La mia vita con Wolinski (quello di Charlie)

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Ho iniziato a leggere le vignette di Charles quando avevo 12 anni.
Wolinski mi frullava il cervello in modo effervescente.
Abitavo sopra Cernobbio e scendevo in paese per comprare Hara-Kiri, una rivista patinata, a colori, piena di sconcezze e battute folgoranti. La rivista arrivava sempre con giorni di ritardo e io facevo la spola da casa all’edicola mattina e pomeriggio. Scendendo in bicicletta dalla montagna pregavo di trovarla. Poi dovevo tornare indietro spingendo la bici in salita. Ma ne valeva la pena. Hara-Kiri era il peccato in formato rivista.
Ad un certo punto mia madre si preoccupò vedendomi leggere un giornale con dentro le donne nude e parolacce a mitraglia… Ma la discussione venne troncata dal fatto che al terzo numero la rivista chiuse. Era troppo estrema per il pubblico italiano.
Avevo visto per la prima volta le vignette di Wolinski in un libro sul maggio francese. E mi ero innamorato di lui, di Reiser (morto nel 1983) e di Willem (che si è salvato dalla strage perché è allergico alle riunioni di redazione… Grandissimo!). Ma Wolinski era il massimo perché metteva in scena situazioni imbarazzanti, dialoghi fulminanti tra uomini e donne… E poi disegnava ragazze bellissime che avevano una voglia smodata di far l’amore. Una ventata di ilarità luddista che dava sollievo dal bacchettonismo della sinistra italiana. Wolinski era politicamente scorretto, estremo, incredibilmente sincero nel confessare debolezze e desideri proibiti, e mi instillò l’inizio di un senso di insofferenza verso la rigidità leninista di quegli anni, mi insegnò a pensare altrimenti. E forse uno dei motivi per i quali in Francia non si raggiunse mai il fanatismo ideologico dei comunisti extraparlamentari italiani fu il fatto che la forza dissacrante di Charlie fece da antidoto… Con Reiser e Willem misero insieme una banda di scatenati che per 40 anni è stata la coscienza anarcoide dei francesi. 40 anni a prendere per il culo la stupidità di una nazione sono una bella cura che a noi è mancata.
 

- Nostra figlia si è fidanzata con un negro, ebreo, orbo e zoppo!
Gesù Maria!
Caro, sii gentile, non dirgli subito che sei anche comunista

 

Wolinski aveva un gusto straordinario per l’assurdo, una capacità dinamitarda di costruire dialoghi nei quali donne e uomini si dicevano la verità su ideologie e sentimenti.
Ci riusciva mettendo i suoi personaggi in situazioni impossibili che provocavano reazioni capaci di far trasparire i meccanismi mentali più oscuri.
Cosa dice un tranquillo rincoglionito piccolo borghese a una donna bellissima che sta abbracciata a un albero? Lei lo cinge con braccia e gambe, l’albero, e l’uomo si accorge che lei sta copulando con l’albero medesimo: e cosa dice a questo punto?
Cosa dice un figlio pacato e responsabile a un padre porcone che sta palpeggiando una ragazza lussuriosa?
Cosa risponde una donna estremamente vogliosa a un giovanotto romantico e imbranato?
Come reagisce una femminista quando si accorge che il suo vicino di casa tiene una giovane donna con i piedi che affondano in un vaso a mo’ di radici, perché in effetti lei è una pianta, cioè è nata da un seme vegetale?
Com’è il sesso con una donna albero? E come vede il mondo una donna albero?
E cosa si dicono due omuncoli conformisti (l’anima della Francia reazionaria) di fronte a una birra, commentando dall’alto in basso tutto e tutti?
Che cosa ti dice tua madre se scopre che vivi con 20 donne che non pensano a nient’altro che a fare sesso con te?
Cosa risponde il ragazzino alla bonissima signora che gli chiede: “Cosa vuoi fare da grande?”

Wolinski sa la risposta che non ti aspetti. Ma appena la leggi capisci che quella è la risposta vera. Quella scomoda.

Wolinski propone in modo dirompente di cambiare punto di vista, di andare a vedere cosa c’è dietro l’immagine, di giocare l’antico esercizio del facciamo finta che per andare a scoprire che le idee preconfezionate, dei benpensanti come dei ribelli, sono una trappola… e lo si vede portandole alle estreme conseguenze.
Wolinski non critica opponendosi all’avversario, lui pratica una sorta di Judo mentale, si unisce alla direzione di pensiero dell’avversario e le fa superare il limite, la porta alle estreme conseguenze e così scopre il retropensiero, l’aspetto disgustoso e stupido di tutti i preconcetti, i pensieri banali e i pensieri abitudinari. Wolinski è un killer del conformismo di qualunque colore. Un cacciatore di frasi omologate, un casseur di vetrine luccicanti e false.
 

