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Abbiamo già preso il potere in Italia (ma non se n’è accorto nessuno).

Visto che la settimana scorsa ti ho confessato che sono comunista, claun e pacifista, oggi vorrei confessarti un’altra cosa: ho anche la super vista a raggi X ottimisti.
Questo mi permette di vedere cose pazzesche e invisibili.

Ma per spiegarmi devo fare un altro viaggio indietro nella storia.

C’era una volta la borghesia. Avevano inventato le banche e le manifatture ma ancora stavano sotto il crudele dominio feudale di re e duchi.
Poi i borghesi fecero la rivoluzione industriale, iniziarono a produrre immense quantità di forchette e calzini. E siccome sono i soldi e le strutture produttive che danno il potere, i re e i marchesi persero il potere nel giro di pochi decenni.
Potevi avere tutto il sangue blu del mondo ma se non possedevi una fabbrica o una banca non contavi un fico secco.

Marx aveva previsto che il capitalismo avrebbe generato una classe di lavoratori, resa compatta dalla struttura stessa del modo di produzione industriale, che a un certo punto avrebbe imparato ad autogestire la produzione rendendo superflua l’esistenza dei capitalisti.

Marx non potè prevedere COME questo sarebbe successo...

Ora guardiamo la situazione attuale.
Chi ha il potere oggi nel mondo?
Sicuramente ce l’hanno le grandi multinazionali e i trust di speculatori finanziari. Sono loro che decidono le politiche economiche, le guerre e i presidenti.

Ma a ben guardare si tratta di un potere strano.

Agli inizi del capitalismo controllare la produzione voleva dire avere in mano una leva essenziale della società.
La domanda di prodotti a basso costo era immensa e le industrie faticavano a starci dietro.
L’esplosione delle nuove tecnologie ha da decenni rovesciato i rapporti di forza tra produttori e consumatori.
Oggi i consumatori hanno di fronte una scelta sconfinata di prodotti. Non scelgono un paio di calzoni qualsiasi ma quelli che più piacciono loro. I capitalisti sono oggi schiavi dei capricci del mercato e spendono miliardi per interpretare i gusti del pubblico. Un numero immenso di capitalisti sono stati rovinati dall’aver prodotto qualche cosa, che magari era pure valido, ma che non ha incontrato il favore del pubblico.
Oggi le industrie sono disposte a tutto pur di produrre quello che piacerà ai consumatori.
Ormai c’è sovrabbondanza di prodotti, il problema non è più fabbricare ma vendere.

Ma c’è un’altra novità epocale...

Chi possiede le grandi Spa?

Il padrone di fabbriche e banche con il cappello a cilindro, non esiste più.
I proprietari delle grandi multinazionali sono in gran parte i piccoli azionisti.
I capitalisti mantengono il potere grazie al sistema delle scatole cinesi. Il grande capitalista possiede il 51% di una società che possiede il 51% di un’altra società, che possiede il 51% di una terza società. E così via... Alla fine si controlla una multinazionale possedendone solo il 10%, a volte meno...
Il potere dei piccoli azionisti è insignificante anche se alla fin fine possiedono la maggioranza reale di una Spa, perché la loro proprietà è frammentata e multiforme: fondi pensione, fondi di investimento, proprietà diretta di azioni...
Ma cosa succederebbe se questi azionisti si organizzassero e facessero pesare le loro quote di proprietà?
Anni fa un gruppo di pensionati inglesi si incazzò perché venne fuori che i loro fondi pensione possedevano azioni della Glaxo che si rifiutava di abbassare il prezzo delle medicine salvavita vendute in Africa. Organizzarono una cordata di persone che avevano il loro denaro investito in quei fondi pensione, e quando arrivarono a mettere insieme un miliardo di euro di investimenti, telefonarono al fondo pensione e dissero: “Ora ritiriamo tutti i nostri soldi dai vostri fondi pensione perché voi investite nella Glaxo!”
Quel che si scoprì è che se dici una cosa così a un fondo, questo si terrorizza. E che se il fondo pensione telefona alla Glaxo, questa decide subito di abbassare il costo dei medicinali in Africa.
Perché l’uscita in un sol colpo di migliaia di risparmiatori, oltre a costituire un danno diretto, potrebbe scatenare un effetto domino portando al crollo delle quotazioni di quel fondo e della banca che lo ha emesso e della Spa sotto boicottaggio. Si è verificato più volte che se il boicottaggio degli acquisti dei prodotti di una multinazionale del dolore provoca una diminuzione delle vendite del 5% questo ha effetti disastrosi sulle quotazioni azionarie.
I piccoli azionisti sono svantaggiati nel controllo delle Spa, a causa del meccanismo perverso delle scatole cinesi, ma hanno nella manica l’asso della possibilità di generare cattiva immagine ritirandosi in massa da un investimento...
Quindi un gruppo relativamente piccolo di consumatori organizzati può infliggere danni spaventosi... Peggio dell’aviazione statunitense!

