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Scacco matto spirituale in 4 mosse

Scuola di Naturoipatia Complementare

A proposito di quel che ti piace nella vita e del perché
Quaderni di Naturopatia Complementare 5

Ho iniziato questa serie di articoli raccontando di alcune (rare) guarigioni “miracolose” e notando che le persone che guariscono hanno una caratteristica comune: tutti sono convinti di aver trovato la medicina giusta. A volte i sistemi di guarigione scelti sono assurdi ma questo è secondario. L’importante è essere convinti che funzionino.
Ho sostenuto quindi che possa esistere uno stato della mente “che guarisce” e ho definito questa modalità anche come “pensiero creativo”… Credo siano la stessa cosa.
Mi sono quindi lanciato in un tentativo sconsiderato di descrivere questo stato della mente e, visto che è proprio difficile trovare le parole per farlo, ho cercato di identificarne i confini scrivendo quali sono le caratteristiche contrarie a questa modalità di pensiero e di sensazione.
Non riescono ad accedere allo stato mentale creativo le persone che non hanno preso in modo chiaro e netto la decisione di voler vivere piacevolmente e le persone che sono convinte di aver sempre ragione. Queste due idee ne generano una terza altrettanto limitante: l’idea di essere soli contro il mondo, la mancanza della sensazione di far parte di una collettività solidale.
Poi mi sono vantato orrendamente del fatto di essere riuscito a riassumere l’insieme degli errori umani che generano dolore e stupidità utilizzando solo e unicamente queste 3 categorie di pensiero.
Ho infine osservato che se uno aderisce all’idea di voler star bene, di sbagliarsi spesso e di far parte di una comunità, allora può venir spontaneo cambiare le regole quotidiane della propria vita, istantaneamente.
Se inizi a dare spazio a quel che desideri potresti decidere di regalare i vestiti che non ti piacciono più e che continui ad indossare chissà perché. Oppure potresti decidere di percorrere una via più lunga ma più bella per andare al lavoro. E potresti anche decidere di smettere di frequentare persone che continuano a parlar male degli altri o a elencare le proprie disgrazie allo scopo di stare meglio contemplando la quantità di depressione che sono riuscite a regalarti ammorbandoti.
Se hai letto gli articoli precedenti e hai condiviso le mie proposte e hai deciso di regalarti momenti di libertà quotidiani, probabilmente la tua vita ha già cominciato a cambiare.
Ovviamente sono convinto che questo testo possegga una profondità oceanica e che darà un grande impulso alla crescita delle coscienze e al miglioramento della storia umana…
Mi manca solo di coronare l’opera cercando di riassumere quelle poche caratteristiche del pensiero creativo che penso di essere capace di descrivere.
Ti fornisco quindi una lista degli ingredienti… Non saprei fare di meglio arrivando a spiegare come assemblarli. Non penso che potrei riuscirci perché sarebbe una descrizione complicatissima e dubito che verrei compreso. Anche perché onestamente, non ho le idee chiare. Sono convinto di aver sperimentato nella mia vita il pensiero creativo. Ma è un’esperienza che si fa a tratti, in modo intermittente, e quando la fai sei in uno stato particolare della coscienza che non riesci a vivere e analizzare nello stesso momento. O lo vivi o guardi come è fatto e se guardi come è fatto hai smesso di viverlo.

Mentire è indispensabile
Poche righe sopra ho scritto che questo testo cambierà certamente i destini dell’umanità.
L’ho fatto apposta per scandalizzarti e per farti dubitare del mio equilibrio mentale e della mia capacità di giudizio.
In realtà vista la collezione strepitosa di fallimenti collezionati ho la netta percezione che sia altamente improbabile che questo testo sia letto da molte persone e ancor meno credo che parecchie persone potranno modificare la propria vita a causa di questa lettura.
Ma un ingrediente del pensiero creativo (che è molto infantile) è il fatto di saper giocare con la propria mente. Quando giochiamo ce ne freghiamo delle regole: un bastone diventa una spada, un barattolo e una scatola da scarpe sono un fortino assediato dagli indiani… Siamo abituati a pensare che la falsità sia male ma il gioco è falsificazione. Falsificare dà gusto.
Inoltre tutto il vigente Sistema Sociale del Dolore complotta continuamente per convincerti che le cose vanno male, sei in pericolo e inoltre non conti un cazzo.
Giocare con i propri sogni, fantasticare sui propri esorbitanti successi quindi è una salutare pratica di autodifesa dal pessimismo e anche un indispensabile ingrediente per incentivare il tuo pensiero creativo. Qualunque malattia ti affligga puoi essere certo che se berrai un bicchiere d’acqua e zucchero, con gli occhi chiusi guarirai subito! Soprattutto se mentre bevi pensi 3 volte Mustafà è grande ed è mio amico! È scientifico!

