Abbiamo vinto!!! La Rivoluzione Ecologica è iniziata. E adesso che si fa?

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Buone notizie dal Pianeta Terra.

Il greggio veleggia verso i 100 dollari al barile. L'economia del petrolio volge al termine. Le grandi multinazionali stanno investendo somme enormi nelle energie rinnovabili. Da sola la Spagna ha deciso di installare nei prossimi anni più pannelli fotovoltaici di quanti ce ne siano oggi in tutto il mondo. Come ho scritto recentemente lo scontro economico tra Usa, Europa, India e Cina si giocherà sul risparmio energetico e l'energia alternativa. Gli Usa sono convinti di potersi convertire più velocemente degli altri, le 7 sorelle e le grandi banche sono diventate la truppa di sfondamento del mercato.
In Italia Beghelli, regala lampadine ad alto risparmio.
Sarà un'esplosone economica ben più grande di quella di computer e cellulari. Un pc costa qualche migliaio di euro al massimo. Per isolare il tetto di un condominio e trasformarlo in un impianto solare ci vogliono centinaia di migliaia di euro ed è l'affare più sicuro e redditizio che si possa fare con il petrolio alle stelle.
Ok, è iniziata una nuova epoca. E adesso?
Certamente non ha più senso sbattersi per i pannelli solari dopo che è scesa in campo la Shell. Continueremo a lavorare in questo settore ma non sarà tra le nostre priorità.
Che faremo?
Spiegare il nostro programma per i prossimi due quinquenni (scusate la parola "quinquennio" ma da piccoli eravamo leninisti) prevede di raccontare che cosa, secondo il nostro modesto parere, succederà nel prossimo ciclo storico.
La prima domanda è: cosa ci sarà dopo le tre rivoluzioni tecnologiche? (computer, telefonia e eco-tecnologie).
Per rispondere a questa domanda bisogna osservare alcuni macro problemi che elencherò in sintesi:

