Voglio adottare una cantina a Corchiano

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Carissimi, questa settimana riportiamo due articoli apparsi sul Fatto Quotidiano, il primo sul blog di Marco Boschini, amatissimo coordinatore dell'associazione Comuni Virtuosi e il secondo di Nicola Piovani. Parlano dell'esperienza di Corchiano, un comune veramente virtuoso e la dimostrazione che si può...
Buona lettura e buone pratiche.

Il sindaco Bengasi Battisti

Voglio adottare una cantina a Corchiano
Arrivo a Corchiano (in provincia di Viterbo) per le riprese della rubrica “C’è chi dice no” della trasmissione Report insieme al giornalista Giuliano Marrucci. Nonostante avessimo premiato il paese quale vincitore assoluto dell’edizione 2010 del nostro Premio Comuni a 5 Stelle, la comunità riesce a sorprendermi, positivamente.
Qui i Comuni virtuosi sono usciti dal web ed entrati nelle vie del paese, sono passati dalle mail e gruppi Facebook alle piazze e facce della comunità. Le persone fermate per strada vivono con consapevolezza e orgoglio il loro essere virtuosi: con la raccolta differenziata all’85%, la raccolta degli olii esausti, i vigili in bicicletta, l’educazione ambientale, le fontanelle con l’acqua del sindaco, le borse di tela per la spesa… Conoscono il premio (parteciparono in massa alla cerimonia di premiazione a Bisignano, in provincia di Cosenza), fanno scelte quotidiane di sobrietà e buon senso, e sostengono l’attività dell’amministrazione comunale concretamente. Sentendo parlare il sindaco medico Bengasi Battisti e il suo vice, Livio Martini, hai la netta sensazione di respirare l’aria di un progetto complessivo, percepisci il futuro attraverso i loro sguardi, i discorsi pieni di passione civica e capacità di contaminazione, come una specie di virus positivo.
Ma la visita di oggi si snoda lungo il borgo antico (meraviglioso) e nel Parco della Sperella, spazi un tempo discarica abusiva e oggi in fase di riqualificazione e recupero, partito circa dieci anni fa. La nuova rampa di accesso al centro storico dal Parco della Sperella costituisce la chiusura di un sistema di nuovi e, soprattutto, antichi percorsi. Il percorso taglia in diagonale lo sperone tufaceo meridionale collegandolo al fondovalle, seguendo l’antico tracciato viario che permetteva appunto di risalire al borgo direttamente dalle sponde del Rio Fratta, un affluente del Tevere che scorre nella forra al di sotto del centro storico. Il nuovo sentiero supera un dislivello di circa 20 metri e si snoda per 60 metri attraversando grotte e ripari scavati nel tufo.
Ora, la riapertura degli antichi sentieri, in particolare di quest’ultimo che interessa l’area del cosiddetto Fornaccio, rappresenta la volontà e il desiderio di una comunità di rivivere ovvero di riappropriarsi integralmente del territorio. Le forre in particolare rappresentano il nucleo della coscienza collettiva corchianese, sono uno scrigno che contiene storie, saperi, sapori e modi di produzione. Il ripristino di questi sentieri e il recupero di luoghi dimenticati da troppi anni attraverso la realizzazione degli Orti urbani, che consentirà di tornare a coltivare particelle di terreno nel fondovalle lungo le rive del Fratta, fanno sentire le nuove generazioni orgogliose di essere parti attive di una comunità.
L'anticasta L'Italia che funzionaPoi c’è l’intuizione di “Adotta una cantina”, un bando per mettere a disposizione dei cittadini corchianesi gli spazi/grotte riempiti negli ultimi decenni con carcasse di auto, scarti di demolizione, rifiuti di ogni genere. Oggi bonificati e dati in gestione ai cittadini che ne hanno fatto richiesta e che oggi fanno a gara per tenerli puliti, presidiati, riempiendoli di oggetti e di vita… C’è anche il progetto del nuovo teatro, in fase di ultimazione, che già oggi vanta la creazione di un paio di compagnie teatrali del paese piene di giovani e di idee per quando sarà inaugurato.
Con quali soldi si finanzia una colossale opera di riqualificazione e recupero come questa, evitando di cedere pezzi e volumi al cementificatore di turno? Partecipando a bandi nazionali e internazionali che vanno spesso deserti perché le pubbliche amministrazioni hanno la testa altrove.
L’esperienza di Corchiano sarà presentata in occasione della “Scuola di Altra Amministrazione” che si terrà durante il “Festival di cittadinanza”, dal 13 al 15 maggio a Padova. Un’occasione imperdibile per entrare in contatto con gli amministratori della comunità, che nell’attuale panorama politico nazionale appaiono come dei marziani e che invece sono solo persone perbene che fanno del proprio meglio per amministrare con sobrietà e trasparenza.
Dopo aver letto questo articolo, il maestro Nicola Piovani - premio Oscar per la colonna sonora de La vita è bella di Roberto Benigni - ci ha inviato la sua testimonianza sul comune di Corchiano.

Conosco molto bene Corchiano da anni, per ragioni personali, e siccome in questi tempi si parla molto di questo minuscolo paese del Viterbese come modello del vivere civile, anche sul sito del Fatto Quotidiano, vorrei aggiungere qualche considerazione.  Quello che si scrive sulla virtuosità di questo comune e di questa comunità - l’acqua del sindaco, i vigili in bicicletta, il recupero ambientale - a leggerlo può suonare retorico, consolatorio, disneyano. O “buonista”, brutto termine caro agli acidi per natura. E invece, per chi campa quotidianamente in questo paesino, risulta essere tutto non solo vero, ma anche vissuto con civile normalità e senza eroismi da parte dei cittadini e degli amministratori. Io penso che la bellezza di quello che lì accade stia proprio in questa orgogliosa normalità e nel monito che tale normalità contiene: è possibile vivere secondo un modello comunitario non rassegnato, amministrare in modo trasparente e creativo, tentare di costruire una civiltà solidale.
Con difficoltà, limiti, errori, ma è possibile. Per i cinici di mestiere non so pensare nessuna risposta più concreta e migliore di questa quotidianità corchianese. Me li immagino i sorrisetti dei qualunquisti scettici, quelli che amano espressioni come “non cambia mai niente”, e “da che mondo è mondo”, e “so’ tutti uguali”, e “le anime belle”, e “la melassa buonista” e via così con le banalità sprezzanti.
Qualcuno obietta: “Facile, in una piccola comunità, ma ben altro è gestire la complessità di uno Stato”. Vero. Eppure, nonostante sembri facile, quante piccole amministrazioni italiane sono palestre di disfunzioni, clientele, degrado e furti? Forse il sindaco Battisti, l’assessore Martini e tutta l’amministrazione corchianese ci ricordano, quando ce lo dimentichiamo, che l’onestà in politica è una risorsa per i cittadini, cioè per tutti noi: è una ricchezza collettiva, non una fesseria per “buonisti”.