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Tutte le donne hanno il punto G! Perche' negarlo?

Il punto G e' un’area cavernosa, che si gonfia se sollecitata, posta a circa 3 centimetri di profondità nella vagina ed e' sensibile perche' vi arrivano le terminazioni nervose della clitoride che girano intorno all’osso pubico arrivando dietro di questo.
Il piacere e' dato proprio da queste terminazioni nervose e toccando il punto G, praticando una moderata pressione verso l’osso pubico, si ottiene un intenso piacere, i corpi cavernosi che rivestono quest’area si riempiono di sangue e si gonfiano, e la donna raggiunge un orgasmo molto profondo.
Il punto G e la clitoride sono i due centri orgasmici femminili. Questi sono i semplici fatti. Perche' molta gente non si rende conto di questa realtà anatomica?
Perche' così poche persone hanno sperimentato questo grandioso piacere?
La ragione e' presto detta: innanzitutto una cocente disinformazione. Molti manuali di sessuologia, tra cui alcuni dei piu' venduti del mondo, negano l’esistenza del punto G e c’e' da dire che molte donne hanno difficoltà a trovarlo. Ma questo non perche' siano sprovviste del punto G ma semplicemente perche' la quantità di piacere che il punto G può produrre dipende dallo stato di tonicità della muscolatura vaginale.
In Italia piu' del 60 per cento delle donne dopo la menopausa ha problemi di incontinenza delle urine e, come si sa dal 1936 grazie al professor Kegel, questo disturbo e' dovuto dalla perdita di tono della muscolatura causata a sua volta da una specie di censura della mente che porta molte donne a non muovere, a non contrarre, i loro muscoli vaginali.
Per inciso, questo disturbo in Italia viene ancora operato chirurgicamente ma in Svezia, Norvegia, Francia, Danimarca e Finlandia da decenni e' curato semplicemente con la ginnastica della muscolatura pubococcigea, muscolatura che usiamo tutti, maschi e femmine, quando facendo pipì blocchiamo il flusso delle urine. Questo esercizio non va fatto assolutamente facendo pipì, l’ho scritto soltanto per spiegare qual e' il muscolo, la pipì fatela senza bloccarla, la muscolatura pubococcigea la mobilitate quando non avete altro di meglio da fare. E’ sufficiente contrarre l’area per tre secondi e rilassarla per 12 secondi, fate a occhio, non e' necessario contare, il concetto e' che il rilassamento deve durare molto di piu' della contrazione.
In questi paesi dove e' praticata la ginnastica della muscolatura pubococcigea l’incidenza dell’incontinenza urinaria dopo la menopausa e' intorno al 18 per cento e anche questo 18 per cento non subisce un’operazione chirurgica ma si rieduca la zona attraverso la ginnastica riabilitativa della muscolatura vaginale. E aggiungiamo che l’operazione chirurgica, oltre a comportare dolore, costi.. ecc ha anche un effetto molto aleatorio, in quanto un’alta percentuale di donne si trova dopo pochi anni ad affrontare un nuovo cedimento del muscolatura. Il che e' ovvio, perche' non si rimuove la causa dell’incontinenza e cioe' il pessimo stato dei movimenti dei muscoli, quindi la scarsa irrorazione sanguigna e la mancanza di sensibilità. 
La questione del punto G quindi e' strettamente collegata all’efficienza della muscolatura pubococcigea. Se una donna ha la muscolatura atrofizzata il punto G non e' sensibile e quindi non e' in grado di regalare le meravigliose sensazioni che dovrebbe.
Questo spiega perche' molte donne non hanno la sensibilità del punto G e possono addirittura sperimentare sensazioni sgradevoli se quest’area viene sollecitata. Ma questo fatto non dipende dall’esistenza o meno del punto G ma dalla salute dell’area genitale o dal suo stato di decadimento muscolare e percettivo.
Questa semplice informazione manca nel panorama dell’informazione e dell’educazione sessuale e anche dopo che il professor Emmaunuela A. Jannini dell’Università dell’Aquila ha fotografato il punto G provando la sua esistenza già certificata dall’Associazione dei Sessuologi americani nel 1980, ci tocca vedere l’ultimo numero di Focus di agosto che titola: “Gli ultimi segreti del sesso” e sostanzialmente ci parla del punto G definendolo “Il misterioso punto G”, la rivista cita la ricerca di Jannini ma pubblica due foto a pagina 70 con il titoletto in didascalia: “Chi ce l’ha e chi no” , cioe' dice che alcune donne ce l’anno e altre no, non nomina assolutamente il problema della muscolatura vaginale perche' e' un mistero del sesso che a Focus non interessa, e non si spiega il rapporto tra corretta irrorazione e salute dell’area, per cui quando si fa un’ecografia e il punto G risalta e' perche' e' un punto G sano, quindi visibile invece quando l’area e' atrofizzata quello che si evidenzia dall’esame ecografico e' un punto G atrofizzato e quindi non visibile.
