La Collina degli Animilli

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Carissimi,
in pieno spirito natalizio, questa settimana vi raccontiamo una storia…
Buona lettura!
 

La Collina degli Animilli
Libri Jacopo Fo Colora gli animilliC’era una volta, o forse c’e' ancora, una collina dove potevi trovare piante alte e antiche che se le stavi ad ascoltare ti raccontavano delle multitudini di genti che avevano approfittato della loro ombra per secoli, vestiti in modi diversi gli uni dagli altri, e che sempre, sempre, dopo aver mangiato un dolce frutto dell’albero del Riposo si sentivano meglio e riprendevano il cammino pieni di vigore.
In questa collina cresceva la Rosa canina, che si faceva gran vanto di avere nei suoi frutti molta piu' vitamina C delle arance, che li' poi non crescevano. “Sapete?” diceva a chiunque la stesse ad ascoltare, “in un posto chiamato Gran Bretagna venivo data ai bambini durante la seconda guerra mondiale in sostituzione degli agrumi. E non lasciatevi ingannare dai miei semplici fiori rosa, poi in autunno le mie bacche rosse spiccano nel paesaggio”.
E’ un po’ vanitosa la Rosa canina e non dirle che la chiamano “stroppaculi” per la sua azione astringente, di questo lei non parla mai.
Poi c’era la Ginestra, di quella ce n’era proprio tanta e d’estate riempiva la collina di fiori gialli, allegri, cosi' fitti da fare concorrenza al Sole.
E fin qui? Dirai: che c’e' di strano? Ci sono un sacco di colline cosi' in tutto il mondo! Vero, vero, ma abbi pazienza, ora ti racconto perche' questa collina e' invece unica e che cosa e' successo un brutto giorno.
In questa collina, nascosti dagli umani, vivono strani animali, gli Animilli per l’esattezza. Sono particolari, molto variegati, sembrano uccelli o cani, o elefanti, ma non sono niente di tutto questo, qualcuno ha le corna, altri una strana cresta, o anche un ricciolo molto riccioloso sulla testa. E ognuno ha un carattere molto spiccato. Marianna la Normanna adora ballare e appena sente una nota, anche solo del vento tra i rami degli ulivi, inventa coreografie da sogno e tutte le coccinelle le volano attorno danzando con lei.
Poi c’e' Jacopo, il Supercapo, qualcuno mormora che sia stato lui, molti e molti anni fa a inventare gli Animilli ma lui non smentisce e non conferma, non che sia modesto, solo che sta sempre pensando al prossimo progetto e quelli che ha gia' attuato non gli interessano, il passato e' passato dice, il futuro sara' radioso! Un’ottimista impenitente il nostro Jacopo, capace di immaginare come nessun altro nella collina. Jacopo e' innamorato perso di Eleonora, la Signora, e spesso li puoi sentire sospirare d’amore nelle notti di luna piena, calante, crescente... di notte insomma, ma qualche volta anche di mattina, per non dire del pomeriggio.
E nella collina tutti hanno sempre un sacco da fare, chi cucina, chi sposta la terra da un punto all’altro, chi installa pannelli fotovoltaici per illuminare le lucciole, chi scrive storie comiche cosi' la mattina tutti possano sorridere, chi disegna, chi gioca molto seriamente, chi pensa a come realizzare i sogni di Jacopo, sono tutti molto impegnati.
Un giorno di inverno e' arrivato nelle collina degli Animilli uno strano vento, ha portato con se' una altrettanto strana nebbia. Gli Animilli si sentivano inquieti, di solito il vento portava via le nuvole facendo tornare il sole o le stelle, questo invece sembrava raccontare storie tristi, nessuno riusciva piu' a fare le sue cose.
Beatrice l’Attrice stava cucinando uno sformato di spinaci e si accorse di non ricordare piu' che ingredienti mettere, poi non ricordo' piu' per chi lo stava facendo, e poi che cosa ci si fa con uno sformato di spinaci. E Wania l’Abitudinaria che la stava guardando esclamo': “Beatrice, che ti succede? Le tue piume! Ti stai scolorendo!”
Ed era proprio cosi', lentamente ma inesorabilmente Beatrice stava perdendo i colori e con loro la sua solita allegria, disse: “Ohhh… cos’e' questa cosa che mi accade? Non mi viene in mente neanche una barzelletta! Presto, presto! Fa’ una battuta!”
Wania subito disse la prima cosa che le venne in mente: “ma cinques piu' cinques fa diesis?” e il sorriso che riusci' a strappare a Beatrice le ridiede un po’ di colore, ma la nebbia avanzava.
In un'altra radura della collina Gaetano il Capitano stava raccogliendo i fiori del Sambuco quando si accorse che non profumavano piu', e che per una strana magia infelice il suo corpo si stava come spezzettando in tante figure geometriche.
Che triste giorno fu quello: gli Animilli resistettero con tutte le loro forze, ricordando momenti felici, storielle, dipingendosi con i fiori del bosco, preparando collane… ma alla fine, tutti persero i colori e non ricordavano piu' le cose piu' semplici. Nicola la Matricola, che era il piu' saggio di tutti, ebbe allora un’idea. “Andiamo a farci colorare! Non so come, ma secondo me, qualcuno che ci colora lo troviamo!” E Cristina la Genuina, detta anche la Regina della Tecnologia, esclamo'. “Si'i'i'i'i'i', andiamo a farci colorare da piu' persone possibile, e chiediamo anche che ci dicano cosa facciamo, cosa mangiamo, cosa ci piace, chiediamo tutto!” E subito si mise a cantare in linguaggio Html e il suo canto arrivo' a tutti i bambini, a tutti gli adulti che non avevano dimenticato di esserlo stati, e tutti corsero in loro aiuto.
In questi giorni la collina degli Animilli si sta dipingendo di mille colori e si sta riempiendo di mille cose e di mille attivita' per scacciare il Vento della Malinconia che porta la nebbia dell’Indifferenza.
Ci aiuti anche tu?

Gabriella C.

 

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