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Pioggia di balle sul D-Day

Cerchiamo di ristabilire un po’ di verità su come andarono i fatti.
Magari si riesce a capire perché oggi alcuni statunitensi ammazzano civili afgani con i droni standosene comodamente seduti in poltrona con una birra fresca in mano e l’aria condizionata tutta intorno.

 
Gli esseri umani hanno bisogno di giustizia.
E la giustizia ha bisogno del riconoscimento del dolore e delle colpe.
Abbiamo visto le commemorazioni per le migliaia di vittime dello sbarco in Normandia. Immolati sull’altare della lotta del bene contro il male.
Sarebbe ora che l’intellighenzia riconoscesse che migliaia di quei giovani morirono per un eccesso di follia dei generali alleati che prepararono lo sbarco più colossale della storia del mondo essendo completamente ubriachi.
Uomini senza cervello pieni di nastrini e medagliette.
Il sospetto che nel racconto ufficiale ci fosse qualche balla grossa come una portaerei l’ho avuto guardando i primi 20 minuti del film “Salvate il soldato Ryan”. Mi sono chiesto: ma perché questi ragazzi vennero mandati contro i nidi delle mitragliatrici tedesche senza nessuna protezione, nessuna possibilità di sopravvivere?
Il film non lo spiega per via che gli sceneggiatori e il regista hanno deciso di non inimicarsi l’esercito Usa.
Questi vigliacchi di Hollywood hanno una paura boia che l’aviazione militare gli bombardi gli studios, così hanno censurato le urla che qua e là si levavano tra i soldati che venivano fatti a pezzi. Essi gridavano: “Ma dove cazzo sono finiti i carri armati?!?!”.
Infatti, i marines non sono stupidi del tutto e l’avevano capito anche loro, seppur così deboli in storia e filosofia, che per sbarcare su una spiaggia disseminata di bunker serve che davanti ai fanti ci sia qualche cosa di molto grosso e di molto duro a far da schermo protettivo contro i proiettili delle mitragliatrici.
Ma i generali avevano deciso che per far sbarcare i carri armati era meglio dotarli di un sistema di galleggiamento “a bicchiere” realizzato con un telo gommato e alcuni sostegni di metallo. Lo so che è incredibile e incomprensibile ma è andata così. E se avrai la pazienza di osservare le illustrazioni qui sotto ti renderai conto che si trattava di uno dei progetti più cretini della storia del mondo.
E così i proiettili delle mitragliatrici non ebbero problemi a bucare la tela gommata, il bicchiere che teneva a galla il carro armato imbarcò acqua e gran parte dei cingolati galleggiò solo per qualche metro e così la fanteria venne trucidata. Sulla spiaggia di Omaha affondarono 48 carri su 50. E ci furono 4.500 morti.

Io credo che sarebbe stato carino da parte di Obama spendere due parole sull’idiozia dei generali Usa.
Magari non sa niente di quel che è successo.
Magari lo sa ma preferisce non litigare con i militari, che come si sa sono estremamente irritabili e pesantemente armati.
Ma l’ignoranza della storia o la disponibilità a non raccontarla sono due gravi difetti, soprattutto se sei il presidente degli Usa.
Poi succede che non riesci a evitare che migliaia di afgani vengano uccisi per sbaglio dai tuoi droni.
Questi storicolesi non capiscono che ammazzare donne e bambini è il sistema più efficace per arruolare giovani disperati nelle file dei terroristi.
È più forte di loro.
Anni fa scrivemmo una lettera a Obama chiedendogli di rinunciare alla costruzione della base militare di Vicenza e di utilizzare quel denaro per piani di sviluppo nei Paesi più poveri.
Chiunque abbia una minima infarinatura di storia sa che il modo più efficiente di combattere il terrorismo è quello di debellare la miseria e smetterla di foraggiare i dittatori.

 

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D-Day Omaha Disegno di Jacopo Fo

D-Day Omaha Disegno di Jacopo Fo