Il fatto che un giornale di informazione tra i piu' diffusi in Italia non abbia capito un cazzo del punto G ci dice quale sia il livello drammatico dell’informazione in Italia.
E tra i misteri del sesso di cui Focus non fa parola e' il fatto che se una donna ha una tonicità sana e naturale della propria muscolatura passeresca e se questa donna ha rapporti sessuali condotti in modo tale da sollecitare il punto G ed ella contrae durante l’amplesso i muscoli vaginali e' molto probabile che questa donna eiaculi durante l’orgasmo.
Dal 1980 l’Associazione Americana di Sessuologia ha certificato l’esistenza dell’eiaculazione femminile. La donna e' munita di prostata, anch’essa fotografata dal dottor Jannini, quindi esiste in maniera indiscutibile, e sulla possibilità per la donna di eiaculare durante l’orgasmo non ci sono dubbi. La donna durante l’orgasmo può emettere un liquido del tutto simile allo sperma maschile però senza spermatozoi, per fortuna, sennò noi maschi saremmo tutti in cassa integrazione.
L’esistenza dell’eiaculazione femminile e' confortata dal fatto che oltre alle decine di femministe che hanno assediato le Associazioni di Sessuologi inglesi e americane con le provette delle analisi del loro liquido emesso durante l’orgasmo, anche dal fatto che l’eiaculazione e' un momento centrale dello sviluppo di una donna presso le popolazioni con cultura prevalentemente matriarcale che ancora sopravvivono sul pianeta, come ad esempio i Trukese e gli Yapese delle isole della Micronesia, che considerano una donna adulta non quando ha il primo mestruo ma quando eiacula contro la porta della propria capanna davanti alle donne anziane del villaggio, a quel punto e solo a quel punto la donna e' adulta.
L’assurdità dell’ignoranza sulla passera da parte dei patriarcali europei e' sottolineata dal fatto che quando i nostri antropologi occidentali sono andati presso queste popolazioni e hanno chiesto come si facesse l’amore in quelle terre, i selvaggi, cosiddetti, risposero: “Al colmo del piacere orgasmico il maschio eiacula e la donna pure”, e siccome gli studiosi non sapevano nulla dell’eiaculazione femminile hanno scritto sui libri che questi popoli di maiali, durante il massimo del piacere orgasmico, si fanno reciprocamente la pipì addosso che, tra l’altro e' fisiologicamente piuttosto difficile da realizzare.
Nel 1980 l’Associazione Sessuologi americani certifica l’esistenza del punto G e dell’eiaculazione femminile e malgrado questo nei manuali di antropologia oggi in libreria troviamo ancora questa storia assurda sui Trukese e gli Yapese che si fanno la pipì addosso perche' i sessuologi non si parlano con gli antropologi, fin dai tempi dell’università, hanno litigato… insomma , un casino.
E’ da notare che non solo Focus non parla dell’eiaculazione femminile in questo ultimo numero sui misteri del sesso ma ahime', Focus Storia numero 22 dell’agosto 2008 contiene una chicca meravigliosa all’interno di un servizio pruriginoso sul sesso e la religione nei secoli. A pagina 75 possiamo trovare il seguente testo: “Godersela con tutti i crismi: come, quanto e quando si  poteva fare sesso secondo la Chiesa? … Il gesuita spagnolo Tomas Sanchez 1550-1610, nei sui consilia moralia considerava non peccaminoso ritirarsi dall’amplesso prima dell’eiaculazione da parte di uno dei due coniugi (all’epoca si riteneva che anche la donna producesse liquido seminale).”
E si riteneva una cosa giusta! Ma l’autore dell’articolo, di cui non abbiamo nome (perche' si tratta di un box mentre l’articolo nel suo complesso e' firmato da Adriano Monti Buzzetti, poverino se le ha scritte lui queste cose o se le ha lette non si e' accorto dello svarione) non ha una grossa informazione sulla eiaculazione femminile. 
E per finire la carrellata di misteri del sesso di cui Focus non parla possiamo aggiungere che non nomina il punto L, chiamato dai cinesi millenni prima della nascita di Gesu' Cristo “Ponte di Giada”, la zona tra i testicoli e l’ano che e' la radice del pene e che se sollecitata durante l’amplesso provoca nel maschi un piacere paragonabile a quello del punto G femminile.
Questa zona può essere sollecitata dalla donna se essa produce appropriati movimenti vaginali, oppure attraverso un massaggio esterno tra i testicoli e l’ano, oppure con altri sistemi di aspirazione applicati alla punta del pene, perche' poi da lì tutta l’aspirazione si trasmette fino alla radice del pene attraverso il canalino dell’uretra (però non entriamo in dettagli sennò diventiamo volgari…) e può essere sollecitata attraverso l’ano. Tutti i maschi, anche il piu' virile degli uomini, hanno un punto circa a tre centimetri di profondità nell’ano nella parete del pube, proprio limitrofa alla radice del pene che se sollecitata si gonfia perche' e' una zona erettile (parliamo di una cosa che e' visibilmente anatomicamente presente, e può provocare l’orgasmo se sollecitata).