1) Aumento della conflittualità mondiale. La politica belligerante di Bush sta progressivamente aumentando l'instabilità mondiale con costi umani insostenibili e danni economici immensi anche alle economie occidentali. La minaccia terroristica poi crea una situazione di grande agitazione e ansia in tutti i paesi.
2) Aumento della criminalità e visibile incapacità del sistema di porre un limite al disagio sociale. Inquinamento crescente dell'economia legale infiltrata dal denaro delle mafie.
3) Aumento del disagio psichico, consumo di psicofarmaci, alcool e droghe. Aumento della devianza e dell'emarginazione,
4) Aumento della povertà e della distanza tra ricchi e poveri e delle conseguenti tensioni sociali.
5) Visto che siamo in una fase di drastico riflusso del Movimento questa tensione sociale non troverà sbocchi costruttivi. Fenomeni di teppismo di massa come gli incendi di auto a Parigi e Roma cresceranno a dismisura.
6) Grave instabilità dei mercati che è un modus operandi dell'oligarchia finanziaria dominante legata a Bush. Chi si arricchisce manipolando i mercati e sfruttando informazioni riservate per speculare ha tutto l'interesse ad avere un mercato con forti sbalzi (vedi sul blog l'articolo "Le Orde del Caos" )
L'insieme di questi fattori creerà una domanda sempre crescente di ricomposizione dei conflitti.
Un segno di quanto sta iniziando a succedere è l'aumento vertiginoso delle persone che praticano il boicottaggio delle multinazionali del dolore, consumano prodotti etici e solidali, scelgono fondi di investimento e banche etiche. Si tratta di un movimento che coinvolge non solo i no global e i cristiani progressisti ma addirittura ampi settori della destra cristiana e musulmana che rifiutano di dare i loro soldi ai mercanti di armi, alcool, tabacco eccetera e che chiedono garanzie sul non uso di manodopera minorile e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti.
Questa novità ha spinto molte grandi multinazionali a certificarsi dal punto di vista etico e ecologico seguendo aziende pubbliche come Volkswagen sulla via di una riconversione morale. Il documentario Corporation spiega bene questa situazione.
In realtà le multinazionali avrebbero tutto l'interesse, in termini economici a diventare più umane. Corporation racconta la storia dell'azienda leader mondiale nel settore moquette. La sua conversione etica e ecologica (certificazione di tutti i prodotti usati dall'origine alla consegna) ha fatto impennare i profitti grazie anche a una totale razionalizzazione del rapporto con i clienti. Li si considera un patrimonio e non più polli da spennare.
Ad esempio le moquettes vengono fabbricate in modo che quando alcune parti si usurano sia possibile sostituire solo quelle. E l'azienda ritira le vecchie moquette e le ricicla.
Non si tratta di una scelta più cara. E' solo una scelta più complessa. Le multinazionali sono malvagie non perché convenga ma perché è più facile.
Il problema dell'Umanità è stato, fino ad ora, il fatto indiscutibile che si facevano più soldi fregando la gente che vendendo prodotti di qualità.
Infatti potevi infinocchiare milioni di consumatori per anni senza che nessuno se ne accorgesse. La cultura alternativa degli anni settanta ha diffuso gli strumenti per giudicare le merci. Internet ha fornito lo strumento per comunicare i giudizi.
Oggi sono milioni i consumatori che prima di comprare un cellulare vanno su ciao.com (o un sito analogo) a leggere i commenti a quel prodotto scritti da migliaia di altri consumatori (i quali oltre che giudicare i prodotti possono dare un voto ai recensori). E le aziende iniziano a tenere conto di questi giudizi.
Così come iniziano a capire che i consumatori chiedono non solo qualità del prodotto ma anche "affidabilità" dell'azienda. L'immagine di una multinazionale è un elemento molto più complesso di 20 anni fa. Qualcuno alla Nike e altrove sta iniziando a fare i conti sui milioni persi (di quotazione in borsa e fatturato) a causa dello sfruttamento del lavoro minorile. Se sapessero fare le sottrazioni scoprirebbero che quel che hanno risparmiato tirando il collo ai lavoratori lo hanno perduto altrove. Non conviene. Siamo nell'era della complessità. Per questo migliaia di aziende stanno dandosi da fare per ottenere certificazioni molto onerose sul loro impatto ambientale e sociale.
La mia idea in sintesi è questa: le merci sono cambiate. O meglio è cambiata la domanda di merci.
Meglio ancora potremmo dire che una quota rilevante dei consumatori oggi vuole comprare "un'immagine di qualità totale".
Sono decenni che prodotti uguali si contendono il mercato a colpi di immagine.
Ma oggi questa immagine si è saldata al concetto di vera Qualità Totale.
Il processo si sta ribaltando sul mondo della politica e sulle forme dell'impegno sociale.
Ho incontrato Bicciato, assessore all'ambiente del comune di Padova e mi ha raccontato quel che stanno combinando.
Padova sta sperimentando un approccio diverso alla complessità che si pone un obiettivo ambizioso: mettere d'accordo le persone ragionevoli. Di fronte alla complessità della ristrutturazione ecologica di una città, alla gestione dell'emergenza microcriminalità o ai problemi dello sviluppo della città si può trovare una mediazione che porti al vantaggio comune?
Si tratta di questioni complesse (appunto). La politica tradizionalmente si è limitata a regolamentare (nel migliore dei casi) le emergenze.
A Padova stanno tentando di immaginare linee di sviluppo che mettano d'accordo gli abitanti di un quartiere con le esigenze di casa e permessi per gli extracomunitari che vogliono lavorare, le aziende che hanno bisogno di assumere, le capacità di autoimpresa eccetera.