Nello studio di Wolinski

Quando iniziai a disegnare vignette partii imitando il sessuomane parigino.
Poi Wolinski inventò Paulette, disegnata dall’eccelso Pichard. Paulette viveva in un mondo dove gli uomini erano maiali e nessuna donna stava al di sotto della quarta di reggiseno. Le labbra polpose erano di norma.
La prima tavola della storia infinita mostrava una ragazza discinta, che guardava la notte distesa in un letto e diceva: “Amo la notte perché è nera!” E io ero già partito per un eccitante viaggio della fantasia.
Paulette è una ragazza bellissima. E' miliardaria per via di un’eredità esagerata ma ha il cuore sensibile. Ad un certo punto riflette preoccupata: “Forse sono comunista!”.
Colonna della storia è un vecchio porco che la ama e che incontra una marmotta magica alla quale chiede di riavere i suoi 20 anni per poter concupire la fanciulla. Lla talpa è magica ma anche un po’ cieca e un po’ scema e invece di trasformarlo in un giovane aitante lo muta in una ventenne mora, riccioluta e ovviamente popputa in modo esagerato.
Il vecchio si incazza selvaggiamente ma d’altronde trova appassionante potersi toccare le tette. Mollai la lettura solo parecchi volumi dopo perché la svolta sadomaso dell’opera mi infastidiva… In fondo sono un bravo ragazzo… Ma i primi volumi furono un viaggio sensazionale nell’assurdo e in una comicità infantile estrema. Leggevi e pensavi: “Ma questi non possono essere così stupidi!?!”
Era la forza di Wolinski: non cercava mai, in nessun caso, di sembrare una persona per bene, non cercava di farsi stimare dai lettori, non cercava l’applauso facile. Leggi Wolinski e scopri che ti racconta di cose che ti vergogneresti a dire ma che pensi molto intensamente. Secondo me vale una terapia psicanalistica sulle rimozioni ideologiche.
L’ultimo anno di liceo trovai il primo lavoro della mia vita: distribuivo volantini che pubblicizzavano L’Arcibraccio, rivista italiana diretta da Staletti che aveva creato il braccio italiano della banda di Charlie Hebdo. Staletti mi pubblicava anche qualche vignetta e me le pagava duemila lire l’una, l’equivalente di 20 biglietti del tram.
Per me ero un onore grandissimo collaborare, anche se alla lontana, con Wolinski, Willem e Reiser, uscire sullo stesso giornale.
Poi l’Arcibraccio fallì ma ormai ero infettato e il mio scopo, lasciata la scuola e dopo le prime vignette pubblicate su giornali “veri”, divenne quello di fare un giornale disegnato, “alla francese”.
Dopo svariati tentativi fallimentari riuscimmo a fare il Male, grazie a Pino Zac, che veniva dal Canard Enchéné, il fratello più anziano e più buono di Charlie. E la prima cosa che facemmo dopo aver ottenuto un successo epocale, fu quella di regalarci il lusso di comprare le vignette dei tre francesi e pubblicarle.
 

- Cosa vuoi fare da grande, piccolo mio?
L’ossessionato sessuale, signora

Quest’uomo gentile quanto feroce, geniale, imprevedibile, caustico, pazzescamente vitale e comico è stato ammazzato con i suoi amici e compagni.
Quello che ha fatto saltare i nervi dei terroristi non è stato solo il fatto che abbiano deriso il Profeta come hanno deriso qualunque altro simbolo, Dio, merce, idea o autorità che fosse. Quello che li ha fatti veramente incazzare è che hanno rovistato nelle contraddizioni, nelle assurdità, nelle ossessioni di questi poveri imbecilli sessuofobi e privi di fantasia.
E vorrei osservare che altri hanno insultato il profeta con molta più malvagità, con l’aggiunta del disprezzo, dell’odio razzista e addirittura della peggiore pornografia blasfema.
Un gruppo di fascisti americani ha addirittura prodotto un film orribile, ma girato con grandi mezzi, nel quale si vede Maometto infilare la testa tra le gambe di una donna producendosi in comportamenti orali vergognosi e impuri. Un insulto un milione di volte più violento e volgare di tutte le vignette di Charlie.
Ma una presa in giro intelligente, che scoperchia le bassezze mentali del conformismo islamico violento, fa paura cento milioni di volte di più. E bisogna ucciderla.
Stupidi senz’anima. Non avete la più pallida idea della statura dell’uomo che avete ammazzato.