Non e' necessario diventare omosessuali per fare questa esperienza, oggi con i sistemi digitali possiamo fare tutto per cui potete restare virili maschi ed eterosessuali e sperimentare comunque questo tipo di gioia orgasmica.
Ma anche di questo Focus non ci parla e sospetto che non ne sappiamo assolutamente nulla.
Per concludere possiamo dire che Focus dà come se fossero reali alcune scoperte  che in realtà sono delle cazzate. C’e' una ricercatrice che afferma di aver scoperto che l’ideale e' avere una distanza di 2,5 centimetri tra clitoride e vagina o che le donne di statura medio bassa e senza troppo seno sono, in media, le piu' predisposte a provare piacere. Che per chiunque abbia ancora un paio di neuroni attivi nel cervello e' una cazzata mostruosa, perche' la capacità orgasmica dipende sì da fattori fisiologici ma soprattutto da fattori culturali, emotivi e quindi e' la situazione e il contesto che determina la potenza orgasmica e non certo la distanza tra la clitoride e la vagina o se una e' alta o bassa. Queste sono stronzate che un giornale scientifico dovrebbe cercare di non mettere in giro perche' creano soltanto mostruosità informative.
Tutto questo discorso per rappresentarvi la difficoltà che ancora oggi noi abbiamo in questa società patriarcale, sessuofoba e merdosa ad avere una semplice, elementare, non censurata informazione sul piacere sessuale. Questa e' una società che ha paura del piacere perche', come ci ha spiegato William Reich, un uomo e una donna che provano piacere, che hanno una vita sessuale piena e soddisfacente sono persone piu' complete, piu' equilibrate, hanno una maggiore autostima. Esiste un rapporto strettissimo tra l’idea che ho di me, il mio ottimismo, la mia positività, la mia voglia di fare e di cambiare il mondo e la mia soddisfazione sessuale, la mia coscienza della mia piena capacità di godere del piacere della mente e del corpo.
William Reich diceva che la repressione sessuale e' lo strumento primo che dà carburante alle dittature. Per questo continuiamo a battere e ribattere da anni sulla questione dell’informazione sessuale. E sono stato felicissimo di vedere che Beppe Grillo ha pubblicato un mio articolo poetico proprio sulla necessità che il movimento che sta cercando di trasformare l’Italia, metta tra i suoi obiettivi culturali fondamentali la diffusione dell’educazione sessuale e la lotta contro i tabu' e la sessuofobia.
E non vogliamo soltanto riaffermare il diritto delle persone al piacere sessuale, proprio perche' sappiamo che il piacere sessuale esplode e diventa sublime quando incontra la passione amorosa, vogliamo anche affermare la centralità dell’amore sentimentale e romantico in questo straordinario processi di cambiamento che stiamo vivendo oggi. Il mio articolo si concludeva con la proposta di dare un segnale forte in questa direzione nel prossimo Vaffanculo day: baciamoci contemporaneamente in un milione di persone in cento piazze d’Italia.
Un’azione semplice, esteticamente meravigliosa, emotivamente appagante, io credo che un milione di persone che si baciano nello stesso momento dando a questo atto d’amore un significato di affermazione della vita contro l’ideologia della morte e del dolore e della sopraffazione siano la rappresentazione di un archetipo di ribellione e di rinascita, siano un gesto di costruzione di un immaginario collettivo diverso. E di questo abbiamo bisogno, se vogliamo costruire una società migliore, serve iniziare a rappresentare il nostro sogno attraverso i gesti.
La pubblicazione di questo articolo sul blog di Grillo ha evidentemente creato molto scalpore. Ho letto parecchie lettere di amici e compagni scandalizzati che chiedevano che cosa c’entra l’amore con il cambiamento della società. Ecco, io credo che questa sia una questione essenziale sulla quale dobbiamo discutere. A me non interessa un cambiamento di questa società che non contenga una versione diversa non soltanto della politica e dell’economia ma del costume e della scala di valori esistenziali. Non e' possibile pensare a un mondo che rispetta l’ambiente, a un mondo di pace, senza pensare che questo cambiamento debba trovare l’energia per essere in una diversa concezione della vita. Ci servono stili di vita diversi. Gli stili di vita sono una questione complessiva, che tocca tutti gli aspetti della nostra esistenza, e in modo preponderante gli aspetti emotivi, quelli del desiderio, del piacere e dell’appagamento. La nostra ribellione a questa società e' iniziata sulle note dei Rolling Stones: “I can get no satisfaction”, soltanto se noi sapremo parlare di un piacere capace di darci vera, profonda, intima, sostanziale soddisfazione noi potremo parlare realmente di una società nuova e migliore. Un società nuova dove non esita spazio per la centralità dell’amore non mi piace. Non mi interessa.

Jacopo Fo