Bicciato mi ha raccontato di un esperimento che sta portando avanti per arrivare a soddisfare tutte le esigenze legittime delle diverse componenti della città (cittadini, imprenditori, associazioni) ottenendo contemporaneamente più qualità ecologica e sociale. Ovviamente si tratta di una sfida titanica. Ma qui ci interessa osservare che il solo pensare in questi termini è una rivoluzione mentale formidabile: la politica non come mediatore del presente ma come capacità di immaginare scenari evoluti che superino le contraddizioni apparenti aderendo veramente alla complessità del reale. Così la complessità diventa una risorsa.
Mi sono entusiasmato per la visione di Bicciato perché stavo riflettendo su un modello analogo improntato sullo sviluppo commerciale della rivoluzione ecologica.
Computer e cellulari fanno fare affari in modo semplice. Una volta che hai comprato il pc hai fatto.
Ma anche questo settore ha creato grandi utili a partire da ambiti commerciali apparentemente secondari. E guarda caso riguardavano proprio l'unico settore dominato dalla complessità, cioè quello dei software. Bill Gates è diventato l'uomo più ricco del mondo vendendo sistemi operativi. Google ha fatto fortuna organizzando informazioni, E-Bay organizzando aste.
Questi sono i modelli oggi sperimentati di business complessi.
Ma il mercato delle eco-tecnologie è tutto complesso, non esiste una parte semplice.
Il nostro successo a Padova nella ristrutturazione del sistema energetico è dipeso dalla capacità di offrire un unico referente per decine di problemi nel team di Maurizio Fauri al quale abbiamo aggiunto la capacità di comunicazione di Alcatraz.
Questa era la differenza sostanziale rispetto a decine di altre aziende che proponevano la soluzione a un solo problema tecnico.
Ma con questo assetto commerciale avanzato non abbiamo neppure scalfito la montagna della complessità di questo settore.
Da tempo insieme a un gruppo di squinternati cerchiamo di spiegare ad alcuni imprenditori la potenzialità di un approccio veramente globale.
La proposta al cliente (privato o pubblico che sia) potrebbe essere globale.
I margini enormi di risparmio permettono di inserire nel prodotto il pagamento dilazionato dell'investimento in sincronia con l'ammontare del risparmio effettivamente ottenuto. Un investimento che si ripaga da solo. Anzi potresti offrire un incentivo iniziale in contanti.
E' il modello che Beghelli ha capito per i fatti suoi. Regala lampadine ecologiche, incassa i certificati bianchi e verdi (una sorta di compensazione monetaria per chi inquina di meno, stabilita negli accordi di Kyoto) e si fa dei clienti ai quali proporrà quel che vuole... Io proporrei un contratto di fornitura elettrica proveniente da fonti rinnovabili che grazie ai certificati verdi e bianchi, costa meno. Ma potrei proporre anche pannelli isolanti da mettere dietro i caloriferi, filtri per rendere gradevole il sapore dell'acqua del rubinetto, contratti di telefonia, consulenze assicurative, fondi di investimento ecologico...
Il modello con il quale il capitalismo non speculativo sta rispondendo alla sfida della complessità è quello di conquistare con l'onestà, l'efficienza e la trasparenza clienti e di far fronte alla maggior quantità possibile di loro domande di prodotti e servizi.
Ritornando alle tecnologie ecologiche immagino un'azienda che intervenga garantendo un intervento globale chiavi in mano, con tanto di proposta di garanzie blindate e finanziamento calibrato sul risparmio ottenuto, premio iniziale e ventaglio più largo possibile di forniture connesse. Dalla ristrutturazione del servizio di mensa dell'azienda, alla sostituzione del parco macchine, alla condivisione di alcuni servizi con altre aziende che aderiscono allo stesso progetto di qualità totale. Trovare forme sinergiche per offrire servizi aggiuntivi ai clienti. Ad esempio metterli in contatto creando una comunità web. Ovviamente anche modificare la qualità della vita dei dipendenti sarebbe un modo per aumentare la qualità totale dei prodotti. Razionalizzando si possono migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni. E si può lavorare alla vivacizzazione dei rapporti interpersonali tra i dipendenti che porti a forme di incentivazione della cooperazione (costruzione di case in cooperativa, gruppi di acquisto, consociazione nell'acquisto di servizi bancari e assicurativi, telefonia ecc...)
Immagino un pool di valenti ingegneri, architetti, psicologi, specialisti dell'organizzazione aziendale, bayer, commercialisti, consulenti di immagine, pubblicitari, banche e finanziatori che si consociano per proporre un prodotto potenzialmente totale.
Non è facile. Anzi difficilissimo. E' la sfida della complessità.
Ma su questo terreno i più bravi sono quelli che si sono fatti le ossa in questi decenni di Movimento.
Una volta tanto partiamo avvantaggiati.
Ovviamente una simile visione comporta di ripensare anche alle forme di associazione praticate dal Movimento.
Questo momento di riflusso sarà superato solo quando un numero sufficiente di politici capirà la necessità di diventare progettisti di eventi complessi invece che semplice megafono di parole d'ordine elementari (pace, lavoro, più soldi).
Toccherà non solo dire cosa vogliamo ma anche come arrivarci e toccherà che le associazioni diventino capaci di entrare nel processo di risposta globale.
Che proposte di consumo diverso fanno le associazioni ecologiche ai loro iscritti?
Aderire al processo di rinnovamento della società con il peso del proprio potere di acquisto e di opinione richiederà una capacità di riflessione enormemente più grande che del marciare in corteo.
Credo di aver detto l'indispensabile.
Questo è quel che vedo per i prossimi dieci anni.
Se non ci sono novità non tornerò sull'argomento.
Tocca dedicarsi anima e corpo a sognare come sarà per sperare di riuscire a prendere gli eventi al volo.
Una cosa buona della complessità è che tocca imparare a stare anche zitti. La ripetizione di un discorso complesso è insopportabile.


