La Nato usa proiettili all’uranio impoverito in Libia?

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Pare di sì. Vedi qui l’inchiesta di Maurizio Torrealta, Alberto Romagnoli e Angelo Saso per Rai News 24.
Dopo centinaia di migliaia di morti in Iraq, Somalia, ex Jugoslavia, Afghanistan, a quanto pare anche in Libia si stanno contaminando vaste zone con i proiettili all’uranio impoverito. Avevamo già espresso questa paura all’inizio dei combattimenti, ora vari organismi internazionali hanno lanciato l’allarme e i vertici Usa e Nato si rifiutano di rispondere alle domande dei giornalisti su questo terribile argomento.

Ripubblichiamo qui la famosa lettera che scrivemmo al Corriere della Sera prima dell’inizio della guerra in Kosovo e i link alla nostra campagna contro l'uso di uranio impoverito.

31 maggio 1999

Caro direttore,
il 17 aprile il portavoce Nato, generale Giuseppe Marani, ha dichiarato che «proiettili anticarro con uranio impoverito sono stati usati dai piloti alleati contro le forze serbe in Kosovo» e ha aggiunto che questi proiettili «non comportano alcun rischio» perché hanno un livello di radioattività «non superiore a quello di un orologio» (da il manifesto 20 aprile '99).
Permetteteci di dubitare del buon senso di questa affermazione. L'uranio impoverito, ci dicono i libri di fisica, ha una radioattività pari al 60% di quello naturale ed è un prodotto di scarto delle centrali nucleari. Fino a ieri veniva immagazzinato con mille precauzioni a costi altissimi.
Poi si è scoperto che poteva essere usato per ricoprire i proiettili anticarro. Al momento dell'esplosione si incendia sviluppando una temperatura altissima e buca l'acciaio come fosse burro. Bruciando si trasforma in una polvere sottilissima che si sparge nell'aria.
Molti studiosi hanno sollevato gravi dubbi sul fatto che sia innocuo. Già nel '79 un rapporto del «U.S. Army Mobility Equipement Research & Development Command» sosteneva che l'uso di questi proiettili metteva in pericolo «non solo le persone nelle immediate vicinanze ma anche quelle che si trovano a distanza sotto vento... le particelle... si depositano rapidamente nei tessuti polmonari esponendo l'ospite a una crescente dose tossica di radiazioni alfa, capace di provocare cancro e altre malattie mortali».
Un altro studio commissionato dall'esercito americano (Science Applications International Corp., luglio 1990) afferma: «L'uranio impoverito provoca il cancro quando penetra nell'organismo e la sua tossicità chimica causa danni ai reni». Nonostante questi avvertimenti i proiettili ricoperti di uranio impoverito furono usati nella guerra del Golfo. Subito dopo, nel novembre 1991, il quotidiano londinese The Independent pubblicò uno studio segreto dell'Ente atomico britannico (Ukaea) sui potenziali pericoli costituiti dalla radioattività presente nelle zone dei combattimenti in Iraq e Kuwait a causa di questi proiettili.
In questo momento il Pentagono si trova in grande imbarazzo perché dopo la guerra del Golfo più di 80.000 veterani si sono ammalati della cosiddetta Sindrome del Golfo; più di 4500 sono morti, centinaia sono i figli dei reduci nati deformi. Il 5 luglio 1998 il Washington Post ha pubblicato un articolo che avalla la tesi sostenuta da molti ricercatori: una delle cause principali di questa sindrome sono i proiettili all'uranio. La Rai ha commissionato su questo argomento un documentario al regista Alberto D'Onofrio e poi lo ha censurato.
Evidentemente però anche il Pentagono qualche dubbio lo deve avere: il San Francisco Examiner del 17 agosto '97 riporta il testo di un manuale di addestramento militare Usa che raccomanda di usare sempre guanti speciali toccando i proiettili e di indossare una maschera speciale mentre questi vengono sparati, concludendo: «Ricordate di stare sempre lontani, se possibile, dagli equipaggiamenti e il terreno contaminati».
Ma pare che la situazione in Iraq sia gravissima. Gli elicotteri Apache e gli aerei A10 sono dotati di un cannoncino a 7 canne in grado di sparare 4200 proiettili al minuto. Ogni proiettile è ricoperto da circa 300 grammi di uranio. Le stime più prudenti parlano di più di 300 tonnellate di uranio impoverito scaricate su Iraq e Kuwait. Decine di migliaia sarebbero i morti, gli aborti e le nascite deformi, centinaia di migliaia i malati.
Il professor Siegwart-Horst Gunther, presidente della Croce Gialla, ha condotto uno studio impressionante sulle malattie contratte da bambini che si erano trovati a giocare con i bossoli esplosi di questi proiettili e sulle nascite deformi di bimbi e animali nelle zone dei combattimenti.
L'esperienza di questo medico tedesco offre anche una prova indiretta della radioattività di questi proiettili. Egli riportò in Germania un bossolo esploso per poterlo fare analizzare e fu per questo condannato per violazione delle «leggi nucleari».
Le organizzazioni pacifiste americane hanno raccolto un dossier enorme sugli effetti di questi proiettili non solo in Iraq, ma anche in Bosnia dove si è riscontrato un notevole aumento di casi di leucemia nelle aree dove hanno operato gli A10 e in una zona del Costarica dove i proiettili all'uranio impoverito sono stati usati in una esercitazione.
Ce n'è abbastanza per non sentirsi tranquilli davanti all'ammissione dell'uso di queste armi in Kosovo. E certo non ci saranno molto grati i kosovari, visto che questo uranio è radioattivo per secoli, almeno 4000 anni, secondo le stime più prudenti.
Alle interpellanze parlamentari di Semenzato e Paissan, il governo ha risposto che l'Italia non usa queste armi e che si adopererà perché non si usino ma che non si sa nulla di preciso perché c'è il segreto militare.
Non è una risposta esauriente.
In una situazione così pericolosa non ci si può limitare a sperare che i pessimisti abbiano torto. Anche la nostra più viva speranza è che l'uranio impoverito sia innocuo, anzi preghiamo che si scopra che è un ottimo ricostituente, fa venire i denti più bianchi e ridà la voglia di far l'amore agli amanti stanchi. Ma se non è così?
Spargere materiale radioattivo è un gesto da tribunale per i crimini di guerra. E il fatto ci riguarda molto da vicino perché la polvere di uranio può essere trasportata dal vento anche per centinaia di chilometri.
Forse sarebbe il caso che non si continuasse a far finta di niente e l'Italia ponesse un veto assoluto all'uso di queste armi chiedendo l'apertura di un'indagine internazionale. Se poi si stabilirà con certezza che fanno bene alla salute saremo lieti di acquistare un centinaio di proiettili da tenere in giardino.
Speriamo che D'Alema non voglia rischiare di essere ricordato come un fiancheggiatore degli autori di un genocidio. Uno che quando gli chiedono: «Ma lei non sapeva niente?» risponde: «La Nato mi aveva assicurato...».
Per concludere vorremmo ricordare che la situazione è particolarmente insidiosa perché i proiettili all'uranio sono un affare colossale, permettono di trasformare le scorie nucleari (che è costosissimo conservare in modo sicuro) in una materia prima preziosa.
Le azioni delle imprese che producono questi ordigni stanno aumentando il loro valore rapidamente. Per fortuna, volendo, si potrebbero ripulire l'Iraq e gli altri territori contaminati, ma il costo di una simile impresa è stato stimato intorno ai 50-100 milioni di miliardi di lire. Forse poi una stangatina fiscale non sarà sufficiente a pagare il conto.