Regalare conviene
Altrettanto importante ai fini del pensiero creativo è la capacità di essere generosi. Se non hai il gusto del regalo, del fare una sorpresa piacevole, di dedicarti a far star bene un’altra persona, se non ti piace offrire il caffè a un amico, sei nella merda.
Il problema nasce dal fatto che tieni chiusi i canali verso gli altri.
Hai costruito barricate. Sei sotto il vincolo della paura di perdere quel che è tuo. Ma le mura che difendono i tuoi interessi immediati (non privarti degli 80 centesimi che ti costerebbero abbandonarti alla follia di offrire un caffè) impediscono anche che la tua mente creativa possa uscire a passeggiare nel mondo.
La mente creativa ha bisogno di un sentimento aperto, di una fiducia nello scambio con gli altri. Nella convinzione che il senso della vita non sia una gara a punteggio (io vinco tu perdi) ma un continuo travaso di ricchezza (contatti, informazioni, racconti).
E questo scambio non avviene sempre in modo reciproco (io ti faccio un regalo e tu mi fai un regalo equivalente) il bello del regalo è proprio quando lo fai a una persona che non ti da nulla in cambio e assapori il piacere che questa persona prova e d’altra parte sai che altri avranno la stessa generosità verso di te.
E quando succede (ed è certo che succede) che qualcuno ti fa un regalo senza contropartita assapori in modo particolare il piacere che ti viene. È come se mangiassi una zucchina che hai coltivato con le tue mani facendola crescere nella bruna terra. L’avaro si bea di aver ricevuto qualche cosa senza pagare. Il generoso si esalta perché ha la prova della bellezza del mondo e della bontà umana.

Dichiara la pace tra te e te. O almeno un armistizio
Il terzo e penultimo punto riguarda la fonte di tutto: te (spero che 4 concetti non siano troppi, a stare in 3 questa volta non ci sono riuscito).
I Trukese e gli Yapese dell’Oceania, popoli saggi che non hanno mai combattuto una guerra e si sono dedicati per 10 mila anni ai piaceri della convivialità, del sesso e della buona cucina, sostengono che l’arte di vivere sia basata sulla capacità di mettere d’accordo le diverse identità che ci abitano. Loro sono convinti che siamo una specie di condominio e che sia necessario imparare a mediare tra queste diverse identità, permettendo a ognuna di realizzare le proprie aspirazioni. Non puoi concludere molto di buono nella tua vita se tieni dentro di te uno scontro aperto tra le tue diverse aspirazioni. Siamo creature molteplici e contraddittorie, non possiamo vivere chiudendo in prigione una parte di noi stessi.
Se vuoi dimagrire non puoi farlo uccidendo la tua parte golosa e la tua parte ansiosa che riesce a calmarsi solo abbuffandosi. Devi aprire una contrattazione, mediare, dare a ogni tua identità una sufficiente soddisfazione. Sennò magari dimagrisci ma poi diventi una persona stronza e ti ammali di odio per il mondo. Perché hai iniziato odiando una parte di te.
C’hai dei casini e sei sovrappeso? Ok. Ma sei una persona meravigliosa? Una miracolosa componente semovente dell’Universo? Riuscirai ben a portare avanti una Trattativa Interiore Decente! Non è facile ma ci puoi riuscire. E quando ci riesci e riesci a sentire che vuoi qualche cosa con tutto il tuo essere, ti accorgi anche che è molto meglio. È una sensazione di benessere: non c’è nessuno dentro di me che mi odia perché l’ho umiliato! Sono un tutt’uno. O almeno lo sono abbastanza.
Tornando all’esempio della dieta potresti decidere di mangiare solo cibi squisiti e assaporarli lungamente. Se mastichi il cibo buono ne senti tutte le sfumature e se mastichi a lungo il cibo riempie di più e senti prima la sazietà. E poi devi anche mettere in conto che ogni tanto devi dare il via libera all’abbuffata selvaggia e risarcire così la tua parte ingozzona.  Ci vuole tempo e la capacità di darsi obiettivi molto piccoli e poi quando li hai raggiunti abbandonarsi all’autocelebrazione più smodata. E questo ci porta ad affrontare il quarto e ultimo trucco micidiale.