Commenti

"...la politica non come mediatore del presente ma come capacità di immaginare scenari evoluti che superino le contraddizioni apparenti aderendo veramente alla complessità del reale..."

Penso sia questo il centro del discorso che fai, Jacopo. Perlomeno questo è il centro del discorso che interessa a me, che di politica mi occupo tra i ritagli del mio lavoro e della mia vita privata.
Insomma, sono un politico della domenica, come quegli autisti che si mettono in strada, subito dopo pranzo, con la macchina tirata a lucido e bloccano il deflusso impazzito degli autoumani con il finestrino abbassato ai trentacinque all'ora. Godendosi il paesaggio di capannoni e asfalto e clascon e smog...

Di questi anni di politica lenta, quasi da osservatore dell'onu in un Paese sfigatissimo e complesso, questo ho capito: che la nostra classe dirigente, nei migliori dei casi, riesce a governare l'oggi, rincorrendo le emergenze ed inseguendo i guai, giorno per giorno.
Non c'è immaginazione, slancio emotivo, desiderio di guardare dritto negli occhi il domani ed inventarsi il volto, di quel domani.

Nel peggiore dei casi, spesso, c'è calcolo, maestria dell'amministrare come in un grande spot, in cui il governo di un territorio si trasforma per magia in un'immensa brochure a colori, disegnata ad opere pubbliche tanto maestose quanto inutili, in piani regolatori che regolano solo interessi privati, in attività culturali a forma di tette veline e karaoke...

Quanto si sta cercando di fare a Padova è per davvero rivoluzionario e con pochissimi precedenti: guardare avanti, buttando la palla del governare un pò più in là della prossima scadenza elettorale!

L'idea poi di costruire una COSA chiavi in mano è un vecchio sogno che anch'io accarezzo da un pò di tempo: una rete, un'azienda, un movimento con dentro pezzi di movimento. Non so come definirlo, tanto è ampio il raggio di azione in cui la vedrei lavorare.

Uno di questi giorni varcherò quella porta, entrando da fuori o uscendo da dentro: incontrerò sindaci e amministratori delegati, padri e madri di famiglia e parroci, prefetti e artigiani. Offrirò loro un caffé del commercio equo e solidale e comincerò a vendere un'idea chiavi in mano. L'idea di una COSA che è in grado di far risparmiare loro denaro, tempo e salute.
Praticamente il paradiso...

Un abbraccio, Marco

Non me ne ero reso conto...
Però credo anche io che l'ecocompatibilità stia diventando un valore eco-nomico.

A questo punto non rimane che aspettare. Aspettare che le multinazionali facciano i loro giochi e che creino il "bisogno ecologico" dato dalla insoddisfazione ecologica che porta ad un incremento della domanda e... per le leggi del mercato ad un aumento dell'offerta.

Temo che però il processo comporterà un nostro grado di insoddisfazione superiore a quello attuale (se c'è più insoddisfazione c'è più domanda). L'ambiente diventerà una risorsa scarsa (con un incremento della domanda la risorsa diviene indisponibile per tutti) e per poterne usufruire aumenteranno i prezzi di mercato. (Sono un maledetto pessimista!!!)

Sono però anche un mago rivoluzionario e combattente!! Idealista e utopista.... e quindi pronto per la prossima battaglia. Il "mondo nuovo" o "la civiltà dei sogni" o qualsiasi altra cosa che sia un minimo costruttiva in un mondo dannatamente complesso.

M.