Dal blog di Franca Rame
Tutta la campagna di Franca contro l'uranio impoverito

 


Commenti

caro Jacopo,
mi sembra che ancora tu non abbia sentito parlare degli studi condotti dalla dottoressa Gatti. Anch'io ho visto una parte della trasmissione a cui accenni su Rainews: bravo il giornalista. Purtroppo, anche lui ha dovuto ammettere che, nonostante la presenza dell'uranio nel soldato ammalato, non si poteva dimostrare che la malattia (e il decesso) sia dipesa dall'uranio.
Come al solito, c'è chi ha interesse nel mescolare verità con falsità per generare confusione.
L'uranio radioattivo in sè, visto il tipo di radioattività e la quantità esigua nel proiettile, difficilmente può essere il responsabile di malattie. Quello che lo rende micidiale è la sua proprietà per la quale diventa così prezioso per scopi militari: è in grado, se scagliato contro l'acciaio dei tank, di sviluppare un calore di 3.000 gradi. Insomma, può penetrare nelle corazze più resistenti (ogni tanto ci penso: si continua ad inventare materiali sempre più impenetrabili e poi si inventa il proiettile ancora più potente che lo distrugge...non si può non capire a cosa servono i conflitti; più evidente di così!).
L'effetto è un areosol di nanopolveri piccolissime di un insieme di vari metalli che rimarrà per l'eternità come una scomoda (anzi, mortale) eredità. Se ricordi, i nostri velenosi inceneritori, pardon!, termovalorizzatori, raggiungono i 1000 gradi...
La dottoressa Gatti è già in grado di "vedere" queste nanoparticelle nei tessuti malati e quindi di poter asserire se sono o meno la causa scatenante, sia che si tratti di soldati, sia che si tratti delle loro mogli o dei loro figli, sia che si tratti di civili residenti nel luogo delle battaglie o degli addestramenti (vedi Poligono di Quirra).
Ti mando questo link: http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=14376

