L'amore e lo Sghignazzo di Dario Fo

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Carissimi lettori,
questa settimana vi presentiamo un libro straordinario di Dario Fo (il nostro Nobel preferito) dal titolo "L'amore e lo sghignazzo", editrice Guanda.
Personaggi eretici. Giullari brillanti e divertenti. Trasgressori capaci di tutto. Ma, ancora, santi e angeli. E' molto ricco e vario l'universo che popola questi racconti dove Dario Fo fa sfilare sfilano personaggi complessi, affascinanti e pieni di lati oscuri da svelare: come Mainfreda, della famiglia Visconti di Milano, vissuta nel tredicesimo secolo. La donna fu accusata di essere eretica per aver raccolto l'eredita' di un angelo. Ampio spazio, poi, viene dedicato alla vicenda d'amore che ha unito Abelardo ed Eloisa. Trasgressiva, lontana dagli schemi culturali e dalle tradizioni dei suoi tempi, Eloisa ha avuto il coraggio di perseguire fino in fondo i suoi sogni. Dalla prigione di Argenteuil, dove viene rinchiusa, racconta la sua vicenda d'amore.
''Abelardo -si legge nel libro- primo lettore, gran maestro di teologia, sorridendo s'era levato in piedi e mi aveva fatto cenno di seguirlo e, camminando nel chiostro, aveva cominciato a raccontare la splendida storia della dolce regina che portava il mio nome. Che splendido fabulatore! Meglio di tutti i cantastorie che mi era capitato di ascoltare nelle piazze e nelle feste di matrimonio''.
C'è la scannafiere, domatrice di leoni alle prese con marito fedifrago, e c'è Qu, mariuolo frottolone, comunista utopico. Ci sono i comici greci: non antichi ma modernissimi...
Quante storie conosce Dario Fo? Infinite, come ogni giullare che si rispetti, tutte capaci di inchiodarti lì, fino alla fine, di incantarti con quel suo modo di raccontare irresistibilmente conviviale, ironicamente trasgressivo. Storie così incredibili da essere quasi sempre vere. Così verosimili da rivelarsi assolutamente inventate. Per ridere e per appassionarsi.
Storie che corrono via veloci, una dopo l'altra, sospinte da quell'estro fabulatorio, quel tocco drammaturgico leggero e vigoroso, proprio dell'attore-autore premio Nobel.
"In realtà sono testi teatrali truccati da testi letterari", assicura Dario. "Basta leggerli ad alta voce per accorgersene. Il primo, quello su Eloisa, Franca l'ha anche recitato durante uno stage teatrale all'università di Alcatraz". E alla Rame, compagna di una vita e tante passioni, il libro è anche dedicato. "A Franca, con amore..." scrive Dario in testa alle sue storie che, non a caso su cinque, tre sono virate al femminile. Esilarante la storia di Qu detto il Randazzo, simpatico cialtrone, esperto nell'arte d'arrangiarsi cinese.
"Una storia amatissima da Mao Tse Tung - assicura Fo - uno dei cavalli di battaglia del Gran Timoniere". Ma Qu sostiene che per esser comunisti bisogna essere matti... "Matti totali, dice. Cioè fuori dalla norma. Se uno ragiona come di norma... bacchettate sulle dita! Fuori! Perché essere comunista vuol dire godersi la vita, fare feste, cantare, ballare e fare l'amore... Tanto amore. E ridere. Uno che non è capace di ridere e di far ridere non può essere un comunista". Bel programma. Da suggerire alle nostre sinistre così seriose. "Già. Basterebbe poco. Imparare a vedere il ridicolo e non aver paura di vivere. E tutti allora, come accade nella storia di Qu, vorrebbero diventare comunisti".