Caro Marco,
sono daccordo con te che non sarà una passeggiata. Ma credo che una volta che esploderà il mercato ecologico assisteremo a un fenomeno come internet.
Internet è intimamente democratica, strutturalmente democratica perchè per esistere DEVE dare a tutti la possibilità di accedere e creare contenuti a costi ridicoli.
Lo stesso vale per le tecnologie ecologiche.
Come ripeto da anni l'idrogeno è in parte una trappola perché nel breve periodo dipende dall'idrogeno prodotto a partire dal petrolio, quindi è un sistema che resterà nelle mani dei petrolieri.
Al contrario il risparmio energetico, il solare, l'eolico e l'idrico sono strutturalmente democratici perché i piccoli interventi e i piccoli impianti sparsi convengono rispetto ai grossi (tutti vivono in un appartamento da isolare, tutti ne trarranno vantaggio. Tutti consumano energia, a tutti conviene prodursela da soli). Ci sarà battaglia ma i cattivi hanno perso in partenza. Siamo più piccoli ma siamo di più, siamo molti di più.

Spero tanto che sia come dici tu... che ci possa essere una rivoluzione dal basso. Ma penso anche:
1) Non siamo poi così tanti. E tutti noi pensiamo cose molto diverse.
2) Ci sono 1.000 persone che hanno come priorità spendere 10/20.000 euro in una macchina contro 3 che hanno come priorità acquistare un pannello fotovoltailco da 3.000 euro.
3) Il sistema economico in cui viviamo ha creato paradossi consistenti e sistemi di valori deviati.

Mi spiego: sta progressivamente venendo a mancare il vantaggio economico della specializzazione produttiva (che è alla base del sistema economico) creando il paradosso che spesso conviene il fai da te rispetto alla produzione industriale. Esempio: ho comprato a 1 € una piantina di pomodoro e l'ho messa in un vaso in terrazza... questa estate ho mangiato 10 kg di pomodori spendendo a dir molto 1 € di acqua. Andando al mercato avrei speso 20 € più tempo e spostamenti. Non parliamo del costo di una gallina e di quante uova produce.... e dall'anno prossimo avrò il giardino!!

Questa situazione lascia spazio a pensieri assurdi di decrescita che è una risposta estremistica ad un sistema malato.

Molto più semplice è pensare ad una strategia dell'investimento come fu nel passato. Avere un orizzonte temporale di impiego delle risorse più lungo consente di risparmiare risorse per centinaia di anni. Gli utensili da lavoro venivano passati di generazione in generazione... ora no. L'imperativo è il consumo. Quando una cosa si consuma, poi si butta e ne si compra un'altra. E qui la battaglia per il risparmio che stiamo portando avanti ha la sua giustificazione. Dobbiamo uscire dall'ottica del consumismo ed entrare in un'ottica di risparmio. Di produzione ragionata. Di investimenti per il futuro.

Il capitalismo mira a massimizzare i profitti di breve periodo. Lasciando però debiti temporali enormi. Prima o poi si costruiranno case di cartapesta... che costano poco e durano poco. Il PIL aumenterà ma noi saremo più poveri.

Se fosse che stiamo vincendo la battaglia ecologica ... la battaglia sul risparmio invece è ancora molto incerta.

M.

PS La mia ragazza, Daria, ha iniziato a lavorare con legambiente e ora siamo più poveri ma più felici.
PPS Ci vediamo presto ad Alcatraz.

Mentre eravamo a Berkeley (6 mesi per il dottorato, entrambi) io e mia moglie abbiamo iniziato a pensare ad un progetto che potesse smuovere la situazione della cittadina del Nord Est in cui viviamo. Abbiamo pensato ad una caffetteria con servizio di ristorazione a mezzogiorno, che usa prodotti biologici e locali, equosolidali e cucina vegetariana. Un posto con zona lettura (con scaffale di libri selezionati su vari temi legati alla terra: viaggi, coltivazione, tutela, cucina, ecc.), studio e navigazione internet. Un luogo dove valorizzare il risparmio energetico, con riduttori di flusso, lampadine a basso consumo, stufa a legna, materiali isolanti, materiali biodegradabili, tutti spiegati con cartelli e riferimento commerciali (dai quali pensiamo di poter ottenere sconti). Vorremmo dare ospitalità ad associazioni per incontri e dibattiti o riunioni associative, mettendo a disposizione i locali e servizio di ristorazione. Vorremmo valorizzare un'associazione locale al mese, con pannello infomativo e raccolta offerte. Vorremmo creare una rete di esercizi (la caffetteria, la libreria che ci fornisce i libri, il negozio dell'equosolidale, un negozio di prodotti biologici) da valorizzare attraverso pubblicità incrociata e tessere fedeltà. Vorremmo creare un percorso eco-turistico, che tocchi i principali punti di interesse turistico concomitanti con i negozi della rete, in modo da sposare turismo e sostenibilità (uno stop per un caffè solidale, una spesa biologica, una lettura sostenibile, ecc.). A medio termine la rete dovrebbe inziare a condividere servizi (commerciali, fiscali, consulenziali) ed elaborare uno standard di "green business" (risparmio energetico, riciclaggio, uso di prodotti biologici, prodotti verdi, ecc.) da aprire a tutti gli esercizi che vorranno entrarvi. Pensiamo che anche il Comune (giunta di sinistra da oltre dieci anni) avrebbe interesse ad un progetto simile.