E vorrei aggiungere che anche nel momento della morte la satira ha colpito duro. C’è una Dea satirica che ama Charlie.
I terroristi sbagliano l’indirizzo e vanno inizialmente all’archivio di Charlie invece che alla redazione. Vengono scoperti perché perdono la carta d’identità. Tamponano un’auto, perdono anche un passamontagna e non riescono a farla franca. Non è un azione di commandos, è un fumetto!

 

- Ora è il vostro turno di saltarmi

Molto però mi rammarica che il martirio di questo avamposto della satira mondiale venga oggi sfruttato da beceri coglionazzi per alimentare il razzismo e l’odio contro l’Islam.
Come si fa a dire, come ha fatto l’astuto Salvini, che sono gli islamici e non i cristiani ad andare in giro ad ammazzare la gente? Com’è possibile che l’opinione che gli islamici siano più violenti dei cristiani sia così diffusa?
Sono gli stereotipi contro i quali Charlie combatte da sempre.
Le idee facili e sceme sono possibili solo grazie a un’amnesia selettiva.
Sono mille anni che gli eserciti europei attaccano l’Islam producendosi in massacri inauditi. Incredibile che si possa dimenticare che è la cultura cristiana che produce i campi di sterminio, la bomba atomica, i desaparecidos.
E che dire della rapina continua verso i popoli dei paesi poveri, con un susseguirsi di guerre criminali?
E chi è che ha inizialmente finanziato il terrorismo che ora attacca le nostre capitali?
Chi ha finanziato i Talebani, Bin Laden, Saddam, l’Isis?
Chi era amico fraterno dei dittatori islamici che hanno massacrato i moderati democratici per decenni?
Oggi nella cultura islamica l’estremismo è potente proprio perché per un secolo i dittatori amici della cristianità hanno sistematicamente sterminato l’ala riformista e progressista della cultura islamica. Migliaia di intellettuali democratici uccisi. Decine di percorsi pacifici verso la democrazia sgozzati nella culla.
Non è incredibilmente contraddittorio, al limite del comico, che tutti i nemici mortali di oggi abbiano iniziato la loro carriera come alleati degli Usa e dell’Europa?
E che dire della pratica della tortura, dei proiettili all’uranio impoverito, dei massacri per errore compiuti dai droni?
Si calcola che la guerra in Iraq abbia provocato più di 600mila morti, direttamente o indirettamente. Chi sono i violenti?

Credo che si sia realmente in una situazione che richiede grande mobilitazione, anche dopo i funerali.
Il messaggio di Charlie è l’unico che ci può portare fuori dal disastro.
Bisogna che la gente sappia che il terrorismo islamico nasce dall’umiliazione che l’Occidente ha infitto all’Islam. La Guerra Santa del Califfato è l’ultimo frutto marcio del colonialismo.
La pretesa di fermare il terrorismo islamico con la sola repressione è infantile. Dobbiamo difendere le nostre città ma dobbiamo anche seguire la via proposta dal Papa: sviluppare il dialogo e la solidarietà, risolvere alla radice i problemi di miseria che abbiamo creato noi occidentali e smetterla di andare in giro per il mondo con i nostri eserciti. Non c’è altra via.
La domanda è: quanti morti saranno necessari per capire che non c’è un’altra possibilità se vogliamo vivere in pace?
L’ondata di razzismo, assalti alle moschee a colpi di granate e aggressioni agli islamici per strada sta montando. E queste violenze indiscriminate contro i musulmani sono il miglior regalo per i terroristi. E sono i signori come Salvini i migliori reclutatori di Al-Qaida. Ogni volta che parla, un islamico decide di passare alla lotta armata.

A questo punto la domanda è: la società civile sarà capace di una reazione vera ed efficace o faremo solo finta?
Il giorno prima della strage di Parigi la capacità di iniziativa del movimento pacifista europeo era a livello lumaca paralitica. Ora siamo nel pieno della tempesta emotiva… Di tutto questo Charlie sono io che cosa resterà fra una settimana?
La risposta l’avremo contando le bare.
(Pregate Wolinski forse adesso due parole a Dio le dice lui!)

Jacopo Fo

Vignette Jacopo Fo

Parigi: e mo’ sono tutti Charlie. Leggi qui l'articolo di Jacopo e guarda le altre vignette


Commenti

Il Tutto in fila

Le strumentalizzazioni di Wolinski,che prima non si filava nessuno,sono gia'cominciate...da una parte e dall'...altra...;D