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Il Paese dei Misteri Buffi

Dario Fo e a Giuseppina Manin Il Paese dei Misteri BuffiCarissimi, questa settimana lasciamo la parola a Dario Fo e a Giuseppina Manin e al loro nuovo libro: Il Paese dei Misteri Buffi, edito da Guanda.
La retrocopertina è laconica: “Infiniti sono i misteri buffi di questo Paese, ma il vero mistero buffo sono gli italiani”.
Non è la prima volta che il nostro amato premio Nobel incontra la giornalista del Corriere della Sera Giuseppina Manin e le loro conversazioni sono sempre state molto interessanti e divertenti, come questa di cui vi anticipiamo un brano.
Buona lettura!

Prologo

Caro Dario,
era il 1969 quando, in un’aula dell’Università Statale di Milano, portasti in scena per la prima volta quel tuo Mistero Buffo nato per irridere i santi e i fanti secondo lo stile delle sacre rappresentazioni medievali, secondo lo sguardo dei diseredati, dei dimenticati. Una rivoluzione copernicana della storia e del linguaggio teatrale destinata a girare tutto il mondo, a conquistare platee nostrane ed esotiche, dall’Africa alla Cina, dal Sudamerica all’Australia. Fino a quella più esigente e inattesa di tutte, i serissimi giurati dell’Accademia di Stoccolma, che travolti dalla forza comica e narrativa del tuo grammelot, nel 1997 ti assegnarono il più folle e audace dei Nobel per la letteratura. Con il passar degli anni il Mistero è cresciuto, si è moltiplicato. Molte storie si sono aggiunte, attinte come sempre avete fatto tu e Franca Rame dalla cronaca “di giornata”, modificando i canovacci, aggiornandoli in diretta, sera dopo sera. Ma con il tempo gli eventi sono diventati sempre più vorticosi. I santi sempre più rari, mentre fanti e fantocci hanno prolificato come conigli. Guardando indietro, gli ultimi decenni evocano forsennate sarabande, visioni di infernali gironi di dannati. A questo nostro disgraziato Paese nulla sembra esser stato risparmiato. La mutazione antropologica che aveva previsto Pasolini si è compiuta, ogni valore, etico ed estetico, è allo sbando. Oltre ogni crisi di nervi e d’identità. Dibattuti tra lo sprofondare in un cupo baratro o tentare con fatica e coraggio di rialzarci, di ritrovare perduti meriti, antica dignità. Per tutto questo oggi, a quasi mezzo secolo da quel primo Mistero, sarebbe bello riprenderne le fila, ripensare ai tanti altri “misteri”, pochissimo buffi ma terribili e grotteschi, che ci hanno scosso, minato, devastato, proprio a partire da quel post ’68 così pieno di promesse e speranze.
Caro Dario, ripartiamo insieme da un viaggio nella memoria. Senza pretese storiche né sociologiche, solo con il gusto e la filosofia scanzonata del giullare che racconta a modo suo di un’Italia di nuovo “nave senza nocchiere in gran tempesta”. Quando ai versi che seguono, “non donna di province ma bordello”, lascerei perdere.
Giuseppina Manin

Cara Giuseppina,
la tua idea mi piace. Il tema è fin troppo vasto, ambizioso, tentatore. L’ultimo mezzo secolo è tale impasto di follie, menzogne, orrori, bassezze… Scandali e stragi, organizzazioni criminali pubbliche e private, traffici e infamie indegne, truffalderie ciniche che hanno rovinato milioni di cittadini oltre che la nostra reputazione nel mondo intero. Misteri tanti. Buffi pochissimi. Risolti nessuno. Una sarabanda di storie satiriche e tragiche insieme, dove personaggi degni di tutto rispetto si intrecciano con altri cialtroni, ruffiani, mezze calzette da comprare –vendere al mercato delle vacche. Donnette disposte a tutto e donne di grande coraggio. Uomini degni di questo nome, ma anche uominicchi e quaquaraquà di sciasciana memoria. Politici disposti a passare da uno schieramento all’altro alla prima offerta speciale. Sempre proni davanti al potente di turno. Insomma un parterre degno di una sequenza di giullarate.
Per quanto riguarda il metodo, preferirei non seguire una sequenza logica o cronologica, ma piuttosto andare allo scarampazzo, cioè improvvisando gli andamenti a seconda dello spasso che ogni storia riesce a procurarci. Per cercare di offrire uno spaccato di verità fra tante menzogne. Per recuperare qualche manciata di orgoglio e dignità- Già, perché bisogna provarla la mortificazione che produce il ritrovarsi all’estero e alla parola “italiano” veder spuntare immancabilmente sulle facce degli abitanti del luogo sorrisi misti di pietà e disprezzo, seguiti dall’immancabile domanda: “Ma voi come avete fatto a sopportare certi scandali, un Governo riunito intorno a una specie di satrapo, oltretutto barzellettiere triviale…?” Come ve la cavate con le ruberie e menzogne organizzate in spregio alla vostra intelligenza da politici che hanno imposto leggi ad hoc a unico vantaggio di colui che le ha fatte promanare a colpi di fiducia e decreti legge? E poi il riemergere della massoneria e delle caste criminali… Ma voi, come potete accettare tutto ciò senza batter ciglio, senza ribellarvi?”
Ehi, fratelli d’Europa, attenti, andateci piano con i luoghi comuni dell’italiota tira a campà, piagni e fotti! Fate attenzione, “italiano” vuol dire anche imprevedibile. Da noi all’istante tutto si può ribaltare e voilà! Quando tutti erano ormai convinti che nel pantano fossimo fino al collo, anzi ormai sommersi a fare glu glu, ecco che nella primavera 2011 qui da noi esplode un vero e proprio ribaltone politico-morale. Ci sono le elezioni amministrative e, inatteso, appare un movimento, con a capo i naviganti di internet, gli arancioni, le donne e gli eterni indecisi risvegliati all’istante, che mandano allo sballo totale Berlusconi, Bossi e i loro seguaci. Di botto ridotti come pugili suonati messi KO. Neanche il tempo di prender fiato e parte il referendum sull’acqua, il nucleare e il legittimo impedimento, sfide considerate velleitarie e perdute da tutti, a cominciare dai Democratici di sinistra e dai disgustati della politica che si battono sì, ma con poca speranza.
E invece miracolo! E miracolissimo pure le firme per il referendum successivo, per una nuova legge elettorale. Per tutta la destra parafascista, uno sconquasso. La prima vittoria per gli sfigati di sempre. E il seguito non si è fatto attendere. Perché tra i tanti misteri di questo Paese vessato, umiliato, deriso, quello davvero degno della maiuscola è proprio il suo popolo. Che al di là delle apparenze, l’aver dato credito più di una volta a imbonitori e furbastri, l’essersi fatto imbesuire da un cinico Volpone che sottoscriveva contratti fasulli in tv, si è di colpo ridestato dalla narcosi di massa con cui era stato stordito per tanti anni, Una rinascita ormai inaspettata, lenta ma costante, come quando si esce da una lunga malattia. Di nuovo pronti a reagire, a far fronte a ogni tempesta, a uscirne più forti e migliori di prima. Alla fine, il vero Mistero Buffo dell’Italia sono gli italiani.

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