Un discorso tra uomini. L’onore maschio ha valore o no?

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Ho scoperto che lo sport più in voga tra i calciatori, gli allenatori e i patron intervistati nel dopo partita è la lamentela patetica. Non avevo mai seguito questo tipo di programma televisivo, non sono tifoso.
Mi è capitato per caso di soffermarmi sull’intervista a un allenatore che annunciava che avrebbe tenuto chiusi in ritiro i calciatori “perché perdere va bene ma ci vuole un minimo di rispetto”.
Mi son detto:”Ma testa di cavolo, se i tuoi giocatori non ti rispettano sarà anche perché non sai gestire un gruppo?”
Sicuramente a uno che fa una dichiarazione così in televisione gli serve un corso di leadership e di comunicazione.
Attaccare pubblicamente i propri giocatori vuol dire rompere quel rapporto di fiducia indispensabile per creare il senso di appartenenza. Questo pirla usa ancora l’archetipo del signore medioevale!!!
Incuriosito da questa fauna sono restato a vedermi una ventina di interviste agli eroi della partita domenicale.
UN PANORAMA ALLUCINANTE!!!
Sono sconvolto.
Il comportamento che accomuna quasi tutti è lo scaricabarile assoluto. Ci sanno fare meglio che con la palla.
I giornalisti non li aiutano certo perché le interviste sono roba da piccoli pettegoli cerebrolesi. La domanda migliore è una cacca. Ma le risposte non hanno rivali.
Se uno perde una partita dovrebbe stare zitto. Non c’è niente da dire. Se pensi che l’arbitro si è venduto denuncialo. Se no incassi con un sorriso. Questa è la filosofia dello sport. Questa è la filosofia del guerriero. E se invece vinci stai zitto.
Cosa vuoi dire? La tua vittoria parla da sé.
Al massimo puoi fare come qualche raro uomo calciatore che ringrazia la moglie perché grazie al suo amore è cresciuto. Questo fanno gli uomini.
Queste caccole se perdono piagniucolano e non si pigliano le loro responsabilità..
Io credo che gli manchi proprio la cultura della responsabilità. L’ho riscontrato in molti italiani. Si chiama mammismo.
I giapponesi hanno un sacco di difetti anche loro ma ad esempio questo non ce l’hanno.
Uno dei punti fermi della loro cultura è il concetto della responsabilità. Sei comunque sempre responsabile dei risultati del tuo impegno. Che tu debba affrontare ostacoli è implicito. Se perdi perché gli ostacoli sono difficili non sei giustificato, dovevi metterli in conto. Se non lo hai fatto hai sbagliato valutazione. Se vai ad allenare una squadra di idioti lo scemo sei tu che non hai appurato prima con chi andavi a lavorare. Se l’arbitro ti fotte una rete è pure colpa tua che non hai agito in modo da garantire che gli arbitri fossero imparziali e lo sport onesto.
In Giappone nessuno avrebbe mai osato chiedere la riassegnazione dello scudetto come hanno fatto il signor Moratti e quell’essere che dirige il Milan.
Si vergognerebbero di non aver saputo prevenire quel disastro fermando la banda Moggi. In Giappone il giudizio sociale sarebbe stato durissimo per il gruppo degli imbroglioni ma gli imbrogliati sarebbero stati disprezzati quasi altrettanto.
Capisco che la filosofia taoista della responsabilità totale e lo spirito di sacrificio scintoista sono troppo duri e complessi per noi mammoni.
Ma qui siamo a livelli di lacrimuccia che fanno venire la diarrea.
La cosa tragica è che la maggioranza degli italiani si comporta così: se non riescono a mantenere gli impegni che hanno preso si giustificano tirando fuori i motivi che hanno provocato il loro insuccesso!
Non capiscono che sul lavoro non valgono le scuse. Hai detto che lo facevi. L’hai fatto? Sì o no. Vivo o morto.
Il professionista è quello che si è dato un metodo di lavoro tale che porta a casa il risultato nella maggioranza dei casi. L’esperienza gli ha insegnato a misurare gli impegni che prende calcolando le incognite proprio per riuscire a ottenere il risultato promesso.
Se non ci riesce è un caso. L’errore non va giustificato è una macchia che va lavata col maggior impegno. Tutti sbagliano. C’è chi sbaglia poco e chi sbaglia tanto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo.

I tifosi che guardano questa roba come si giustificano? Dicendo che non c’è di meglio? Oppure gli piace?


Commenti

sono deprimenti, hai ragione. E giacchè la politica è ormai come il calcio la stessa cosa avviene di là dove è un tutto un piagnucolare che c'è la legge sbagliata o questo o quel cavillo, etc etc.
E giacchè l'italiano medio si ispira al calcio o alla politica (o forse ispira calcio e politica?), la responsabilità qui da noi non è di moda. Non lo è nei sentimenti, figuriamoci se possa esserlo altrove, ti direi io... ma siamo un popolo dove i veri maschi girano con la scoppola o il manganello, e poi piagnucolano quando l'effetto delle loro cazzate gli si ritorce contro, mentre non c'è rispetto e compassione per la manifestazione di sentimenti.
Sai perchè funziona il tuo esempio? perchè l'idea dell'estrema responsabilità porta con se in generale una attenzione ai sentimenti, una immedesimazione nell'imbarazzo del perdente, o nella perdita di dignità del truffatore. Ma giacchè qui da noi si stimano gli spacconi, si esalta chi si redime dopo magari 10 anni di porcherie, e invece quasi si biasima chi porcherie non ne ha mai fatte, è per ora praticamente impossibile che attecchisca lo stile che suggerivi.
speriamo nel futuro, saluti :-)

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non si finisce mai di (in)stupi(di)rsi

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sbaglio o è scompraso?

a napoli qualcosa sta cambiando
una nuova economia giusta ed equa sta nascendo
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Altro che spartani, sti qua so ateniesi!!!!!