La storia di Inanna (Seconda parte)

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La cosa divertente di questa storia è che esiste un pezzo della Bibbia che non è così esplicito ma che è altrettanto scioccante

Un brano che inizialmente non venne inserito perché i rabbini dissero che non era il caso di mettere un brano del genere in un libro sacro.

Ci fu una rissa e 150 anni dopo ci fu un’insurrezione femminile perché quel pezzo veniva cantato nei matrimoni. La sacralità del matrimonio per il popolo veniva celebrata con questo canto d’amore delicatissimo per cui le donne volevano che fosse inserito nella Bibbia e costrinsero i rabbini a fare l’unica modifica che sia mai stata fatta sul Vecchio testamento.
Questa canzone è bellissima e c’è una stranezza per quanto riguarda il colore della pelle, infatti inizia con la fanciulla che parla e dice:
“Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar, (che erano nere, NdR)
come i padiglioni di Salma.
Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole”.
E’ un inizio stranissimo, sembra che sia di colore, non semplicemente abbronzata. Però il ritmo di questa poesia nella struttura è molto simile al precedente.
In un altro brano lei dice: tu sei dolce come lattuga cresciuta sul bordo del fiume, c’è questo gusto per i paragoni che è meraviglioso.
Tornando a Inanna, la cosa curiosa è che nel Gilgamesh, scritto 500 anni dopo, Inanna non è più una dea, non è più la donna meravigliosa che ha dato ricchezza e conoscenza all’umanità. E’ una poco di buono.
Che cosa è successo nel frattempo?
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