Dicker-Brandeis
Untitled (Anti Capitalist Poster)
ca. 1931-35
photo collage (reproduction)
Collection of The Simon Wiesenthal Center, Los Angeles