Problemi?
- oggettivi: trovare la sede giusta per la caffetteria (vorremmo un ambiente spazioso e luminoso, con anche una piccola area verde esterna), valutare l'investimento, valutare il mercato;
- soggettivi: sia io che mia moglie stiamo terminando un dottorato ma lavoriamo già da diversi anni nel campo della consulenza (per pubbliche amministrazioni lei, in settori economici io) e non sappiamo se 1) vogliamo/possiamo lavorare a strettissimo contatto 2) vogliamo mollare gli attuali lavori per entrare nella ristorazione.

Mi rendo conto che si tratta di problemi non insormontabili, ma da dentro non è facile prendere una decisione. Cosa ne pensate in generale? Jacopo, vedi il progetto in linea con la tua "vision" futura?

Ciao ciccio.
Senti, se io fossi in te...NON NE SAREI TANTO SICURO!

Il fatto e' che....

Voglio darti una pessima notizia : il petrolio non sta finendo.

Si lo so...dicono tutti il contrario.

Invece non e' vero.

Anzi: alcuni dei giacimenti piu' ricchi del mondo solo ora stanno diventando produttivi.

E uno di questi e' in italia.

Non ti dico cosa hanno intenzione di fare con il carbone!

Certo...BP si sta riconvertendo...ma la sfiga di BP e' che i depositi dell'europa del Nord stanno andando in malora.
E in generale un po tutti i poveracci (Europa in testa ma anche la Cina con il progetto delle grandi dighe per l'idroelettrico) stanno cercando vie alternative al petrolio.

Pero' dove girano i soldi veri....li...si si parlucchia eventualmente di alternativo (come piano B)...ma in realta'...

Exxon Chevron e altri ci stanno dando dentro come avvoltoi. vE anche l'ENI (guarda le quotazioni di queste 3 a NY)

Ok. Non mi dilungo a spiegare tutto.
Ti dico solo che:

1)I giacimenti di petrolio e Gas naturale piu' grandi del mondo sono "CASUALMENTE" nel bel mezzo dei 5 eserciti piu' grandi della terra: Russia, USA, Cina, India, Pakistan (indovina dove? e non e' l'Iraq e neanche l'Iran)

2)Il Canada potrebbe sopravanzare l'Arabia Saudita come paese produttore a breve.

3)La Norvegia, con la scusa della riduzione dell'anidride carbonica in realta...crea delle bombe ecologiche in fondo al mare del nord...e da qui a poco incominceranno a farlo un po tutti (sopratutto gli USA).

Una cosa tipo cosi'.

Eventualmente da quel panettone allucinante in via di preparazione potra' emergere una umanita' ecologica, ma questa al solito e' fantascienza post apocalittica:
Spero che sia rimasto qualcuno.
:(

Cmq: il passo successivo e' TROVARE IL MODO DI PRODURRE ENERGIA A BASSISSIMO COSTO!

Quindi finanziare la ricerca.

Anzi no.

Il passo successivo e' creare solidarieta' fra noi derelitti della decrescita.

Tanto da costruirci case, creare lavoro, banche.

E finanziare anche la ricerca scientifica.
e poi produrci energia ad un costo irrisorio, cambiare le regole e farci uscire tutti fuori dal mercato!

Baci

A

1) Come alcuni di voi sapranno ci fu un vociferare di oleodotti attorno all'occupazione dell'afganistan.

Ma il petrolio e il gas naturale che dovrebbe convogliare non e' (tutto) russo. E', per la maggior parte dei paesi della parte sud del mar caspio (la "Stan area" come viene chiamata negli USA).
Mappa interattiva qui
Vorrei far notare che nella stan area c'e' anche il paese piu' disgraziato del mondo, dimenticato da tutti: la Cecenia. Senza la Cecenia l'accesso al Mar Caspio e ai suoi giacimenti sarebbe limitatissimo per la Russia.
Sapeste che viavai di dollari (non solo di provenienza USA) c'e' invece in Turkmenistan e Kazakistan al momento!