Se mettiamo insieme il fatto che il capitalismo è schiavo dei consumatori e che la proprietà sostanziale delle grandi Spa è nelle mani dei consumatori-risparmiatori ne vien fuori che i capitalisti hanno perso il controllo sulla società.
Le persone continuano ad accettare questo stato di cose perché non se ne sono rese conto.
È una novità epocale: i nobili feudali avevano il potere grazie alla forza dei loro eserciti; i capitalisti avevano il potere perché possedevano banche e fabbriche, ma i moderni capitalisti mantengono il potere solo perché i consumatori non sanno reclamarlo... È un potere che si basa sul condizionamento psicologico e mentale e nient’altro.

La questione oggi non è che i proletari prendano il potere ma che riescano a gestire il potere immenso che già hanno.
Ma perché questo accada serve che si creino strutture di consociazione tra i consumatori che organizzino il loro potere disperso.

Oggi Internet rende questa organizzazione dei consumatori possibile.
Molti considerano i gruppi di acquisto solo un modo per risparmiare comprando verdura migliore.
Ma i gruppi di acquisto potenzialmente sono molto di più.
Che cosa succederebbe se in Italia si formasse un gruppo d’acquisto di un milione di persone che comprano insieme auto, servizi bancari, vestiti, cibo e vacanze?
Potrebbero decidere che vogliono un’auto non solo ecologica e a un prezzo conveniente ma anche corredata da optional sociali, ad esempio paghe giuste per i lavoratori.
Di fronte a una richiesta di un milione di consumatori qualunque azienda sarebbe costretta ad accettare...

Ecco perché per noi tutte le forme di collaborazione tra consumatori-cittadini sono il fronte di lotta fondamentale.
Le banche del tempo, gli ecovillaggi, le cooperative, le consociazioni degli acquisti, offrono da subito grandi vantaggi materiali ma sono anche la spina dorsale del processo di rovesciamento dei rapporti di forza sociale.
Creare l’economia etica e viverci dentro ci dà la forza di imporre al capitalismo i nostri desideri. Perché dimostra che se non producono quel che vogliamo, come lo vogliamo, siamo capacissimi di produrcelo da soli.
E questo gli fa veramente paura!

E più saremo capaci di sperimentare la consociazione degli acquisti e dei servizi, più avremo voglia di cooperare...
Più la gente verifica i vantaggi della condivisione più cresce la coscienza del potere che la coesione ci dà.

Questa crisi sta mettendo l’acceleratore a questo processo di interconnessione delle persone.
In questo momento, ad esempio, le cooperative italiane stanno aumentando di numero, a migliaia, e gran parte di quelle esistenti sono in un momento di sviluppo e assumono.
Sarebbe una notizia da prima pagina, ma farai fatica a trovarla.

A volte discutendo con alcuni compagni mi sento dire che questo modo di pensare è moderato, pauroso di una vera rivolta. Ma non è così. Noi pratichiamo in realtà l’opposizione più netta e radicale a questo sistema, non vogliamo solo opporci, vogliamo cancellarlo dalla faccia della storia.
Oggi sparare o urlare per strada non ha più senso.
Sperimentare l’incredibile potere della collaborazione è l’unico sistema che dà risultati.
Ed è anche un sistema sottilmente violento: fai piangere i capitalisti! Non comprargli più quei cazzo di pantaloni ricamati di dolore!
La rete è rivoluzionaria!