scusa sofia,premesso che se non ci fossero le armi e la fissione nucleare non ci sarebbe nemmeno bisogno degli studi della dottoressa gatti, non capisco il punto del tuo commento, quando prima dici che la quantità di uranio di un proiettile non è una cosa pericolosa (ma mi chiedo: miliardi di proiettili?) per il soggetto e poi parli di nanoparticelle che hanno un effetto mortale per quanto meno per qualche decina di migliaia di anni. mi sembra che tu stessa affermi la potenzialità mortale dell'uranio e di tutti i materiali radioattivi naturali o artificiali (perché sai che l'uomo ha anche creato nuovi atomi, ovviamente instabili). quindi anche se la dottoressa gatti è in grado di stabilire che nello specifico quel soldato non è morto per l'uranio, concludo con una affermazione forte ma definitiva, che dovrà essere una delle leggi non scritte ma universalmente condivise nel nuovo mondo a venire: NON CI DEVE ESSERE NEMMENO IL DUBBIO CHE QUEL SOLDATO SIA MORTO PER L'URANIO IMPOVERITO!
nino

per l'imprecisione. Vado a memoria, da profana che segue da molto tempo il lavoro dei dottori Montanari e Gatti.
L'ideale è guardare i loro video, leggere i loro articoli, solo così puoi comprendere il senso di quello che ho detto :-)
L'uranio E' pericolosissimo, non ci piove e la signora lo studia da molti anni. Fa anche parte, da tre anni, della commissione ministeriale per le morti da uranio impoverito. Hanno condotto due studi in collaborazione con diverse università straniere per la comunità europea. Al crollo delle torri gemelle, hanno chiamato loro, unici esperti al mondo. Li hanno derisi per le loro previsioni catastrofiche che puntualmente si sono avverate.
Cerco di spiegarmi meglio: quello che rivelano gli studi dei due ricercatori mette in seria discussione l'intero sistema produttivo. Il nostro modello di vita si basa ancora sulla combustione. Anzi, peggiora puntando sulla combustione a temperature sempre più alte (vedi nanotecnologie). Le nanoparticelle, se inorganiche, non vengono eliminate dal nostro corpo ma si insediano all'interno delle nostre cellule per sempre. Sono presenti perfino nei farmaci come eccipiente...
Comprendi dunque che, dare una visione non completa del pericolo dell'uranio impoverito, può essere utile per posticipare questa evidenza (vedi amianto).
I due sono in grado di interpretare le immagini dei tessuti malati ottenuto con un microscopio molto potente. Alcuni tra i soldati malati e poi deceduti avevano i polmoni di un uomo che ha lavorato vent'anni in una fonderia. Le loro mogli, in seguito ad una licenza, accusavano emorragie dolorosissime (ecco, qui mi pare di ricordare che c'era pure il cobalto radioattivo (?) nello sperma).
Potrei continuare ma, detto così, non è l'ideale. Cerca sul blog di Montanari e poi sappimi dire.
Tra l'altro, assieme ad un gruppo su facebook, sto cercando di raggogliere la somma per pagare il microscopio che rischiano di perdere...per me è importantissimo, combatto per chi verrà quando non ci sarò più: spero che lo diventi anche per te.
Un saluto, Sofia.

grazie mille per l'approfondimento...:-D seguirò i link ed in bocca al lupo!

Ecco,penso che leggendo questo articolo del "il Democratico" ci si possa fare un'idea più precisa.
http://ildemocratico.com/2011/04/11/esclusivo-tutta-la-verita-sulluranio...