Citavamo la Cecenia. Ma che dire della recente crisi in Libano con relativa occupazione occidentale? L'occupazione dell'Iraq e dell'Afganistan?

La terza guerra mondiale e' gia' subdolamente scoppiata.
Se abbiamo culo, si spartiranno la regione in tre e bonale'.
Se non ce l'abbiamo...E in quell'area la gente mediamente ha una sfiga tremenda!

2)I giacimenti di sabbie petrolifere, come quello che c'e' in Basilicata, sono la riserva naturale stimata piu' grande di petrolio del mondo.
Pero' ci vuole tecnologia per sfruttarli appieno. Il Canada in questo e' in testa a tutti (oltre al fatto che ha i giacimenti di sabbie petrolifere piu' estesi del pianeta e da soli piu' grandi di ogni giacimento prima conosciuto)

3)I giacimenti petroliferi non sono come dei brufoloni pieni di petrolio da cui succhi il petrolio e una volta che e' vuoto l'affare si esaurisce li.
E' un po piu' complicato e il petrolio quello che zampilla di sua volonta' dal terreno e' solo una parte minore di quello realmente contenuto nel giacimento.
Hanno sviluppato varie tecniche per "raschiare" il fondo del barile. Una di queste e' pomparci acqua di mare dentro (Arabia).
Ma la tecnologia si e' affinata. Invece dell'acqua di mare si puo' usare l'anidride carbonica. Pompata a miliardi di litri nel giacimento aumenta la pressione interna e ne strizza le pareti (mi par di capire).
Morale: un sacco di giacimenti in disuso potrebbero ritornare attivi grazie a questa tecnologia.

Ma chi la possiede?
Di sicuro la Norvegia e gli USA.
Avete mica sentito ultimamente che per ridurre le emissioni di CO2 e far la figa in campo ambientalista (Kyoto) la Norvegia sta pompando anidride carbonica a tutta birra in una sacca in fondo al mare? E BUTTACASO lo sta facendo in un impianto petrolifero del mare del nord?

Il Texas si appresta a vivere una seconda giovinezza grazie a questa tecnica.

Vi immaginate dei bei palloncini pieni di co2 giusto a un paio di centinaia di metri sotto il suolo? E se scoppiano?
Se scoppiano assicuratevi di essere in mezzo ad una foresta con un bombolone di ossigeno)

Un secondo: e dove la prendono tutta quella CO2?La CO2 e' un sottoprodotto derivante dalla gassificazione del Carbone.
Quindi crei gas naturale dal carbone e l'agente inquinante derivato lo butti...sotto al tappeto.

Finale:
Nel giro dei prossimi 15 anni (mi pare) la Cina dovrebbe arrivare a consumare la stessa quantita' di petrolio degli USA.
Non vi dico l'India.

Non so chi ha detto"Vuoi diventare milionario? Assicurati di comperare tutto quello di cui la Cina avra' bisogno in futuro".

Ferro, nickel, oro.

Noi siamo destinati al sottosviluppo a breve (la decrescita e' solo l'inizio)

Quindi sara' meglio che cominciamo ad usare la testa per uscire dai guai.

Baci

A

mi siedo a computer a scrivere, a lasciare andare il vulcano di vita che sento dentro, senza causa nè pretesto.
Mi siedo a manifestare una vita che mi esplode, mi trascina mi agisce,
mi siedo a scrivere una presentazione di un lavoro che non finirò mai di amare, di raccontare.

Mi siedo a manifestare la mia enorme emozione, il vulcano che mi ribolle nel sangue, mi esce dagli occhi incendiando, la Voglia di Vita, la Voglia di Fare.
Un gruppo aperto a tutti, di persone che vanno e vengono, stanno portando avanti da inizio anno un lavoro supefacente, ogni giorno sorprendete.
Studiamo ed elaboriamo un modello nuovo di uso dei detersivi chimici, imparando un uso consono degli stessi, passando per detersivi fai da te, arrivando alle varie fasce di biologico. Stiamo lavorando affinchè si capisca la necessità di smettere di inquinare acque e terra attraverso uno strumento che tutti usiamo, il detersivo chimico.