Raccontati di te
Il quarto e ultimo elemento essenziale è infatti la capacità di raccontarsi.
Lo facciamo tutti costantemente… Ci raccontiamo la telecronaca di quel che ci succede, ci diamo spiegazioni, mettiamo sotto processo gli altri, tracciamo linee di azione e progetti.
Si tratta di un’attività fondamentale dell’esistenza umana.
Disgraziatamente molti la usano per creare un pessimo racconto condendo autocommiserazione, maledizioni verso il prossimo, lunghissime narrazioni di complotti orditi da amici e parenti…
Cioè usano il racconto che fanno a sé stessi per dipingere la vita come una schifezza popolata da stronzi.
Sì tratta di un sistema infallibile per vivere malissimo.
Al contrario, dopo aver meditato sul fatto che il mondo migliora costantemente da milioni di anni (si chiama evoluzione) puoi decidere di dedicarti a una modalità eroica del racconto della tua vita. Nessuna legge, nessun governo di truffatori, nessuna forza militare segreta, ti impedisce di raccontarti la tua vita come una straordinaria avventura.
Questo perché tu possiedi uno strumento di incomparabile potenza che ho chiamato “meccanismo di attribuzione di valore”.
A livello psicologico è più potente della bomba atomica e soprattutto è completamente in tuo potere.
Sei tu che decidi che cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Se hai la disponibilità a mettere in discussione le tue idee niente ti impedisce di pensarci su, informarti, discuterne con persone che stimi e poi giungere a un verdetto, decidere che un’idea vecchia era sbagliata e sostituirla con un’idea che ti pare migliore.
Anche questo è un cambiamento totale che si ottiene istantaneamente. Se pensi una cosa la pensi in modo completo e illimitato, e da subito diventa una tua convinzione e da subito non puoi più dire o fare qualche cosa che non sia in armonia con la tua nuova idea. Non ci riesci proprio. O pensi una cosa o non la pensi, non ci sono vie di mezzo. È un’esperienza totalizzante. Quindi puoi guardare le tue idee e puoi anche convincerti che si vive una volta sola nella vita, che per miliardi di anni non esistevi con questa meravigliosa particolarissima forma solida e cicciosa e che per miliardi di anni non esisterai più in questa particolare forma solida e cicciosa.
E questo dovrebbe regalarti una pazzesca voglia di fare qualche cosa di grandioso in questa tua vita. Di sperimentare, di conoscere, di toccare, di assaggiare questa vita. E rischi anche di iniziare a coltivare con amore sogni esagerati. E se hai l’astuzia di sognare anche piccole realizzazioni alla tua portata immediata (una cosa grande da fare oggi) allora rischi pure di avere successo e di gasarti ancora di più per la tua vita e quel che fai e dar così colore e passione al racconto che ti fai di te nella tua testa, rendendolo piacevole da ascoltare.
E se ti piace il racconto che ti fai nella testa allora stai pure bene. Perché hai dato un valore positivo alla bellezza della telecronaca della vita e questo ti porta perfino a vedere la bellezza del racconto anche in eventi tristi.
Ti piace raccontarti bene e cerchi i particolari, le sfumature per individuare la magia che è ovunque e pare messa lì apposta per farsi raccontare. E scopri che è come se esistesse uno sceneggiatore cosmico che si diverte a mettere nelle vite delle persone coincidenze, assonanze, sorprese, capovolgimenti al solo gusto di rendere più affascinante il racconto che ognuno fa di sé.
E sospetto che questo avvenga perché l’obiettivo dell’esistenza dell’Universo sia il desiderio dell’Universo di essere raccontato.

Forse stai pensando che quel che ti propongo è di imbrogliarti, di creare una percezione diversa della realtà da quello che la realtà è veramente. È vero.
Ma non penso sia possibile fare diversamente.
La mente si chiama mente perché mente. Se diceva la verità si chiamava sincera.
Noi non viviamo la vita DIRETTAMENTE. Il nostro cervello seleziona gli aspetti della realtà che vuole vedere e quelli che non gli interessano. La nostra percezione della realtà non può essere globale e quindi perfettamente vera. È in ogni caso falsata dal suo essere parziale.
La scelta non è tra vivere dentro un modello della realtà vero e uno falso. La scelta è quella di selezionare gli aspetti della realtà e quindi percepirli, cercando quelli piacevoli oppure quelli spiacevoli.
Non guarisci solo se hai trovato la cura giusta. Guarisci a volte anche con una cura totalmente inefficace se sei convinto che sia quel che fa per te. E visto che poi quella cura ti ha guarito hai pure le prove che quella era la cura giusta!!!
Incredibile ma vero.
Avrei voluto avere un cervello esatto e perfetto invece di questo ammasso di neuroni bugiardi. Ma visto che mia nonna non aveva il trolley e quindi non era un tram, devo fare i conti con la realtà e accettare una dose omeopatica di falsificazione giocosa e salutare.
La mente mente continuamente ma io la frego perché neanche io dico sempre la verità.
Ovviamente ci sono cose sulle quali non si può mentire mai.
Non bisogna dire le bugie ai bambini ad esempio.
E non bisogna sostenere di essere intelligenti in modo continuativo.
Non si deve mai dire a una persona che ami che non la ami.
E non bisogna mai evitare di dire che ami una persona che ami.
E non bisogna mai mentire mentre ti dici: voglio abbracciare questo mondo e esplorare tutte le cose piacevoli che mi offre.

Buon divertimento!
Jacopo Fo

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