Cosa ci manca per cambiare il mondo?

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Stefano Benni sta parlando in palestra dell’immaginazione.
Racconta che secondo recenti ricerche neurologiche ogni volta che ti viene in mente un’idea fantastica subito il tuo cervello produce uno sciame di pensieri repressivi che cercano di fermarti: non si può fare; stai con i piedi per terra; non volare alto; già qualcun altro ci avrà pensato; se ci provi fai farai brutta figura; ti daranno addosso, eccetera.
Nella testa abbiamo neuroni atavici che adorano la sicurezza del già visto, del conosciuto. Circuiti neurali che vivono qualunque cambiamento come una minaccia potenziale. Modalità emotive figlie della vita nella foresta primordiale dove qualunque mutamento poteva nascondere l’arrivo della tigre con i denti a sciabola. Per questo siamo così bravi a identificare e incasellare, quando tutto quel che ci circonda è conosciuto il cervello gode e secerne dopamina. Per questo il cambiamento repentino crea reazioni di malessere: il cervello ci nega il piacere della dopamina.
La mente non solo mente, è pure reazionaria!

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