Stiamo rifacendo ed elaborando una nostra tabella precedente che usiamo come base.
Vogliamo provare ad offrire un " mo(n)do nuovo chiavi in mano ".
Il meglio che riusciamo a tirare fuori dalle nostre ossa e dal nostro sangue, dalle nostre possibilità.

Stiamo volando, stiamo osando, stiamo chiedendo, stiamo ideando, stiamo lavorando, sudando, amando e sclerando. Stiamo pregando.
E la cosa sconvolgente, è che stiamo davvero PRODUCENDO qualcosa che serve, e si allarga a macchia, ha già raggiunto centinaia di persone.

Stiamo protando avanti un progetto di lavoro, comune, in internet.
Un modello di lavoro che funziona e produce.
Mesi di lavoro e ancora andiamo avanti, ognuno mette quello che ha, il lavoro si trasforma sotto le mani, ce lo rimpalliamo da una città all'altra, da un computer all'altro, da una correzione all'altra.
Ognuno mette quello che ha. E sudiamo, fatichiamo, e pure ridiamo.

Esperimentiamo nel quotidiano, ognuno a casa sua, ci incontriamo quando possiamo, allacciamo nuovi contatti, nuove idee, nuove collaborazioni.

E poi ci mettiamo a saltellare, SI! SALTELLARE! chiamare e richiamare, chiedere e pregare, farci aiutare

e andiamo avanti e avanti e avanti. sempre in 4 ma sempre avanti

In mesi di lavoro, di quotidianità, di gente che vive vite di tutti i giorni, ne abbiamo viste passare di ogni.
Pezzi di vita che vanno in frantumi, lutti, dolori, depressioni, rabbie, stanchezze, mancanza di stimoli, mancanza di voglia di andare avanti,mancanza di forza, incapacità di andare avanti.
Il lavoro messo in stand by, lasciato a metà.
Fino ad arrivare a finirlo, pubblicizzarlo, spingerlo e pubblicarlo in mille modi

e poi stanchezza e stanchezza ancora
e le critiche , sempre costruttive per carità ,
un giorno da qualche parte si troverà un grande palazzo e si chiederà:
" che cosa è quella cosa là? "
risposta " è il palazzo delle critiche costruttive "
domanda " ah.. e cosa ha costruito ? "
risposta " boh.... "

e nonostante tutto, ancora avanti e avanti e avanti ancora

avanti avanti a fare, a sbagliare e a riprovare.
Avanti a costruire, a creare, a provare. A DELIRARE!

e in giornate come oggi giuro mi ribolle una vita, una gioia incommensurabile, un vulcano di voglia di gridare di GIOIA e INCREDULITà
per tutta questa pazza pazza gente,
che di giorno lavora e suda nei campi,
o si spacca il cranio a scrivania cercando di salvarsi un lavoro sul filo del licenziamento,
o cerca di riprendersi da un lutto enorme e da una rabbia eterna con la vita che ti prende a calci nella pancia,
e di notte si spende a studiare, a ricercare,
a CREARE INSIEME per un Mondo che Desideriamo Migliore

Non so come scrivere e come dire la pienezza, la gioia e l' entusiasmo che mi travolge stamattina, la gioia la gioia e la Potenza di una Vita che mi Travolge, che si alimenta dell' entusiasmo di chi accanto costruisce pezzo a pezzo, nel silenzio, un mondo migliore

Adoro questa vita meravigliosa, questa gente Speciale e Indomita, ricca di vita, di sapienza,di Speranza, di voglia di fare e capacità di sbagliare, di bisogno di ridere e scherzare e Continuamente Amare

Questa lettera, questo lavoro che stiamo facendo,
questa vita che ci trapassa,
questa insopprimibile voglia di mettersi in mezzo alla piazza a gridare LA VITA E LA GIOIA,

è il mio, e il nostro

CANTO D'AMORE ALLA VITA

Il Mondo Siamo Noi

La critica costruttiva che sottolinea i difetti e indica i mezzi per correggerli, è la base del progresso.

E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Libertà.

La base del progresso è l'intuizione, il pensiero libero......

è verissimo ornella,

bisognerebbe aggiungere che se la critica costruttiva riesce a indicare i mezzi per correggere,
la collaborazione costruttiva rende centomila volte di più e CREA,
CREA cose Belle da Impazzire

è un potenziale di mille volte più grande, credi...
grazie :*