I Romanzi e le storie di Jacopo Fo

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La formazione militare delle ragazze. Capitolo 13

Un’ora più tardi avevo riempito con le mie quattro cose una sacca, avevo pagato il conto per la mia permanenza e stavo uscendo dalla porta.
Incrociai Deborah. Mi guardò con l’aria affranta. Mi venne fuori un leggerissimo sorriso. Non so perché. E mi uscì fuori dalla bocca un: “Peccato… Mi piacevi veramente.”
“Giovanni…” Mi disse lei e sembrava che si mettesse a piangere.
“Ho da fare una cosa con la mia vita”
Tornai a Bologna: andai a trovare una ragazza che conoscevo. Barbara Cannata, una ragazza che aveva una bellissima testa sopra sue spalle stupende.
Parlammo un po’… Dopo un’ora ero seduto con la bocca aperta. Un donna con due seni enormi li teneva appoggiati sulla mia spalla mentre lavorava con un trapano. I dentisti con seni grandi sono i migliori, fungono benissimo da anestetico-rilassante muscolare. “Eccolo!” Disse la dentista estremamente soddisfatta. “Avevi ragione: guarda!”
Con una pinzetta teneva artigliato una piccolissimo cilindro metallico. Quei figli di buona donna avevano finto di togliere un segnalatore da un mio simpaticissimo dente… E invece mi avevano infilato un segnalatore nel simpaticissimo dente.
L’avevo capito perché solo così Deborah avrebbe potuto sapere dove fossi. Mi ero dannato abbastanza ad accertarmi di non essere seguito per sapere che NESSUNO mi aveva seguito.
Quindi scartate le possibilità possibili restano solo le possibilità impossibili. Come dice Sherlock Holmes.
A volte sono molto intelligente. Mi succede così, a  mia insaputa.
Uscimmo dal retro del palazzo della dentista. Entrammo e uscimmo da due grandi magazzini. Prendemmo un taxi al volo, andammo all’università. Entrammo da un’ingresso principale e uscimmo da un’uscita secondaria.
Prendemmo un secondo taxi e a quel punto ero ragionevolmente sicuro che nessuno ci stesse seguendo.

Poi andammo dal fratello di Barbara. Di mestiere aggiusta auto. Mi diede una Lupo di un suo amico che era in viaggio negli Usa. Cioè un’auto che nessuno avrebbe potuto individuare.
Ritornai alla Faggiasca che era notte. Avevo fatto una scommessa. Mi misi di fronte alla porta di una delle camere. Bussai. Passarono 4 secondi prima che la voce di Deborah chiedesse: “Chi è?”
“Sono io”
Lei aprì, l’unica luce era quella del corridoio. Quella donna era bellissima. La sentivo dentro il cuore come una lama.
“Le cose stanno così: potresti mollare tutte queste storie e venire via con me. Ho un’auto pulita e non c’è più niente di strano nei miei denti.”
Mi aspettavo che fosse stupita da quelle parole.
Invece disse solo: “Va bene.” Accese la luce e dopo 60 secondi aveva la sua borsa in mano.
Lasciai 200 euro sul bancone del ricevimento con un biglietto.
Salimmo in macchina e mi venne in mente la battuta di un film: “Saliamo in macchina e andiamo dritto fino a quando si staccano le ruote.” Mi sentivo estremamente determinato.
Guidai in silenzio per 300 chilometri.
Ci fermammo in un motel, prendemmo una camera. Salimmo al terzo piano. Infilai la tessera magnetica nella fessura. La porta si aprì. Entrammo. La spinsi delicatamente contro la parete. Iniziai a baciarla. Con un ritmo che avrebbe potuto andare avanti per mille anni.
Non avevo pensato a infilare la tessera magnetica dentro la fessura che mantiene accese le luci. Così dopo un po’ le luci si spensero. Io continuai a toglierle i vestiti di dosso.
Lentamente. Avevo tempo. Non era una storia di una notte e via. Avevo intenzione di fare sesso con lei almeno mille volte.

 

INDICE CAPITOLI

Capitolo 1 Ottima marmellata d’arance

Capitolo 2 Ragazze educate

Capitolo 3 Una situazione complessa

Capitolo 4 Agguati mentali

Capitolo 5 Eventi indecifrabili

Capitolo 6 La Fratellanza

Capitolo 7 Nera. Ma quanto nera?

Capitolo 8 Il tripudio della confusione

Capitolo 9 La Fortezza

Capitolo 10 Scatole dentro scatole dentro scatole

Capitolo 11 La Polizia Alchemica

Capitolo 12 Fisso il pensiero fisso

Capitolo 13 clicca qui

Capitolo 14 clicca qui

Capitolo 15 clicca qui

Capitolo 16 Pinin

Capitolo 17 Fine